1944
Il 9 maggio rientro
a Napoli dopo un'assenza di 10 mesi, a bordo di un camion carico di
fusti di alcool. 32 ore di viaggio in zona di retrovia.
Non riconosco più la città. Gente vestita come Dio vuole,
carosello frenetico di automezzi alleati che vanno alla perduta, torme
vocianti di scugnizzi, gente che commercia di tutto nelle strade e nei
vicoli, ovunque bandiere americane, inglesi, francesi. Il porto è
una selva di antenne. E soldati, soldati di ogni razza e colore, dal
nero-lucido di scarpe dei negri al giallo limone dei giapponesi in tenuta
americana. E' come un sogno cattivo. Tutto sa di provvisorio, dal viso
della folla ai palazzi sventrati. Di notte è peggio. E allora
che fermentano ancora più liberamente le peggiori sudicerie e
il vizio e la fame danno vita ai baratti avvilenti e bestiali. Povera
Napoli!
Rivedo gli amici. Accoglienze in genere cordiali. All'Accademia però
avverto subito un'atmosfera stranamente opaca. L'ambiente è più
avvelenato del solito, perché alle consuete meschinità
si aggiunge adesso la politica. Si discute di fascisti e non fascisti,
di epurazione, di posti mai guadagnati. Anche contro di me ce l'hanno.
Me ne parlano subito Brancaccio e Sandirocco. Notte è stranamente
riservato. Mi avverte con aria reticente del malanimo di Paolo Ricci
(l'amico dei federali e redattore della fascistissima Ruota di Napoli)
il quale pare che vada sparlando contro di me. Forse Ricci ricorda ancora
lo stupido incidente della Mostra Sindacale di tanti anni fa, quando,
date le disposizioni della segreteria, non permisi, a lui espositore
(allora era una specie di picassiano), di partecipare al vernissage
dei critici! Od anche egli mira a consolidare la propria posizione nel
partito comunista, a far dimenticare il comportamento poco chiaro tenuto
durante il ventennio (assiduità presso le federazioni, decorazione
di cose littorie, di strade cittadine per la visita di Hitler, di padiglioni
alla Triennale di Oltremare ecc.) facendolo passare, secondo la moda
di oggi, per doppio gioco. è per questo che per me tira in ballo
la faccenda del Sindacato Belle Arti, facendo finta di ignorare la mia
azione moderatrice sempre spesa nell'interesse dell'arte napoletana.
Ciò è poco pulito!
Mi si fa carico di avere ottenuto, senza concorso e senza meritarlo,
l'insegnamento del paesaggio all'Accademia. E gli altri 200, tra pittori
e scultori, entrati nelle stesse condizioni negli istituti artistici?
Si dimentica che da 20 anni ero di ruolo nelle scuole medie, che avevo
fin dal 1935 l'idoneità, conseguita in regolare concorso per
i licei artistici, che ero stato presente ad oltre cento mostre in Italia
e all'estero, che mie opere figurano da tempo non sospetto in pubbliche
gallerie. Sarei stato soltanto io il politicante profittatore? Qualcuno
insinua che ero paesano ed amico di Starace. E' vero, ma Starace non
s'è mai interessato di arte e di artisti, specie se corregionali,
tanto che rifiutò il suo appoggio alla candidatura di Giuseppe
Casciaro all'Accademia d'Italia. Poi la nomina al paesaggio fu posteriore
alla caduta di Starace dal piedistallo politico, ed alla mia sostituzione
nel Sindacato nazionale perché celibe. E questione di date e
le date sono controllabili.
La mia nomina risale al 1941, come tante altre, e fu conseguenza degli
orientamenti di Bottai, allora ministro della Pubblica Istruzione, il
quale volle sottrarre i buoni artisti alle sorprese dei concorsi, giudicati
spesso da persone dalla mentalità troppo arretrata e burocratica.
Sarà stato anche un gesto politico il suo, ma che non mi riguardava
come singolo, bensì come facente parte di un settore dell'arte
italiana, che Bottai intendeva attirare nell'insegnamento per rinnovarne
gli indirizzi. Questo è tutto. Non sono stato mai animale politico.
Per non avere scocciature, ebbi modo di rimanere iscritto nel fascio
del mio paese (Gagliano del Capo-Lecce) fino al 1935. In seguito fui
dimesso dalla direzione di un circolo dopolavoristico di Pozzuoli, per
aver tollerato e mormorazioni di alcuni soci antifascisti. E sarà
forse necessario che un giorno io invochi la testimonianza del cugino
di Giovanni Amendola prof. Adiletta preside a Pozzuoli, nel cui interesse
mi adoperai in una circostanza delicata, oppure quella del prof. Testaj
al quale potetti evitare gravi sanzioni penali per motivi politici,
e del prof. Azan pure di Pozzuoli? Non lo credo. la verità è
la verità. Non è così, amico Felice De Filippis,
presidente della nostra famosa farmacia della Soprintendenza, nella
quale si tenevano discorsi tutt'altro che conformisti, regolarmente
riferiti in alto da una spia, come aveste modo di apprendere dal federale
Milone a Caserta poco prima del 25 luglio '43?
