Signori soci,
secondo le nostre intenzioni, queste brevi note appariranno in ciascun
futuro numero della Rassegna sotto il titolo "Lettera del Presidente".
Di esse ci serviremo per mantenere sempre più vivi i contatti
tra Banca e suo corpo sociale; in esse vi informeremo dei fatti riguardanti
la vita della nostra Azienda e vi parleremo degli avvenimenti che la
toccano, qualunque essi siano. Queste "note" inoltre ci serviranno
per esporvi le opinioni, per accennare a nostri progetti, per avanzare
critiche o esprimere consensi, per effettuare valutazioni. Insomma,
di queste "lettere" intendiamo servirci per stimolare e alimentare
un attivo e fruttuoso colloquio con Voi, convinti come siamo che lo
scambio e il confronto dì idee ed opinioni possa essere, da ogni
punto di vista, di grande utilità per la nostra Banca.
Siete perfettamente informati e pienamente coscienti della gravissima
crisi che attanaglia la nostra economia e, più in generale, l'intera
società italiana in tutte le sue componenti. Non occorre spendere
parole per illustrarvi la situazione; nè ci sentiamo di esprimere
pareri, data la rapidità con cui si susseguono gli avvenimenti
in ogni direzione, data la sconcertante coesistenza di fattori fino
a ieri ritenuti tali da escludersi vicendevolmente.
Quale è dunque il nostro pensiero? Anelito comune, secondo noi,
è la pace sociale, ma nessuno si illude che essa sia prossima.
Chiediamo perciò maggior calma e senso della realtà nei
confronti e nelle discussioni. Chiediamo che le battaglie ideologiche,
quanto mai utili al progresso, sociale e civile, non degenerino in vere
e proprie guerre (o peggio, in faide) fra le varie componenti della
società. E' urgente e indispensabile ricordare che, tutti insieme
e con uguali diritti e doveri, costituiamo il popolo italiano, cioè
un corpo sociale vivo e vitale, al quale, si possono chiedere sforzi
anche grandi fino a quando la sua salute è integra; se invece,
come oggi, questa è minata da vari malanni, dobbiamo innanzitutto
cercare di far sì che essa sia ritrovata.
Consapevoli dunque della grave degradazione dell'ambiente sociale, in
particolare dell'ambiente economico, rivolgiamo a tutti un invito alla
concordia: se non altro, a quella sottospecie di essa che deriva dalla
paura del peggio. Dobbiamo guarire il Paese; possiamo farlo con il lavoro.
Abbiamo bisogno di lavorare di più; sappiamo lavorare di più.
Su questi due fatti non ci sono dubbi. Diamoci dunque da fare, senza
tanto fracasso e senza troppo badare a ciò che, oggi come oggi,
è più che altro orpello. A guarigione avvenuta potremo
chiedere al Paese, alla società, quanto è necessario per
migliorare le condizioni di vita di tutti e di ciascuno.
L'11 aprile 1976 si riunirà in Matino l'Assemblea Ordinaria dei
Soci della nostra Banca per ascoltare la relazione del Consiglio di
Amministrazione, il rapporto del Collegio Sindacale, la lettura del
bilancio relativi al decorso 1975. Vi ricordiamo questa riunione e ci
auguriamo che, come sempre, vorrete intervenirVi numerosi. Ci è
assai gradito estendere l'invito a tutti i lettori della Rassegna, i
quali saranno nostri graditissimi ospiti. Vi invitiamo fin da ora a
prendere parte al dibattito che seguirà la lettura delle relazioni
degli Organi Sociali. Una partecipazione attiva di questo tipo è
sempre negli auspici dì tutti i responsabili del nostro Istituto,
dai quali in ogni circostanza è accolta con soddisfazione e compiacimento,
sia perché l'attenzione sollecita dei Soci testimonia della vitalità
della compagine sociale, sia perché ogni intervento riesce di
grande utilità pratica in quanto consente di individuare orientamenti
e idee ai quali fare riferimento in futuro. Intanto Vi anticipiamo alcuni
dati del nostro bilancio per l'esercizio 1975. Il nostro patrimonio
ha superato largamente i 5 miliardi di lire; i depositi hanno raggiunto
gli 81 miliardi e gli impieghi sono stati superiori ai 46,5 miliardi,
registrando rispettivamente incrementi del 44% e del 31% rispetto al
1974. Il movimento dei conti è stato di oltre 4851 miliardi;
i nostri Soci sono oggi 12729, cioè sono cresciuti di 126 unità.
Poche cifre, che crediamo però significative e lusinghiere. Tanto
siamo riusciti a fare, anche grazie alla fiducia della nostra affezionata
clientela.
Il 14 febbraio scorso è stata inaugurata la nuova Sede della
nostra Filiale di San Donato di Lecce. Oggi essa può dirsi sistemata
in modo convenientemente decoroso e corrispondente alle necessità.
Ne troverete notizia in queste medesime pagine.
