Sebbene gli economisti
siano d'accordo sulla definizione generale del risparmio, essi sono
in disaccordo sulla misura in cui l'acquisto di beni materiali debba
essere considerato risparmio o spesa. Le statistiche francesi ed inglesi
considerano risparmio la spesa per acquistare la proprietà della
casa, mentre i tedeschi considerano tutto ciò che concerne la
casa un'iniziativa commerciale, e la escludono quindi dai risparmi dei
privati. Gli italiani sembrano avere adottato criteri diversi, a seconda
delle cifre di spesa.
Sempre ad esclusione della Repubblica Federale Tedesca, le statistiche
considerano gli investimenti di lavoratori che lavorano in proprio sotto
la voce "risparmio". Per queste ragioni le stime sulla percentuale
del reddito personale destinato al risparmio nei diversi Paesi non sono
esattamente comparabili.
Se ci limitiamo all'acquisizione di beni finanziari, gli italiani rimangono
ancora gli scoiattoli dell'Europa, con una accumulazione pari al 17
per cento del prodotto nazionale lordo, contro il 10 per cento in Gran
Bretagna, il 9 per cento in Francia e soltanto l'8 per cento in Germania
Federale. Gli italiani hanno "risparmiato" quasi la stessa
cifra dei francesi, che hanno un tenore di vita superiore, per la proprietà
della casa, lasciando gli inglesi al più basso livello di risparmio
in termini assoluti. Il confronto di queste cifre con i risultati di
un'inchiesta sulla propensione al risparmio nella Comunità europea
mostrano che i tedeschi parlano di risparmio senza realizzarlo in pratica,
mentre gli italiani risparmiano benché non lo prevedano. Una
spiegazione alternativa del fenomeno potrebbe essere tuttavia quella
secondo cui molti tedeschi risparmiano ognuno una piccola somma, mentre
un ristretta numero di italiani mette da parte cifre elevate.
Prima della crisi petrolifera il tasso di risparmio in Germania era
superiore a quello inglese. Tra il '73 e il '75 il risparmio in Inghilterra
è aumentato dal 10 al 14 per cento; tale livello più o
meno è stato mantenuto. D'altra parte, in Germania la cifra che
inizialmente si manteneva agevolmente al 14 per cento è poi scesa
al 12 per cento tra il '75 e il '77. 1 risparmi in Italia e in Francia
hanno seguito la tendenza inglese piuttosto che quella tedesca, ma le
variazioni sono state meno vistose.
Il fatto che per i risparmi privati non si fosse previsto un aumento
durante la crisi economica ha contribuito ad aggravare la caduta dell'economia
nel '74-75. Si è cercato di capire la ragione di tale comportamento
anomalo, anche per cercare di migliorare i modelli di previsione.
Tre possibili spiegazioni sono: la paura della disoccupazione e il calo
della sicurezza del consumatore; la "illusione monetaria"
che convinse la gente a resistere all'acquisto di beni a prezzi più
elevati, sebbene i guadagni fossero aumentati, e che in particolare
indusse a non aumentare le spese per il ménage familiare; infine,
il fatto che il risparmiatore in periodo d'inflazione tenderebbe ad
accentuare l'accumulazione fino a quando non ha riequilibrato il reale
valore dei suoi risparmi.
Delle tre spiegazioni, la prima ha il merito di accompagnarsi alla previsione,
fatta dall'inchiesta sulla sicurezza del consumatore, secondo cui il
risparmio sarebbe aumentato nel periodo in cui gli economisti si aspettavano
che esso restasse costante o diminuisse. Tuttavia, uno studio condotto
dal Tesoro britannico sostiene che tale previsione era giusta, ma con
una motivazione sbagliata, dal momento che i risparmi indotti dalla
mancanza di sicurezza erano più che compensati dal non-risparmio
di quelli che non venivano investiti. Lo studio del Tesoro conclude
affermando che in Gran Bretagna l'aumento del risparmio non era dovuto
in alcuna misura al desiderio del risparmiatore di ristabilire il reale
valore dei beni finanziari personali.
Le cifre del risparmio rappresentano la differenza tra i guadagni acquisiti
e le spese cui si va incontro. Il valore delle spese a lungo termine
varia grandemente da Paese a Paese. Ciò è dovuto al fatto
che i prestiti per l'acquisto di case sono esclusi dalle statistiche
sul risparmio personale in Germania e anche perché le cifre dei
prestiti per l'Italia sono molto basse. Il confronto dei modelli di
risparmio è semplificato dalla concentrazione sull'accumulazione
dei beni finanziari. I contanti e i depositi trasferibili a vista, come
i conti correnti bancari, possono rappresentare i fondi che si tengono
per far fronte alle spese correnti. Tuttavia sono pure i fondi più
soggetti a fluttuazione prima della spesa per un investimento deciso.
Di solito i tedeschi sono i meno propensi a risparmiare i loro fondi
in tale forma di liquidità. Nel '74 gli italiani incrementarono
assai poco questa forma di risparmio, ma da allora l'aumento del loro
tasso di risparmio si è accelerato, per cui ancora una volta
l'Italia è diventata il Paese più propenso a risparmiare
in contanti. Anche in Gran Bretagna il tasso d'aumento per tale forma
di risparmio cadde nel '75-76 per risalire di nuovo nel '77.
A parte ciò, le differenze più sensibili rimangono, quelle
tra Gran Bretagna e Continente. Nei Paesi continentali la maggior parte
dei risparmi avvengono attraverso conti in deposito. In Gran Bretagna
il sistema fiscale e la grande importanza acquisita dal sistema pensionistico
hanno dato ai fondi assicurativi e per le pensioni un peso eccezionale.
Il mercato delle obbligazioni ha sempre registrato un andamento costante
in Germania, eccetto che per il '76, quando ha registrato un movimento
superiore alla media. In Francia la cifra è invece assai bassa
perché nel '74 l'offerta ha superato la domanda in modo schiacciante.
Da allora, tuttavia, le vendite sono aumentate. Anche gli italiani sono
stati chiaramente venditori di obbligazioni nel '74 e in linea di massima,
eccetto che nel '75, gli acquisti si sono mantenuti a livello assai
basso. Gli inglesi non sono stati generalmente vivaci acquirenti in
questo settore del mercato finanziario.

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