Comunque sono confusioni che non mi turbano, né mi inducono a
nostalgie. Ho accettato lealmente i principi della libertà democratica,
né saranno i cattivi servitori della democrazia a disorientare
il mio spirito. Il passato è passato. Tanto peggio per me che
vi ho creduto. Fino ad un certo punto però. Cioè fin quando
quello che a me pareva fosse l'interesse della nazione (il ricordo di
tre fratelli perduti nella prima guerra mondiale ha avuto un valore
decisivo nel mio orientamento) non mutò la rotta giusta. E sta
bene. Non altrettanto però mi riesce chiaro il significato di
questa corsa degl'intellettuali verso i partiti di sinistra. Nessuno
più dell'artista può desiderare il benessere della classe
lavoratrice, che in fondo è la sua, il miglioramento delle sue
condizioni di vita. Ma è sicuro che per noi italiani un regime
di dura disciplina, basato sui soli fattori economici, sarebbe quello
adatto? Anche il fascismo, ad onta della sua organizzazione capillare,
non riuscì a creare nemmeno negli stessi suoi gregari un vero
costume morale. E allora?
Strano come questi dubbi siano saltati a piè pari da gente che,
da un giorno all'altro, accetta ideologie così lontane dalla
nostra mentalità! Mi domando anche se sia prudente - da parte
dei comunisti - accettare nel foro ranghi persone così pronte
a mutare idee. Per esempio adesso abbiamo un Crisconio comunista! Paolo
Ricci, in una recensione critica, ha fatto un parallelo tra l'Olimpia
di Manet ed una sua figura di popolana, e Manet... ne ha avuto la peggio.
Arrivati a questo punto, bisogna dire che il conformismo politico, applicato
all'arte, minaccia di imbrogliare le carte, mischiando il sacro col
profano. Penso che Crisconio, nel proprio interesse, dovrebbe pregare
l'amico di non esagerare... E del resto come potrebbe onestamente accettare
il ruolo di campione dell'idea comunista, egli che nel 1940 mi parlava
con tanto calore del desiderio di iscriversi al partito fascista, chiedendo
il mio consiglio? Ricordo che gli suggerii di regolarsi secondo quello
che sentiva. Ciò avveniva nel bar del disciolto Circolo Professionisti
e Artisti, nel Palazzo delle Assicurazioni. Ma questo delle vocazioni
improvvise è problema grosso che riguarda tutte le ideologie,
dalle conservatrici ad oltranza a quelle del compromesso democristiano.
Per me conta solo la pittura. Quando sarò morto verrò
giudicato non per il colore politico che avevo in vita, ma per i quadri
buoni o cattivi che avrò lasciato. Purtroppo...
Sembra che Paolo Ricci mi ritenga ispiratore di un attacco polemico
del pittore Di Giorgio contro di lui, apparso nel Mattino tanti anni
fa. Altra facezia questa. Coi Di Giorgio non ho mai avuto rapporti cordiali,
perché egli mi ritiene non favorevole alla sua pittura, fin dai
tempi della commissione della Biennale. Il che è vero. Se non
ricordo male, l'articolo invece fu riveduto da Girace. Dei nuovo pettegolezzo
mi ha dato notizia Notte. E' vero invece il contrario. Ricci mi sfotte
fin dal 1932, dopo lo sciocco incidente della Sindacale. Cominciò
col pubblicare la fotografia di un mio quadro nella Ruota di Napoli
di Mancuso, disegnandovi in un angolo un timbro postale. L'allusione
al gusto fotografico del lavoro era evidente. Da quella volta non ha
più smesso, ed ha scritto sempre male di me e con tono astioso.
la politica non c'entrava proprio per niente. Proprio allora Ricci aveva
le spalle forti per l'amicizia protettrice del suo amico Mancuso e dei
vari federali, sui quali avevano una certa presa il suo fare spregiudicato
e la fama, tutta locale, di persona molto intelligente. E dire che nel
1942 parlai della sua pittura, nel Corriere di Napoli, con tutto il
riguardo che è dovuto all'avversario i Forse era il caso di dargli
addosso, come si attendevano tanti amici che oggi sono amici suoi, anche
essi indispettiti dalla sua arroganza. Ma l'essere galantuomo impone
pure delle rinunzie...
