Salento in cifre (1)




Dor Mazzarani



Ci sono voluti mesi e mesi di lavoro paziente, una "scaletta" di rilevazioni che, a livello operativo, ha coinvolto autorità comunali e provinciali, per il più completo censimento, paese per paese, dei dati: ma, alla fine, è venuta fuori una radiografia che copre l'arco di un ventennio, dal 1951 al 1971, grazie alla quale gli imprenditori, gli operatori economici, i professionisti, potranno orientarsi per le loro scelte. Nelle cifre che presentiamo c'è tutto. Per questo, siamo costretti a dividere in tre puntate successive il materiale che abbiamo a disposizione, altrimenti rischieremmo di perderci in un mare dì cifre. I comuni della penisola salentina sono 94 (considerando Nardò e Porto Cesareo ancora come unica entità territoriale). Ciascun comune è interessato da 270 dati, o indicatori: in complesso, avremo a disposizione 25.380 cifre che riguarderanno, in venti tabelle, i seguenti settori:
1) Superficie territoriale e densità; popolazione residente e presente per sesso, variazione della popolazione residente 1951-1971; movimento della popolazione; matrimoni.
2) Popolazione residente per classi di età; stato civile.
3) Popolazione residente temporaneamente assente, per sesso, luogo di presenza e motivi dell'assenza.
4) Popolazione residente in età da 14 anni in poi, attiva e non attiva, per sesso.
5) Popolazione residente attiva in condizione professionale, per sesso e ramo di attività economica.
6) Famiglie residenti per condizione del capo famiglia e con il capo famiglia in condizione professionale, per ramo di attività economica.
7) Famiglie residenti per condizione del capo famiglia e con il capo famiglia in condizione professionale, per sesso, settore di attività economica e posizione nella professione.
8) Alunni e aule per tipo di scuola e popolazione residente in età da 6 anni in poi, per sesso e grado di istruzione.
9) Abitazioni in complesso, occupate e non occupate.
10) Abitazioni in complesso occupate e non occupate, per epoca di costruzione e per titolo di godimento.
11) Abitazioni in complesso occupate e non occupate, per servizio installato; abitazioni occupate sfornite di acqua potabile e gabinetto.
12) Ripartizione della superficie aziendale agricola secondo l'utilizzazione dei terreni; superficie di bonifica integrale.
13) Aziende e relativa superficie totale, per forma di conduzione e per titolo di godimento.
14) Aziende per classe di superficie totale; meccanizzazione agricola.
15) Aziende per coltivazioni legnose agrarie, per principali coltivazioni.
16) Aziende con seminativi, per principali coltivazioni; aziende con bovini.
17) Abbonamenti Rai-Tv; immatricolazioni di autovetture; spese per cinematografo e tabacchi.
18) Unità locali e addetti per ramo di attività economica; sportelli bancari.
19) Licenze di commercio fisso e ambulante; pubblici esercizi; attrezzatura alberghiera; postiletto negli istituti di cura.
20) Imposte di consumo; imposte di famiglia; ICAP.
L'analisi delle cifre sarà condotta in apertura, al fine di non frantumare le tabelle. Per questa prima puntata, oltre ai dati fisico-geografici, riportiamo dati quasi esclusivamente dedicati alla popolazione, fino alla composizione per famiglie, lasciando per la prossima volta i rimanenti dati delle strutture, beni e servizi civili e sociali per ciascun paese del Salento. Oltre alla densità per kmq, che pure è indicativa delle diverse concentrazioni demografiche, vengono subito in primo piano i dati dell'emigrazione, attraverso le differenze rilevate tra nati, residenti e presenti; le fasce di età della popolazione attiva, nell'industria, agricoltura, servizi, commercio e altre attività, e quella non attiva, solo in parte assorbita dagli studi superiori, e per il resto chiusa nella spirale della disoccupazione; lo stato di professionalità, che sottolinea le diverse componenti dell'istruzione e gli sbocchi che questa consente - o il tipo di disoccupazione intellettuale che determina - nel campo del lavoro; le differenze per sesso dei presenti, residenti, ed emigrati, e i luoghi di lavoro, comprese le cause che hanno determinato la "fuga", in cui in linea di massima si sono diretti i "trenidella speranza"; altri dati collaterali, indicativi tuttavia dello stato di malessere in cui si trova la penisola Salentina.

Naturalmente, si tratta di dati sulle persone presenti e residenti; una indagine quasi a parte formerebbero altre rilevazioni, che tenessero conto globalmente dei salentini emigrati a partire per lo meno dal 1890 ai nostri giorni. Il panorama potrebbe avere, in questo caso, alcuni aspetti diversi: maggiori forze di lavoro in agricoltura, ad esempio, o nelle attività terziarie; un ritmo di sviluppo demografico più intenso negli anni d'inizio del secolo; più alto indice di analfabetismo, e un tasso molto meno accentuato della scolarità; e via di seguito.
Si tratta, ovviamente, tanto dell'emigrazione verso l'estero, con prevalenza nei paesi dell'America Latina e nella Repubblica Federale Tedesca (per questi ultimi anni), quanto dell'emigrazione verso altre regioni dell'Italia, con destinazione verso il "triangolo industriale" e verso Roma, unica città non prevalentemente industriale, che tuttavia ha assorbito una consistente quota di forze di lavoro, in massima parte diplomate o laureate. Roma è dunque la città italiana che, per la disponibilità di impiego pubblico (ministeri, parastato, eccetera), funge ancora da polo di richiamo di giovani salentini e meridionali.
Altro fatto da mettere in evidenza: se si esclude il movimento migratorio, la composizione delle forze di lavoro e gli indici dei beni civili e dei servizi sociali non hanno subìto sostanziali trasformazioni nell'arco di tempo compreso tra la chiusura delle rilevazioni e i nostri giorni; si è trattato, nella massima parte di casi, di variazioni tanto minime, che la scienza statistica le ritiene irrilevanti. Qualche dato interessante sarebbe potuto venir fuori con l'attuazione di una politica di impiego di manodopera qualificata, se il settore dell'industrializzazione avesse avuto lo sviluppo auspicato agli inizi degli anni '70. Poiché anche questa speranza è andata delusa, la geografia delle cifre del Salento resta ferma agli indici e alle rilevazioni su riportate.
(1-continua)


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