Due libri sul Salento




Enrico Surdo



Avremo modo di occuparci diffusamente di un libro, venuto alla luce da poco, su Matino, la sua storia e la sua economia, dovuto al Leopizzi, e patrocinato dalla Banca Agricola e Popolare di Matino e Lecce e dall'Amministrazione Comunale. Densissimo di temi, questo volume scava nella storia e nelle tradizioni locali, dando un'immagine completa della città, dei suoi comportamenti culturali ed antropologici delle vicende vissute nel tempo.
E torneremo anche su un altro libro, del Bianco, sulle tradizioni popolari in Aradeo ed in alcuni paesi vicini, anche questo, ricco di documenti fino a poco tempo fa solo orali, ed anche questo, come il precedente, frutto di un lavoro pazientissimo e scrupoloso di ricostruzione, di raccolta di materiali, di interpretazione di Mi e tradizioni.
Quel che si interessa, ora, è segnalare con questi due libri una tendenza che è tutta locale, e proprio per questo più meritoria, a guardar dentro alla realtà " paesana ": a frugare all'interno del proprio spazio vitale, e riportare alla luce patrimoni di cultura e di storia che erano sparsi e quasi dispersi. A metà strada fra la lezione del Croce e quella del Gramsci, si comincia dalla soglia della propria casa. Non per un astratto revival, non in termini rievocativi, che sarebbero in verità del tutto sterili, né per una " commemorazione " che sarebbe priva di senso. Pur con stili diversi, e ovviamente con contenuti del tutto differenti, dovuti anche ai metodi che i rispettivi autori hanno adottato per l'indagine, i due testi vivisezionano il tessuto connettivo, (che, ripetiamo, è culturale e antropologico) che hanno sotto gli occhi, e risalgono alle origine delle storie locali che, in fondo, motivano gli attuali comportamenti. Noi, aveva scritto un antropologo sardo, il Pìgliaru, siamo quel che vogliamo essere, ma anche quel che siamo stati nel passato. Il quadro entro cui evolvono le storie locali forma una tessera del più vasto mosaico della storia complessiva di un'area regionale o territoriale. Questi contributi, dunque, sono preziosi in sé, per i contenuti che si propongono, per gli aspetti inediti o sconosciuti che riportano al sole, come dopo un accurato lavoro di scoperta archeologica; ma lo sono anche come stimolo a proseguire, ad allargare la fascia della ricerca, ad arricchire con nuovi apporti le nostre fonti di conoscenza.
Che il campo sia limitato alle pure e semplici tradizioni popolari, come nel caso del Bianco e del recinto Aradeo, paesi vicini, o chiuda in partenza un campo d'indagine, fermandolo in un solo paese, e lì si ricerchi con estremo rigore scientifico (come metodo di indagine e per valore di risultati), come nel caso del Leopizzi e del volume su Matino, è discorso che riguarda il punto di vista, quello di partenza e gli obiettivi specifici che si pongono i singoli autori.
Dal nostro punto di focalizzazione, è notevole sottolineare l'interesse che va suscitando da qualche anno a questa parte il Salento, il fervore di iniziative che si susseguono, direi quasi senza soluzione di continuità, la pubblicistica che va sviluppando un discorso sempre più ampio, e, in ultima analisi, la tensione morale e civile che studi di questo tipo generano e negli studiosi e nel lettori. Tanto più dunque trovano favorevole accoglienza questi due testi, quanto più si pensi che le aree interessate (Aradeo, Matino) sono " eccentriche " rispetto ai grandi nuclei urbanistici salentini, (Maglie, Nardò, Galatina, Casarano; a parte Lecce, che su tutti emerge), che in un certo senso, e fino a questo momento, sembrano " aver fatto storia maggiore " della penisola salentina. Nascono da ricerche di questo tipo quel collegamenti, non solo storici, ma anche di riti e tradizioni, laici o religiosi, e quelle interconnessioni che poi rendono in termini più precisi, l'immagine di una storia comune a tutti, riconducibile a una " kulturkampf " che è assai più omogenea di quanto sia dato pensare: patrimonio di tutti, quindi; senza primati assoluti; con tessere più o meno vaste, ma comunque legate allo stesso telaio mosaicale. Storia. Storia maggiore come frutto della somma di molte storie locali.

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