| Il pellegrinaggio verso Compostela si trasformain camino sempre più europeo
 e continentale,
 rinsaldando su base religiosa
 la coscienza
 di appartenere a una comune civiltà fondata sui valori della 
              solidarietà
 e della carità.
 |  | I franchi, i normanni, gli scozzesi, gli irlandesi, i 
              galli, i teutoni, gli iberi, i guasconi, i bavari, gli empi navarri, 
              i baschi, i goti, i provenzali, i maraschi, i lorenesi, i gauti, 
              gli inglesi, i bretoni, quelli della Cornovaglia, i flamenchi, i 
              frisoni, gli allobrogi, gli italiani, i pugliesi, gli abitanti del 
              Poitou, gli aquitani, i graci, gli armeni, i daci, i norvegesi, 
              i russi, i nubiani, i parti, i rumeni, i galati, gli efesini, i 
              medi, i toscani, i calabresi, i sassoni, i siciliani, gli asiatici, 
              gli abitanti del Ponto, quelli di Bitinia, gli indii, i cretesi, 
              quelli di Gerusalemme, quelli di Antiochia, di Galilea, quelli di 
              Sardi, i ciprioti, gli ungheresi, i bulgari, gli slavi, gli africani, 
              i persiani, gli alessandrini, gli egiziani, i siriani, gli arabi, 
              i colossesi, i mori, gli etiopi, quelli di Filippi, quelli della 
              Cappadocia, i corinzi, gli elamiti, quelli della Mesopotamia, i 
              libici, quelli di Cirene, quelli di Panfilia, quelli della Cilicia, 
              i giudei e le altre innumerevoli genti di tutte le lingue, tribù 
              e nazioni, vengono da lui in carovane, falangi, compiendo i loro 
              voti. (Aymeric Picaud, Liber Sancti Jacobi, XII sec.)   Il viaggio è metafora del desiderio di conoscenza 
              e della ricerca di verità. Luomo, proprio perché 
              vive, compie un viaggio. Tutta la letteratura è intessuta 
              di storie di viaggi: Ulisse, Marco Polo, Dante, Goethe, Verne, Swift... 
              Anche i viaggi religiosi, i pellegrinaggi, sinseriscono in 
              questa prospettiva, con il Cristianesimo che considera la vita delluomo 
              un viaggio, un itinerario verso la beatitudine celeste. Nel cammino 
              terreno, disseminato di contraddizioni, di mali, di dolore e di 
              sofferenza, luomo ha bisogno di vedere i luoghi 
              dove il divino ha lasciato le tracce, i segni tangibili della propria 
              presenza, ovvero i santuari, le dimore di Dio sulla terra.Il pellegrinaggio è anche supporto per il fedele, per la 
              sua strutturale fragilità che nellincontro con Dio 
              e nella preghiera rigenera la sua fede e la rinsalda, creando un 
              contatto privilegiato con lAssoluto che lo trascende.
 Santiago de Compostela non fa eccezione in questo, anzi. Liter 
              stellarum ancora oggi conserva intatto il suo fascino e la sua vitalità, 
              proprio perché vi mescola arte e leggenda, fede e cultura.
 Quello verso la città galiziana, dove si trova la tomba dellapostolo 
              Giacomo, fu un camino abbastanza frequentato già tra XI e 
              XIV secolo. Vi si giungeva attraverso percorsi ben definiti, i cosiddetti 
              cammini di San Giacomo, (attraversando i campi: per 
              agrum, da qui la parola pellegrino), che coprivano la Francia 
              duna rete per quei tempi sorprendentemente fitta ed estesa. 
              Lungo i cammini sono sorte sontuose basiliche romaniche 
              insieme a luoghi di raccolta e ospizi (hostales) per 
              i pellegrini e nel XII secolo il bacino della Garonna, passaggio 
              obbligato di tutte queste strade, fu popolato di coloni con il compito 
              di renderlo più accogliente e sicuro per il transito dei 
              devoti diretti in Spagna; la stessa cosa avvenne in Alvernia, anchessa 
              interessata dal cammino.
 
 A Puente la Reina, in Navarra, confluivano i quattro 
              cammini francesi, disposti a ventaglio perché 
              destinati ad accogliere i pellegrini provenienti da ogni parte dEuropa. 
              Procedendo da sud verso nord, il primo dei cammini partiva dal santuario 
              di Saint-Gilles-du-Gard (presso Arles, in Provenza) e raggiungeva 
              Somport passando per Tolosa; il secondo si avviava dal grande santuario 
              mariano di Notre-Dame-de-Puy e toccava, tra laltro, le celebri 
              abbazie di Sainte-Foy a Conques e di Saint-Pierre a Moissac; il 
              terzo, muovendo dalla chiesa della Madeleine a Vézelay, attraversava 
              il Limousin (passando per Saint-Martial a Limoges) e il Périgueux; 
              il quarto da Saint-Martin di Tours raggiungeva Poitiers e Bordeaux, 
              prima di congiungersi agli altri sui Pirenei.Il pellegrinaggio a Santiago è stato proclamato nel 1978 
              dal Consiglio dEuropa il «primo itinerario culturale 
              europeo» e rappresenta, nellimmaginario collettivo, 
              un mix di fede, curiosità, sfida, ricerca di sé e 
              di una comune appartenenza. Anche per questa consapevolezza il camino 
              per secoli ha costituito un fattore di aggregazione e didentità 
              per il Vecchio Continente. E se cambiano le motivazioni dei pellegrini 
              non mutano certo le consuetudini, le ritualità, i gesti. 
