La continua evoluzione 
            dei mercati ha recentemente portato al perfezionamento ed all'affermazione 
            di alcuni strumenti finanziari quali validi e durevoli mezzi di gestione 
            dei flussi di capitali.
            Nel caso degli interest rate swaps (o coupon swaps) in dollari statunitensi, 
            sin dal 1982 la somma totale delle transazioni poste in atto dai partecipanti 
            ha assunto le caratteristiche d'un classico mercato finanziario, quanto 
            a dimensioni e liquidità. Infatti il volume di tali contratti 
            si è accresciuto sin da quando fu evidente che l'applicazione 
            del concetto di swap in relazione alle coperture finanziarie e valutarie 
            a lunga scadenza poteva essere facilmente utilizzato per sfruttare 
            la grande imperfezione esistente tra mercati del debiti a tasso fisso 
            e tasso variabile.
            Come è facile intuire, le dimensioni di un mercato sono influenzate 
            dalle dimensioni delle transazioni individuali; e, nel caso degli 
            swaps, ogni singolo contratto va da ammontare di 5 milioni di dollari 
            (al di sotto dei quali le componenti fisse del costo rendono la transazione 
            antieconomica) a valori di 200 milioni di dollari ed oltre. Sebbene 
            sia difficile isolare ciascuna componente della sottostante domanda 
            ed offerta, per avere una idea della dimensione potenziale del mercato 
            del coupon swaps può esser utile stimare il volume di un solo 
            lato della transazione di swap.
            Basandosi, più che su indagini esaustive, sulle stime degli 
            operatori, ci si aspetta che tale mercato rimanga molto dinamico nei 
            prossimi anni, con un volume oscillante tra i 150 e i 200 miliardi 
            di dollari.
            Oltre alla dimensione, l'altra caratteristica auspicabile in un mercato 
            maturo è il grado di liquidità, ovvero una adeguata 
            "profondità" del mercato onde permettere la liquidazione 
            delle posizioni in breve tempo qualora le circostanze che favorirono 
            la decisione iniziale cambiassero.
            Nel caso del coupon swaps questo risultato è stato ottenuto 
            grazie al coagire di 5 fattori causali: in primo luogo, la volontà 
            delle banche commerciali di assumersi il rischio di credito come obbligate 
            principali, la quale ha permesso di superare la discontinuità 
            connessa al reperimento delle controparti, favorendo il flusso delle 
            transazioni; in secondo luogo, la elasticità ottenibile dall'utilizzo 
            di questi strumenti finanziari adattati innovativamente alle specifiche 
            esigenze delle aziende (soprattutto quelli basati sullo scambio dei 
            diversi meccanismi di indicizzazione del debito) a fronte d'un rischio 
            di credito ridotto in quanto attinente al solo differenziale dei tassi 
            di interesse; in terzo luogo, la crescita del volume dei "currency 
            swaps" o swaps di valute (in cui 2 mutuatari con opposte esigenze 
            si scambiano i propri debiti denominati in valute differenti). La 
            ragione della loro crescita può essere ricercata nelle difficoltà, 
            specie per le banche estere, dell'ottenimento di dollari a tasso variabile 
            che hanno portato al rapido successo dell'indebitamento a tasso fisso 
            in valute diverse da quella americana da scambiare poi con dollari 
            a tasso fisso tramite currency swap e quindi, successivamente, con 
            dollari a tasso variabile tramite coupon swap; in quarto luogo, lo 
            sviluppo del "nondollar coupon swaps", cioè su valute 
            diverse da quella statunitense, specie in Canada e Regno Unito, ma 
            anche Germania e Svizzera: ciò ha prodotto delle positive sinergie 
            per una successiva crescita della liquidità del mercato dei 
            coupon swaps in dollari, attraverso l'utilizzo della tecnica suddetta 
            dello swap misto; infine, in quinto luogo, l'altra contingenza che 
            ha contribuito ad allargare la liquidità del mercato di coupon 
            swaps è stata l'apparizione di operatori di prima qualità 
            dal lato del "natural fixed-rate payers". Al contrario di 
            ciò che accadeva all'epoca delle prime apparizioni del coupon 
            swaps, in cui i mutuatari AAA-rated prendevano a prestito a tasso 
            fisso e scambiavano tali flussi di interesse con società aventi 
            minore capacità di credito (che invece si indebitavano a tasso 
            variabile e con lo swap si procuravano obbligazioni a tasso fisso), 
            più recentemente si e avuto un completo cambiamento nelle prerogative 
            della maggioranza delle odierne controparti. Questa nuova strategia 
            è stata motivata dalle opportunità di arbitraggio esperibili 
            dalle banche più forti le quali si indebitavano a tasso variabile 
            con l'intenzione di scambiare gli interessi tramite swaps con obbligazioni 
            a tasso fisso, utilizzando le ricevute a tasso variabile indicizzate 
            al LIBOR per pagare gli interessi su Commerciai Paper ed ottenere 
            un risparmio approssimativo di 75 punti base. Le controparti di molti 
            di questi swaps sarebbero banche internazionali ed altri operatori 
            che abbiano facile accesso ai finanziamenti a tasso fisso ma che vogliano 
            pagare interessi a tasso variabile. Starebbero in questo gruppo le 
            banche statunitensi che offrono CDs a termine agli investitori istituzionali; 
            alcuni enti parastatali o pubblici (fra cui il maggiore è la 
            Student Loan Marketing Association) che hanno normalmente ricevute 
            a tasso variabile; oppure quelle grosse società statunitensi 
            che preferiscano incrementare le loro obbligazioni a tasso variabile.
