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Salento in cifre (3) |
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Dor
Mazzarani
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Uno dei dati che
balza immediatamente in primo piano, nell'analisi dei dati dell'Istituto
per lo sviluppo industriale nel Mezzogiorno, è questo: il Salento
ha un'economia agraria tradizionalmente fondata sulle coltivazioni permanenti
legnose: vite e olivo sono emblematici di una terra che ha sofferto
la sete più d'ogni altra area del Mezzogiorno, e, possiamo dire,
dell'intera penisola. La mancanza di acqua ha condizionato oltre ogni
altro fattore lo sviluppo di un'agricoltura che pure ha "dato il
pane" a decine di migliaia di famiglie. Ma si è trattato
di un pane difficile, e pure scarso. La natura carsica del sottosuolo
salentino, e dunque l'assenza di corsi d'acqua; la mancata politica
irrigua, che avrebbe potuto dare un volto ben diverso alle nostre produzioni
e agli sbocchi di mercato; e, con questo, la scarsa convenienza a creare
grandi aziende (se si escludono alcune esemplari imprese agrarie, per
lo più legate alla produzione di vino ad alta gradazione, utilizzato
per il "taglio" di deboli vini che avevano solo il pregio
del buon nome, grazie ad aggiornate tecniche di pubblicità),
hanno finito col creare una vera e propria costellazione di piccole,
piccolissime e microscopiche proprietà, chiuse nel circolo vizioso
dell'economia famigliare, senza reddito e senza futuro. Cosa abbia potuto
significare la riforma agraria, negli anni roventi delle rivolte contadine,
in una regione non irrigata, non elettrificata, priva di beni e servizi
civili e sociali, con proprietà frantumata, è facilmente
comprensibile. Meno comprensibile può essere il mancato sviluppo
cooperativo, e assai oscure sono le ragioni della mancata sperimentazione,
della ricerca scientifica per il miglioramento dei prodotti, dell'abbandono
dell'agricoltura tecnologica, come si chiama in America, che è
quella che rende, di più, e ha creato un'occupazione con redditi
quasi privilegiati. Ma questo discorso ci porterebbe molto lontano.
L'indagine sulle
strutture fisiche, demografiche, economiche e produttive della penisola
salentina potrebbe chiudersi qui. Tuttavia, per una radiografia completa,
ci sembra indispensabile riportare, in un'appendice, un'altra breve
serie di dati, che riguarderanno gli aspetti socio-civili: nel prossimo
numero, dunque, ci occuperemo delle ultime rilevazioni, quelle sugli
abbonamenti alla Rai-tv, sulle immatricolazioni di autovetture, sulle
spese per cinematografo e tabacchi; le rilevazioni sulle unità
locali e gli addetti per ramo di attività economica, sugli sportelli
bancari, sulle licenze di commercio fisso e ambulante, sui pubblici
esercizi, sulle attrezzature alberghiere, sui posti letto negli istituti
di cura; infine sulle imposte di famiglia, di consumo, e sull'Icap. (3-continua) |
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