Sintomi favorevoli




Ulrico Buttini



Gli investimenti industriali indirizzati alla ripresa; andamento positivo, nel prossimo triennio, dell'edilizia residenziale; aumento dei consumi reali: queste circostanze dovrebbero stimolare ulteriormente l'attività economica, secondo le rilevazioni di " Mondo-Data Resources ". La situazione nei Paesi industrializzati.


In Europa il clima economico interno ed esterno è favorevole a una crescita moderata ma costante nel corso dei prossimi 12 mesi. Secondo il Mondo-Data Resources, l'espansione della produzione reale sarà notevolmente più modesta nel 1978 che nel 1976: avrà meno probabilità di riaccendere le aspettative inflazionistiche e di conseguenza condurrà a politiche economiche meno restrittive. Le recenti vittorie conseguite nella lotta all'inflazione, sostiene l'indagine, l'esistenza di un cospicuo eccesso di capacità produttiva e i livelli record della disoccupazione (che esercitano un'azione frenante sulla dinamica dei prezzi e dei salari) lasciano spazio a una crescita più rapida di quella della capacità produttiva, senza che ci sia il pericolo di provocare una nuova accelerazione dell'inflazione nel breve periodo. Ci vorrebbero da quattro a cinque anni di espansione moderata della produzione, più rapida dell'incremento della capacità, per ridurre in misura apprezzabile il divario fra i livelli effettivi di produzione e la capacità produttiva.
Nei quattro maggiori Paesi europei (Gran Bretagna, Francia. Repubblica Federale Tedesca e Italia), i governi cominciano ad essere seriamente preoccupati dell'elevato e crescente costo di una massa di circa quattro milioni e mezzo di disoccupati, in termini di indennità di disoccupazione che debbono essere versate, e di mancati introiti per contributi sociali e imposte sui redditi. Questo elevato costo della disoccupazione, le crescenti pressioni sociali a favore dell'aumento dell'occupazione e il recente declino dell'inflazione stanno inducendo i responsabili delle politiche economiche ad elevare lentamente la priorità attribuita al mantenimento di una crescita costante e superiore all'espansione della capacità produttiva. Sicché, gli investimenti industriali contribuiranno notevolmente alla ripresa; l'edilizia residenziale avrà in diversi Paesi, nel prossimo triennio, un andamento positivo; cresceranno i consumi reali, in particolare la domanda di beni di consumo durevoli; le amministrazioni locali e i governi nazionali europei saranno tentati di finanziare disavanzi più ampi di quelli previsti, grazie alla disponibilità di credito a basso costo. Questa circostanza stimolerà ulteriormente l'attività economica.

ITALIA
La " ripresina "