            Definite le caratteristiche relative alla dimensione e liquidità, 
            se volessimo ora classificare, sia pure in maniera generale, l'attività 
            del mercato degli interest rate swaps potremmo partire dalla distinzione 
            tra mercato primario e secondario.
            a) Il mercato primario può essere ulteriormente diviso in due 
            sottoclassi per scadenze e tipo di operatori: il settore a breve termine 
            (al di sotto del 3 anni) è essenzialmente un mercato interbancario 
            dominato dalle attività da parte di banche statunitensi e non, 
            d'ogni dimensione. Questo segmento è molto volatile nei prezzi, 
            perciò coloro che vi operano possono sperare in profitti alti, 
            a fronte però di rischi (connessi al posizionamento) similmente 
            alti. Il successo di questi operatori dipende principalmente dall'abilità 
            nel mutare le proprie posizioni rapidamente, in funzione dell'andamento 
            del prezzi in relazione al totale delle loro operazioni di tesoreria 
            (non solo a quelle di swap) e dei rischi inerenti al mercato (che 
            sono invero diminuiti col sorgere del mercato secondario).
            Nel settore a lungo termine (dai 5 ai 10 anni ed oltre), il mercato 
            primario del coupon swaps diviene dominato dalle transazioni in titoli 
            ed in particolare dal mercato obbligazionario in eurodollari.
            Vi è infatti il vantaggio per quei mutuatari che non vogliono 
            emettere direttamente obbligazioni per via degli alti tassi, di accedere 
            al tasso fisso attraverso lo swap. Ne consegue che quasi il 75% di 
            tutte le emissioni obbligazionarie in eurodollari è attendibilmente 
            stimato quale oggetto di interest rate swaps. Peraltro, in questo 
            segmento si fa riferimento per la fissazione del prezzo quasi esclusivamente 
            ai tassi dei titoli del tesoro statunitense (U.S. Treasury rates), 
            computando uno spread che, a differenza di ciò che accade nel 
            segmento a breve termine, è relativamente stabile.
            b) Il mercato secondario degli interest rate swaps offre le maggiori 
            opportunità di trarre dei vantaggi immediati in quanto consente 
            di liquidare prontamente le proprie posizioni. Ciò ne ha causato 
            una rapida espansione, tuttavia ad un ritmo inferiore rispetto al 
            mercato primario, e questo fondamentalmente per tre motivi: primo, 
            le banche che hanno attuato emissioni obbligazionarie a tasso fisso 
            da scambiare tramite swap onde ottenere un finanziamento a tasso variabile 
            a lungo termine (per esigenze di un migliore matching coi propri tassi 
            attivi) non hanno motivo di liquidare questa loro posizione; secondo, 
            le scadenze desiderate ("odd dates") per del reverse swaps 
            sono spesso difficili da far coincidere con le scadenze del mercato 
            e ciò ne rende meno interessante il prezzo; terzo, molti intermediari 
            in un contratto di swap sono restii ad effettuare una operazione di 
            reverse swap con gli stessi clienti che funsero da originarie controparti, 
            con la conseguenza che l'unica opzione possibile per questi ultimi 
            è di effettuare un "mirror swap" con connesso raddoppiamento 
            del rischio di credito.
