Proprio
in queste quattro città salentine
oggi esistono
le biblioteche più
antiche e prestigiose dellintera provincia di Lecce.
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Nel quadro di un progetto organico, volto a sostenere il turismo
col supporto dei beni culturali nellambito di una regione
o di una provincia, occorre includere non solo le testimonianze
storiche della morfologia territoriale (paesaggio, urbanizzazione
e sue tipologie antropiche, monumenti artistici, patrimonio archeologico
ecc.), ma anche le biblioteche e gli archivi pubblici antichi. Il
mio intervento si limita a sollecitare lattenzione verso la
valorizzazione di quelle biblioteche ormai secolari, nelle quali
si conserva un ricchissimo materiale cartaceo che è pregevole
non solo sotto il profilo dellarte grafica, della miniatura,
della xilografia, della più antica stampa a caratteri mobili,
ma anche sotto il profilo della storia del pensiero umano, della
fenomenologia della conoscenza, in definitiva, della civiltà
umana intesa come faticosa conquista collettiva di forme più
alte di vita.
Il libro, anzi, i libri hanno avuto, a partire dai primordi del
processo storico, una funzione, direi, sacrale, in quanto veicoli
della conoscenza e poli orientativi nella ricerca della verità
circa lessere e il dover essere delluomo nei confronti
del sacro, della natura, della società. Da qui il valore
della biblioteca (a partire dallAtene di Pisistrato nel VI
sec. a.C., con il trasferimento dalloralità alla scrittura
dei poemi omerici, e dalla civiltà abramitico-giudaica con
la medesima operazione compiuta da Esdra in ordine alla Bibbia)
come luogo sacro, come scrigno deputato a conservare e a divulgare
il sapere a beneficio della memoria collettiva e del progresso umano.

Sarebbe oneroso, in questa sede, individuare le tappe, sia pure
le più significative, riguardo a questordine di cose.
Qui basti ricordare le primitive biblioteche assemblate dai sofisti
nella loro stanzuccia ai tempi di Pericle in concomitanza con lo
sviluppo della democrazia ateniese, la successiva biblioteca di
Aristotele, le biblioteche, in età ellenistica, di Alessandria,
di Pergamo, di Pella, di Antiochia, quindi le biblioteche della
Roma antica, lo scriptorium di Origene a Cesarea, quelle del mondo
bizantino medioevale, delle abbazie, delle Università, fra
Medioevo ed Età moderna, per avere un quadro, sia pure approssimativo
e sintetico, della funzione che listituto bibliotecario ha
svolto nel corso dei millenni.
Tanto più una società era detta e può dirsi
civile, quanto più il fenomeno-biblioteca ne caratterizzava
o ne caratterizza dinamiche culturali, dibattiti ideologici, problemi
istituzionali, tensioni ideali e conoscitive. Ebbene, anche oggi,
parafrasando un noto proverbio («dimmi con chi vai e ti dirò
chi sei») potremmo dire, interrogando un territorio, «dimmi
che biblioteche (o quante e quali) hai e ti dirò qual è
il grado di tua civiltà».
Pertanto, sulla base di questa esigua e lacunosa premessa, mi sembra
opportuno che alcune biblioteche salentine siano inserite nei circuiti
del turismo culturale relativo alla provincia di Lecce, un tempo
detta Terra dOtranto, ma anche (ieri come oggi) porta dEuropa,
discrimine e crocevia di transiti e di culture che da millenni ne
hanno segnato la storia, la cultura, i linguaggi, le tradizioni,
i costumi, la facies urbanistica e paesaggistica, letnia,
insomma il tessuto antropologico o la geografia umana.
Punto di partenza, nella storia delle biblioteche del Salento,
è la biblioteca dellabbazia dei monaci italogreci dellordine
di San Basilio, nella località di Casole presso Otranto.
Occorre dire, innanzi tutto, che oggi sopravvivono soltanto pochi
ruderi di quelledificio monastico il quale nel Medioevo (e
in particolare fra il 1100 circa e il 1480, anno della distruzione
di Otranto da parte dei turchi di Maometto II) non solo fu imponente
per la sua mole architettonica, ma fu anche il maggiore punto di
convergenza fra Oriente e Occidente, fra cultura latina e cultura
greca, fra il mondo bizantino e il mondo cattolico, ossia fra chiesa
romana e chiesa ortodossa, dopo lo scisma dOriente (1054).
Ma, soprattutto, fu lultimo grande baluardo della civiltà
bizantina che, a partire dal 553 d.C., influenzò, grazie
al clero greco e alla stessa Casole, riti, cultura, arte, linguaggi,
toponimi e tradizioni ben oltre la data dello scisma citato. Ricordiamo,
in particolare, nelletà federiciana (1220-1250), i
poeti monaci italobizantini: Giorgio Cartofilace da Gallipoli, Nettario
da Casole, Nicola da Otranto, Giovanni Grasso.
Tutto il Salento fu prevalentemente grecobizantino fino alla fine
del XIV sec., ne sono testimonianze sia le numerosissime cripte
rupestri, sia gli insediamenti cenobitici, sia la stessa sopravvivenza
del rito greco fino ai primi anni del XIX sec., sia molti dei nostri
cognomi (compreso il mio), sia le cospicue tracce linguistiche di
greco bizantino (ma anche classico, dovute a unantica matrice
magnogreca), presenti nel nostro dialetto, sia lintera area
ellenofona, ancora vitalissima, costituita da nove paesi a ridosso
di Otranto, i quali rappresentano la cosiddetta Grecìa, il
cui vernacolo è detto griko, sia, infine, i codici manoscritti
fra il 1100 e il 1480 a Casole e nel Salento, ossia negli scriptoria
di paesi nei quali fu più significativa la presenza del clero
greco bizantino, come Gallipoli, Nardò, Maglie, Galatina.
