§ Riserve di petrolio

L'ultima goccia nel 2150




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I futurologhi sono, almeno in una previsione, tutti d'accordo: il petrolio, che oggi è la fonte maggiore di energia nel mondo, e che in pratica muove tutte le industrie e tutte le macchine e illumina tutte le città, e condiziona tutte le attività umane, il petrolio - dicevamo - sta per esaurirsi. Lo stesso discorso vale per le riserve di carbone e per quelle di gas. Le statistiche della Conferenza Mondiale sull'Energia indicano che le risorse potenziali di combustibili solidi ammontano a circa 11.200 miliardi di tonnellate di " equivalente carbone " (TCE = la quantità di carbone equivalente a quella che si potrebbe produrre con una tonnellata di carbone). Si tratta di un quantitativo enorme, pari a un cubo (tanto per dare un'idea " visiva ") alto il doppio della montagna più alta del mondo. Le riserve di combustibili liquidi sono invece pari a circa 750 miliardi di TCE, e quelle di gas naturale pari a 630 miliardi di TCE. Ma il fatto stesso che questa ricchezza possa essere " quantizzata ", sta a dimostrare che le riserve possono finire. E gli esperti sostengono che, ai ritmi con i quali l'uomo sta consumando queste fonti di energia, la loro fine non è tanto remota. Di qui al 2000 saranno state consumate il 10 per cento delle riserve accertate di combustibili fossili; se non si impiegheranno altri tipi di combustibile, entro il 2050 avremo consumato il 78 per cento di queste riserve, e nel 2150, sempre secondo le previsioni a lungo termine, avremo finito l'ultima goccia di petrolio e l'ultimo pezzo di carbone. Tutti sono concordi, a questo punto, su una cosa: ci dobbiamo dare da fare, e in fretta, per metterci al riparo da questa débâcle. Occorre quindi ricercare nuove fonti alternative o complementari di energia. Quando si parla di fonti alternative di energia si dice subito " atomo ". E in realtà pare proprio che la soluzione radicale al problema energetico nel futuro sia quella dell'energia atomica. L'ideale, dicono gli scienziati, sarebbe quello di poter disporre di energia nucleare da fusione che non dà inquinamenti, non è pericolosa, e non ha, come l'energia nucleare da fissione, opposizioni ecologiche. Ma per poter produrre in maniera economica quest'energia dovranno passare, se va bene, ancora cinquanta o cento anni. C'è dunque, per il futuro, la prospettiva di un'energia atomica " pulita ": ma intanto cosa si può fare, se non per sostituire completamente l'energia nucleare da fissione, almeno per ridurre drasticamente il suo impiego? Ci sono, nel mondo, altre fonti alternative (o quanto meno complementari) che possono essere sfruttate in tempi brevi. Ne ricordiamo le più importanti.

Il moto ondoso

Le onde del mare sono in perenne movimento, e, soprattutto nei Paesi che hanno i loro confini su oceani o mari ampi, danno una concreta possibilità di produrre energia. Ci sono, in questo senso, studi molto avanzati in Giappone e in Inghilterra. In particolare i ricercatori inglesi sono convinti di poter produrre energia elettrica dalle onde del mare a un prezzo uguale o addirittura inferiore a quello degli attuali impianti a petrolio. Altri scienziati sono invece assai scettici circa queste prospettive. In Italia non abbiamo ne onde alte né importanti maree, per cui questo tipo di energia " possibile " ha un indice molto minore di " ipotizzabilità ". Da lungo tempo da noi per produrre energia si sfruttano i " soffioni " boraciferi di Larderello, in provincia di Pisa: si tratta di utilizzare il calore della terra, che fuoriesce con violenza e viene quindi incanalato per far funzionare le centrali elettriche. Lo stesso discorso vale per i " geysers " e anche per le acque calde che si trovano nel sottosuolo. In alcuni Paesi le sorgenti calde sono utilizzate anche per riscaldare centri abitati e per alimentare centri agricoli. Si fanno dappertutto studi in proposito, anche se si pensa che questo tipo di energia non sarà mai determinante quantitativamente.

Il vento

E' forse la più antica delle fonti di energia. I mulini a vento furono utilizzati in tutta Europa fino al 1800, quando giunse la macchina a vapore. Fino ad allora, in Olanda c'erano perfettamente funzionanti 9.000 mulini a vento. Oggi ne rimangono in piedi solo un migliaio, e di questi un centinaio attivi: gli altri, " fanno colore ". Ma quando si è parlato di crisi del petrolio, si è andati a rispolverare mulini e studi vecchi e recenti sullo sfruttamento dell'energia eolica. In Olanda il vento soffia così forte che, se si potesse utilizzare In pieno lungo i 400 chilometri di costa, si potrebbe ottenere una quantità di energia pari al 15 per cento dell'intera produzione nazionale. In Germania il governo ha dato incarico a una società di costruire un impianto per lo sfruttamento dell'energia eolica, con una capacità da uno a tre megawatt. Questo prototipo avrebbe una altezza di 130 metri e un'elica con un raggio di 60 metri. Costerebbe circa tre milioni di marchi. Anche negli USA si son fatti studi e ricerche:, già durante la seconda guerra mondiale fu impiantato su una montagna del Vermont un generatore che dava energia elettrica a 200 abitazioni. Altre applicazioni sono state fatte nelle grandi pianure americane. In Italia non c'è troppo vento: generatori di questo tipo potrebbero essere installati in alcune località della Sardegna e nell'isola di Lampedusa. Per il resto, abbiamo venti troppo " leggeri " e incostanti per darci buone garanzie.

Procedimenti chimici

Alcuni di questi procedimenti consentono di ricavare un carburante molto simile alla benzina utilizzando come materia prima le scorie vegetali. Facendo fermentare paglia e residui vegetali si ottengono etanolo e metanolo, che possono essere miscelati in notevole quantità alla benzina. Impianti di questo tipo che sfruttano canne da zucchero, foglie di agave, ecc., funzionano già in Asia e nelle Americhe. Le alghe, però, che possono proliferare nelle acque calde o scaldate dagli scarichi industriali e domestici (e sia detto fra parentesi, in particolare nelle zone di scarico degli impianti nucleari), sono quelle più facilmente utilizzabili. Fatte fermentare, si trasformano in gas.

Il sole

L'energia solare costituisce senza dubbio uno degli aspetti più interessanti dal punto di vista delle fonti alternative. Tuttavia, non si può ancora dire che sia iniziata già l'era dell'energia solare: nonostante l'enorme aumento dei prezzi petroliferi, allo stato tecnologico attuale lo sfruttamento del Sole resta un fatto quasi del tutto sperimentale, anche se in una sperimentazione abbastanza avanzata, in particolare negli Stati Uniti, in Francia, in Giappone, in Gran Bretagna, in Israele, e in uno dei maggiori paesi produttori di petrolio, in Arabia Saudita. Importante il ruolo che questo tipo di energia può assumere nel nostro Paese, dove le aree in grado di " raccogliere Sole " da trasformare in energia per tutto l'arco dell'anno sono numerose: Salento, arco ionico, Calabria centromeridionale, Gargano, coste siciliane e sarde, coste campano-laziali, coste liguri, fascia abruzzese e marchigiana, fascia costiera molisana, in buona parte fascia toscana.


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