|         Oggi, il Cristianesimo
 è la religione
 più perseguitata
 del pianeta, spesso
 nellindifferenza
 dello stesso mondo cattolico.
   |  | 28 ottobre 2001: venti bare bianche, con una sottile croce dipinta 
              in rosso sul coperchio, sono allineate in una chiesa di Bahawalpur, 
              nel Pakistan orientale. Contengono i corpi di cristiani falciati 
              mentre assistevano alla messa domenicale. A sparare con i kalashnikov 
              ad altezza duomo, un gruppo di integralisti islamici che hanno 
              in odio la fede in Cristo. E questa non è che la punta di 
              un iceberg, che sotto il pelo dellacqua cela una spaventosa 
              realtà. Le cifre diffuse dalle organizzazioni internazionali parlano di 
              250 milioni di cristiani che vivono a rischio di persecuzioni, di 
              160 mila vittime cristiane ogni anno, di 604 missionari trucidati 
              negli ultimi dieci anni. E il problema è in massima parte 
              concentrato nelle regioni islamiche.
 Oggi, il Cristianesimo è la religione più perseguitata 
              del pianeta, spesso nellindifferenza dello stesso mondo cattolico 
              che pure alza la voce e organizza marce per tutte le cause. In Sudan, 
              da anni è in atto un genocidio che «ha già provocato 
              più vittime che Ruanda, Bosnia e Kosovo sommati insieme», 
              come ha scritto il New York Times. Due milioni di innocenti massacrati 
              solo perché non sono musulmani. Oltre quattro milioni di 
              profughi. Almeno duecentomila donne e bambini neri, non musulmani, 
              ridotti in schiavitù. Altro sangue scorre nelle sempre meno 
              cattoliche Filippine e in Indonesia, in Algeria, in Nigeria, dove 
              lintegralismo islamico è da anni sul piede di guerra. 
              Dovunque la conversione di un islamico al Cristianesimo è 
              considerata un reato che può costare anche la vita. E il 
              cosiddetto Islam moderato? In Arabia Saudita, che ha una popolazione 
              di diciannove milioni di persone, gli 880 mila cattolici non hanno 
              alcun diritto. Non è consentita, neanche in privato, alcuna 
              pratica religiosa non islamica (e le pene previste sono durissime), 
              ed è severamente proibito anche avere segni cristiani, come 
              croci o rosari.
 Di fronte a questo Islam intollerante e aggressivo, non si tratta 
              di fare guerre di religione, ma neanche di colpevolizzarsi. Attraverso 
              il dialogo, le relazioni culturali e commerciali, anche le pressioni 
              politiche e i trattati internazionali, si può e si deve chiedere 
              unevoluzione delle società chiuse verso la tolleranza 
              e il reciproco, progressivo rispetto dei diritti civili. Anche il 
              fenomeno dellimmigrazione può essere prezioso. Ormai 
              il numero di musulmani che vivono in Europa si aggira sui venti 
              milioni. Possono influenzare in senso positivo i Paesi dorigine? 
              Se consideriamo la Dichiarazione Islamica Universale dei Diritti 
              dellUomo emanata anni fa dal Consiglio Islamico dEuropa, 
              cè da temere il contrario.
 Ma la libertà è un bene straordinariamente contagioso, 
              purché i popoli occidentali siano consapevoli e fieri delle 
              loro società aperte e la smettano di battersi il petto per 
              colpe remote, e i loro governi capiscano che i diritti 
              umani sono beni preziosi e irrinunciabili. Così come i governi 
              dei Paesi musulmani debbono capire che la destabilizzazione mondiale 
              non è prodotta da un eccesso di liberalismo e di democrazia, 
              ma dalla loro assenza.
 
              
                | Dove Cristo può 
                    costare la vita Algeria: la Costituzione 
                    definisce lIslam religione di Stato, lunica praticabile 
                    senza limiti giuridici. Le conversioni ad altre religioni 
                    sono rare e spesso clandestine. Centinaia di cristiani vengono 
                    uccisi da gruppi integristi.   Libano: la popolazione cristiana 
                    della fascia di sicurezza, abbandonata nel maggio 
                    2000 dalle truppe israeliane, è in stato di allarme 
                    permanente. I corpi di monaci, vittime di integristi islamici, 
                    sono stati trovati in fosse comuni. Iran: un giro di vite è 
                    stato dato con gli atti in difesa della purezza islamica, 
                    promossi dagli ambienti della magistratura musulmana più 
                    conservatrice (i mullah: dottori della legge islamica). I 
                    cattolici soffrono dellinstabilità prodotta dal 
                    braccio di ferro tra riformatori e tradizionalisti. Pakistan: i cattolici sono le 
                    principali vittime dellapartheid religioso. La legge 
                    sulla blasfemia consente di condannare con qualsiasi pretesto 
                    chiunque non sia musulmano. AllAssemblea Nazionale, 
                    su un totale di 217 seggi, soltanto quattro spettano ai cristiani. Filippine: i cattolici sono nel 
                    mirino degli estremisti del gruppo Abu Sayyaf, il cui scopo 
                    è creare uno Stato musulmano indipendente. Anche un 
                    altro gruppo islamico, il Fronte di Liberazione Islamico Moro, 
                    ha ucciso nellultimo decennio migliaia di cristiani. Nigeria: migliaia di cristiani 
                    trucidati negli ultimi due anni, dopo lintroduzione 
                    della legge coranica in alcuni Stati del Paese. In soli quattro 
                    giorni, tra il 21 e il 24 febbraio 2000, furono uccise più 
                    di trecento persone e bruciate cento chiese. Indonesia: nellArcipelago 
                    delle Molucche, dal gennaio 1999, le comunità cristiane 
                    sono decimate dagli attacchi di milizie musulmane, responsabili 
                    della morte di ottomila persone e dello sfollamento di circa 
                    250 mila, dopo la distruzione dei loro villaggi. Analoga situazione 
                    a Timor Est, nel Borneo, a Giava e in altre regioni del Pacifico. Sudan: la Chiesa è accusata 
                    di sostenere la ribellione anti-islamica. Numerose chiese, 
                    centri e scuole sono stati chiusi, confiscati o distrutti. 
                    I cristiani vivono ammassati in campi di raccolta, dove vengono 
                    costretti a convertirsi allIslam. Egitto: i cristiani risultano 
                    discriminati in numerosi settori, dalle forze armate al pubblico 
                    impiego. Molti sono stati uccisi perché costruivano 
                    chiese. Dal 1992 ad oggi sono stati massacrati non meno di 
                    1.200 cristiani. Arabia Saudita: la libertà 
                    di religione è inesistente. I cristiani, ai quali è 
                    impedito di costruire chiese, non possono neppure riunirsi 
                    in una casa privata per pregare. Le retate della polizia religiosa 
                    sono allordine del giorno.  |  |