Marzo 2006

Religioni di confine - Brasile

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L’ibridismo della Vale do Amanhecer
Emily Pierini
 
 

 

 

 

 

La credenza
dell’Amanhecer si fonda su un mito che ripercorre la storia delle civiltà e delle religioni, dal punto di vista del mutamento spirituale
dell’umanità.

 

Il processo di globalizzazione viene di frequente associato all’idea di omologazione. Tuttavia si tratta di un fenomeno multidimensionale.
L’intensificazione dei transiti di individui, merci, immagini e idee – che attraversano i confini geografici rendendoli sempre più labili, dissolvendo in tal modo anche l’idea di Stato-Nazione – anziché agire uniformemente portando ad un livellamento culturale, crea nuovi e molteplici livelli di differenziazione. Le località, infatti, non accettano passivamente i tratti culturali “altri”, ma li selezionano e li reinterpretano attivamente producendo nuove forme culturali ibride.
La tarda modernità sembra quindi essere caratterizzata da un duplice processo di globalizzazione e localizzazione, efficacemente espresso dal termine glocal coniato da Roland Robertson. Ed è nelle zone di confine, nei luoghi di incontro e contatto culturale in cui avvengono le reciproche contaminazioni tra globale e locale, che si producono i processi di ibridazione etno-culturale.
Ma in che modo tali trasformazioni agiscono sul piano delle forme religiose? Partendo dal presupposto che le tradizioni religiose sono fenomeni dinamici che si trasformano con il mutare delle circostanze sociali in cui si localizzano, si può affermare che anch’esse siano pienamente coinvolte nelle dinamiche glocal.
I transiti attraverso i panorami glocal di diverse prospettive religiose atte alla definizione della realtà hanno determinato situazioni di pluralismo religioso con un conseguente processo di relativizzazione. In contesti in cui i contatti culturali si intensificano, le tradizioni religiose si trovano ad interagire e a trasformarsi inglobando alcune caratteristiche delle altre. Questa interazione può dar luogo alla nascita di nuove forme religiose ibride che, attraverso un processo di risignificazione, localizzano e ricombinano in modo creativo i diversi elementi religiosi in transito tra i panorami globali.

Come area di studio per portare avanti la mia ricerca antropologica sull’ibridismo religioso come prodotto di un contesto in continuo transito tra globale e locale, ho scelto il Brasile: un Paese che considero un esempio del potenziale inventivo della diversità, in particolar modo per il suo rivendicare l’ibridismo genetico, culturale e religioso come elemento attivo nella costruzione di un’identità brasiliana. Un ibridismo prodotto storicamente dall’interpenetrazione dei tratti culturali amerindi, africani ed europei.
L’incontro delle religioni afro-brasiliane con le tradizioni orientali, introdotte nel Paese dall’ondata di flussi migratori del secolo scorso, con la mistica esoterica e le nuove forme di spiritualità come la New Age e i suoi derivati, ha determinato il sorgere di nuovi culti fortemente ibridi e olistici che si stanno rapidamente affermando in tutto il Brasile.
Nell’autunno del 2004 ho avuto modo di trascorrere alcuni mesi, per svolgere la ricerca etnografica, nella “Vale do Amanhecer” (“Valle dell’Alba”), una comunità di medium denominati jaguares, situata a sessanta chilometri da Brasilia, fondata nel 1959 dalla chiaroveggente di origine cattolica Neiva Chaves Zelaya, conosciuta come la Tia (“Zia”) Neiva.
La comunità conta circa 3.000 medium residenti sul luogo, più un continuo flusso di medium e visitatori provenienti da tutto il Brasile. Dalla sua nascita la Vale do Amanhecer si è espansa, aprendo più di seicento templi sparsi su gran parte del territorio brasiliano e attraversandone i confini fino alla Bolivia, gli Stati Uniti, l’Europa e il Giappone, contando oggi più di 500.000 medium iniziati.
La Vale do Amanhecer si definisce un “Pronto soccorso spirituale” dove viene fornita assistenza gratuita ai visitatori, denominati “pazienti”, confortandoli spiritualmente e aiutandoli ad incontrare la propria strada verso l’evoluzione, soprattutto tramite la comunicazione diretta con le entità spirituali incorporate dai medium.
Attraverso i vari rituali che si svolgono quotidianamente, simultaneamente e a ritmo incessante nel tempio, i medium sostengono di fornire due tipi di cure: la Cura Spirituale, data la triplice composizione dell’essere umano secondo la dottrina, agendo sullo Spirito si riflette anche sull’Anima (psiche) e sul Corpo Fisico; la Cura Disossessiva è invece finalizzata alla liberazione degli Espiritos sem Luz (Spiriti senza Luce, ossia poco evoluti), ossia quegli Spiriti “disincarnati” che provocano sofferenze agli incarnati. Tali Spiriti vengono incorporati dai medium nei rituali e dottrinati insegnandogli il cammino di redenzione attraverso l’amore cristico, e infine elevati ai Piani Spirituali mediante alcune chiavi iniziatiche.

