LETTERE "DORSO - FIORE"




A cura di Attilio Marinari



Avellino, 9 luglio 1926
Carissimo Tommasino,
sono assai lieto di avere finalmente un recensore spregiudicato e competente come te, per quanto avrei preferito leggere che cosa quei signori di lassù pensano di noi e delle nostre tesi più care. Non ti offendere per questa leale dichiarazione: il tuo pensiero mi è noto e lo condivido per nove decimi, mentre non sono ancora riuscito a comprendere perchè sia nato e che cosa voglia il Quarto Stato. Per ora non si vede altro che un Aventino culturale, più grande e più nobile di quello politico, fortunatamente sepolto dalla stringente dialettica degli avvenimenti, ma non un gruppo omogeneo, con idee organiche, e soprattutto con una vera e propria impostazione meridionalista, che è quanto dire italiana, e non francese, tedesca, russa o tout court socialista. Tu mi intendi, e perciò con te posso adoperare degli scorci verbali, che mi dispensano da un più lungo discorso.
Ecco perchè sono diffidente. L'esperienza salveminiana mi brucia ancora il sangue e sono terribilmente avverso alla gente che malgrado il fascismo, si trastulla con le formule puramente teoriche, temendo sempre lo sfascio del Mezzogiorno. Non posso sopportare che lo spettro del Cardinale Ruffo sia agitato ogni qualvolta noi pensiamo di chiedere un poco di giustizia distributiva, e mi sento trascinato in tal caso a fare l'apologia di Fra' Diavolo pur di non dar ragione ai filosofi che, anche quando sono in buona fede, ragionano sempre in funzione di particolarismo nordico.
So che questa mia posizione puritana non ti piace, ma io ti invidio per le illusioni che tu coltivi nel pietroso giardino del socialismo unitario.
Credo, con questa premessa, di averti reso perfettamente conto del perchè io avrei preferito la recensione editoriale del Quarto Stato, invece della tua, che sarà certamente una bella ed esatta esposizione, ma non varrà a farmi capire quali idee costituiscano lo specchietto per le allodole meridionaliste.
Ciò premesso, è opportuno che tu sappia che a suo tempo spedii a Rosselli le recensioni più importanti, e credo che egli te le abbia fatte tenere. Non gli spedii la recensione di Corsi sulla Critica Sociale perchè pensai che gli fosse facile rintracciarla a Milano stesso, e la recensione di Ugo D'Andrea su Critica Fascista, perchè insignificante. In questi giorni è venuto il breve cenno di Amedeo Giannini sul Leonardo. Credo che ti sia facile averlo nello stesso ambiente professionale in cui vivi.
Ad ogni modo scrivimi a volta di corriere e se del caso provvederò io.
Vuoi poi sapere da me qualche cosa in merito al mio pensiero ed a quello dei recensori. Il mio pensiero lo conosci, ma ti sfido a farmi sapere quale sia il pensiero dei miei critici!
Tu devi sapere che io ho sempre vagheggiato di potere un giorno scrivere una Risposta ai critici di Rivoluzione Meridionale, ma ti confesso che non saprei cominciare di fronte a quello che mi è stato detto. Per fare una polemica bisogna essere in due, ed io mi sento in un deserto. Mi avessero almeno accusato di separatismo! Forse sarebbe stato un modo come un altro per discutere. Invece mi hanno opposto lo sfascio, cioè un fenomeno di anarchia sociale, al di là della politica.
Tu comprendi che una maggiore incomprensione del nostro animo, delle nostre aspirazioni, del nostri bisogni non potrebbe affiorare.
Ad esempio, quando io ho ripreso il motivo missirol-gobettiano della monarchia socialista e mi hanno detto che io non ero originale, e che scocciavo il prossimo con cose dette e ridette, non hanno capito che per Missiroli e Gobetti il motivo della monarchia socialista, della conquista regia etc., poteva anche essere una semplice osservazione critica, capace di aiutarli a comprendere la realtà, mentre per noi è, e deve essere il fulcro della nostra concezione politica, starei per dire della nostra azione. Era naturale che io non dovessi fare a meno di utilizzare una teoria storicopolitica così fruttifera per le nostre rivendicazioni.
Così dei pari quando io ho esaminato l'azione passato e presente di tutti i partiti politici al lume di questa concezione, i miei critici hanno strillato, perchè hanno intuito (soltanto intuito) che io svelavo la loro stessa posizione particolarista, per quanto forse solamente incosciente o subcosciente. Essi hanno intuito che, postulando un neo-unitarismo che, con vocabolo di moda, potrei chiamare integrale, io svelavo tutte le insufficienze dell'unitarismo storico, e perciò tutte le insufficienze dei loro partiti e delle loro concezioni politiche.
Ciò ti spiega perché - a parte la noia - non hanno saputo osservare niente, e perchè il fascismo ha vinto ed i partiti di opposizione si trovano sprofondati in una crisi che sembra senza uscita. Il fascismo, infatti, profittando degli errori avversari, ha monopolizzato la conquista regia, utilizzando tutte le forze storiche che la sostengono, ed impedisce ogni tentativo avversario di strappargli il terreno conquistato (cioè di ritornare al potere mercé la conquista regia): gli oppositori, invece, non vogliono fare l'unica politica possibile: la lotta contro l'unitarismo storico, e si bamboleggiano tra i rimpianti costituzionali e gli isterismi rivoluzionari.
Come tu vedi, la teoria missirol-gobettiana è in funzione e non vi sono che gli scrittori social-democratici che fingono di non vederla.
Quanto poi alla soluzione (autonomismo meridionalista) non mi è stato opposto altro che la nostra incapacità a sollevarci dallo stato in cui ci troviamo, la facilità delle conquiste regie nel sud, quindi la impossibilità di costituire una classe politica dirigente, capace di abbandonare l'ascarismo e di educare le masse, e la certezza dello sfascio, cioè dei conati anarchici delle plebi sanfediste.
Queste critiche mi vengono da liberali di marca, che hanno anche avuto l'onore delle manganellate fasciste!
Come tu intendi, dovette trattarsi di un equivoco. Del resto gli stessi fascisti, subordinati dalla loro funzione unitaria, parlano diversamente. Assumono di aver risoluta la questione meridionale (proprio oggi che si è acutizzata!). Dalla irrisione al bluff! Io però preferisco il bluff: è più umano e salva le forme.
Resta in ultimo quello che Giustino Fortunato mi ha varie volte rimproverato: l'ottimismo. Confesso che oggi sono molto più pessimista di due anni fa. Ma si tratta d'impressioni. Nessuno può dire se noi saremo sempre condannati a delle battaglie di carta stampata, oppure avremo la fortuna di passare ai fatti. Io anelo questo giorno solo per convincere anche te che nell'antifascismo vi è un equivoco assai più grave di quello che ci divide dai fascisti.
Scusami la fretta e la confusione e scrivimi spesso. Tuo
Guido(1).


