IN QUESTO NUMERO








Crisi politica e crisi economica si compenetrano a tal punto, che non si sa più da quale parte incominciare per venir fuori dal baratro. La lira è con le ossa rotte. Ma le altre monete occidentali? Quale storia hanno avuto in questi ultimi tre anni? E quali sono state le diverse esperienze di fronte alla spirale dell'inflazione, che ha coinvolto i paesi liberi? Rispondono due esperti: Eraldo Gaffino, redattore de La Repubblica, e Claudio Alemanno, esperto di problemi monetari e fiscali dell'Assonime.
Un governo in agonia ha approvato la nuova legge sul Mezzogiorno, che destina 16.500 miliardi di lire dal 76 all'80 per l'economia meridionale: non è chiara la copertura finanziaria (ma chi bada più a questo principio, che fu tutto einaudiano?); è chiaro solo un fatto: la svalutazione sta già trasformando in una montagna cartacea questa massa monetaria. Si ripete così la storia magniloquente degli interventi straordinari nel Sud. Due economisti, Cosimo Prete e Dario Giustizieri, tirano le somme di questa grande illusione. Le somme della congiuntura ci sono invece proposte, nella nuda realtà delle cifre, dal Prof. Guglielmo Tagliacarne.
Il Salento ha 94 paesi, nessun'altra provincia pugliese ne ha così tanti. Avviare un'indagine statistica che, basandosi su 270 indicatori, dia una radiografia completa di tatti i centri abitati salentini, è stata un'impresa di prim'ordine. Dor Mazzarani, utilizzando materiale della Svimez, ci farà "leggere" le strutture fisiche, demografiche, del mondo del lavoro, dei beni civili e dei servizi sociali, della scolarità, dell'emigrazione, con 25.380 dati, che formano il mosaico più completo di rilevazioni effettuate sulla nostra terra.
Sud del Sud, la Calabria è di turno nell'area rotocalco. Calabria sinonimo di arretratezza, di inferno idrogeologico, di diseconomie, e di ghibellinismi di campanile. Ma anche Calabria come amore, terra multiforme e romantica, selvaggia e malinconica, madre di santi e di fuorilegge, di originali scrittori e di disperati emigranti, contraddittoria regione-simbolo di un Mezzogiorno sospeso fra tradizione e liberazione, tra passato e presente.
1856, Regno delle Due Sicilie: il Real Ministero di Stato dell'Interno affida a Benedetto Marzolla il compito di redigere una "Carta dei prodotti alimentari" delle province continentali. Il suddito borbonico crea 51 simboli, ricostruendo un'originale carta geografica del Mezzogiorno: ce ne parla Romana Turchini. Invece, Luciano Milo esamina una "carta" del Salento, o meglio, della Terra d'Otranto, redatta nel 1714, e stampata dal celeberrimo Domenico De Rossi, di Roma. Per i nostri giorni, Salento sotto il sole, lunga estate fra Jonio e Adriatico: Eloisa Malagoli è alle prese con una delle sue scorribande salentine, ben note ai nostri lettori.

Chiudono questo numero le consuete pagine azzurre, la "Lettera del Presidente" precede notizie sulle attività della Banca Agricola Popolare di Matino e Lecce. Buona lettura, e appuntamento per il prossimo settembre.


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