            Con la crescente globalizzazione dei mercati di capitali, le maggiori 
            società ed istituzioni finanziarie hanno cercato nuove vie 
            per valicare i confini del mercati nazionali allo scopo di soddisfare 
            le proprie esigenze di finanziamento o d'investimento. E nato dalla 
            fusione tra coupon swap e currency swap un terzo tipo di scambio che 
            pertanto prende il nome di "crosscurrency coupon swap" o 
            "swap misto". Nella fase iniziale questo swap comporta uno 
            scambio a pronti tra 2 valute ed un simultaneo accordo affinché, 
            ad una certa data futura, tale scambio sia invertito in base ad un 
            tasso di cambio uguale a quello iniziale. Nel corso della vita del 
            contratto, le parti effettuano dei pagamenti periodici calcolati come 
            interesse sulle valute scambiate inizialmente; uno del 2 tassi rimane 
            fisso durante tutta la transazione, l'altro invece è variabile 
            in funzione di un parametro scelto come tasso di riferimento (normalmente 
            il LIBOR a sei mesi).
            L'analisi del rischio connesso al detto contratto lo pone pari a quello 
            d'un currency swap con l'eccezione che l'esposizione della società 
            può mutare in riferimento ad un solo tasso di interesse, piuttosto 
            che due (in quanto il capitale pagato a tasso variabile è sempre 
            valutato in conformità col mercato).
            La tecnica dello swap misto venne utilizzata allorquando si verificò 
            un declino nei prezzi della carta bancaria a termine a seguito di 
            un aumento dei tassi fissi man mano che il mercato diveniva saturo. 
            Ne conseguì che alcune grosse banche internazionali cercarono, 
            in mercati diversi da quello statunitense, finanziamenti a tasso fisso 
            in valute diverse dai dollari, che potessero essere scambiati in un 
            primo tempo con dollari a tasso fisso tramite currency swap e successivamente 
            (o simultaneamente con lo swap misto) con dollari a tasso variabile 
            tramite coupon swap. Solitamente la valuta scelta per acquisire dollari 
            a tasso variabile era il franco svizzero ed in misura minore la sterlina 
            inglese. Simili strategie sono state attuate anche in Giappone e in 
            Germania nelle rispettive valute nazionali, dove però hanno 
            incontrato resistenze da parte delle banche centrali poco disposte 
            a permettere che i propri capitali potessero essere utilizzati per 
            finanziare il resto del mondo, a causa del potenziale effetto avverso 
            sui propri tassi di cambio.
            Recentemente si sono schiuse importanti possibilità per un 
            impiego anche dell'ECU in queste nuove tecniche finanziarie. Molti 
            sarebbero i mutuatari potenzialmente interessati ad indebitarsi in 
            ECU a tasso fisso, sia per la predeterminazione del tasso che consente 
            di conoscere l'entità del propri oneri finanziari a medio-lungo 
            termine, sia per la sua stabilità rispetto le altre valute 
            che riduce l'esposizione del mutuatario al rischio di cambio. Ciononostante 
            questo mercato è aperto solo a quei mutuatari che godono di 
            elevata credibilità, i quali possono sfruttare questo privilegio 
            per scambiare mediante swap delle obbligazioni in ECU a tasso fisso 
            contro dollari ai LIBOR o, più spesso, sotto il LIBOR, fruendo 
            grazie a questo arbitraggio d'un guadagno di circa 0.25-0.375 di punto.
            In generale, mentre rimane un problema come reperire, e in quale valuta, 
            le controparti a tasso fisso d'uno swap misto, per ciò che 
            attiene alle controparti a tasso variabile non ci sono grosse difficoltà 
            specie se in valute soggette a frequenti scambi. Se c'è un 
            attivo mercato a termine a breve in una valuta, un qualsiasi tasso 
            variabile in una certa valuta può essere agevolmente convertito 
            in un altro tasso variabile in un'altra valuta. Con bilanciate operazioni 
            di vendita o acquisto a termine, a seconda che una valuta faccia premio 
            o sconto per consegna differita, gli esatti ammontare di obbligazioni 
            a tasso variabile possono essere riprodotti per ogni coppia di valute 
            per cui esista un mercato a termine in equilibrio. Permangono invero 
            alcuni piccoli ostacoli a queste procedure: innanzitutto i costi che, 
            se pur contenuti, comportano le operazioni di indebitamento nella 
            valuta desiderata e di vendita a termine della valuta indesiderata; 
            in secondo luogo, l'eventualità dell'imposizione di controlli 
            sulla valuta interna in ciascun paese che possano intaccare l'effettività 
            di questo "arbitraggio coperto" ovvero alterare l'equilibrio 
            assunto tra sconto/premio a termine e differenziale d'interesse.
