Agricoltura e Mezzogiorno




Franco Compasso



Un'interessante collana dedicata alla " questione meridionale " dal dopoguerra ad oggi è stata realizzata dalla Svimez per fornire un'ampia e articolata conoscenza di particolari temi relativi al Sud. Ai volumi già pubblicati (" Il Mezzogiorno alla Costituente ", a cura di P. Bartucci; " Il Mezzogiorno nel Parlamento repubblicano ", a cura di P. Bini), si è affiancata ora la cospicua ricerca di E. Zagari, " Mezzogiorno e agricoltura ", condotta su trent'anni di pensiero economico e di scelte politiche, che ha il merito di presentare un panorama organico delle diverse posizioni culturali e politiche emerse dal dopoguerra ai nostri giorni. La raccolta si apre con la relazione che Manlio Rossi Doria (" Strutture e problemi dell'agricoltura meridionale ") svolse al convegno di Bari nel dicembre 1944, e che può considerarsi come il punto di partenza della nuova metodologia per affrontare i problemi del Sud. Le tesi del meridionalismo " classico ", che identificavano le cause dell'arretratezza del Mezzogiorno nel " malgoverno ", nell'avversità delle condizioni geografiche, nel " blocco storico " fra gli agrari del Sud e gli industriali del Nord. si arricchiscono, con Rossi Doria, di una propria fisionomia che trova nella centralità della questione agraria lo snodo delle contraddizioni e delle tensioni sociali esistenti nell'area meridionale. Per Rossi Doria non c'è un solo " Mezzogiorno agrario ": se l'agricoltura del Sud ha ordinamenti, strutture, indirizzi e rendimenti culturali diversi, occorre riportare la infinita varietà a gruppi di situazioni più generali in cui sia dato riconoscere fondamentale unità di strutture e di problemi. Non è azzardato riconoscere che in questa intuizione è la radice della programmazione economica, la necessità e l'urgenza di affrontare con una unitarietà di indirizzi e con una globalità di interventi la politica delle strutture in agricoltura.
Dalla politica delle strutture al potenziamento e sviluppo della produzione agricola il passo è breve, e l'agricoltura meridionale ha sofferto e soffre tuttora per la scarsa incidenza di questi due fattori. L'importanza dell'irrigazione nello sviluppo economico del Sud fu alla base di un vasto programma predisposto dal ministero dell'Agricoltura nel '49. Con esso si volle mettere in risalto come il potenziamento della produzione agricola nelle regioni meridionali e insulari -che hanno caratteristiche climatiche delle zone caldo-aride mediterranee - è da ricercarsi nella carenza delle precipitazioni nel periodo estivo. Un obiettivo giudizio storico sulla Cassa per il Mezzogiorno rivaluta il ruolo e la funzione di quest'organismo, istituito per rompere antichi squilibri e depressioni. Proprio il settore dell'agricoltura è quello del quale l'azione " straordinaria " della Cassa ha indirizzato il prevalente flusso di investimenti, attraverso interventi di bonifica idraulica, sistemazioni forestali-agrarie, irrigazione, viabilità e acquedotti rurali. Gli interventi della " mano pubblica " nell'agricoltura del Sud hanno avuto un carattere bivalente, perché indirizzati e a fini congiunturali e a modifiche strutturali. Il saggio conclusivo di Gian Giacomo Dell'Angelo sottolinea la necessità e l'urgenza di una organica politica nazionale ed europea a favore dell'agricoltura meridionale.

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