Il Santo più
amato in Russia è Nikolaj-Cudotvorec (San Nicola il Taumaturgo),
che il popolo chiama semplicemente e affettuosamente Nicola. Sebbene
non sia russo, ma greco, nella coscienza popolare si è del
tutto russificato. Lo testimonia un viaggiatore tedesco che negli
anni '30 del XVII secolo visitò la Moscovia e descrisse il
viaggio in un libro molto interessante. Scrive infatti Adam Olearius:
"Questa gente ha anche un suo proprio santo maestro russo, che
chiama Nicola Taumaturgo".
Evidentemente, essendo luterano, Olearius non sapeva prima del suo
viaggio dell'esistenza di questo Santo. Tuttavia, il fatto stesso
che abbia potuto credere che un San Nicola Taumaturgo fosse un Santo
esclusivamente e propriamente russo ci offre un'idea della deferenza
e della considerazione che circondava l'immagine di San Nicola in
Russia.
Moltissimi racconti popolari lo attestano. In Ucraina era diffuso
un motto scherzoso, costruito in forma di dialogo tra due contadini.
Il primo chiede: "E se Dio muore, che cosa succede?". Il
secondo risponde: "C'è sempre Nicola, no?". Ovviamente
il tono è umoristico, ma la battuta testimonia che San Nicola
veniva considerato nientemeno che il vice di Dio. Questo però
non impediva di raffigurarlo come un vecchietto umile e canuto, il
quale, con calzari di corteccia e il bastone in mano, percorre in
lungo e in largo la Russia; oppure se ne sta seduto sotto un albero
a intrecciare i calzari. In una parola, tra tutti i Santi venerati
in Russia, San Nicola non è soltanto il più venerato,
ma anche quello più semplice e più dolce. E' l'eterno
pellegrino e l'eterno lavoratore.
San Nicola non è legato a una data funzione. E' il primo nei
lavori agricoli, nei raccolti, presso i pescatori, ma anche presso
naviganti e viaggiatori. Questo ampio spettro di attività si
spiega col fatto che Nicola è innanzitutto "il pronto
soccorritore". L'espressione "pronto soccorritore"
è diventata un'immagine stabile, un epiteto costante. Nei momenti
cruciali, basta chiamarlo, e lui arriva e soccorre il bisognoso. A
differenza di altri (come, ad esempio, Sant'Elia profeta), o dello
stesso Cristo, l'immagine di San Nicola non ha in sé nulla
di minaccioso, di terribile. San Nicola è il costante benefattore
del popolo russo. Per poter esercitare questa misericordia deve talora
ingannare gli altri Santi.
In una favola, San Nicola e Sant'Elia profeta, vestiti da pellegrini,
attraversano il campo di un contadino che era devoto di San Nicola,
ma trascurava Sant'Elia.

Nicola si rallegra
dei bei germogli che vede, mentre Elia manifesta il proposito di bruciarli
con il fulmine e di abbatterli con la grandine. Allora San Nicola
avverte il contadino e gli dice di vendere subito tutto il raccolto
futuro al prete della vicina chiesa di Sant'Elia, verso il quale Elia
doveva essere naturalmente ben disposto. Dopo di che, attraverso nuove
peripezie, il contadino - sempre con l'aiuto di Nicola - prospera.
Alla fine, però, Elia comprende che in tutta la vicenda c'è
lo zampino di Nicola. Così gli annuncia l'ennesima prova per
il contadino, ma si rifiuta di dirgli quale. Nicola appare rassegnato,
ma vuole dare al suo protetto un ultimo consiglio. Seguendo questo
consiglio, il contadino compera due candele, una grossa, da un rublo,
e una piccola, da un copeco. Quando incontra i due Santi per la strada,
chiarisce loro che quella grossa è per Sant'Elia e quella piccola
per San Nicola. Questo rabbonisce finalmente Sant'Elia, che smette
di perseguitare il contadino.
I personaggi di questa favola, sebbene siano dei Santi (cioè,
sebbene appartengano a una gerarchia celeste, senza peccato) si comportano
come persone comuni, come semplici contadini. Sono gelosi l'uno dell'altro,
e fanno a gara a chi è più furbo. Vediamo che San Nicola
supera l'altro in astuzia, ma questa sua astuzia è per il bene
e per la salvezza dell'uomo.