Avviatosi all'insegna dell'incertezza sulla possibilità che la politica economica del governo fosse in grado di controllare l'economia senza eccedere nella permissività né nella compressione dell'attività produttiva, è ormai certo che il 1978 sarà mediamente un anno non brillante, caratterizzato da un lieve incremento del prodotto interno e da un rallentamento dell'inflazione meno marcato di quello sperimentato nel 1977. L'incertezza politica, la complessa opera di ricucitura di forze politiche tradizionalmente opposte, il terrorismo e i suoi infami delitti influiscono direttamente sulle decisioni da prendere in campo politico ed economico. Ripresa, dunque, ma strisciante. Il risultato medio sarà dunque una crescita del prodotto interno lordo più vicina al 2,5 che non al 3 per cento. Il livello di attività economica ha toccato il fondo nel terzo trimestre dell'anno scorso, parallelamente a un forte decumulo di scorte da parte del sistema produttivo, che aveva portato la produzione industriale a un livello del 10% rispetto al livello raggiunto all'inizio dell'anno. Dall'autunno scorso, il simultaneo, recupero delle economie europee e l'esaurimento delle scorte non desiderate stanno sostenendo l'attività produttiva, anche se con effetti poco appariscenti. Anche se ritardata di un trimestre, la ripresa dei consumi ci sarà, soprattutto nel secondo trimestre di quest'anno, e sarà seguita dalla ripresa degli investimenti in macchinari ed impianti. Più lenta l'attività del settore delle costruzioni, soprattutto residenziali.
Se si misura l'espansione dell'economia non con riferimento agli anni solari '77-'78, ma ai 12 mesi che terminano nella primavera del '79, l'andamento dell'economia risulterà ben diverso. Alla fine del primo trimestre dell'anno prossimo il prodotto interno lordo sarà superiore del 5,8% rispetto a quello prodotto nel primo trimestre di quest'anno; i consumi privati del 3,6%; gli investimenti in macchinari ed impianti del 5,5%. E' ovvio che queste previsioni sono legate a un quadro di stabilità politica: dopo l'assassinio del leader della Dc, Moro, infatti, si prevede un irrigidimento delle forze politiche tradizionalmente opposte; ciò determinerà, si prevede lungo l'arco '79-80, fasi di incertezza e di instabilità che possono avviarsi con l'imminente elezione del nuovo Presidente della Repubblica, e influire negativamente sul mondo economico. In questa prospettiva, non potendosi azzardare ipotesi che poi sarebbero smentite dai fatti, nel prossimo biennio stime assai prudenziali rilevano che l'economia italiana potrebbe rafforzarsi con una crescita del prodotto interno oscillante intorno al 4,8%. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione (espresso in termini con la nuova rilevazione delle forze di lavoro), dopo un ulteriore aumento nell'anno corrente dal 7,3 al 7,6%, scenderà al 7,1 e al 6,8% nel 1980. Per quanto riguarda l'inflazione, il giuoco dei valori medi annuali rivelerà una forte decelerazione fra il '77 e il '78, passando dal 17 al 12%, mentre il rallentamento che interverrà nel corso dell'anno sarà molto minore. L'andamento del tasso di cambio nei prossimi mesi sarà ancora molto stabile nei confronti del dollaro, mentre è previsto per la fine dell'anno un indebolimento che porterà di nuovo la lira a un cambio di 880/890 per dollaro. Questa tendenza dovrebbe imputarsi al differenziale di inflazione che permarrebbe ancora nel caso che le recenti spinte inflazionistiche negli Usa siano rapidamente controllate.
Implicito il deterioramento della competitività delle esportazioni fino al 1980. Su una linea positiva, invece, la bilancia dei pagamenti, e splendide le prospettive dell'introito di valuta pregiata per effetto del turismo, mentre sarà stabile l'ingresso di valuta per rimesse dall'estero da parte degli emigranti. Nel complesso, dunque, il quadro delle previsioni per il settore reale dell'economia italiana è condizionato dalla realizzazione di una più attenta politica fiscale e da una politica monetaria che guidi lentamente i mercati monetari e finanziari verso una struttura di domanda e di offerta di attività finanziarie propria di una situazione di inflazione e di aspettative di inflazione normali, con cielo coperto sull'orizzonte politico.

STATI UNITI
Per colpa dei cicloni

Fino a poco tempo fa, era previsto un tasso d'incremento del prodotto nazionale lordo del 4,5% per l'intero anno incorso. Ora, si parla del 2,4%, almeno per il primo semestre. Il maltempo è stato la causa principale del rallentamento; colpa dei cicloni, dunque: ma anche dello sciopero dei minatori di carbone, che ha influito sulla strategia delle scorte, sulla produzione, sui profitti, sulla crescita monetaria e sui tassi d'interesse. Il prodotto nazionale lordo registrerà, però, nel secondo trimestre, una forte ripresa, dell'ordine del 6,5%. Il tasso di espansione per l'intero '78 sarà dunque del 4,3%; alla fine dell'anno si prevede un nuovo indebolimento, per cui la dinamica dell'economia, rallentando, porterà nel '79 una crescita inferiore al 4%.
L'inflazione è attestata intorno al livello del 6%. Previsto un calo dei consumi, e un rialzo dei tassi d'interesse. Gli investimenti fissi industriali saliranno quest'anno del 4,8%; la bilancia commerciale migliorerà modestamente, poiché le esportazioni dovranno essere orientate verso i Paesi in via di sviluppo e verso il Giappone, le cui bilance dei pagamenti sono meno deficitarie rispetto ai Paesi industrializzati. Infine, dato che la crescita del prodotto reale continuerà a mantenersi superiore a quella della capacità produttiva, il tasso di ,disoccupazione scenderà ulteriormente, passando dall'attuale 6,4 al 6,3 per cento.