Avellino, 2 ottobre 1926
Carissimo Tommasino,
ho letto la tua recensione e ti rinnovo i ringraziamenti. Non so se avrò tempo di scrivere una "Risposta ai critici di Rivoluzione Meridionale", ma lo desidero ardentemente. Potrei allora chiarire molti punti specialmente in contraddittorio con quelli del Quarto Stato. Se non erro, questi signori hanno già succhiato dal vecchio Partito Socialista molte delle posizioni tradizionali relativamente alla questione meridionale. Ma di ciò quando potrò aver tempo.
Ho finito di leggere proprio ora il libro di Zuccarini. Mi è piaciuto molto. Zuccarini è quasi interamente del nostro punto di vista. Egli vuole già definire una nuova organizzazione collettiva, e questo sforzo è indubbiamente prematuro; ma ciò non toglie che egli veda assai bene lo sviluppo della attuale situazione politica. Avrei desiderato un minore astrattismo costituzionalista, ma i pregi del volume sono indiscutibili.
Credo che siano state pubblicate delle statistiche circa la distribuzione delle terre, ma non so dirti dove. Prova a consultare l'inchiesta parlamentare sul Mezzogiorno.
Ad ogni modo io la questione del latifondo la vedo nè più né meno che come la vedeva Azzimonti nel "Mezzogiorno agrario quale è". Se non lo hai, cerca di procurarti questo volume, il di cui realismo costituisce un pregio indiscutibile ed un ottimo refrigerio per convalidare le nostre convinzioni circa il pericolo delle soluzioni generiche ed astratte.
Catalini è stato trasferito a Lucera e partirà tra qualche giorno. Egli ricambia i tuoi saluti e si augura di incontrarti in qualche favorevole occasione.
Hai certamente letto lo studio di Latronico su Fortunato pubblicato su "Critica Politica". E' scritto bene, ma è troppo generico.
Il pensiero di Fortunato appare oggi un fenomeno ed occorrerebbe approfondirlo. Chi sa se avrò il tempo di scrivere un profilo su lui! Ecco un'altra cosa che desidero ardentemente. Io ogni volta che mi reco a Napoli gli faccio una visita e gli parlo spesso di te.
Ti assicuro, però, che ne esco sempre col cuore più stretto. Eppure c'è tanto spirito di tragedia in giro!
Abbracciandoti fraternamente credimi
Tuo Guido (1)


Avellino, 6/X/1926
Carissimo Tommasino,
avevo già avuto sentore dell'equivoco in cui doveva esser caduto Minetti, perchè il Cancelliere della Pretura mi fece leggere il misterioso telegramma. Ora apprendo il resto.
Conosco assai bene Latronico, anzi sono in corrispondenza con lui, ma debbo farti rilevare che l'equivoco è tuo, tutto tuo.
Difatti se tu avessi fatto attenzione anche alla nota, oltre che al testo, non avresti non potuto concludere che il giovane morto era il nostro indimenticabile Gobetti e non io. Dice infatti la nota: "Per altri sviluppi di questa concezione nonostante la diversità di conclusioni, consultare G. Dorso etc.". Conseguentemente gli autori citati in nota sono differenti da quello di cui si parla nel testo. Non ti pare?
Ad ogni modo, quando scriverò a Latronico, gli racconterò il curioso equivoco.
Io, dunque, non sono morto, anzi sto bene per quanto assai affaticato. E tu?
Mandai il libro a Teofilato, ma non so se l'abbia ricevuto. E' possibile leggere il libro di Lucarelli?
Potremmo fare un cambio? Ed in caso negativo come potrei averlo a pagamento?
Io ti ho già risposto tre o quattro giorni fa. Hai ricevuto la lettera?
Ho assai piacere che tu voglia parlarmi di Ansaldo, che forse conoscerò in casa Fortunato tra non molti giorni.
E tu quando ti farai vedere a Napoli, a Benevento od anche ad Avellino?
Sei liberato dall'eredità del sindacato, oppure devi continuare a lavorare per il passato?
Mi scuserai la fretta, perchè ho rubato cinque minuti al lavoro professionale per rispondere subito, e per farti sapere che la tua premura ed il tuo affetto mi hanno riempito di commozione.
Salutami Minetti al quale sono debitore di una risposta. Gli scriverò infatti oggi o domani.
Abbracciandoti fraternamente credimi tuo
Guido(1)


