|         * Testo integrale dellintervento, pubblicato 
              dalla Gazzetta del Mezzogiorno domenica 17 febbraio 2002.   |  | Mi auguro che, dopo aver letto lultimo fascicolo di Novecento 
              Letterario Leccese, i salentini vorranno condividere l evviva! 
              con cui il prof. Ennio Bonea, nel suo intervento di mercoledì 
              13 febbraio, ha salutato questiniziativa editoriale.Sulla portata scientifica dellAntologia e sui limiti insiti 
              in ogni operazione del tipo si sono soffermati e si soffermeranno 
              sicuramente gli studiosi della materia. Mi piace, invece, sottolineare 
              un risvolto, per così dire, sociale delliniziativa: 
              per la prima volta un gran numero di salentini avrà lopportunità 
              di accostarsi a 40 autori leccesi (e attraverso loro, semmai, scoprirne 
              degli altri); per la prima volta molti studenti, professori e altri 
              addetti ai lavori avranno uno strumento in più per cercare 
              di «eliminare», o almeno attenuare, l«ostracismo 
              letterario» imperante, denunciato dal prof. Bonea.
 Favorire la divulgazione dellopera per colmare un vuoto 
              di conoscenze: questo lintento che ha mosso la Banca 
              Popolare Pugliese a sponsorizzare il volume di Donato Valli e Anna 
              Grazia Doria. Da bancario e da salentino, poi, vorrei evidenziare, 
              con una punta di legittimo orgoglio, che lintervento della 
              Popolare Pugliese non è occasionale, ma in linea con le numerose 
              iniziative assunte dallIstituto, direttamente o indirettamente, 
              in campo culturale. In particolare, si collega alla Rassegna trimestrale 
              Apulia, che da 27 anni costituisce un momento dincontro e 
              di dibattito per approfondire la conoscenza non solo delle principali 
              problematiche economico-sociali del Paese, ma anche della storia, 
              delle tradizioni del Sud e del Salento.
 Credo che quanto detto costituisca una delle principali peculiarità 
              che contrassegnano la vita di una banca locale; di una banca, cioè, 
              che non si limita ad impiegare il denaro raccolto, ma che nel corso 
              degli anni è diventata uno degli interlocutori principali 
              della collettività in cui opera.
 Lacquisizione di questa consapevolezza da parte di molti cittadini 
               specialmente oggi che il numero delle banche locali si è 
              fortemente contratto  ha fatto levare più di qualche 
              voce, per fortuna sempre meno isolata rispetto a 10-15 anni fa, 
              pronta a denunciare come la chiusura di una banca locale non rappresenti 
              soltanto la perdita (e non poco) di un centro autonomo di intelligenza 
              e di decisione economica e finanziaria, ma anche la scomparsa di 
              un soggetto essenziale per larricchimento qualitativo della 
              collettività (come dimenticare, ad esempio, il prezioso contributo 
              fornito dallallora Piccolo Credito Salentino a favore della 
              Biblioteca di Cultura Salentina?). Sarebbe provocatorio 
              affermare, allora, che, quando finisce una banca locale, tutti quanti 
              diventiamo un po più poveri?
 Non vorrei essermi allontanato troppo da Novecento Letterario Leccese, 
              ma quanto scritto spero possa rappresentare lo sfondo, il presupposto, 
              che consente di cogliere appieno il senso della sponsorizzazione 
              odierna.Quando gli Autori della raccolta scrivono che «questantologia 
              [...] vuole essere una testimonianza disinteressata del contributo 
              che la provincia ha dato alla cultura nazionale» e che «questo 
              lavoro assume la funzione di un risarcimento dovuto a quanti si 
              sono occupati, in spirito dumiltà e consapevolezza, 
              della creazione letteraria», non sfuggirà a chi conosce 
              la storia di Apulia che la Popolare Pugliese non avrebbe mai potuto 
              rinunciare a sostenere questa iniziativa: la stessa logica, lo stesso 
              motivo ispiratore legano la Rassegna trimestrale della Banca a Novecento 
              Letterario Leccese.
 E il legame diventa ancora più forte se si scorre lelenco 
              dei 40 nomi inseriti nella raccolta. Apulia (ovvero Rassegna Trimestrale 
              della Banca Agricola Popolare di Matino e Lecce, prima, e Sudpuglia, 
              poi) si è soffermata su molti di loro e ha avuto il piacere 
              di pubblicare diversi loro inediti.
 Come non sponsorizzare, allora, lAntologia? Se la Banca non 
              lavesse fatto, avrebbe finito col tradire non solo la sua 
              storia, la sua vocazione, ma anche limpegno di tanti creatori 
              di sapere: da quelli più noti a quelli che allora non lo 
              erano ancora, ma che cominciavano (anche) attraverso la Rassegna 
              trimestrale a dare prova del proprio talento (due nomi, tra gli 
              altri, cui sono legato da forti ricordi personali: Antonio Verri 
              e Salvatore Toma).
 Non poteva, dunque, la Popolare non sostenere lo sforzo di chi intende 
              «diffondere possibilmente presso un pubblico più ampio 
              di quello rappresentato dai cultori della letteratura la conoscenza 
              di un fenomeno non secondario nelleconomia culturale e sociale 
              della provincia». Come avrebbe potuto coniugare un diniego 
              con il pensiero del padre del credito popolare, Luigi 
              Luzzatti, che non si stancava di ricordare che «il credito 
              deve andare giù», cioè verso un numero sempre 
              maggiore di persone? Con la sponsorizzazione di Novecento Letterario 
              Leccese, quindi, la Banca intende fornire il proprio contributo 
              alla diffusione di una singolare forma di creditoo, 
              se volete, di fiducia: il credito alla cultura.
 
              
                | «Questa Antologia 
                  vuole essere un racconto, attraverso i testi, del Novecento 
                  letterario come si è andato evolvendo nella provincia 
                  di Lecce». Inizia così la prefazione di Novecento 
                  Letterario Leccese, lAntologia curata da Donato Valli 
                  e Anna Grazia Doria ed edita da Piero Manni, che  realizzata 
                  grazie alla collaborazione fra Gazzetta del Mezzogiorno, Provincia 
                  di Lecce e Banca Popolare Pugliese  dal 19 febbraio viene 
                  distribuita in fascicoli gratuiti ogni martedì e giovedì 
                  con il quotidiano pugliese. Lopera, che contiene una selezione di 40 autori del Novecento 
                  salentino (da Bodini a Protopapa a Carmelo Bene), è stata 
                  presentata dai curatori lunedì 11 febbraio presso laula 
                  Ferrari dellUniversità di Lecce alla presenza del 
                  rettore Oronzo Limone, del preside della facoltà di Beni 
                  Culturali Luigi Rizzo, di Lucio Giannone, docente della facoltà 
                  di Lettere, e del prof. Mario Marti, emerito dellUniversità 
                  di Lecce e moderatore dellincontro. Sempre a Lecce nella 
                  mattinata gli Autori, unitamente alleditore Manni, alla 
                  Gazzetta del Mezzogiorno (Sabia), alla Provincia di Lecce (il 
                  Presidente Ria) e alla Banca Popolare Pugliese (Tondi), avevano 
                  presentato liniziativa editoriale ai media locali. E 
                  inutile dire che lAntologia è stata accolta favorevolmente 
                  sia dal pubblico che dalla critica.
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