§ LE CIFRE DEL SUD

Iniziative industriali a partecipazione estera




V. A. S.



I dati, presentati dall'Istituto per l'Assistenza allo Sviluppo del Mezzogiorno (per la terza volta, dopo il 1976 e il 1979) sono aggiornati al giugno 1981 e, con la collaborazione delle aziende, completati e perfezionati. Ancora una volta, sono state eliminate dalle rilevazioni le aziende che, pur perfettamente operanti, non rispondevano in pieno ai requisiti richiesti, o il cui capitale azionario non è risultato chiaramente di origine estera.
Il discorso è interessante soprattutto nel momento in cui responsabili ed esperti del Ministero per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno hanno preso contatti con alcuni Stati americani (California, Kentucky, New York) per consolidare una serie di investimenti, o per perfezionare nuovi investimenti nelle regioni meridionali, tenendo conto di due fattori rilevanti:
- il Sud d'Italia può decollare solo se vi si impianteranno industrie produttrici di modernissima tecnologia;
- il Sud dispone di circa 800 mila ettari di terreni irrigui - il doppio, ad esempio, rispetto ad Israele - e dunque può essere in grado di sviluppare un tipo di agricoltura specializzata d'avanguardia, con produzioni anticipate o ritardate, grazie a un clima che nessun altro Paese (tranne forse la Grecia la Spagna e il Portogallo) può permettersi.
Ma Spagna, Grecia e Portogallo non dispongono, allo stato attuale, delle infrastrutture di cui dispongono le regioni meridionali della nostra Penisola. Se non si sfrutterà tempestivamente questo vantaggio, il recupero sarà poi difficile, se non impossibile.
La rilevazione dello Iasm si limita alle unità locali manifatturiere con dieci addetti e oltre. Essa pertanto esclude, salvo casi eccezionali, le società a partecipazione estera i cui stabilimenti si collochino al di sotto di quella soglia dimensionale; le eccezioni si riferiscono a quelle società che, pur operando attraverso unità locali che occupano meno di dieci addetti, sono presenti in più di due stabilimenti, occupando complessivamente, dunque, più di dieci addetti.
L'inclusione o l'esclusione di società dal novero di quelle elencate e effettuata unicamente in funzione dell'accertamento della presenza di partecipazioni estere; questo comporta, tra l'altro, l'inclusione di società le cui iniziative produttive nel Mezzogiorno risalgono per lo più ad epoca anteriore agli accordi intervenuti tra le due società, e che quindi non possono propriamente ricondursi ad una specifica scelta ubicazionale di società estere.
Nella rilevazione si è ritenuto opportuno estrapolare il settore elettronico ed elettrico da quello meccanico, in modo da facilitare i rilevamenti e le valutazioni nei riguardi di un comparto che sta assumendo notevole importanza nel capo manifatturiero internazionale.

Caratteristiche delle iniziative rilevate

Nel complesso, al giugno 1981, sulla base della nuova rilevazione, si contavano nel Mezzogiorno 258 stabilimenti facenti capo a 195 società, con un'occupazione di circa 79 mila addetti. Per quanto riguarda i Paesi di origine della partecipazione, al primo posto figuravano gli Stati Uniti, con 96 stabilimenti e un'occupazione pari a circa 38 mila unità; seguivano nell'ordine la Francia (40 stabilimenti con oltre undicimila occupati) e la Repubblica Federale Tedesca, la Svizzera e la Gran Bretagna. Nel complesso, i Paesi della Comunità Economica Europea contribuivano alla presenza industriale nelle regioni meridionali con 108 stabilimenti e con oltre 27 mila occupati.


E' necessario tener presente che, per quanto riguarda la Francia, l'aumento del numero degli occupati è dovuto principalmente all'inserimento nella lista della Olivetti & C. e della OCN, società al cui capitale azionario partecipa la Saint Gobain; mentre nel caso della Gran Bretagna sono state eliminate le partecipazione della Dunlop nella Pirelli e nella Superga, il che giustifica ampiamente la diminuzione del numero degli occupati.
L'incidenza delle iniziative a partecipazione esterna, nell'apparato industriale delle regioni meridionali, è stata valutata sulla base della totalità delle imprese manifatturiere operanti, così come risultano dal "Repertorio sull'industria manifatturiera nel Mezzogiorno" realizzato dall'Istituto per l'Assistenza allo Sviluppo del Mezzogiorno in collaborazione con il Cesan di Napoli. Poiché in totale queste industrie contavano al 1981, oltre 664 mila occupati, l'incidenza - in termini di occupazione - risultavano essere pari al dodici per cento. Questa incidenza era diversa da regione a regione, come risulta dal primo prospetto.
Sotto il profilo delle dimensioni occupazionali, gli stabilimenti nei quali e presente una partecipazione estera si articolano nell'ordine rispecchiato nel secondo prospetto.
Ancora una volta, la presenza delle industrie americane risulta superiore a quella delle industrie della Comunità Economica Europea per quanto riguarda il numero di occupati (circa trentottomila rispetto a ventisettemila), mentre il numero degli stabilimenti è superiore per la Comunità Europea (Centootto e novantasei). interessante notare che, in campo elettronico ed elettrico, le industrie a partecipazione americana operano con sedici stabilimenti ed oltre novemila occupati, mentre tra i Paesi europei la Francia partecipa con cinque stabilimenti (seimila occupati), la Repubblica Federale Tedesca con sei stabilimenti (duemila stabilimenti occupati), la Svizzera con quattro stabilimenti (duemila e 400 occupati).


Le stesse proporzioni tra Stati Uniti e Paesi europei si riscontrano negli altri settori di produzione, a riprova che gli insediamenti nelle regioni meridionali costituiscono per gli imprenditori americani operazioni di maggiore interesse che per gli imprenditori europei.
Un cenno particolare meritano infine i dati relativi agli anni di costruzione.
Tra il 1975 e il 1981, sono stati realizzati trentacinque nuovi stabilimenti, otto dei quali tra il 1979 e il 1981. E' questo un dato di sicuro interesse, in quanto riferito ad un periodo di tensione economica internazionale e di stasi negli investimenti.
Occorre infine precisare che sono state menzionate nella pubblicazione le aziende operanti, mentre sono state eliminate quelle che, per vari motivi, si trovano in stato di crisi o con produzioni temporaneamente sospese. Nei casi in cui le aziende abbiano mutato di partecipazione nel corso degli ultimi due anni, il dato esula dalla notazione, che richiederebbe una specificità diversa.


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