GERMANIA FEDERALE
Fermare il marco

La ripresa economica continua, senza sosta. Il carnet degli ordini industriali si è infittito, e la disoccupazione ha registrato miglioramenti rilevanti. Diversi Paesi europei premono perché la RFT adotti ulteriori misure espansionistiche, come locomotiva dell'economia mondiale, ma Bonn replica affermando che i successi nella lotta all'inflazione vanno salvaguardati. Tutt'al più, i tedeschi sono disposti ad evitare un rialzo eccessivo del marco e a rallentare la crescita delle esportazioni. Le riserve valutarie internazionali della Bundesbank sono cresciute in maniera rilevante, e questa è una tendenza facilmente ipotizzabile anche per il prossimo anno.
Il prodotto nazionale lordo crescerà quest'anno del 3,4% (+ 1% rispetto all'anno scorso). Di conseguenza, la disoccupazione scenderà da 1.213.000 a 987.900 unità, ossia al 4,3% della forza di lavoro. La crescita del prodotto, reale sarà alimentata da un incremento del 4% dei consumi pubblici, da un'espansione del 4,2% degli investimenti industriali lordi e da un aumento di circa il 5% del volume delle esportazioni di beni e servizi. Le importazioni saliranno quest'anno del 7%. Nel prossimo triennio, costante saldo attivo della bilancia commerciale. La Germania Federale ha conseguito importanti vittorie, nel campo dell'inflazione grazie anche al comportamento responsabile dei sindacati, i quali hanno ritenuto inopportuni aumenti salariali in considerazione del rialzo del marco e li hanno definiti: " non necessari " per il declino del tasso di inflazione dei prezzi al consumo.

GIAPPONE
Il Sol Levante si ridimensiona

Dopo la crisi petrolifera, la tendenza si è rovesciata: gli obiettivi di espansione per gli esercizi '77 e '78, originariamente previsti dell'ordine del 6 e del 7%, sono ora realisticamente ritenuti alti. L'economia giapponese ritiene di poter raggiungere un probabile tasso di crescita del 4,9% e del 5,6%. La concorrenza coreana e della Cina nazionalista (Taiwan) ha rallentato le esportazioni giapponesi del 10%.Una bassa crescita produttiva interna, l'abbondanza delle scorte, la scarsa domanda metropolitana hanno contenuto le importazioni. Perciò, la ripresa è prevista solo per la fine di quest'anno, quando troveranno pratica attuazione gli accordi commerciali presi con Pechino e con Mosca. Stabile sul 2% il livello della disoccupazione; prevista una lieve riduzione dell'attivo della bilancia commerciale con Usa e Cee mentre lo Yen continuerà a salire per effetto del disavanzo statunitense. Il tasso di disoccupazione potrà passare all'1,9%, ma l'inflazione dei prezzi al dettaglio accelererà al 6,2%. Nel prossimo ,anno le esportazioni saliranno del 2,4%, mentre le importazioni aumenteranno del 5,1%.

FRANCIA
Verso il take off

La situazione economica, e in particolare il valore del franco, sono stati notevolmente influenzati dalle incertezze politiche delle recenti elezioni. Ora, Parigi sta preparando una nuova azione, di rilancio e di decollo dell'economia.
L'economia francese è stata tradizionalmente in grado di conseguire incrementi del prodotto reale superiori dello 0,75 o dell'1 % a quelli registrati dalla Germania occidentale. Si prevede che questo vantaggio continuerà ad essere mantenuto durante i prossimi tre anni, senza che questo inneschi processi inflazionistici o ravvivi le aspettative inflazionistiche. Il prodotto nazionale tordo sarà quest'anno del 4,5%. Ciò significa che la ripresa sarà modesta rispetto agli anni dal '73 al '76. La ripresa sarà aiutata da un incremento del 4,4% dei consumi pubblici e degli investimenti fissi, e dalla lievitazione del 6,1 % del volume delle esportazioni di beni e servizi. La disoccupazione calerà dello 0,7%, passando da 1,09 a 1,08 milioni nel '78, equivalenti a un tasso del 4,8%. L'inflazione dei prezzi al dettaglio scenderà di un punto, dal 9,5 all'8,5%, Anche se la bilancia dei pagamenti si manterrà passiva, il disavanzo scenderà a trenta miliardi di franchi nel 1977 e a circa 20 miliardi e mezzo alla fine del 1978.