Avellino, 11/X/1926
Carissimo Tommasino,
ti restituisco la lettera di Ansaldo. Non sono pochi gli sfiduciati in Italia, e tra essi Ansaldo. Ecco tutto.
Anch'io ho sempre avuto in animo di studiare il pensiero della Destra, o, per meglio dire, di quegli uomini della Destra che ebbero velleità regionaliste. Ti faccio, però, notare che non sono tutti gli uomini della destra, perchè questa formazione politica non ebbe grande omogeneità. Allo Spaventa ed allo Jacini occorre aggiungere il Minghetti, autore di un progetto di legge sulle regioni. Fortunato non appartenne alla Destra (sedette sempre al centrosinistra), ma mutuò molte idee dai migliori uomini di quel partito. Occorrerebbe poi studiare il Sonnino ed il Franchetti.
Ma per fare ciò ci vuole molto tempo perchè alcune pubblicazioni sono introvabili.
Per quanto riguarda Fortunato ho già raccolto un pò di materiale per tentare di sistemare il suo pensiero, ma debbo aspettare la pubblicazione del III° e IV° volume de "Lo Stato Italiano ed il Mezzogiorno" attualmente in corso di stampa presso Vallecchi. Sono volumi completamente inediti e perciò non se ne può prescindere.
Se scrivi al Q[uarto] Stato, dì a Rosselli che me li mandi subito ed io cercherò di stendere il profilo di questo vecchio fenomenale che mi riempie di ammirazione e di affetto.
Io vado a trovarlo spesso e sarò assai lieto se tu vorrai accompagnarmi. Non hai che ad avvertirmi in precedenza perchè io trovi il modo di avere una giornata libera. Anzi potresti cogliere l'occasione per venire in Avellino. E' questa una zona interessantissima ed occorre che tu ne abbia qualche idea. Io potrei venirti incontro a mezza strada e poi andremmo insieme a Napoli.
Sono a tua disposizione per leggere la dichiarazione da mandare al Q.S. Sono pure a tua disposizione per il libro. Potresti portarmelo personalmente se non è urgente.
Avevo già promesso al Gobetti un numero unico sulla Campania, e non sono alieno di ripromettere a te, ma sempre tempo permettendo, perchè io sono assai abile progettista e poco tenace esecutore. Non ho visto il fascicoletto di Zanotti-Bianco sulla Basilicata.
Credo che Serpieri sia stato nel Mezzogiorno: mi pare di aver sentito che sia venuto in Avellino alla Scuola Enologica. la sua legge, pur rientrando nei quadri dell'accentramento statale, sarebbe il meno peggio se venisse applicata, ma mi pare che sia già lettera morta.
Aspetto il libro di Lucarelli. Teofilato mi ha scritto. Salutamelo.
Una cordiale stretta di mano ed un abbraccio, dal tuo
Guido (1)


5 luglio 1941
Carissimo Guido,
grazie cordialissime della tua: con gli anni tu diventi più affettuoso, segno, caro mio, che ci facciamo vecchi!
Ho letto il lungo tuo elenco di libri, che ti occorrono pei tuoi studi, ma purtroppo né ce ne sono qui, né c'è speranza di trovarne; farò vedere altrove.
Non dispero di trovare queste vacanze due giorni per venirmi a riposare costò, sotto la protezione del gran Cesare, nella speranza che ancora si fabbrichino costò i vostri fusilli. Vedrò adesso quando e come' fare per contentare insieme te e Macerone e soprattutto me stesso, che ho tanto bisogno di rifarmi.
Mi si dice che i libri che cerchi li potresti trovare nella biblioteca di Teramo. Conosci nessuno laggiù? I miei abbastanza bene, Enzo va rinascendo.
Presenta i nostri saluti a tua moglie e ricevi la più affettuosa stretta dal tuo.
Tommasino (2)


Antivigilia di capo d'anno (30-12-1941)
Caro Guido,
grazie degli auguri, che ricambio per te e per la tua gentile Signora. l'altro Guido mi dice che sei prossimo a diventare padre. Auguri infiniti.
I miei ti salutano e io ti abbraccio
Tomma[sino](3)


2 genn. [1942]
Caro Guido,
il porgitore è un giovine professore mio amico. Verranno anche altri giovani: tu cerca di raccordarli intorno a te, perchè sono già bene avviati.
Ti acchiudo uno scrittarello che vorrebbe essere una sistemazione teoretica e una presa di posizione. Se sei d'accordo, mandami una cartolina illustrata.
Aspetto che tu mi comunichi la nascita del messia.
Auguri affettuosi a tutti; ossequi miei alla tua Signora e a te un abbraccio
Tomm[asino](4)


Altamura, 6 maggio 1944
Caro Guido,
mi dispiace di non averti potuto salutare all'ultimo momento. Ti manderò fra giorni degli amici di passaggio per Napoli, per il caso che la posta non funzioni. Mi pare invece che funzioni, e l'arrivo di questa cartolina sarà la prova. Prepara dunque l'articolo per "Il Nuovo Risorgimento" e, se nella settimana entrante non viene nessuno a prenderlo, tu mandalo a Bari a mio figlio Vittore, Via De Rossi 56 con raccomandata.
Comunque sia andata la crisi, adesso giova seguire il Ministero nei fatti, esaminando sino a che punto i Partiti sono prigionieri di Badoglio. I Ministri senza portafoglio, come sai, possono impedire certi errori, ma non fare la loro politica. Ti abbraccio
Tomm(asino)(5)


