Torino. Il 1978
è stato un anno di svolta per molti paesi e in molti settori.
Gli eventi più importanti si sono però realizzati nel
quadro economico mondiale. Per la prima volta, dopo il crollo del sistema
monetario internazionale e la crisi petrolifera, si sono poste nell'area
dei paesi industrializzati le premesse per il ritorno ad una maggiore
stabilità economica ed a tassi di crescita più accettabili.
Il Programma di Azione Concertata e la costituzione del Sistema Monetario
Europeo hanno imposto infatti a livello internazionale un quadro di
coerenza nel comportamento dei paesi che supera la miopia degli interessi
nazionali a favore di un disegno strategico più ampio. Non è
detto che alla fine i particolarismi nazionali non torneranno a prevalere,
ma ora, per lo meno, si potrà dire di avere tentato.
Non tutti i problemi comunque sono risolti. Restano urgenti quelli relativi
ai rapporti tra Paesi in via di sviluppo e Paesi industrializzati, anche
se all'inizio del 1979 con la conclusione del " Tokyo Round "
si dovrebbe assistere ad un processo di maggiore integrazione Ira i
due gruppi di paesi.
Per l'Italia, il 1978 è destinato ad esercitare una influenza
profonda sul futuro. I brillanti risultati conseguiti nei conti con
l'estero - che rappresentano il fatto saliente dell'anno trascorso -
riflettono in larga misura il processo di aggiustamento dell'economia
alle mutate condizioni internazionali.

Il processo non si è però ancora concluso e solo un disegno
di politica economica accorto e lungimirante può evitare un nuovo
deterioramento della situazione. Questo disegno è contenuto nel
piano Pandolfi, che resta un fatto innovativo nella gestione della nostra
Politica economica, di cui tutti gli operatori, a prescindere dal loro
accordo sui contenuti specifici, dovranno tenere conto.
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