GRAN BRETAGNA
Inflazione bloccata

La buona ripresa dell'economia e l'apparente solidità della sterlina possono essere attribuite al successo conseguito nel contenere le aspettative inflazionistiche, oltre che agli effetti stimolanti della produzione petrolifera del Mare del Nord. Il petrolio ha ridotto la dipendenza britannica dalle importazioni dell'Opec e ha avuto un effetto favorevole sui prezzi d'importazione. Il governo è stato in grado di mantenere l'espansione del ricorso pubblico al mercato del credito e la crescita degli aggregati monetari entro i limiti imposti dal Fondo monetario internazionale. Le politiche fiscali e monetarie restrittive hanno provocato l'aumento della disoccupazione e hanno rappresentato un chiaro avvertimento ai sindacati che richieste salariali eccessive si tradurrebbero semplicemente in un incremento del numero di inoccupati.
Il prodotto nazionale lordo crescerà nell'anno corrente del 3,7%. La disoccupazione, tuttavia, aumenterà del 3 4% (1,44 milioni di unità), ossia il 6% della forza di lavoro. La crescita reale del prodotto industriale sarà favorita dall'incremento degli investimenti, dell'edilizia e delle esportazioni di beni e servizi. Le importazioni cresceranno del 3,2%. La bilancia commerciale registrerà un saldo attivo di 2,8 miliardi di sterline, in netto contrasto con il disavanzo di 1,33 miliardi con cui si è chiuso il 1977.

CANADA
Due anni difficili

1978 e 1979 saranno due anni di grande importanza: quest'anno, elezioni politiche, referendum secessionista per il Quebec, progetti di costruzioni per l'energia. Tutti fatti che condizioneranno le prospettive economiche almeno per il prossimo triennio. Fino a quando il nodo politico dei canadesi di lingua francofona non sarà risolto, l'avvenire del federalismo e la stessa economia canadese resteranno in un limbo imperscrutabile. Di qui, il peggioramento della bilancia dei beni e servizi (che migliorerà solo il prossimo anno, pur restando sempre in perdita per 5,1 miliardi di dollari canadesi), e il deprezzamento della moneta. Lo sviluppo del settore dell'energia porterà per tre anni al miglioramento del saldo attivo della bilancia dei pagamenti. L'economia è sostenuta dai consumi privati, dalle riduzioni fiscali e dall'accelerazione della spesa pubblica, ma c'è il ristagno degli investimenti industriali, la cui curva nel '78 resterà praticamente piatta. Due anni di crescita del prodotto lordo, fino a tutto il '79, contribuiranno a far calare la disoccupazione (dall'8,3 all'8%, e al 7,7% nel 1980). L'inflazione oscillerà attorno al 7% fino a tutto il 1980, dunque superiore dell'1% rispetto alla dinamica inflazionistica degli Usa: fatto, questo, che determina l'indebolimento del dollaro canadese nei confronti di quello statunitense.

Conclusioni

Dai dati rilevati si evince che ci troviamo di fronte a un momento di transizione di rilevante importanza: le economie deboli stanno affrontando la fase delicata del passaggio verso forme di espansione contenuta, dalle quali dovrebbero passare ad una fase più sostenuta. Le economie forti, che con una certa riluttanza hanno accettato il ruolo di " locomotive ", tendono invece a frenare e a contenere la propria capacità espansiva. I due anni considerati (1978 e 1979) sono dunque l'arco di tempo entro il quale si dovrebbe realizzare una certa " stabilizzazione ", dopo le fasi di incertezza e di recessione, da una parte, e di avanzata dall'altra. Sulle prospettive stabilizzanti giuocheranno vari elementi, ma sopra tutti la possibilità di utilizzare nuove fonti di energia, riducendo gli acquisti e i consumi di petrolio.


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