Laccesso al
credito oggi è più difficile di prima. Perché,
anche se
il costo del denaro è inferiore, i rischi sono maggiori e
più diffusi.
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LAmerica corre il rischio di entrare in una fase di recessione
causata dalla bolla immobiliare, dai mutui facili, dalluso
spregiudicato della finanza creativa e dalla politica irresponsabile
dellAmministrazione. Ci sono il 50 per cento di possibilità
che gli Stati Uniti entrino in una crisi del genere.
In questo periodo sono in Florida: qui cè già
una recessione, i negozi chiudono uno dopo laltro e le attività
vanno molto a rilento. Ma tutto ciò accade perché
da queste parti, come nella California, a New York e a Boston, prima
esisteva un mercato immobiliare molto forte ed era il motore delleconomia.
È ovvio che le previsioni per il 2008 sono chiare: gli Stati
Uniti dAmerica saranno deboli.

Per quel che riguarda il resto del mondo, a lungo si è ritenuto
che il termometro per misurare lo stato di salute delleconomia
globale fosse landamento degli Stati Uniti con quello del
Giappone e della Germania. Oggi non è più così,
ci sono nuove realtà come Cina e India che hanno acquistato
un peso maggiore, e per questo motivo è necessario valutare
landamento delle economie di questi due Stati per capire lorientamento
globale. Inoltre, a contribuire al rallentamento degli Stati Uniti
nel corso del 2007 sono stati il tasso di risparmio sotto lo zero
e quindi i super-consumi che in Europa non ci sono
e la leggerezza politica dellamministrazione repubblicana.
Quali sono i fattori che incidono maggiormente sulleconomia
e sui mercati, è presto detto: oltre alla recente volatilità
immobiliare, cè un altro grande elemento di incertezza,
ed è rappresentato dallingegneria finanziaria, vale
a dire la finanza creativa.
I prodotti derivati, come call e swaps,
sebbene siano stati pensati per ridurre il rischio sul piano delle
finanze, hanno creato in realtà una sorta di Frankenstein
che distrugge la trasparenza. Questo, unito alla crescita esponenziale
delle operazioni di leverage, ha registrato ricadute
notevoli sui sistemi bancari statunitensi, e non solo.
Per quel che riguarda il punto di rottura, cè una palese
responsabilità delle agenzie di rating, che hanno dato giudizi
generosi per le attività legate ai mutui. Le agenzie hanno
detto ai risparmiatori quello che costoro volevano sentir dire.
Per questo motivo, se cerano tre categorie di mutui con rischi
diversi, si dava a tutti un giudizio di tripla A, vale
a dire il massimo grado della scala di valori. Questo ha reso complicato
capire i rischi reali e ha portato giorno dopo giorno a un abuso
del ricorso al credito spregiudicato.
Quali possono essere, a questo punto, le prospettive per gli Stati
Uniti e per lEuropa è difficile dirlo, perché
il quadro risulta abbastanza complicato. Oltre alla crisi dei mutui,
stiamo assistendo anche a un generale rallentamento dellimport
e dellexport, e a una debolezza del settore bancario. Purtroppo,
le autorità di controllo e le Banche centrali si sono accorte
della situazione in ritardo. È stata la Banca centrale europea
a lanciare il primo allarme e ad adottare interventi mirati, mentre
la Federal Reserve americana è arrivata dopo. In Europa le
ricadute potrebbero essere dunque meno pesanti.

Il piano di incentivi fiscali e la riduzione dei tassi vanno nella
giusta direzione, ma questo non è sufficiente: laccesso
al credito oggi è più difficile di prima. Perché,
anche se il costo del denaro è inferiore, i rischi sono maggiori
e più diffusi.
Le sorti delleconomia dipenderanno dalle scelte future dellAmministrazione
statunitense. Se non si cambierà il tipo di politica che
ha avuto un ruolo decisivo nella crisi, i rischi di recessione non
potranno che aumentare velocemente. Fra laltro, esiste
eccome! un rischio di stagflazione. Ogni volta che la Federal
Reserve si riunisce, metà dei membri del Fomc (il comitato
esecutivo) esprime preoccupazioni per linflazione, e laltra
metà per la crescita e per loccupazione. E questo mi
riporta alla mente la situazione degli anni Settanta.
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