Bari, 13 luglio 1944
Caro Guido,
mi dispiace di non essere ripassato per costò, ma avemmo tanti incidenti di viaggio, che io fui costretto a ritornare a Salerno e venirmene in aereo. Ho letto con attenzione la tua lettera alla "Rinascita". Tu hai sempre ragione ed ora hai la soddisfazione che nelle tue idee concorda tutto il partito. Ma come puoi illuderti che questa funzione liberatrice venga dal comunismo?
Hai letto la lettera di Gaetano su Togliatti? A parte questa, la rivista è veramente meschina. Niente idee nuove, nessuna spiegazione del fenomeno russo, accettazione della religione cattolica, ignoranza assoluta, non dico incomprensione, del pensiero europeo. E in pratica? Essi si abbracciano al partito democristiano, cioè alla Chiesa, cioè all'istituto più conservatore del mondo.
Per loro è questione di potere, comunque conseguito. Dove vogliono arrivare? Non lo sanno nemmeno loro. Sono dei soldati e ciò basta. Con tutti i difetti, è preferibile Croce, o almeno il crocianesimo, che non chiude la porta a nessuno. Ma noi non dobbiamo darci nè agli uni nè agli altri. Tu di questo devi essere cosciente. Non è possibile sperare nè nei conservatori, nè nei soldati di Stalin. Dobbiamo sperare in noi stessi. Per una palingenesi rapida? Chi lo sa? l'importante è che le tue idee diventino una tradizione, una forza operante nella storia.
Manda l'articolo promesso per Vittore e il suo giornale.
Ricordami alla Signora della cui cortesia abbiamo abusato. Un bacio alla piccola ed abbimi tuo
Tommasino(6)


Bari, 27 luglio 1944
Caro Dorso,
Vittore ha ricevuto l'articolo e ti ringrazia. Credo che risponderà anche lui.
Lasciamo stare che tu sei stato l'unico meridionalista combattente in 20 anni. Io non ho mai scritto pezze di colore e l'ultimo mio articolo, proprio sul Mezzogiorno, è apparso il 26 nel "IV Stato". Come vedi Rosselli accettava con entusiasmo le nostre idee. Non capisco perchè non le dovrebbe accettare il partito d'azione che ne è l'erede.
Hai fatto male a rivolgerti a Croce: tu conosci le sue idee sul trasformismo politico. Mi sorprende che Cianca e Sforza non ti abbiano aiutato. Non abbiamo messo a tua disposizione il giornale, anche perchè Sforzo ha fatto dichiarazioni meridionalistiche.
Non mi meraviglio che la Terza Internazionale si sia interessata delle tue idee. Tutto è buono nel calderone di Mosca.
Tu sei un po' scettico, permetti che te lo dica. Hai un partito a tua disposizione e cominci col dir male del partito in cui sono io e in cui possiamo combattere tutte le battaglie che vogliamo. Tu capisci che il partito bisogna crearlo, anche se non c'è, perchè tutto è da rifare in Italia. Mi domandi su quali forze si poggia il nostro partito. Mi sai dire su quali forze si poggia il partito camunista? I vecchi scansafatiche del fascismo. E i cattolici? I preti e i vescovi forcaioli.
Non ti occupare del centro meridionale: il pensiero del partito è a Bari, non a Napoli. Del resto il partito sarà organizzato per regioni e tu sarai libero di fare quello che vorrai. Dovresti venire al congresso di Cosenza per il 4 agosto.
Ti abbraccio assai cordialmente. Tuo
Tommasino(7)
Ti prego di influire a formare Vittorino. E' un'anima generosa ed assetata di idee.
P.S.- Il direttore dell'Italia del Popolo di Bari t'invita a collaborare.
T. F.


[Bari, 4-9-1944]
A Guido Dorso con unità d'intenti
T. Fiore(8)


Bari, 7 ottobre '44
Carissimo Guido,
è possibile che tu non riesca a scriverci da più di un mese? Io ti vedevo già direttore del nostro organo napoletano, senza di che la nostra battaglia è rinviata. O sei ammalato? O hai dolori che ti legano?
Fammi il piacere di collaborare regolarmente, cioè con un articolo bisettimanale a "Il Nuovo Risorgimento". Esso è tutto tuo e i giovani sono entusiasti delle tue idee. Bari deve diventare il centro del movimento per il Mezzogiorno.
Ti abbraccio e ti prego di ricordarmi con ogni rispetto alla tua signora.
Tuo
Tornmasino(9)


Avellino, 13 ottobre 1944
Carissimo Tommaso,
ieri ho mandato due articoli a tuo figlio; oggi scrivo pochi righi a te, in risposta alla tua del 7 corr. Non sono stato ammalato, ma ho dovuto preparare la Il edizione di Rivoluzione Meridionale che verrà fuori per la fine dell'anno da Einaudi. C'è la prefazione ed un saggio sul meridionalismo di Gramsci che aumentano il precedente volume, oltre in appendice alcuni vecchi articoli coevi al libro.
Mi hanno offerto tutte le direzioni possibili, compresa quella dell'Italia Libera, ma temo che non mi metteranno mai in grado di poter accettare. Perchè tu possa comprendere come si arriva a questa conclusione sopra enunciata dovrei parlare con te una mezza giornata. Quindi ne riparleremo quando ci vedremo. Potrò allora spiegarti che cosa significa la frase enigmatica: ma non mi mettono mai in condizione di accettare.
Io sgobbo da mane a sera nella maledetta professione; e, nei pochi e brevi ritagli di tempo leggo, penso e scrivo. Perciò non posso assumere impegni precisi di collaborazione con nessuno. E ciò senza nascondere che anche altre riviste urgono per avere miei scritti (p. e., Acropoli di Omodeo che sarà lanciata quanto prima). Ma il Nuovo Risorgimento mi sta particolarmente a cuore e farò del mio meglio per contentare soprattutto il mio vecchio e fedele compagno ed amico più che il suo bollente e simpatico figlio.
Perciò non temere.
Se tu che hai quei famosi amici anglo-americani, potessi venire una domenica ad Avellino! Ma non come sei abituato a farei
Abbracciandoti affettuosamente, tuo
Guido(10)