Quanto all'aspetto materiale, diciamo così, dei concreti rapporti
che si instaurano tra l'uomo e il Santo - in una sorta di transazione
reciprocamente vantaggiosa - esso riflette la mentalità pratica
del mondo contadino. Tuttavia l'uomo russo capiva molto bene che questa
transazione con San Nicola non poteva servire ad ingannarlo o comunque
a perseguire scopi immorali. Una leggenda racconta di un uomo che
viveva di furti e che dopo ogni furto accendeva una candela a San
Nicola. Le cose gli erano andate bene, finché un giorno venne
scoperto e inseguito. Fuggendo, incontrò un piccolo vecchio
lacero come un mendicante. Questi gli chiese: "Dove corri?",
e gli consigliò di nascondersi in un fosso, dove giaceva la
carogna di un cavallo. Gli inseguitori passarono oltre, senza scoprirlo.
Il ladro saltò fuori dal fosso. Il vecchietto gli chiese: "E
allora, ci stavi bene lì dentro?". "Macché,
per poco soffocavo dal puzzo". "E credi che le tue candele
siano meglio? Per me le tue candele sono come questa carogna".
Questa parabola dice che San Nicola (come tutti gli altri Santi che
abitano in cielo) non ha bisogno di offerte qualsiasi, come un idolo
pagano, ma di offerte fatte con cuore puro e nel rispetto della morale
cristiana.
Un altro aspetto notevole della storia è che, nonostante la
severa rampogna al ladro e la palese dimostrazione di quanto valessero
le sue candele acquistate con i soldi rubati, San Nicola tuttavia
lo aiuta ad uscire da una situazione di grave pericolo.
Ma San Nicola è soprattutto buono con la povera gente e non
si risparmia nel tentativo di alleviarne le pene. A questo proposito,
c'è una leggenda straordinariamente poetica, legata anche ad
un altro Santo, San Cassiano. Come in coppia con Elia profeta, che
è minaccioso e geloso, risaltava meglio l'affettuosità,
la spregiudicatezza a fin di bene e l'astuzia di San Nicola, così
anche qui, in coppia con Cassiano, appare più evidente la sollecitudine
e la prontezza ad aiutare di Nicola. C'è da dire che Cassiano
occupa un posto molto particolare tra le schiere dei Santi. Infatti,
se Nicola è il Santo più amato in Russia, San Cassiano
è il meno amato. L'epiteto che lo accompagna è: il poco
misericordioso. E addirittura in alcune regioni ritenevano disdicevole
nominarlo. Il popolo temeva Cassiano, perché riteneva che avesse
un occhio cattivo, che portasse iella.
Tanta cattiva reputazione è legata probabilmente al fatto che
la sua festa ricorreva una volta ogni quattro anni: il 29 febbraio.
Pensando a quale potesse essere il motivo per il quale San Cassiano
veniva festeggiato così raramente, il popolo deve aver deciso
che probabilmente aveva fatto qualcosa che era molto dispiaciuto a
Dio. Su questa base si sono formate diverse storie fantastiche, la
più popolare delle quali è appunto questa nostra.
Un bel giorno Cassiano e Nicola stanno camminando lungo una strada,
quando incontrano un contadino il cui carro si è impantanato
nel fango. Il contadino chiede loro di aiutarlo a smuovere il carro.
Cassiano si rifiuta, dicendo: "Non posso, mi sporcherei tutta
la veste paradisiaca, come farei poi a far ritorno in Paradiso e a
presentarmi davanti agli occhi del Signore Iddio?". Intanto Nicola,
senza dire niente, appoggia la spalla al carro, fa forza, e aiuta
a tirarlo fuori. Ritornano dunque in Paradiso, e Nicola ha tutta la
veste sporca di fango.
E il Signore gli dice: "Ma Nicola, come hai fatto a sporcarti
così?". E l'altro gli racconta tutto il fatto. Allora
il Signore chiede a Cassiano perché non ha aiutato anche lui
il contadino. "Signore, temevo di sporcarmi la veste". La
cosa non piacque al Signore e la sua decisione fu questa: San Cassiano
sia festeggiato una volta ogni quattro anni e San Nicola, per la sua
bontà, due volte all'anno.
Perciò in Russia San Nicola veniva festeggiato il 9 maggio
(San Nicola d'estate o di primavera) e il 6 dicembre (San Nicola d'inverno).
Erano due feste grandi, che duravano alcuni giorni e anche un'intera
settimana. Ci si divertiva in compagnia, facendo cassa comune. E chi
cercava di sottrarsi all'allegria generale, chi si dimostrava spilorcio,
veniva deriso e svergognato fino a che non offriva un lauto pasto
o un'abbondante bevuta. Da qui nascono alcuni divertenti neologismi
popolari. Ad esempio, "nikòlit", nicoleggiare, che
significa banchettare, spassarsela, ubriacarsi. Si diceva: "I
nostri hanno nicoleggiato", si sono sborniati.
