Intanto si decelera




L. T.



Dal secondo trimestre dell'anno scorso, i tassi d'aumento dell'occupazione sono in netta decelerazione. Ancora positiva tuttavia, nonostante la pesante caduta della produzione, la dinamica dell'occupazione industriale.
La tendenza risulta da un calo dei dipendenti e da un aumento degli indipendenti. In pratica, cresce l'occupazione in Italia, ma scende di livello nelle regioni del Mezzogiorno.
Il 1980 è stato in media un anno di forte aumento dell'occupazione, sia complessiva che del settore industriale. Rispetto all'anno precedente, l'incremento è stato dell'1,5 per cento per il complesso degli occupati e dell'1,6 per cento per il settore industriale. E' quest'ultimo l'aumento più consistente dopo il 1974.
L'aumento dell'occupazione industriale ha riguardato soprattutto il Nord e gli indipendenti. Nel Mezzogiorno, dopo anni di più rapido sviluppo rispetto alla media nazionale, il 1980 è stato l'anno di vera e propria stasi. Gli addetti dipendenti dell'industria sono addirittura caduti (- 0,4 per cento): tutto l'incremento occupazionale dell'industria del Sud (+ 0,5 per cento) è quindi imputabile allo sviluppo delle piccole imprese artigiane, dove per lo più si incontrano posizioni di lavoro indipendente.
Finita l'epoca del completamento dei grandi complessi industriali, diventano manifesti gli effetti sull'occupazione del perdurare delle crisi di alcune grandi aziende. L'occupazione dipendente, oltre a subire un calo, nel 1980 è in Cassa Integrazione per motivi di ristrutturazione aziendale (e quindi non di carattere congiunturale) in proporzione molto maggiore rispetto all'anno precedente (20 per cento in più), a differenza di quanto si è verificato nelle rimanenti aree del Paese.
Nel complesso, tenendo conto del numero (teorico) degli equivalenti disoccupati in Cassa Integrazione (ottenuto dividendo le ore concesse per il numero delle ore contrattuali pro capite annuali dei dipendenti dell'industria), l'occupazione industriale nelle regioni meridionali effettivamente presente nel processo produttivo è rimasta tra il 1979 e il 1980 pressoché stazionaria, a fronte di un aumento dell'1,5 per cento dell'occupazione industriale complessiva.
L'aumento occupazionale realizzato nel Centro-Nord dal settore industriale, nella media dell'anno scorso, è stato per lo più concentrato nei primi due trimestri del 1980. Già a fine anno i tassi d'aumento decrescono bruscamente. E' tuttavia evidente ancora all'inizio del 1981 la prosecuzione della tendenza all'aumento degli indipendenti, mentre già le grandi imprese riducono i loro addetti (- 0,6 per cento nel 1980) ed aumenta improvvisamente il numero di persone in Cassa Integrazione Guadagni.
I settori che più hanno aumentato il ricorso alla Cassa Integrazione sono in modo particolare il siderurgico ed il meccanico, settori che in misura maggiore avevano aumentato l'occupazione e la produzione tra la fine del 1979 e i primi mesi dell'anno successivo.
Se consideriamo l'intero settore industriale a livello nazionale e detraiamo il numero teorico degli occupati in Cassa Integrazione, notiamo che a gennaio, rispetto ad ottobre, il numero degli addetti effettivamente presenti nelle fabbriche si è ridotto dello 0,3 per cento.
Quali le prospettive? E' opinione corrente che nei prossimi mesi si accentuerà la tendenza alla caduta dell'occupazione. Il perdurare di una tendenza positiva per gli indipendenti fa tuttavia ritenere che la recessione in realtà stia colpendo in modo più concreto e sensibile le grandi imprese, e in modo di gran lunga minore le aziende di medie e di piccole dimensioni. A differenza degli Anni Sessanta e dei primi Anni Settanta, e come già nella precedente recessione del 1977, l'andamento dell'occupazione indipendente industriale sembra essere slegato dal ciclo dell'industria.

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