La totalità dei rituali viene eseguita tramite l’invocazione delle forze, la manipolazione delle energie e l’incorporazione di entità spirituali di Luce, ed è finalizzata ad incamminare sia gli Spiriti incarnati che quelli disincarnati verso l’evoluzione, preparandoli al transito verso una Nuova Era profetizzata dalla chiaroveggente.
La dottrina dell’Amanhecer è stata elaborata tra gli anni Sessanta e Ottanta dalla Tia Neiva, la sacerdotessa che riceveva gli insegnamenti attraverso la sua chiaroveggenza e li trasmetteva ai jaguares, assieme al suo compagno, il sociologo Mario Sassi, il quale li decodificava e li interpretava traducendoli in testi. Tale dottrina si fonda sugli insegnamenti di Gesù Cristo racchiusi nel Vangelo, sintetizzati in tre principi base: Umiltà, Tolleranza e Amore incondizionale. Imparando a mettere in pratica quotidianamente tali prin-cìpi, secondo i jaguares è possibile per qualsiasi individuo liberarsi dei debiti accumulati nel corso delle proprie incarnazioni passate, trasformando il proprio karma per evolversi.
Il Vangelo, assumendo il ruolo centrale di testo sacro per i jaguares, viene ricontestualizzato all’interno di una dottrina in cui si trova ad interagire con elementi differenti rispetto al suo contesto abituale, come ad esempio lo spiritismo e il concetto buddista di “reincarnazione”, assumendo in tal modo nuovi significati e nuove finalità.
Sul piano della credenza, dunque, l’ibridismo religioso della Vale do Amanhecer nacque dall’incontro della Tia Neiva con lo spiritismo europeo di Kardec, che le aprì le porte ad una lettura e ad una reinterpretazione di diverse tradizioni religiose dal punto di vista spiritista, che le permise di delineare un sistema di credenze e pratiche ritualistiche non solo fortemente influenzato dalla sua formazione cattolica, ma che sicuramente affonda le radici nelle religioni afro-brasiliane per rinnovarle attraverso processi di ibridazione con le filosofie orientali, la mitologia classica, le nuove forme di spiritualità di stampo millenarista e persino l’ufologia.
La credenza dell’Amanhecer si fonda su un mito che ripercorre la storia delle civiltà e delle religioni, dal punto di vista del mutamento spirituale dell’umanità, secondo una logica basata sul trascendentale e sulle reincarnazioni congiunte dei jaguares nell’antico Egitto, tra i greci, i romani, i maya, tra gli schiavi del Brasile colonia. Logica che sembra permettere di legare assieme i vari frammenti religiosi di origine diversa.
L’ibridismo della credenza si esplicita visualmente nella simbologia: dalla dimensione spettacolare degli spazi sacri, scenari di performance che vedono la partecipazione di massa del corpo medianico, costituiti da un insieme cromatico di forme geometriche, di simboli religiosi e di immagini monumentali delle entità, alle uniformi indossate dai medium nei rituali che recano in sé la codificazione in chiave simbolica della cosmologia dell’Amanhecer. Simboli religiosi di origine differente come la croce, la piramide, il triangolo, la stella di David, il sole e la luna, vengo sradicati dai loro contesti di origine per essere rilocalizzati all’interno di un nuovo sistema simbolico in cui si ricombinano e si giustappongono creando nuove significazioni.
Tuttavia, è nei rituali che i differenti elementi religiosi vengono definitivamente consacrati nel nuovo sistema simbolico e tradotti in codici cinetici e verbali, dando vita a coreografie caleidoscopiche e a sonorità polifoniche. Cosicché le forze del dio egizio Amon-Ra e dei Ramses vengono invocate assieme a quelle del dio greco Apollo, tuttavia rivolgendosi a Gesù Cristo, il quale, a sua volta, viene inteso all’interno di una credenza spiritista come il creatore di un sistema reincarnatorio finalizzato a redimere il karma.
Il sistema simbolico dell’Amanhecer sembra prestarsi ad accogliere quella varietà di entità spirituali in transito tra gli universi religiosi brasiliani, come ad esempio i pretos velhos (gli spiriti degli schiavi africani presenti nel Candomblé), i caboclos (gli spiriti degli indios presenti nell’Umbanda), i médicos de cura dello Spiritismo di Kardec. Entità che, una volta inserite nella Vale do Amanhecer, si trovano ad agire assieme ad altre entità spirituali avatariche e del tutto originali come principesse, zingare, sirene, messaggeri tibetani, Spiriti abitanti del pianeta Capela, articolati in un pantheon fortemente gerarchizzato, in cima al quale figurano Dio, Gesù Cristo e la Vergine Maria.
Un esempio di entità avatarica è quello di Pai Seta Branca, considerato lo spirito guida, il mentore della dottrina. I jaguares ritengono che si tratti dello spirito di un indio che ha avuto incarnazioni sulla terra come Tutankhamon, Giovanni Evangelista e San Francesco d’Assisi. All’interno di tale figura emblematica l’elemento amerindio, quello egizio e quello cattolico vengono legati assieme dal concetto di “reincarnazione”. Polo complementare del mentore della dottrina, è lo Spirito di Luce femminile di Mãe Yara, ritenuta figlia di Yemanjá – l’Orixá delle acque afro-brasiliana –, considerata anima gemella di Pai Seta Branca con cui avrebbe avuto un’incarnazione nella vita ad Assisi come Santa Chiara.
Con il passare del tempo a tale pantheon si vanno ad aggiungere entità sempre nuove, per accogliere e localizzare altre diversità in transito attraverso i panorami glocal, poiché la Vale do Amanhecer è una dottrina dinamica che si presta tuttora ai processi di ibridazione, favoriti anche dalla sua tendenza a porsi come una zona di confine dove le diversità si incontrano.

   
   
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