Avellino, 24-X-1944
Carissimo Tommasino,
leggo su "Il Nuovo Risorgimento" il tuo epistolario col povero Rosselli, ed apprendo così di una polemica interna sul mio nome che non è assolutamente esatta.
Io non collaborai nel Q[.]uarto S[tato] perchè temi e idee erano nettamente orientate contro il socialismo riformista, di cui il Rosselli voleva tentare la revisione, e non per altro. Anzi ricordo che ne parlai a Fortunato, il quale mi spinse alla collaborazione, ed io gli risposi che non mi pareva possibile tanti erano i punti di divergenza e di dissenso.
Debbo anzi aggiungere che, non conoscendo personalmente il Rosselli, non lo credetti capace di una revisione così profonda e radicale, come quella che egli, dopo alcuni anni, operò nelle sue concezioni, perchè, in tal caso, lo avrei aiutato a liberarsi delle sue posizioni tradizionali, alle quali mi pareva, invece, assai attaccato.
E la mia presenza, oggi, nel P.d.A. prova due cose: a) che è stato Rosselli a venire sul mio terreno e non viceversa; b) che non ho difficoltà a collaborare, quando ciò sia possibile.
Ma non era questo che volevo dirti, perchè dalla tua lettera del 14 ottobre 1926 deduco che tu già sapevi. Voglio rivelarti ed informarti di un particolare assai curioso e che ti sbalordirà: io non ho avuto mai notizia della tua recensione sul Q[uarto] S[tato]. Prima di averlo letto oggi sul N[uovo] R[isorgimento].
Ti sembra strano? Eppure è così. la mia collezione del Q[uarto] S[tato] manca di due numeri, in uno dei quali dev'essere comparsa la famosa recensione. Altro che do ut des!.
Ma tutto ciò è secondario. Ti scrivo invece per pregarti di farmi tenere tale recensione anche dattilografata. Siccome nella prefazione alla 20 edizione (ed. Einaudi) accenno ai pochi scrittori che accettarono la mia tesi, mi dispiacerebbe che proprio tu non fossi citato accanto a Zuccarini, Sturzo e Gramsci.
Ho mandato due articoli al Nuovo Risorgimento. li avete ricevuti? Assicurami, altrimenti li rispedisco.
Tanti saluti a Vittore.
A te un fraterno abbraccio,
Guido(10)


Bari, 2 novembre 1944
Caro Guido
Arrivato qui trovo la tua lettera. Vittorino la pubblica per la sua importanza storica, e del resto tu hai ragione: è stato Rosselli a venire sul nostro terreno. Vedi con quanta insistenza io ho fatto la critica al partito socialista il 1926. Evidentemente il Rosselli, allora, stentava a spiccicarsene.
Vittorino promette di mandarti la mia recensione al tuo libro, magari dattilografata. So bene della ristampa di esso. In bocca al lupo!
Ti ringrazio dell'ospitalità di ieri. Vedo che tua moglie non si perde di spirito e che si piglia la sua croce sorridendo. Ma questo mio apparire a casa tua, ogni tanto, come un ladro, è una cosa buffa. Ma pensa, avevo perduto tre giorni a Foggia nell'andata, e tre giorni a Roma a cercare un mezzo per ritornare. Speriamo che un'altra volta mi possa fermare più a lungo presso dite.
Vittore ha ricevuto gli articoli e ti ringrazia. Mia moglie mi dice che è enormemente difficile trovare quei tale oro liquido. Ma io non dispero.
Ti abbraccio e ricordami alla tua gentilissima moglie.
Tuo
Tommasino(9)


Avellino, 14-XI-1944
Carissimo Tommasino,
contemporaneamente ti telegrafo pregandoti di avvertire gli organizzatori del Convegno per gli Studi sul Mezzogiorno della mia impossibilità di partecipare alle sedute del 3 e 4 dicembre p.v.
Mi rivolgo a te perchè non ho l'indirizzo di D'Erasmo o di De Filippis, che mi hanno telegrafato.
Vorrai chieder loro scusa a mio nome, ma contemporaneamente chiarire che la mia assenza non mi può essere addebitata, perchè mi manca il tempo materiale e la possibilità dì contentarli.
In verità, io non pensavo più al Convegno perchè pensavo che avesse già avuto luogo in quel periodo di tempo in cui andai a Roma per il noto affare. Se allora avessi avuto comunque notizia della proroga, forse avrei potuto affrontare il tema propostomi, assai seducente ma anche abbastanza scabroso, ed ora sarei pronto.
Non avendo avuto comunicazione alcuna, non ho più pensato al Convegno ed ho preparato qualche altra cosa in corso di pubblicazione.
Ora è troppo tardi e sono letteralmente oppresso dal lavoro professionale. Perciò è impossibile pensare a redigere uno studio serio, ed una mia venuta senza relazione non credo corrisponda ai desideri degli organizzatori. Se poi il Convegno dovesse essere ancora una volta prorogato, avvisami in tempo, perchè farò ogni sforzo per non mancare.
Ti prego poi di dire a Vittorino che sto scrivendo una recensione sul libro di Lucarelli "Brigantaggio politico", o meglio un articolo, che, traendo lo spunto da quel libro, ha lo scopo di sottolineare il carattere sociale di quello strano fenomeno meridionale. Scusami la fretta. Scrivo al lume di una tremolante candela, perchè manca la corrente.
Abbracciandoti affettuosamente, tuo
Guido(10)

Avellino, 21-11-1944
Carissimo Tommasino,
ti confermo il telegramma; "Accetto partecipazione Convegno - Segue lettera".
Eccoti servito. Ora sta a te di mantenere la promessa di farmi rientrare in residenza il giorno 3.
La tua recensione fammela trovare a Bari.
Cordiali saluti,
Guido(10)


Avellino 29-XII-1944
Carissimo Tommasino,
ho ricevuto il n° 10 dell'Italia del Popolo e ti ringrazio assai per il "profilo". Hai colto nel segno, e le tue parole resteranno non soltanto come la più bella manifestazione della nostra amicizia, ma anche come la più acuta introspezione psicologica sulla mia personalità.
Ti prego ora di dire a D'Erasmo che mi mandi tre o quattro copie del giornale.
Me le aveva promesse, ma, come al solito, s'è dimenticato.
Con i più cordiali saluti a Vittorino e con i più devoti ossequi alla tua distinta Signora, abbiti i migliori auguri per il nuovo anno: tuo
Guido(10 )