            I cross-currency coupon swaps possono assumere differenti configurazioni 
            per il raggiungimento del desiderato risultato finale in termini di 
            valuta ed interessi. Solitamente tali transazioni riguardano due, 
            tre o quattro parti principali, in aggiunta agli intermediari assuntori 
            del rischio, ma già la configurazione quadrilaterale è 
            abbastanza rara, poiché la difficoltà a concludere uno 
            swap aumentano esponenzialmente col crescere del numero delle parti. 
            Per semplicità di esposizione, analizziamo uno swap misto "bilaterale" 
            in cui un partecipante A si indebita in franchi svizzeri a tasso fisso 
            e utilizza un siffatto swap per scambiarli con un partecipante B con 
            dollari a tasso variabile (un intermediario creditizio èpure 
            possibile fra le due parti). I flussi valutari associati a questo 
            accordo sarebbero così raffigurati: 
          
          
            Il partecipante A, che potrebbe essere una eurobanca, fa ricorso al 
            mercato del finanziamenti in franchi svizzeri a tasso fisso come surrogato 
            ai pagamenti desiderati d'interessi in dollari a tasso variabile. 
            Il partecipante B, che potrebbe essere una impresa multinazionale 
            statunitense con minore capacità creditizia, utilizza il proprio 
            accesso al mercato del dollaro a tasso variabile per costituire una 
            passività in franchi svizzeri che potrebbe essere usata per 
            bilanciare una posizione di attivo netto d'una sua controllata svizzera.
            Quando si combina un currency swap con un coupon swap, deve essere 
            considerata la possibilità di cash flows irregolari associati 
            all'accordo valutario come risultato dei possibili cambiamenti nei 
            tassi di cambio a pronti verificatisi dall'inizio dello swap sino 
            al periodo dell'effettivo cash flow. Precisamente, queste potenziali 
            irregolarità derivano da un apprezzamento (deprezzamento) della 
            valuta scambiata con un premio (sconto) a termine. la soluzione a 
            questo problema potrebbe consistere nel concludere un currency swap 
            che preveda cash flows periodici 'uniformi' nella valuta in cui il 
            coupon swap è sottoscritto, convertendo la differenza tra importi 
            periodicamente pagati e dovuti in un premio sullo scambio di capitale 
            alla fine dello swap. Un altro approccio meno accettabile sarebbe 
            quello di non fare i cash flows periodici derivanti dal currency swap 
            e pagare l'intero premio a termine col tasso di cambio finale: a seguito 
            dell'assenza di cash flows periodici, ciascuna parte dovrebbe pagare 
            gli interessi sul suo debito nella propria indesiderata configurazione, 
            ricostituendo l'effetto finale desiderato solo col premio o con lo 
            sconto della scadenza.
            Con questo metodo però gli obiettivi di cash flow non si realizzerebbero 
            per ciascun periodo, perciò sarebbe più appropriato 
            per le parti lo scambio dei pagamenti per interessi a tasso fisso 
            o variabile nelle valute scelte con lo swap. Quest'ultima soluzione 
            ha reso possibile la diffusione di queste operazioni anche in applicazioni 
            riguardanti sterline, marchi e franchi svizzeri.
            Attualmente un'area in forte sviluppo del mercato internazionale degli 
            swaps è costituita dai "basis rate swaps" (o "floating/floating 
            interest rate swaps"). Essi consentono la conversione di una 
            attività (passività) a tasso variabile in una certa 
            valuta in una attività (passività) a tasso variabile 
            nella stessa valuta con riferimento ad un diverso meccanismo di indicizzazione 
            del tasso di interesse. In altre parole, in un basis rate swap entrambe 
            le parti pagano un tasso di interesse variabile, basato però 
            su diversi indici. Ciò consente di gestire il rischio relativo 
            alla base di calcolo del tasso variabile (basis risk, da cui basis 
            swap). Molto spesso è un'operazione fra 3 partecipanti e, sebbene 
            riguardi principalmente lo scambio del LIBOR contro Prime Rate, o 
            del LIBOR contro T-Bili, èpossibile strutturare tale swap prendendo 
            una qualsiasi coppia di indici di tassi variabili (Commerciai Paper, 
            Banker's Acceptances, Certificate of Deposit, Federal Funds, ecc.).