Proprio in queste quattro città salentine (non è un
caso, ma è la logica della storia di lunga durata
secondo le teorie di Mark Bloch e Fernand Braudel) oggi esistono
le biblioteche più antiche e prestigiose dellintera
provincia di Lecce. Ebbene, quei codici medioevali, quasi tutti
greci, sono attualmente conservati nelle più grandi biblioteche
dEuropa dopo la loro diaspora conseguente alleccidio
di Otranto del 1480 e alla contestuale distruzione dellabbazia
di Casole con la subitanea fuga del clero regolare greco.
Fornisco qui un parziale, esemplificativo elenco delle biblioteche
italiane ed europee che li conservano: biblioteca universitaria
di Cambridge, biblioteca apostolica Vaticana, biblioteca universitaria
di Heidelberg, British Museum di Londra, Escorial e biblioteca Nazionale
di Madrid, biblioteca del Santo Sinodo di Mosca, Bodleian Library
e New College di Oxford, biblioteca Nazionale di Parigi (40 codd.),
biblioteca Nazionale di Vienna, Marciana di Venezia, Ambrosiana
di Milano, Nazionale di Firenze, Nazionale di Napoli, ecc. Questi
codici contengono opere in lingua greca, latina e romanza. Sono
perciò significativi dellincontro di più culture
nel Salento medioevale, pertanto siamo di fronte a una biblioteca
plurilinguistica, fenomeno eccezionale rispetto allunico
modello di biblioteca monolinguistica (in assoluta prevalenza
codici latini) offerto dalle coeve abbazie benedettine dellEuropa
cattolica. I testi più numerosi riguardano la letteratura
greca classica (Omero, Esiodo, Pindaro, Eschilo, Sofocle, Euripide,
Aristofane ecc.) e sono il segno di un preumanesimo tutto greco
che precede lumanesimo latino del XV sec. Inoltre, la biblioteca
di Casole era estroversa, ossia prestava i suoi libri
(manoscritti) a una utenza esterna. Anche questo è un fenomeno
unico nel quadro delle biblioteche di età medioevale e moderna.
Ebbene, lIstituto di culture mediterranee, che ho lonore
di presiedere, ha in animo di dar vita a un progetto ambizioso nellambito
del turismo culturale: in accordo col Comune di Otranto e con lUfficio
dei Servizi informatici bibliotecari dellUniversità
di Lecce (S.I.B.A.) si propone di trasferire (come obiettivo di
lungo termine), su supporto informatico, manoscritti, incunaboli,
nonché codici medioevali di origine salentina,
dopo averli ottenuti in microfilm dalle varie biblioteche europee,
quindi realizzerà una biblioteca virtuale con schermo e teatro
virtuali, dove i preziosi colori delle miniature, delle carte, delle
pergamene, nonché i frontespizi, i capilettera e il corredo
cartaceo più suggestivo del nostro patrimonio librario interagiranno
(intertesto-ipertesto), grazie alla tecnica informatica, con la
riproduzione in video di cripte bizantine, di affreschi realizzati
da frescanti medioevali italogreci, di ambienti e paesaggi legati
a quellantica civiltà grecosalentina. Tutto ciò
sarà ospitato, a disposizione dei turisti, in un grande e
affascinante edificio medioevale annesso al castello aragonese di
Otranto. Inoltre, lIstituto di culture mediterranee, che è
anche una struttura organica allAccademia del Mediterraneo
di Napoli, Ente di livello intercontinentale, esporterà,
mediante opportuni collegamenti in rete, tutto il materiale di cui
qui si è detto.
A questo progetto ne aggiungiamo un altro da legare al turismo culturale
lungo le vie del vino e dellolio: proporremo il restauro di
alcune torri costiere fatte costruire dallimperatore Carlo
V dAsburgo nella prima metà del XVI sec. come avamposti
militari contro le incursioni di pirateria saracena, nel Salento,
ora cadenti o quasi, affinché siano utilizzabili come contenitori-vetrina
di alcuni esemplari di codici, di manoscritti, di incunaboli preziosissimi,
xilografie e altro materiale eccellente che ora giace custodito
(e sconosciuto agli stessi salentini) nelle biblioteche ottocentesche
delle seguenti città della provincia leccese: Gallipoli,
Nardò, Lecce, Galatina, Maglie.
Questo progetto delle Library Towers solleciterà lattenzione
e linteresse culturale dei turisti inducendoli a visitare
lentroterra, ossia i musei e le biblioteche titolari dei codici
e degli incunaboli (sono moltissimi e tutti di gran pregio, fra
i quali qui si segnala laldino Ypnerotomachia Poliphili) e,
di riflesso, le relative città con i loro centri storici,
sui quali è presente limpronta culturale e architettonica
delle varie civiltà che si sono susseguite nel Salento: magnogreca,
messapica, romana, bizantina, normanna, sveva, angioina, aragonese,
spagnola, borbonica. Ciò consentirà al turista interessato,
nonché alle popolazioni epicorie, di muoversi nellinterno
della penisola salentina e di acquistare i prodotti tipici dellartigianato
e dellindustria agricola (biologica e non), primi fra tutti
il vino e lolio. Inoltre, il progetto favorirà limpiego
di personale specializzato nella guida a musei e biblioteche (in
particolare, giovani laureati della facoltà di Beni Culturali)
con finalità didascaliche.

Per concludere, siamo convinti che la valorizzazione delle nostre
biblioteche come beni culturali apporterà un grande contributo
al binomio cultura-economia, oltre che allincontro... del
palato con i sapori della storia e della civiltà
salentina.
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