Avellino 16-V-1945
Carissimo Tommasino,
ho ricevuto il tuo telegramma e mi affretto a scriverti. Non posso nemmeno pensare a quanto mi chiedi perchè occupatissimo. Stiamo varando l'Azione quotidiana e da un momento all'altro sarò chiamato a Napoli, ove debbo trasferirmi con la famiglia e con la mobilia.
D'altra parte credo opportuno non esagerare nei riguardi di N. e ti sconsiglio di occuparti di lui.
La Voce Repubblicana, l'Avanti e l'Italia Libera lo hanno già attaccato per le sue ultime inopportune dichiarazioni, e temo che in seguito egli continuerà a dar prova della sua abituale inconseguenza politica.
Ha ragione Zuccarini - di cui ti mando l'articolo - quando dimostra verso di lui tanta prevenzione.
Appena giunto a Napoli ti scriverò in merito all'Azione quotidiana per organizzare una fattiva collaborazione con la Puglia.
Scusami la fretta e credimi tuo
Guido(10)


Bari 24 maggio '45
Carissimo,
la notizia che mi dai dell'"Azione" quotidiana e che ti stabilisci a Napoli, mi riempie d'immensa gioia.
Temo molto che l'ex Ministro, attaccato dai tre giornali, non aggiunga disordine a disordine.
Spero che riuscirai a sistemare qui un ufficio serio di corrispondenza del tuo giornale. Qui si parrà la tua nobilitade! Se l'ufficio viene in mano ed elementi poco seri del nostro stesso Partito, vuoi dire che tu stesso rinunci sin da ora alla lotta sul serio, a fondo, contro ogni forma di trasformismo. Nel qual caso io probabilmente mi faccio frate, cioè ritorno al mio latinorum. Tu sei uomo accorto e io non ti vieto la prudenza: ho fiducia in te quasi più che in me stesso.
Saluti ai tuoi e un abbraccio dal tuo
Tommasino Fiore(9)


Bari 8 giugno '45
Caro Guido,
Grazie della tua e della premura che mi hai dato di rassicurarmi, Comprendo le difficoltà del trasloco; tu non immagini quante cose mi sono state impedite quest'anno dall'inesistenza di abitazioni libere qui, a Bari. l'avvocato di Catanzaro non è iscritto al nostro Partito, sebbene ne abbia promosso la costituzione; è un radicale, molto colto, molto deciso, molto rigido, perciò in guerra contro tutti i neo-fascisti di laggiù. Unica pecca, temo che abbia delle simpatie nittiane. I miei ti salutano ed io ti abbraccio con immutabile affetto.
Tuo
Tommasino Fiore9()


Napoli, 26 giugno 1945
Carissimo Tommaso,
è imminente la pubblicazione del nuovo quotidiano "L'Azione", organo meridionale del Partito d'Azione, da me diretto.
Il giornale avrà il compito di impostare in sede politica la questione meridionale, e contribuire così alla formazione di una nuova classe politica del Mezzogiorno d'Italia.
Perciò non ti meraviglierai se il mio pensiero corre specialmente a te, che nelle ore più tristi del passato, hai sempre sperato di vedere un giorno iniziata la riscossa delle nostre popolazioni.
Ti invito quindi formalmente a collaborare nel nuovo giornale e spero che non vorrai negarmi il tuo appoggio.
Con i più cordiali saluti,
Guido(10)


Bari, 27 giugno '45
Caro Guido,
hai visto l'art. di Epicarmo Corbino sul Giornale di Napoli? Egli sostiene che il Sud ci perderò, prossimamente, sul terreno finanziario, come su quello economico, e che quindi dovrebbe chiedere senz'altro l'autonomia doganale.
E bene che tu scriva qualcosa e che tu indichi la strada. Qui a Bari non vi sono tecnici di questi problemi, che io sappia, e molto meno politici.
Qui le cose vanno come Dio vuole. Ricevi la Gazzetta del Mezzogiorno? Se la ricevi vedrai che nemmeno noi stessi siamo d'accordo sulla politica da seguire. Anche sul l'orientamento nostro amerei sentire il tuo parere. Un mio articolo: "Il pericolo è a destra", un attacco al trasformismo demoliberale, ha trovato molti consensi nelle masse. Si può fare una politica in Italia contro i comunisti?
Come vedi, caro il mio vecchio, siamo sempre daccapo, e il mito anticomunista opera sempre, il mito di Mussolini.
Ti abbraccio, ricordami ai tuoi. Tuo
Tommasino Fiore(9)


3 luglio 1945
Caro Guido,
Il giorno da noi auspicato è giunto, finalmente! Il tuo dev'essere il giornale più serio d'Italia. Noi perseguiteremo il trasformismo in tutte le sue forme, anche le meglio mascherate. Mi riprometto di darti tutta la mia collaborazione e intanto di prego di avermi con immutabile affetto
Tuo
[Tommaso](11)


Avellino 7 luglio 1945
Carissimo Tommaso,
oggi, tornando da Napoli, ho trovato la tua lettera del 27 giugno. Non ho presente l'articolo di Corbino, ma già avevo scritto per l'Acropoli un saggio nel quale attaccavo il Governo Bonomi per non avere ancora abolito i dazi protettivi. Omodeo non ha pubblicato il saggio perchè crede di intendersi di tutto ed è abituato a fare fesserie. Comunque tornerò prossimamente sull'argomento nell'Azione.E'arrivata a Bari? Che impressione ha fatto? Hai ricevuto, tu e Vittore ed anche gli altri amici di Bari, l'invito a collaborare? Io ho in mente di venire a Bari quanto prima. Allora parleremo a fondo. In Campania sembra che l'Azione vada bene. Scrivimi perchè ho bisogno di avere sempre nelle mani il polso del paese.
Abbracciandoti, tuo
Guido(10)