Perché Notte adesso è così premuroso e pieno di
cordialità? Eppure mi risulta che, subito dopo l'entrata degli
Americani a Napoli, voleva includermi - d'accordo con Ricci - nella
lista degli insegnanti da epurare! Fu anche allora che offrì
a Ricci il mio insegnamento di paesaggio, facendogli tenere perfino
la carta bollata per la domanda! Ricci rifiutò, suggerendo il
nome di Crisconio. Così nacque il caso Crisconio, ingiustamente
portato sul piano politico e contro la stessa volontà dell'artista,
che non si era mai sognato di chiedere nulla del genere, come mi è
stato confermato da un amico, al quale appunto Crisconio confidava di
essere seccato di quel chiasso fatto da Ricci in suo favore. Gli credo.
è un buon pittore, Crisconio, ma non sarebbe altrettanto buon
insegnante. La sua natura è contraria alla regola e, a meno che
non gli abbiano montato la testa, l'amico Luigi - col quale ho avuto
sempre dei rapporti cordiali - deve essere stato sincero. A meno che...
Infatti Crisconio è tipo assai suggestionabile. Non hanno avuto
sempre su di lui una influenza dannosa coloro che quasi quotidianamente,
dalle colonne dei giornali, gli hanno montato la testa con esaltazioni
eccessive alle quali egli ha avuto il torto d'accordare troppo credito?
Parlo dei vari Cangiullo, Ricci e compagni. E non fu Ricci nel 1942
a scegliergli le opere per la personale della Biennale di Venezia -
che ero riuscito a fatica ad ottenergli -contrariamente agli accordi
presi con me? Fu appunto quella scelta poco felice a non consentire
a Crisconio di riportare quel successo che pure meritava. E non l'hanno
quasi convinto, mi dicono, a farsi portare sindaco a Portici, nelle
prossime elezioni amministrative nella lista dei comunisti? Chi conosce
l'ingenua e nello stesso tempo estrosa semplicità del buon Luigi
non può che sorridere di queste straordinarie deviazioni...
Comunque, l'azione di Notte fu inqualificabile, perché consumata
durante la mia forzata assenza da Napoli. Notte aveva ricevuto da me
prove non dubbie di lealtà e di amicizia, e proprio quando tutti
gli davano addosso, al tempo dell'inchiesta per la faccenda degli esami
di maturità artistica. Come può aver dimenticato quello
che ho fatto per lui alla Biennale di Venezia contro l'opinione della
commissione che non voleva accordargli la mostra personale? Solo ad
un genio può essere consentito di vivere fuori dei limiti della
morale. Ma genio egli non è, e quindi l'onestà dovrebbe
essere anche per lui una norma quotidiana, capace di impedirgli di commettere
delle bassezze almeno nei riguardi di un amico! Né a giustificarlo
valgono le esigenze della sua condizione - mi riferisco al tempo del
tiro che mi fece - di neofita del partito comunista, che però
fu esperienza di breve durata. Il comunismo napoletano un bel momento
non lo volle più nei ranghi, per certo suo passato di milite
fascista. Magra figura fu quella! Tuttavia Notte mi fa pena. Lo attaccano
tutti, anche sulla stampa, addebitandogli la spoliazione dell'Accademia
quando questa venne requisita dagli Americani. Il nuovo presidente,
Vosa, mio vecchio amico, lo riconferma nella direzione didattica, stroncando
così tutte le manovre dei malintenzionati. E anche questa, in
parte, è opera mia. Ma che razza di uomo sono io mai? Possibile
che si arrivi a simile grado di bonomia senza dover passare nella categoria
dei fessi?!
A proposito del presidente Vosa, il solito pittorucolo De Nicola, artista
mediocre e lingua delle più velenose, va dicendo in giro che
egli (Vosa) è mio parente e ligio alla mia volontà di
eminenza grigia! E dire che, appunto per non dare esca ai maligni, mi
sono volutamente allontanato da lui. Per la storia, Vaso è soltanto
cognato di mio cugino, avv. Pietro Coppola... Ma insomma, siamo al punto
di doverci difendere anche da simili nullità?
La guerra si allontana sempre più da Napoli. Nessun allarme diurno.
Raramente di notte ci sveglia la sirena, e tutto si riduce al pazzesco
fuoco d'artificio dell'artiglieria antiaerea americana. Pochi minuti
e la faccenda finisce lì. Evidentemente i tedeschi non hanno
più aeroplani. Se ne avessero potrebbero fare del golfo di Napoli
un cimitero di navi, di tutte le specie e grandezze! La vita cittadina
è animatissima. Sembra che tutti abbiano dimenticato la guerra,
ed ignorino che lassù invece la nazione è sottoposta ai
più duri travagli, ed alla condizione umiliante di feudo dei
tedeschi. Il più tragico errore di Mussolini, dopo quello della
guerra, è stato, per me, l'aver voluto ricostituire un regime
ormai morto e seppellito nella coscienza degli italiani. Un regime che
non può più mantenersi che sulle baionette tedesche, e
sulla disperata violenza dei fanatici dell'ultima ora. Quando l'Italia
del Nord sarà libera si avranno lassù delle giornate tremende...
