È il Paese
del successo
di Solidarnosc e dellintesa politica della Tavola
Rotonda, ma è
anche un Paese che continua
a fare i conti con la propria Storia.
|
|
Dalla terra italiana verso la Polonia, cantiamo nel
nostro inno nazionale, e questo ci ricorda quanto i nostri destini
si siano incrociati nella Storia. Rammentiamo come gli italiani
accolsero Karol Wojtyla, come uno di loro; e come sostennero Solidarnosc;
e che proprio un italiano, allora presidente della Commissione europea,
accolse formalmente la mia Patria in seno allUnione europea.
Oggi cè una Polonia ben diversa da quella dellepoca
in cui furono scritte le parole dellinno, dalla Polonia delle
lotte per lindipendenza, per la democrazia, diversa anche
da quando entrammo nellUnione. Da alcuni anni ci sentiamo,
sempre di più, partner e amici dei Paesi europei, membri
di questa forte comunità di nazioni, in cui lItalia
ha un ruolo importante. Mentre nasceva Solidarnosc, nel 1980, sentivamo
il forte sostegno da varie parti del mondo: anche dalla terra italiana.
Solidarnosc sarebbe stata molto più debole senza la solidarietà
internazionale. Ancora una volta, grazie.
Lodierna Polonia è da un lato un Paese di successo
grazie alle trasformazioni politiche ed economiche, una moderna
democrazia europea che sta costruendo una forte economia. Ma, dallaltro,
uno Stato che fa i conti con il populismo dilagante sia interno
sia estero, populismo che sfrutta le divisioni causate dal comunismo
allinterno della società. È il Paese del successo
di Solidarnosc e dellintesa politica della Tavola Rotonda,
ma anche un Paese che continua a fare i conti con la propria Storia.
Lintroduzione delle riforme è stata tuttaltro
che facile. Numerosi gruppi sociali sono rimasti esclusi dalla corrente
dei cambiamenti, dovevamo saldare i conti del comunismo, a volte
ci sentivamo soli, tuttavia i nostri obiettivi erano chiari. LEuropa
era la chance, il faro. Che cosa sarebbe accaduto se dopo esserci
liberati dal giogo del comunismo non avessimo avuto dove andare,
se non ci fossero state le strutture dellEuropa? Lintegrazione
è stata un nostro successo. Il tempo ci dirà come
lo utilizzeremo.

Per il mondo odierno, sulla via della globalizzazione, lintegrazione
è lunica via possibile. Una volta conveniva spostare
i confini, innalzare i muri, oggi conviene cooperare. Viviamo in
unepoca di vasi comunicanti: il successo di un Paese è
anche successo del suo vicino, la sua sconfitta significa anche
la sconfitta degli altri. Già nelle sue premesse lidea
dellEuropa era pensata così. La questione è
continuare a svilupparla in modo creativo ma ponderato. Bisogna
cambiare il modo di pensare e aprirsi allo spirito di cooperazione
e di solidarietà. A volte mi sembra che ci vorranno intere
generazioni.
LEuropa non deve dimenticare che è opera destinata
alle prossime generazioni. Abbiamo bisogno di unidentità
europea. In tale ricerca da tempo abbiamo a che fare con due principali
concezioni. Secondo la prima, chiamiamola di sinistra,
dovremmo fondare tutto sulle libertà. Ora ci accorgiamo che
non è credibile fino in fondo: basti pensare alle minacce
alla civiltà, al terrorismo. La seconda concezione, da me
definita di destra, si basa sui valori universali, sulla
responsabilità, sui diritti e sui doveri. Mi è più
vicina, ma non è opportuno imporre il proprio punto di vista.
La democrazia ci ha insegnato la difficile arte del compromesso.
Allalternativa tra sinistra e destra, lEuropa dovrebbe
rispondere trovando un buon centro. È molto importante pensare
alleconomia e alla politica, ma non ci si deve dimenticare
della dimensione spirituale dellEuropa, dei valori. Abbiamo
davanti a noi anni di pacifica e prospera coesistenza, a condizione
di fare riferimento costante ai valori universali. La Costituzione
europea può rappresentare in tal senso lanello di congiunzione,
tutto consiste nel fatto di pensarla in modo giusto.

La Polonia ha una storia complicata, i suoi abitanti sono maestri
di individualismo. LEuropa ci guarda e spesso non comprende
le nostre trasformazioni. Non furono compresi i nostri avvertimenti
nel 1939, fu una sorpresa la protesta operaia del 1980, così
come la transizione pacifica alla democrazia nel 1989. A volte dobbiamo
imparare dai nostri errori per risollevarci. I cambiamenti in corso
evidenziano certi risentimenti e la non comprensione della visione
liberale dellEuropa, ma dallaltro lato rafforzano la
posizione dei giovani nei confronti dellintegrazione e del
valore dellunità europea. Abbiamo la possibilità
di costruire insieme unEuropa forte e stabile. In cui la Polonia
vuole avere un ruolo significativo.
|