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CONGIUNTURA
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Orizzonte oscuro |
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Libero
Lenti
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Il problema non
riguarda solo le partite correnti, ma in particolare, e in misura sempre
maggiore, i disavanzi di bilancio della pubblica amministrazione e i costi
e ricavi delle imprese. In parole povere, la produttività di tutto
il sistema economico italiano.
Di solito si prevede
l'avvenire, e particolarmente quello economico, in funzione, di quanto
è accaduto nell'immediato passato. Anche per questo motivo, ma
non solo per questo, l'orizzonte economico si presenta piuttosto grigio,
con tendenza ad un ulteriore oscuramento. Non c'è bisogno di
soffermarsi molto sui motivi che consentono di sostenere questa diagnosi
e prognosi: ne basta uno: la produzione industriale è andata
progressivamente rallentando; il che, se si tiene conto di una produzione
agricola men che mediocre, e d'una produzione dei servizi che appena
si colloca nella normalità, lasciava già prevedere per
il 1977 un consuntivo tutt'altro che soddisfacente. Donde, un preventivo
per il 1978 che non lascia molti margini all'ottimismo.
La produzione dei beni di consumo, compresa quella dei beni intermedi, come le materie prime ed i prodotti semilavorati, ha dunque registrato e registra un progressivo rallentamento.
Sembra chiaro, senza bisogno di molte elaborazioni statistiche, che se aumenta la domanda del resto del mondo dei beni industriali soddisfatta con l'esportazione, come sta aumentando in quantità, ne deve risultare come differenza una domanda interna piuttosto mediocre. Si può perfino porre l'ipotesi d'una domanda privata, sempre in quantità, inferiore a quella dell'anno scorso. Per spiegare la stasi, od anche la contrazione della domanda interna dei beni di consumo, ci si può riferire a fattori " esogeni " che operano esternamente al sistema delle famiglie, ma che incidono direttamente sul loro reddito disponibile, ma altresì a fattori " endogeni ", o se si vuole di natura psicologica, e cioè a quelli particolarmente connessi con le preoccupazioni che le famiglie manifestano nel loro àmbito per quanto riguarda le vicende del nostro sistema economico. Sui fattori esogeni è sufficiente ricordare la pressione tributaria che aumenta a vista d'occhio. Anzi, sempre più diffusa è l'impressione che i tributi stiano assumendo l'aspetto di imposte-gràndine quali erano teorizzate in altri tempi, e cioè d'imposte che cadono, distruggendolo, sul raccolto costituito dai redditi delle famiglie, vale a dire senza dar luogo alla fornitura di corrispondenti beni e servigi di natura collettiva ed indivisibile. Quest'aumento della pressione tributaria trova parziale giustificazione con la necessità di finanziare vistosi trasferimenti di ;reddito, per esempio con l'azione assistenziale e previdenziale. I redditi così trasferiti danno poi luogo a consumi. Ma trasferire redditi non significa produrli. Così anche si spiega l'aura inflazionistica che, nonostante ogni sforzo, caratterizza e caratterizzerà il funzionamento del nostro sistema economico. Con i trasferimenti di reddito s'alimenta infatti la domanda monetaria interna. Ma se nello stesso tempo non se ne materializzano i redditi con la produzione di beni e servigi ne risulta una contrazione dell'offerta reale. Donde, nuovi stimoli per l'aumento dei prezzi.
Naturalmente, c'è
qualcuno che ancora ritiene inadeguata la pressione tributaria. Per
esempio, rifacendosi alle indagini per campione eseguite annualmente
dalla Banca d'Italia sulla distribuzione dei redditi, trovano che da
noi la loro concentrazione è piuttosto elevata. Sicché,
sempre secondo costoro, ogni azione pubblica intesa a determinare una
contrazione della domanda, specie dei beni provenienti dal resto del
mondo, è destinata a rimanere senza efficacia. In altri termini,
i percettori di redditi più elevati, non scremati a sufficienza
con tributi e contributi, potrebbero buttarsi sui consumi facendo aumentare
i prezzi sul mercato interno e squilibrare di nuovo con maggiori importazioni
le partite correnti della bilancia dei pagamenti. Lasciamo pure da parte
la concentrazione dei redditi che ad occhio e croce nel nostro sistema
economico non è molto differente da quella in atto in altri sistemi,
compresi quelli comunisti, ove si tenga conto del complesso dei redditi
famigliari, e non solo di quelli puramente monetari. Sta invece il fatto
che se si cerca di spiegare l'inflazione con un'elevata concentrazione
dei redditi non si è mai sentito parlare della legge di Engel,
in base alla quale la propensione ai consumi diminuisce di mano in mano
che aumentano i redditi. Sicché, in senso speculare, aumenta
psicologicamente la propensione al risparmio.
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