Oppure: "Quel che si è fatto lo si è nicoleggiato",
cioè si è bevuto quel che si è guadagnato. O
ancora: "Ha nicoleggiato fino alla borsa", vale a dire:
ha speso fino all'ultimo centesimo.
Tutto questo dice quanto il popolo russo amasse San Nicola, che suscitava
per l'appunto sentimenti gioiosi e la propensione alla fratellanza
universale e alla generosità reciproca.
Persino in epoca sovietica e atea San Nicola continua ad agire come
personaggio del folclore religioso. Riporterò qui una storia
che ho udito io stesso in gioventù, e che mi è stata
raccontata come storia vera. Si era svolta, così mi dissero,
a Kujbysev (l'antica Samara). E c'erano anche dei testimoni oculari.
In seguito avrei sentito anche raccontare da altri la stessa identica
storia, riferita però ad altri luoghi o città. Si tratta
quindi di un soggetto che circola.

Una compagnia di giovani e di ragazze organizza una festicciola in
casa di uno di loro. Come si usa in tali occasioni, tutti si mettono
a ballare: anzi, erano lì per quello. Ma una ragazza è
senza cavaliere; il ragazzo, come si accerterà in seguito,
si era ubriacato ancor prima della festa e dormiva da qualche parte.
Allora la ragazza toglie dall'angolo l'icona di San Nicola e, poiché
come tutti gli altri presenti non è credente, gli dice con
leggerezza: "Dài, Kolja, andiamo a ballare". E, abbracciata
l'icona, comincia a girare per la stanza. A un tratto resta pietrificata.
Secondo una versione più realistica, resta paralizzata con
l'icona in mano. La fanno distendere sul letto, ma non riescono a
toglierle l'icona. Se ne vanno tutti terrorizzati. Però qualcuno
informa del miracolo "chi di dovere" e immediatamente arrivano
sul posto gli agenti dell'Mgb (il Kgb di allora). Circondano la casa.
Cercano di strappare l'icona dalle mani della ragazza pietrificata,
chiamano dei medici, ma non c'è niente da fare.
L'elemento comune a tutte le varianti è che i partecipanti
alla festa vengono immediatamente convocati all'Mgb che fa loro sottoscrivere
una dichiarazione in cui si impegnano a non diffondere la notizia.
Viene rintracciato e chiamato il ragazzo per colpa del quale si è
scatenato tutto quel pandemonio: se non si fosse ubriacato e si fosse
presentato alla festa, non ci sarebbe stato nessun fatto miracoloso;
per questo viene severamente punito. Le finestre della casa vengono
inchiodate; i vicini trasferiti. Un poliziotto viene messo accanto
alla porta d'ingresso.
E' notte, il poliziotto è di guardia davanti alla casa dove
si trova la ragazza paralizzata con l'icona, quando all'improvviso
vede arrivare un vecchietto dall'aspetto misero che si dirige verso
di lui e gli dice che deve entrare in quella casa. Il poliziotto gli
sbarra il passo. Ma il vecchietto entra lo stesso. E a questo punto
mi precisarono in un sussurro: un Santo come lui non ci mette niente
a passare attraverso i muri. Si trattava proprio di San Nicola. Entra
in casa, si avvicina alla ragazza, le toglie di mano Vicona e la posa
sul davanzale; poi dice alla ragazza: "Vai e non peccare più".
E la ragazza guarisce. La mattina dopo la portano ad ogni buon conto
all'Mgb e la fanno partire verso una destinazione sconosciuta: perché
il popolo non sappia del miracolo.
Ci si chiede allora: se le cose stanno così, come mai non si
è mantenuto il segreto? L'anziana donna che mi ha raccontato
questa storia mi ha assicurato di averla sentita personalmente, sotto
giuramento di mantenere il segreto, dalla moglie di quel poliziotto
che era di guardia quella notte.
Quando ho sentito raccontare per la prima volta questa storia mi sono
molto rallegrato. E non soltanto perché l'ho sentita raccontare
nella versione a lieto fine, quella in cui San Nicola perdona e guarisce
la ragazza. Mi sono rallegrato perché il misticismo o, se si
tratta di una storia inventata, l'antico elemento fantastico popolare
vi si intrecciano strettamente con la contemporaneità sovietica.
Ci troviamo di tutto: una casa e una festa da ballo, un poliziotto,
il potente Mgb che perseguita la fede e cerca in tutti i modi di cancellare
nel popolo la memoria del miracolo e il sogno del miracolo. Eppure
San Nicola Taumaturgo si è dimostrato più forte dell'Mgb.
Questo significa che la creatività culturale e religiosa del
popolo continua.
E significa che San Nicola continua ancora a camminare per la terra
russa.