            Come per un fixed/floating coupon swap, il capitale sottostante non 
            viene scambiato e le parti sono assoggettate alla minima esposizione 
            potenziale possibile, giacché il rischio connesso è 
            relativo semplicemente ai cambiamenti potenziali negli spread differenziali.
            Per verificarne la vantaggiosità per entrambe le parti, supponiamo 
            che una banca abbia una attività che renda una somma pari al 
            LIBOR più lo 0.75%, che è stata finanziata con Certificati 
            di Deposito (CDs) a tasso variabile al costo del tasso T-Bili (sui 
            buoni del Tesoro statunitense) meno lo 0.25%. La controparte abbia 
            finanziamenti a tasso variabile al LIBOR più lo 0.25%. Come 
            illustrato nella figura seguente, attraverso un basis rate swap, la 
            banca paga alla controparte il LIBOR (rivisto ogni sei mesi) e riceve 
            dalla controparte un tasso pari al T-Bili più lo 0.5% (rivisto 
            settimanalmente):
          
          
            Con una tale operazione, la banca ha trasformato la sua passività 
            relativa al finanziamento attraverso CD indicizzati al T-Bili in una 
            passività avente un costo dello 0.75% al di sotto del LIBOR, 
            fissando uno spread positivo di 150 punti base contro il suo attivo 
            basato sul LIBOR. Per la controparte, invece, il costo effettivo del 
            finanziamento a tasso variabile, dopo l'accordo di swap, è 
            pari al tasso T-Bill più lo 0.75%. In tal modo, al di là 
            del vantaggi derivanti dal l'arbitraggio, per entrambe le parti è 
            possibile avere una copertura sui possibili cambiamenti degli indici 
            base e sulle differenze tra costi del finanziamenti e rendimenti delle 
            attività.
            Nella pratica però è più probabile che si concludano 
            swaps trilaterali in cui si combini un basis swap con un 'basic swap' 
            (cioè fixed/floating coupon swap). Ciò accade quando, 
            specie attraverso un intermediario, si cerca di ottemperare alle esigenze 
            d'un natural fixed-rate payer che voglia ricevere un determinato tasso 
            variabile (poniamo il Prime Rate), con cui pagare il suo indebitamente 
            a tasso variabile basato sul Prime, e non trovi un partner per un 
            possibile basic swap. Vi può essere però una controparte, 
            disposta a pagare un certo altro tasso variabile (poniamo il LIBOR) 
            per ricevere il tasso fisso, che è possibile accoppiare con 
            un terzo operatore che abbisogni di finanziamenti indicizzati al LIBOR 
            e sia in grado di pagare, in un basis swap, interessi legati al Prime. 
            Mettendo assieme questo basis swap col precedente basic swap (salvo 
            aumenti - o diminuzioni - dei tassi a seconda della forza contrattuale), 
            ciascuna parte può ricevere e pagare dei flussi d'interesse 
            con le caratteristiche desiderate.
            Per concludere possiamo aggiungere che la disponibilità di 
            basis rate swaps, mentre aiuta gli operatori a pareggiare le posizioni 
            di bilancio e ad effettuare vantaggiosi arbitraggi sugli spreads fra 
            differenti indici dei tassi variabili, permette di disporre di un 
            valido strumento, in particolare per le istituzioni finanziarie europee, 
            per simulare il mercato statunitense dei finanziamenti attraverso 
            Commerciai Paper, senza la necessità di sottostare alle disposizioni 
            restrittive richieste dalle autorità americane per i programmi 
            di finanziamento attraverso tale carta commerciale.
            L'enorme utilizzo di interest rate swaps che si è avuto negli 
            ultimi sei anni, volto a sfruttare l'imperfezione di mercato sul differenziale 
            del premio al rischio tra mercato del debito a tasso fisso e variabile, 
            ha procurato una minore vantaggiosità nell'uso di tali strumenti 
            finanziari; questo scenario deflazionato, proprio a seguito della 
            maggiore competitività, ha sviluppato una costante innovazione 
            nei concetti originari di interest rate swap. Dando una rapida occhiata 
            su quello che il mercato ha maturato in un caotico crescendo di sofisticate 
            soluzioni, si può constatare come il semplice "plain vanilla" 
            swap (così come è chiamato lo swap base, il fixed/floating 
            interest rate swap) sia stato modificato per venire incontro alle 
            specifiche esigenze delle controparti.
