Ma la Bce teme un rialzo dei
prezzi del petrolio e nuove iniziative inflazionistiche dei governi:
aumenti delle tariffe o,
in aggiunta oppure in alternativa,
aumenti dellIva.
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I primi sei mesi di questanno sono stati ricchi di avvenimenti:
il primo gennaio la Repubblica federale tedesca ha assunto la presidenza
di turno del Consiglio dei ministri dellUe; a fine marzo si
sono incontrati a Berlino i capi di Stato o di Governo dei 27 Paesi
per celebrare solennemente il cinquantesimo anniversario della firma
dei Trattati di Roma; poco fa, il Consiglio europeo ha dibattuto
su un possibile superamento di ogni fase di stallo e sul conseguente
rilancio del disegno europeo.
Linsieme di questi avvenimenti ha avuto già un effetto
positivo sulla lunga pausa di riflessione, che era iniziata dopo
il duplice no francese e olandese ai referendum per
la ratifica del progetto di Costituzione. Il dibattito è
ora ripartito, e un nuovo senso di realismo sembra aleggiare sia
tra la grande maggioranza degli Stati, (finora 18), che hanno già
ratificato il trattato costituzionale, sia tra quelli che avevano
manifestato il loro rigetto.
È certamente prematuro avanzare ipotesi di compromesso, ma
quel che sembra al momento positivo è che gli uni e gli altri,
quelli che hanno ratificato e quelli che hanno risposto negativamente,
mostrano una certa disponibilità nel convenire che qualsiasi
soluzione non possa certo ignorare il grande valore politico di
una ratifica già realizzata con successo da parte di diciotto
Paesi membri, e nemmeno ignorare che , in due referendum popolari,
altrettanti Paesi abbiano risposto no.

Un sentiero per una compromesso dovrebbe essere reso possibile
salvando la sostanza e modificando semmai la forma. Gli italiani
sono stati al riguardo molto chiari enumerando tra laltro
alcune riforme ritenute da noi irrinunciabili: la creazione di un
ministero degli Esteri, e di un presidente stabile del Consiglio
europeo; lestensione del voto a maggioranza qualificata; lintroduzione
di meccanismi di democrazia diretta; infine il conferimento di forza
giuridica vincolante alla Carta dei diritti.
Un elemento di incoraggiamento viene anche da alcuni sondaggi che
sono stati condotti a livello europeo, e che dimostrerebbero che
la gran parte dei giudizi critici sullattuale costruzione
europea riflette una domanda di più Europa, non di meno Europa.
In alcune recenti rilevazioni risulta che il 77 per cento degli
intervistati appartenenti ai 27 Stati membri vogliono una politica
di difesa e di sicurezza comune, e il 68 per cento una politica
estera comune. E ancora: più del 50 per cento degli intervistati,
con punte superiori al 75 per cento, hanno risposto di considerare
che spettano allUnione, più che agli Stati membri,
la promozione della democrazia e della pace nel mondo, la protezione
dellambiente, la continuità dellapprovvigionamento
energetico, la prevenzione dei grandi problemi di salute, la crescita
economica, la protezione dei diritti sociali e la lotta contro la
disoccupazione.
In questa situazione di un nuovo inizio di dialogo, unattenzione
particolare viene dedicata alla proposta di approvazione dei Paesi
membri di una dichiarazione sul futuro del Vecchio Continente. Si
tratta di un documento altamente politico e necessariamente breve,
che parte dalla constatazione dellenorme valore ideale
e politico, appunto della costruzione europea finora realizzata.
Nessuno può disconoscere che cè stato un profondo
capovolgimento nella storia del Continente europeo.
Allindomani della fine di uno spaventoso conflitto mondiale
partito proprio dallEuropa, alcuni uomini di grande visione
e di altrettanto grande coraggio hanno ideato e realizzato un processo
innovativo delle relazioni intra-europee basato sulla creazione
di istituzioni comuni per esprimere linteresse comune. Non
si è trattato di annullare le sovranità nazionali,
ma di mettere in campo una loro gestione condivisa, basata sul bene
comune. Ed è stata questa grande intuizione a rendere possibile
caratterizzare lEuropa con un sistema originale di valori,
imperniato sulla centralità della persona umana. Sono questi
i valori che identificano insieme con altri, o più di altri,
lappartenenza alla costruzione europea.
Il ricordo delle profonde motivazioni che sono state alla base
di questo storico disegno è assolutamente necessario, soprattutto
per le giovani generazioni, che hanno conosciuto soltanto il successo
di questi valori, e non le spaventose tragedie che ne avevano costituito
la ragione iniziale. Ma è evidente che se questo ricordo
è necessario, non può essere tuttavia sufficiente
di fronte alla realtà e ai problemi della società
di oggi.
Si sostiene, infatti, che lEuropa abbia bisogno di una nuova
motivazione. La realtà che ci circonda dimostra esplicitamente
che non è necessario cercare una nuova motivazione; essa
è già presente nella nostra vita quotidiana e si proietta
con grande forza nel futuro. Il nostro tempo è caratterizzato
da rapidi e anche radicali cambiamenti negli equilibri mondiali,
da sfide globali che superano la capacità di qualunque Stato
nazionale da solo, per potente che esso sia, di affrontarle con
successo.
Le previsioni indicano che lattuale graduatoria delle potenze
economiche mondiali potrebbe essere profondamente modificata dalle
nuove grandi potenze emergenti, quali la Cina, lIndia, la
Russia, il Brasile. Nel giro di due o tre decenni, nessun Paese
europeo potrebbe, molto probabilmente essere presente nei primi
posti di questa graduatoria. La stessa correzione di alcuni enormi
squilibri finanziari, come quelli degli Stati Uniti, necessitano
di una fattiva collaborazione internazionale.
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