Luigi
Truccari
Il brigantaggio nelle province meridionali dopo l'unità d'Italia
(1861-1870) Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano di Lecco.
Chi desiderasse
ricostruire i frammenti ed i fermenti della società meridionale
nel periodo postunitario può trovare una testimonianza interessante
nell'analisi acuta e per molti versi originale condotta da Luigi Tuccari
col suo ultimo lavoro di ricerca. la crisi del sistema di potere borbonico,
sostanzialmente accentratore e paternalistico, ed i suoi effetti devastanti
sul tessuto sociale vengono messi in evidenza con una narrativa elegante
ed asciutta, non priva di notazioni suggestive sul susseguirsi delle
tumultuose vicende dell'epoca.
Palese è il tentativo di offrire una doppia chiave di lettura:
una, espressa nella forma dell'invito e riflettere sulla sostanziale
fedeltà delle popolazioni meridionali ad una condizione storico-politica
che andava ormai considerata irreversibilmente perduta per il coagulo
di più ampi interessi sopranazionali; un'altra, caratterizzata
dalla proposta di approfondire le ragioni che determinarono lo spazio
politico fluido e amorfo in cui si trovò a vivere la società
meridionale nella fase costitutiva dell'avventura unitaria.
Tutta la narrazione si sviluppa in modo piacevole, dipanando una trama
intessuta di grandi e piccoli eventi che in una valutazione d'assieme
formano un mosaico puntuale e coerente per comprendere il processo
evolutivo che storicamente si è venuto a determinare. Non mancano
interessanti ed inediti richiami a fatti e circostanze di esclusivo
interesse militare che certamente hanno concorso in modo considerevole
a condurre il gioco politico che alimentava lo stato di disagio e
d'incertezza delle popolazioni meridionali nel momento delicato della
produzione e del consolidamento dell'evento unitario.
Nella sostanza c'è la volontà di accreditare al fenomeno
del brigantaggio una coloritura romantica ancorata alla nostalgia
collettiva per l'ordine borbonico, che rispetto al disordine imperante
continuava a costituire un punto di riferimento, un suggestivo richiamo
ad un quadro di valori che, pur osteggiati all'interno dell'area,
riuscivano a produrre su un piano emotivo la sensazione di un apparato
istituzionale ancora accettabile.
Ne consegue un approccio interpretativo alieno dall'immagine retorica
spesso ricorrente in questo tipo d'indagini, tutto rivolto a spiegare
gli eventi ed a dare significato anche ai movimenti politici che si
andavano costituendo nella società meridionale. Senza congelare
in una teca da museo il patrimonio ideologico che dava supporto al
dibattito politico. Senza indulgere in tentazioni d'enciclopedismo
che avrebbero appesantito la prosa ed i contenuti della narrazione.
Si propone dunque all'attenzione del lettore un'esperienza piacevole
e lineare in un momento di rinato interesse verso gli studi storici
meridionali, di cui si ha testimonianza in numerose iniziative editoriali
intraprese a Napoli ed in altri centri del Mezzogiorno.