I prestiti del Fmi
e della Banca Mondiale sono spesso serviti
a sostenere
i dittatori,
ad allargare le
attività statali
a spese delle
imprese private
e ad alimentare corruzione e sprechi.
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Il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Banca internazionale
per la ricostruzione e lo sviluppo, meglio nota con il nome di Banca
Mondiale, vennero ufficialmente istituiti nel luglio 1944, in occasione
della Conferenza di Bretton Woods. Poi gli Stati Uniti adottarono
il sistema basato sulla convertibilità del dollaro in oro
(stimato 35 dollari loncia) e altri Paesi agganciarono le
loro valute non direttamente alloro, ma al dollaro americano.
Il compito principale di questo sistema è stato per anni
quello di garantire stabilità e integrità al sistema
monetario internazionale.
Anche il Fmi aveva lincarico di ristabilire e mantenere liberi
i mercati valutari, di abolire tassi di cambio multipli e controlli
valutari e di promuovere la stabilità dei tassi di cambio.
I Paesi dovevano chiedere lapprovazione del Fmi per poter
variare i propri tassi di cambio, al fine di ottenere la loro stabilità.
Nei primi anni, il Fondo si concentrò sulleliminazione
delle restrizioni valutarie e commerciali, introdotte dai Paesi
industriali durante la Grande Depressione e negli anni della guerra,
cioè negli anni Trenta e Quaranta. Alla fine degli anni Cinquanta,
i Paesi industriali avevano in gran parte ripristinato le valute
convertibili a tassi di cambio fissi. Ma né il Fmi né
lamministrazione interna delle economie dei Paesi industriali
erano stati in grado di mantenerli. Il contrasto tra gli interessi
a livello nazionale della Gran Bretagna e i suoi interessi a lungo
termine in qualità di gestore dellarea della sterlina
comportò diverse svalutazioni forzate della divisa britannica
sulle altre valute.
In seguito, il deficit cronico degli Stati Uniti, verificatosi
durante la guerra in Vietnam, e il voler perseguire allo stesso
tempo i programmi di welfare a livello nazionale costrinsero il
presidente Richard Nixon a chiudere la convertibilità del
dollaro il 15 agosto 1971, allo scopo di frenare lassalto
speculativo al dollaro. Lultimo punto fermo per il sistema
dei tassi di cambio fissi, la convertibilità del dollaro
in oro a un prezzo garantito, venne così abbandonato. Sin
dal 1971 il mondo vive con un sistema monetario inconvertibile,
nel quale il prezzo di una valuta rispetto a unaltra dipende
solo dalla forza della domanda e dellofferta sul mercato.
Ma con la fine degli accordi di Bretton Woods è venuta meno
anche la funzione primaria del Fmi. Era stato creato per contribuire
a mantenere stabili i tassi di cambio: uno scopo ormai inutile.
Sin dal 1969 quei tassi hanno subìto oscillazioni, talvolta
anche molto forti. Non serviva più unagenzia internazionale
che prestasse denaro ai Paesi che dovevano affrontare un problema
della bilancia dei pagamenti per evitare che tassi di cambio stabili
subissero mutamenti e che le valute registrassero una svalutazione.
Le risorse del Fondo sono ancora aumentate notevolmente, passando
da 35 miliardi di dollari nel 1979 a 326 miliardi a metà
2006.
Nel 1915 Robert Michels, sociologo francese, aveva pubblicato un
libro profetico, Political Parties (nelledizione italiana,
Sociologia del Partito Politico). Nel testo, Michels aveva teorizzato
«la legge ferrea delloligarchia». Secondo lautore,
ogni organizzazione, indipendentemente dal motivo per il quale è
nata, crea a suo vantaggio interessi specifici. E anche per il Fmi
mantenimento ed espansione dellorganizzazione ben presto sono
diventati gli obiettivi primari. Per poter conservare e ampliare
le proprie risorse e attività, nel corso degli ultimi sessantanni
i vertici del Fmi sono andati alla ricerca di un nuovo ruolo e di
un nuovo settore in cui far uso dei loro vecchi poteri. Una di queste
funzioni era quella di mantenere la liquidità internazionale,
con la creazione dei Diritti speciali di prelievo, lequivalente
internazionale del credito bancario.
Il Fondo ha fornito unassistenza temporanea in termini di
bilancia dei pagamenti per i Paesi in via di sviluppo, ma ha preteso
in cambio politiche di austerità o condizionalità.
Questa ha significato tasse più elevate, minore spesa e una
svalutazione che il Fmi ha creduto potesse aiutare i Paesi beneficiari
a sistemare i problemi di bilancia commerciale. La condizionalità
ha portato a una riduzione delle importazioni e a un aumento delle
esportazioni, allo scopo di ottenere valuta estera sufficiente per
far fronte al pagamento di interessi sul debito estero e per rimborsare
gli investitori stranieri che avevano concesso prestiti. Però
le politiche di austerità del Fmi spesso hanno gettato i
Paesi beneficiari nella recessione, accrescendone la disoccupazione.
Un altro nuovo ruolo del Fmi è stato quello di indurre le
banche private a prestare denaro ai governi nei Paesi meno sviluppati,
dando alle banche stesse una garanzia implicita: che il Fondo sarebbe
intervenuto se per questi Paesi fosse divenuto impossibile far fronte
ai debiti.