13 luglio '45
L'Avv. Guido Dorso Angiporto Galleria 40 NAPOLI
Caro Guido,
inutile dirti con quanta ansia noi leggiamo il tuo giornale, aspettando che tu imposti finalmente il problema nei suoi termini politici, che è di rinnovamento della classe dirigente del Mezzogiorno. Rimboccarsi le maniche va bene, ma per lavorare in compagnia di chi? A quale lavoro? Metti chiaro il problema a Parri in persona e alla Direzione del Partito, senza di che è inutile che ci occupiamo ancora di politica.
Il tuo giornale, naturalmente, non è ancora un giornale; è il tuo articolo di fondo.
Ora comincia ad apparire qualche noterella nel tuo spirito, nel nostro spirito; ma bisogna che tutto il giornale sino all'ultimo rigo sia dello stesso spirito, come tutto l'"Avanti!" è nello spirito di Nenni. Perciò se tu intendi avere articoli sporadici, potrai averne anche da me, forse; ma tu devi pretendere che tutte le nostre energie siano convogliate verso il tuo giornale. Qui deve sorgere un ufficio di corrispondenza che quotidianamente ti segnali gli avvenimenti del giorno e settimanalmente riesamini la situazione, come fatto politico. La Puglia è il centro più importante di esperienza del Mezzogiorno. Se si vince in Puglia si vincerà in tutto il Mezzogiorno. Se tu non fai questo, se anche tu ti limiti a fare il Guerin Meschino della situazione, senza convogliare governo e partito dalla tua, peggio, se ti affidi ad elementi di dubbia fede, pronti ad accettare il trasformismo politico per interessi personali, in tal caso io esaminerò seriamente se spezzare la mia penna e farmi frate.
Scrivi e decidi con la tua testa, prima che chiacchiere interessate ti sviino o appannino la tua visione.
Ti abbraccio.
Tuo
[Tommasino](11)


Bari, 2 agosto '45
All'Avv. GUIDO DORSO Angiporto Galleria 40 NAPOLI
Caro Guido
l'articolo che ti mando (12) richiede tutta la tua attenzione. Anzitutto, avendo l'Italia Nuova difeso il Gen/le Belloma, devi tu giudicare sull'opportunità o meno di pubblicarlo, tenendo presente che il generale ha dalla sua l'opinione pubblica clerico-moderata. In secondo luogo, io non posso pubblicare l'articolo col mio nome, se no mi vengono a bruciare la casa. Quindi, se credi di pubblicarlo, mettici uno pseudonimo qualsiasi, per es. il Cronista.
Speravo che tu rispondessi alla mia precedente. Come mai? Io vorrei che tu mi dicessi schiettamente se il nuovo Governo è disposto ad aiutarci nella lotta contro il trasformismo politico.
Gli amici venuti da Roma hanno una minore sensibilità di noi due.
Se abbiamo con noi il Governo o almeno il suo Capo, daremo alla lotta un altro tono. Se lo abbiamo indifferente, bisognerà parlare forte e aspro.
Scrivi subito. Ti abbraccio. Tuo
Tomm[asino](9)


[Bari, 5-4-1946]
Inclusione tuo nome nostra lista assume importanza nazionale et noi desideriamo batterci per te sino all'ultimo
Fiore(13)


Bari, 14/6/'46
Caro Guido,
Mi dispiace che il risultato della campagna elettorale non consentirà a te di operare direttamente in seno alla Costituente. Troppo le nostre forze si sono divise in questi anni, e all'ultimo momento la tua disgraziata indisposizione non ti ha consentito di spiegare un'azione più efficace di quella che pur hai cercato di prodigare.
La situazione presente ha del paradossale: da una parte la repubblica ormai sicura, dall'altra l'affermarsi dei qualunquisti quaggiù, e poi, per aggiunta, questa mania meridionalistica di tutti. Se effettivamente gli altri fossero capaci di agire nel nostro senso, ci sarebbe da rallegrarsene! Ma anche i monarchici pare si decidano a fare dell'autonomismo separatistico, per accrescere la confusione. Più che mai la tua presenza quaggiù è necessaria per chiarire le idee. Se tu non riesci ad avere la direzione di quel giornale, della quale parlammo a suo tempo, il paese andrà alla deriva. Che fare? Tu avevi promesso di venire quaggiù per aiutare, per spingere a risolvere questo problema, non nell'interesse tuo personale, ma delle nostre idee. Mi pare che tu non possa non mancare. Anzi dovresti far presto, prima che le posizioni altrui si rafforzino.
Anche per l'indirizzo dei nostri uomini politici e in genere degli uomini dell'Alleanza, mi pare che la tua presenza sia necessaria. Comunque queste forze si spostino o si atteggino, è necessario che s'impegnino nella nostra battaglia, che portino dovunque il nostro spirito, perchè non vada perduto il frutto del nostro lavoro passato. La situazione è favorevole al meridionalismo; tutto sta a vedere che cosa se ne può ricavare.
Spero che tu sia completamente rimesso o almeno in condizioni di venire qui per qualche giorno, saltando le innumerevoli obiezioni che non mancheranno di paralizzarti.
Voglimi bene e ricorda me e i miei con ogni rispetto alla tua gentilissima Signora.
Ti abbraccio. Tuo
Tommasino(9)