              Il pellegrinaggio, proprio per essere viaggio verso segni e luoghi 
              condivisi, si caratterizza come un gesto simbolico universale. Ci 
              si incammina con motivazioni diverse ma si converge verso una meta 
              comune: cattedrali, monasteri, dipinti, architetture, archetipi 
              e luoghi dove la contemplazione del divino si apre alla dimensione 
              della bellezza. E del mistero.
 LEuropa ancora oggi reca le tracce di quella fitta rete di 
              percorsi di pellegrinaggio che lhanno animata a partire dal 
              Medioevo. Dalle strade di Santiago si poteva raggiungere agevolmente 
              la principale arteria italiana, la Via Francigena o Romea: e da 
              Roma, per il tracciato dellAppia Antica o della Via Latina, 
              imbarcarsi nei porti pugliesi verso il Santo Sepolcro.
 Santiago de Compostela, Roma e Gerusalemme costituivano infatti, 
              nel Medioevo, le peregrinationes maiores, dalle quali si diramava 
              una fitta rete di peregrinationes minores. Ce lo ricorda lo stesso 
              Dante, nella Vita Nova: «Peregrini si possono intendere in 
              due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo in quanto è 
              peregrino chiunque è fuori de la sua patria; in modo stretto 
              non sintende peregrino se non chi va verso la casa di sa 
              Iacopo o riede. E però è da sapere che in tre modi 
              si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de lAltissimo: 
              chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare, là onde molte 
              volte recano la palma; chiamasi peregrini in quanto vanno a la casa 
              di Galizia, però che la sepoltura di sa Iacopo fue 
              più lontana de la sua patria che dalcuno altro apostolo; 
              chiamasi romei in quanto vanno a Roma...».
 La sepoltura di San Giacomo, che «fue più lontana», 
              come dice Dante, ha origine dalla leggenda di Pelayo, un eremita 
              che, agli inizi del IX secolo, nelloscurità di una 
              notte galiziana assisté ad una pioggia di stelle. Il luogo, 
              detto campus stellae, (ma, secondo Franco Cardini, sarebbe più 
              corretto compostum tellus, necropoli), era disabitato 
              e Pelayo, con laiuto del vescovo Teodomiro, interpretò 
              levento come un messaggio del cielo: scavando nei luoghi impervi 
              indicati dagli astri, furono rinvenute così la tomba e una 
              reliquia preziosissima di San Giacomo Maggiore, Santiago, miracolosamente 
              giunte lì  si disse poi  dalla Terrasanta, via 
              mare. In un luogo eccentrico e memoriale quanto quello del Basso 
              Salento: Finisterre. Più in là, il mare e le terre 
              incognite, il mondo degli idoli e dei pagani.
 Il pellegrinaggio verso Compostela, che si sviluppa già a 
              partire dal X secolo, dapprima prevalentemente in ambienti aristocratici 
              e cavallereschi, assume dimensioni impressionanti proprio a partire 
              dallXI secolo, interessando, via via, oltre alla Francia, 
              la Germania, le Fiandre, lInghilterra, lItalia, trasformandosi 
              in camino sempre più europeo e continentale e rinsaldando 
              su base religiosa la coscienza di appartenere a una comune civiltà 
              fondata sui valori della solidarietà e della carità. 
              E non bisogna sottovalutare lo stretto scambio di informazioni e 
              di esperienze personali tra genti di Paesi lontani e differenti 
              che fece sì, come è stato scritto, «che il pellegrino, 
              anche se analfabeta, divenisse una specie di operatore culturale, 
              quasi che il cammino fosse una specie di università popolare 
              itinerante». Infatti, lungo i cammini si svilupparono poste, 
              borgate e fiorenti città, conventi e chiese, i mercanti impiantarono 
              botteghe e lucrosi negozi, si ravvivarono i commerci e i traffici, 
              larte scoprì forme e temi originali, la cultura si 
              aprì ai venti e alle idee doltrefrontiera: lEuropa 
               dice Goethe  è nata dai pellegrinaggi a Santiago, 
              riconoscendo nel santo patrono di Spagna un testimonial autorevole 
              ed eccezionale dellidentità europea, a riprova di una 
              fede profondamente radicata nei luoghi non meno che nelle coscienze 
              dei cittadini, (fede militante, in progress: per agrum), come la 
              Costituzione europea, troppo pavida per dirsi cristiana, troppo 
              smemorata, laica e illuminista, sembra volutamente ignorare.
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