            Anzitutto esistono accordi di swap relativi a capitali sottostanti 
            variabili. I più semplici sono tre:
            1) "amortizing swap", in cui il finanziamento è basato 
            su un capitale soggetto ad un piano di ammortamento prestabilito ed 
            a tasso variabile; per cui, quando i tassi scendono, può essere 
            vantaggioso effettuare lo swap per "fissare" i tassi;
            2) "drawdown swap", relativo tipicamente ad un progetto 
            di costruzione/ investimento che preveda un'utilizzazione del fondi 
            pianificata attraverso un finanziamento a tasso variabile; per cui, 
            quando i tassi di mercato s'abbassano, tale tasso variabile può 
            essere scambiato tramite swap per procurare un tasso fisso ed in tal 
            modo liberare la parte che ha fatto tale progetto dall'onere di avere 
            una riserva per il pagamento degli interessi variabili pianificati;
            3) "deferred swap", che è uno swap concluso ora, 
            con un determinato tasso fisso, che comincerà in una data futura 
            (vantaggioso a seconda delle previsioni di ciascuno sull'andamento 
            del tassi).
            Abbiamo già parlato in linea teorica delle opzioni sui contratti 
            di swap nei precedenti articoli; qui basti dire che ci sono sul mercato 
            più di 30 tipi di options su tali contratti. In un ambiente 
            di alta incertezza - e dunque d'alta volatilità dei tassi - 
            tutte le opzioni sono preziose e costose al tempo stesso. Vediamo 
            quattro opzioni in particolare:
            1) "spread option": che permette di fissare uno spread garantito, 
            riferito ai titoli del Tesoro, in anticipo sullo swap la cui valutazione 
            può mutare, specie nel settore a breve, per la presenza di 
            arbitraggisti;
            2) "coterminous reversal option": che permette ad un operatore, 
            che effettua uno swap per ricevere tasso variabile, di invertire lo 
            swap con un margine (spread) garantito;
            3) "extendible swap": che permette di pagare un tasso fisso 
            più basso, entrando in uno swap in cui la controparte ha l'opzione 
            di allungarne la durata;
            4) "puttable swap": che permette ad un operatore che disponga 
            d'una attività di cambiare il tasso variabile in tasso fisso, 
            riservandosi l'opzione a liquidare lo swap anticipatamente (è 
            il caso opposto al precedente).
            Infine, l'ultima novità nel settore degli swaps in dollari 
            americani è costituita dagli "hi-tech swaps", combinazioni 
            di differenti strutture di swap, sofisticatissimi, unici e fatti su 
            misura, spesso parte di un più ampio pacchetto di gestione 
            di finanziamenti o esposizioni al rischio. A causa della loro complessità 
            e del grosso dispendio di tempo richiesto agli esperti per elaborarli 
            "in esclusiva" per i propri clienti, questi hi-tech swaps 
            non sono affatto a buon mercato. Tuttavia si può ragionevolmente 
            pensare ad essi se gli importi variano da 25 a 250 milioni di dollari, 
            poiché offrono un'enorme flessibilità nella gestione 
            dell'esposizione al rischio, delle tasse e dei guadagni.
            Se però, da un lato, strumenti finanziari quali i coupon swaps 
            hanno contribuito al soddisfacimento delle esigenze particolari degli 
            operatori a fronte d'un rischio connesso molto ridotto, d'altro canto 
            essi hanno reso i mercati finanziari mondiali così interdipendenti 
            (spingendo le imprese ad indebitarsi in valute differenti) da causare 
            effetti considerevoli sui tassi d'interesse locali e sull'offerta 
            di moneta, diffondendo una situazione di disagio e preoccupazione 
            fra molte banche centrali ed istituzioni finanziarie.
            Il problema fondamentale riguarda il grado del rischio connesso, come 
            esso dovrebbe riflettersi in un accordo di swap e quale peso dovrebbe 
            avere considerandolo una passività contingente. Questo ed altri 
            problemi attinenti alla valutazione dei coupon swaps saranno perciò 
            argomento di un prossimo articolo.