Bari, 17 giugno '46
Carissimo Guido,
rispondo appena mi è possibile alla tua del 14 corr.
Siamo grosso modo d'accordo sulla valutazione politica degli avvenimenti. C'è un solo inconveniente, cioè che quelli del p.d'a. sono inattivi, i cosiddetti parriani si sono dispersi e noi corriamo rischio di essere inconcludenti sul piano delle realizzazioni minute. Quanto a quello di politica generale, noi abbiamo avuto fin troppa ragione, e dei recenti avvenimenti possiamo essere soddisfatti mediocremente. Insomma per me la repubblica vivrà perchè tale è il moto generale degli spiriti in Europa. Ma la reazione non abbandona il campo e farà di tutto per risorgere. Bisogna stare in guardia sul campo internazionale. Alcuni dei nostri amici sono sicuri della tua prossima venuta qui, in qualità di ecc. ecc. La cosa è così bella che non so credere alla mia speranza! Tu ad ogni modo fa' quello che devi, come ti ha scritto Vittore giorni fa.
Ho parlato a Laterza a lungo a lungo della questione tua, cioè dei tuoi scritti da pubblicare. Per restringere tutto in breve mi ha detto: a) qualsiasi libro accettato dalla casa non passa alla stampa in minor tempo di sei mesi; b) avrebbe bisogno di tutto il lavoro insieme.
Non ti nascondo che ci sono delle forze che premono su di lui in senso contrario al nostro atteggiamento e alle nostre idee. Per girare la situazione gli ho detto che la casa dovrebbe riprendere la vecchia collezione politico-economica, affidandone la direzione a te o anche a De Ruggiero o a chi altri credesse. Si potrebbe iniziare questo lavoro appunto con la pubblicazione del tuo volume. Egli mi ha detto che anche l'ingegnere suo cugino pensava che una collezione così fatta dev'esser ripresa. Perciò ci avrebbe pensato. Come lei sa, ha concluso, la nostra casa editrice non va dietro a successi immediati, ma fa le cose coi piedi di piombo.
Mi par di capire dunque che non se ne fa nulla; devi rivolgerti a quell'editore di Napoli, di nome Macchiarolo, credo, ovvero anche a Einaudi. Ma tu non hai bisogno dei miei consigli.
Vittore sta meglio. Ricordaci alla tua gentile signora ed abbimi con un abbraccio
tuo
Tommasino(9)


NOTE
1) L'autografo è proprietà di V. Fiore (Bari), il quale gentilmente ne ha messo una copia fotostatica a disposizione del Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino.
2) L'autografo (su cartolina postale, spedita da Bari il 5/7/1941 e pervenuta ad Avellino il 6/7/1941) è presso il centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino (Fondo Dorso)
3) L'autografo (su cartolina postale, spedita da Bari il 31/12/1941 e pervenuta ad Avellino il 2/1/1942) è presso il Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino (Fondo Dorso).
4) L'autografo è presso il Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino (Fondo Dorso).
5) L'originale ("cartolina-espresso" dattiloscritta, partita da Altamura il 3 maggio 1944 e controllata dalla censura) é presso il Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino (Fondo Dorso).
6) L'originale (dattiloscritto con firma autografa), su carta intestata "R. Provveditorato agli Studi", è presso il Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino, (Fondo Dorso).
7) L'originale (dattiloscritto con firma e poscritto autografi), su carta intestata "R. Provveditorato agli Studi", è presso il Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino (Fondo Dorso).
8) Dedica a Guido Dorso del discorso tenuto da Tommaso Fiore nell'Aula Magna dell'Università di Bari il 3/9/1944 (Schieramento dei partiti della libertà contro il trasformismo politico). La copia dattiloscritta del discorso, con la dedica autografa, è presso il Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino (Fondo Dorso).
9) L'originale (dattiloscritto con firma autografa), su carta intestata "R. Provveditorato agli Studi", è presso il Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino (Fondo Dorso).
10) L'autografo è presso la Biblioteca Nazionale di Bari; una copia fotostatica è presso il centro di ricerca "Guido Dorso" di Avellino, (Fondo Dorso).
11) La minuta (dattiloscritta) della lettera si trova presso la Biblioteca Nazionale di Bari; una copia fotostatica si trova presso il Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino.
12) Ha per titolo "I bottoni di Stendhal"; si trova presso il Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino (nel Fondo Dorso)
13) L'originale del telegramma si trova presso il Centro di Ricerca "Guido Dorso" di Avellino (Fondo Dorso).

ELENCO LETTERE

1 ) G. Dorso a T. Fiore (9-7-1926)
2) G. Dorso a T. Fiore (2-10-1926)
3) G. Dorso a T. Fiore (6-10-1926)
4) G. Dorso a T. Fiore (11-10-1926)
5) T. Fiore a G. Dorso (5-7-1941)
6) T. Fiore a G. Dorso (30-12-1941)
7) T. Fiore a G. Dorso (2-1-1942)
8) T. Fiore a G. Dorso (6-5-1944)
9) T. Fiore a G. Dorso (13-7-1944)
10) T. Fiore a G. Dorso (27-7-1944)
11) T. Fiore a G. Dorso (4-9-1944)
12) T. Fiore a G. Dorso (7-10-1944)
13) G. Dorso a T. Fiore (13-10-1944)
14) G. Dorso a T. Fiore (24-10-1944)
15) T. Fiore a G. Dorso (2-11-1944)
16) G. Dorso a T. Fiore (14-11-1944)
17) G. Dorso a T. Fiore (21-11-1944)
18) G. Dorso a T. Fiore (29-12-1944)
19) G. Dorso a T. Fiore (16-5-1945)
20) T. Fiore a G. Dorso (24-5-1945)
21) T. Fiore a G. Dorso (8-6-1945)
22) G. Dorso a T. Fiore (26-6-1945)
23) T. Fiore a G. Dorso (27-6-1945)
24) T. Fiore a G. Dorso (3-7-1945)
25) G. Dorso a T. Fiore (7-7-1945)
26) T. Fiore a G. Dorso (13-7-1945)
27) T. Fiore a G. Dorso (2-8-1945)
28) T. Fiore a G. Dorso (5-4-1946)
29) T. Fiore a G. Dorso (14-6-1946)
30) T. Fiore a G. Dorso (17-6-1946)


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