I salvataggi rientravano nelle politiche standard fino a quando
lArgentina nel 2001 ha deciso di fare da sé, di svalutare
la sua moneta e di truffare i suoi creditori, promettendo di rimborsarli
con un deprezzamento di circa 30 centesimi per dollaro. LArgentina
ha distrutto la credibilità delle garanzie di salvataggio
del Fmi. La buona notizia è che adesso i privati che concedono
prestiti ai Paesi in via di sviluppo si addossano in toto il rischio,
proprio così come doveva essere.
Laspetto peggiore, comunque, è che i prestiti del Fmi
e della Banca Mondiale sono spesso serviti a sostenere i dittatori,
ad allargare le attività statali a spese delle imprese private
e ad alimentare corruzione e sprechi. Lassistenza finanziaria
internazionale troppo spesso ha portato alla stagnazione anziché
allaccelerazione del progresso economico nei Paesi in via
di sviluppo.
Il Fmi è diventato inutile negli ultimi dieci anni con lascesa
della Cina, dellIndia, del Brasile e delle altre tigri
dellAsia orientale e del Sud-Est asiatico. Questi Paesi hanno
creato ricchezza per miliardi e miliardi di dollari attraverso uno
sviluppo orientato al mercato, hanno accumulato centinaia di miliardi
di dollari di riserve in valuta estera e da tempo non considerano
più il Fmi una fonte di finanziamento. I Paesi asiatici sono
diventati creditori degli Stati Uniti e concedono prestiti ai Paesi
dellAmerica Latina e dellAfrica. I Paesi dellEuropa
centrale e orientale che recentemente hanno raggiunto il successo
si sono sviluppati senza dover ricorrere al Fmi.
Lultimo vertice del Fmi, a Singapore, ha suscitato clamore
per avere aumentato i diritti di voto della Corea del Sud e della
Cina: ma la riunione non è servita per trovare una soluzione
alla perdita del suo compito istituzionale. Il Fondo vuole assumere
il ruolo di consulente economico globale, dando consigli
ai governi su come correggere gli squilibri globali, i tassi di
cambio instabili e laccumulazione delle riserve della Banca
centrale, non preoccupandosi del fatto che queste tendenze danneggeranno
la crescita a livello planetario.
Ma nessun Paese ha bisogno di consigli da parte del Fondo per sapere
come aprirsi al commercio e agli investimenti esteri. Serve solo
la volontà politica per raggiungere questi obiettivi. Nessun
Paese ha bisogno dei consigli del Fondo per comprendere quali siano
le politiche economiche a favore di una crescita. Basta recarsi
nei Paesi baltici come lEstonia, la Lettonia, la Lituania,
o visitare le tigri asiatiche come la Corea, Hong Kong, Taiwan,
Singapore, e la stessa Cina. Nessun Paese ha più bisogno
del Fondo nemmeno come ultima risorsa per un prestito: tutti hanno
accesso diretto ai mercati finanziari globali.
Anche i consigli dati a Giappone e Cina di rivalutare le loro monete
rinnegano lobiettivo originario del Fondo, cioè quello
di promuovere la stabilità dei tassi di cambio. La Cina e
le altre tigri asiatiche hanno gestito decisamente meglio le loro
economie, con la Cina che ha una crescita annua del 9 per cento
per 25 anni, rispetto a quei Paesi che si son fatti dare denaro
e consigli dal Fmi.
Certo, il Fondo assolve una serie di funzioni, oltre a concedere
prestiti. Il Rapporto 2006 ha dedicato dieci pagine allassistenza
tecnica e alla formazione in aree di programma come prevenzione
di crisi, riduzione della povertà, risoluzione e gestione
delle crisi stesse, gestione finanziaria pubblica, vigilanza bancaria
e lotta contro il riciclaggio di denaro sporco, miglioramento dei
sistemi statistici nazionali e sviluppo di mercati mobiliari locali,
per menzionare solo alcune delle aree chiave coinvolte. Ma il Fmi
non ha competenze specialistiche nelle aree della prevenzione e
risoluzione di crisi e della riduzione della povertà, aree
di particolare rilievo. Lesperienza dei Paesi in via di sviluppo
che hanno avuto successo è molto più utile come fonte
di consigli e di esperienza.
Il Fmi può essere daiuto quando si tratta di assistere
Paesi nellapplicazione delle imposte sul valore aggiunto,
decisamente migliori rispetto alle imposte sulle vendite al dettaglio
e ai dazi sulle importazioni che ingiustamente escludono prestazioni
professionali, che sono difficili da mettere in atto e non riescono
nemmeno a generare entrate sufficienti per finanziare persino le
limitate funzioni essenziali del governo in regioni come lAmerica
centrale. Comunque, il Fondo ha bisogno di meno risorse e di minore
personale per portare a termine i pochi programmi costruttivi che
gestisce. Questi possono essere eseguiti allo stesso modo, se non
meglio, da società private di consulenza e da economisti
formati sul mercato dei Paesi ospitanti. Non esiste alcuna giustificazione
per lesistenza di un ente internazionale finanziato dai contribuenti,
le cui poche funzioni utili possono essere svolte da imprese private.
La stessa cosa vale senza dubbio per la Banca Mondiale, per le numerose
banche internazionali regionali e forse, soprattutto, per le Nazioni
Unite. Il mercato globale ha ampiamente eliminato la necessità
di avere il Fmi. È giunto il momento di rispedire a casa
i superpagati dipendenti di queste istituzioni (i funzionari del
Fmi e della Banca Mondiale negli Usa sono esonerati da imposte sul
reddito) e di obbligarli a guadagnarsi da vivere. Se riusciranno
a trovare un posto di lavoro nei settori privati delle loro rispettive
economie.
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