A fine febbraio hanno lasciato la nostra Banca, per raggiunti limiti
di età, il dott. Giulio Costantino e il dott. Agostino Sergio.
Grande è stato ed è il nostro rammarico poiché
non abbiamo più al nostro fianco giorno dopo giorno, ora per
ora, due persone di spiccata simpatia ed umanità, che sono state
non solo impareggiabili collaboratori, ma soprattutto sinceri e fraterni
amici, per noi come per tutti. Nulla ci sentiamo in grado di aggiungere
a quanto è stato già detto per elogiarne onestà,
serietà, assiduità, competenza e attaccamento sempre dimostrati
e generosamente spesi a favore della nostra Azienda. Anche a nome di
tutti i collaboratori della Banca, torniamo ad augurare al dott. Costantino
e al dott. Sergio ogni bene e lunghi sereni anni di soddisfazioni di
ogni genere. Con il loro lavoro e i foro sacrifici li hanno largamente
meritati.
A questo punto, ci congediamo da Voi salutandovi cordialmente.
ASTERISCHI
Il 14 febbraio u.
s. è stata inaugurata la nuova Sede della nostra Filiale di,
S. Donato di Lecce. Oggi questa nostra dipendenza può dirsi sistemata
non solo in modo veramente sobrio, ma anche aderente alle sue necessità
presenti e future, potendo disporre di spazio sufficiente ai suoi continui
crescenti bisogni.
Fra gli intervenuti alla cerimonia ricordiamo: il dott. G. Picciolo,
Vice Direttore della Filiale di Lecce della Banca d'Italia; il dott.
D. Pellegrino, Sindaco di S. Donato; il Parroco don A. Greco; l'ing.
G. Doria, che ha diretto i lavori per il rifacimento e la risistemazione
dei locali della Filiale. A rappresentare la nostra Banca sono intervenuti:
il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, la Direzione
Generale, tutti i Funzionari e Preposti alle :altre Filiali. Ospiti
assai graditi, hanno voluto partecipare alla cerimonia anche numerosi
clienti che operano con la nostra Filiale di S. Donato, sia del luogo
sia provenienti dai paesi limitrofi. Ha ricevuto tutti, facendo gli
onori di casa, il rag. Elio Torna, Direttore della Filiale di S. Donato.
Dopo la benedizione della nuova Sede, impartita dal Parroco, ha preso
la parola il dott. Raffaele Caroli Casavola, Direttore Generale della
nostra Banca, il quale, dopo aver elogiato e ringraziato l'ing. Doria,
ha tenuto ai presenti una breve e applaudita relazione sui risultati
raggiunti dalla Banca e sui suoi progetti per il futuro,
Castelli e torri
della Terra d'Otranto
Curato da Raffaele
De Vita, edito per i tipi di Adda, "Castelli e torri della Terra
d'Otranto" è il volume distribuito in omaggio nel Natale
1975 dalla Banca Agricola Popolare di Matino e Lecce. E' un estratto
da "Castelli torri ed opere fortificate di Puglia", testo
di maggior consistenza e di respiro regionale. La distribuzione del
volume rientra nel quadro delle relazioni pubbliche e delle attività
promozionali della Banca, secondo una tradizione ormai consolidata,
che ha visto appositamente redatti nel Natale 1972 "Piazza del
Duomo a Lecce", a cura di Teodoro Pellegrino; nel Natale 1973 "Raffaele
Gentile", a cura di Aldo Bello e nel Natale successivo "Viaggio
in Terra d'Otranto", a cura di Autori vari.
"Castelli e Torri della Terra d'Otranto si apre con "Castelli
di Puglia", di Raffaele De Vita: è un ampio itinerario attraverso
l'architettura militare della nostra regione; prosegue con una serie
di schede storiche su "I castelli della Terra d'Otranto":
quarantotto delle province di Brindisi e Taranto, sessantaquattro la
provincia di Lecce. Se diversa è la misura delle schede, complesso
e completo è il quadro generale che scaturisce, grazie alle accurate
ricerche storiche condotte per il castello di Carovigno da Corrado Bucci
Morichi; per i complessi di Laterza, Martina Franca, Massafra, Pulsano
e Taranto, da Antonio Donvito; e per l'intera Penisola Salentina da
Maria Letizia Troccoli Verardi (cui si deve anche una notevole documentazione
fotografica).
"Le torri costiere e le torri interne" e "Le torri costiere
della Terra d'Otranto" chiudono il volume, proponendo, oltre ad
un excursus originale e pressoché sconosciuto, alcune pregevoli
planimetrie, alcuni "spaccati" e "interni". che
illustrano le funzioni tatticostrategiche di questi tipici complessi
salentini. Sicché, come si è verificato anche per le precedenti,
analoghe iniziative della Banca Agricola Popolare, all'intrinseco valore
storico e civile, il volume ne assume un altro, di rarità bibliografica,
tutt'altro che secondario nel ricco panorama dei documenti d'arte e
di cultura locale.

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