L'impressionante sviluppo del movimento partigiano, in Toscana, in Lombardia
e nel Piemonte specialmente, non è che il prologo della tragedia
finale che vedrà gl'italiani ammazzarsi tra di loro. A meno che
gli Alleati - che sicuramente vinceranno la partita - non riusciranno
ad impedirlo. Che se poi Americani e Inglesi dovessero ritenere utile
ai loro fini una parentesi di guerra civile, mai più la storia
potrebbe avere un esempio più clamoroso di bestiale ottusità.
Essi per primi ne piangerebbero le conseguenze. E crepi l'astrologo!
Ma a Napoli non si pensa a ciò. Qui tutto è in funzione
dell'oggi e, diciamolo pure, dello stomaco. Si traffica con gli Americani,
con i negri, con chiunque abbia denaro da spendere, di qualunque razza
e colore sia. Le donne poi hanno oltrepassato ogni limite. La prostituzione
è diffusa in tutti gli strati sociali. La popolana vende le sue
grazie al soldato alleato per un pacchetto di sigarette o una scatoletta
di carne in conserva; la donna per bene sceglie un ufficiale, magari
di grado elevato ed accetto in cambio i rifornimenti per la famiglia.
La differenza è soltanto nello stile col quale il commercio sessuale
viene praticato. Dolorosa e mortificante è la supina acquiescienza
degli uomini. Addirittura tragica la rovina morale dell'infanzia costretta
a vivere in simile luridume e spesso anche a parteciparvi con una precocissima
attività ruffianesca, imposta molte volte dagli stessi familiari.
E' uno spettacolo che stringe il cuore. Povera Napoli!
Mi pare di aver capito che Brancaccio abbia una inclinazione per la
mia allieva del paesaggio, Diana Luise, ragazza vivace ed intelligente
e non priva di attitudini artistiche. Certo le sue assiduità
sono un po' sospette. A parte la differenza di età, la ragazza
potrebbe essere per Brancaccio una buona moglie,. Non credo però
che sia il tipo di tollerare scantonamenti coniugali da parte del futuro
marito, che con le donne è stato sempre un po' troppo tenero!
Anche Sandirocco s'è accorto dell'affare e non lo vede male nemmeno
lui. Ma forse noi fantastichiamo troppo...
Ci siamo! Brancaccio mi ha chiesto di venire a Torregaveta con gli allievi
(e le.. . allieve) del paesaggio per dipingere, dice lui, dato che noi
abbiamo un permesso speciale dalle autorità alleate! Il fatto
è che la gita con la Luise lo seduce. Bella cosa, alla mia età,
fare il paraninfo!
Anche per non fare la figura dell'allocco, affronto la situazione e
parlo all'amico. Brancaccio ammette che ho indovinato, anzi mi chiede
dei consigli. Gli dico ciò che può dire un galantuomo
che vede i lati negativi di progetti del genere, ma mi convinco però
che egli ha vagliato tutto. Dei resto Brancaccio vive nel concreto ed
ha intelligenza pratica sviluppata. Anche Diano, da me sondato per suo
incarico, mostra di aver valutato le incognite del passo che vuoi menare
e mi dà l'impressione che voglia molto bene a Brancaccio. Però
è preoccupata per il benestare dei genitori e specialmente del
padre, il quale - avendo subodorato la cosa - fa delle riserve per la
differenza d'età dei due... colombi, e per la condizione di vedovo,
con un figlio, dell'aspirante genero...
La scuola di paesaggio va avanti alla meglio, con tutte queste proibizioni
di dipingere all'aperto delle autorità militari alleate. Gli
alunni poi mancano di tutto, dai colori alla tela, un po' perché
non si trova nulla sul mercato, un po' perché non sanno arrangiarsi.
Anche il clima morale di questo periodo paralizza ogni entusiasmo per
l'arte.
Parliamo un po' di questa famosa libera Associazione degli Artisti,
che per il momento è l'unico Ente che svolga un'attività
di un certo rilievo a Napoli, non essendo un gruppo di tendenza, l'associazione
dovrebbe allargare un po' le sue file. Già si parla troppo in
giro di aggruppamento settario, di faziosità... nostalgica ecc.,
ecc., le solite storie. Il fatto è che tra i tentennamenti del
presidente Viti, lo scetticismo strafottente di Brancaccio e le chiacchiere
inconcludenti del fastidioso Girosi, segretario, sarà difficile
venire a capo di qualche cosa di serio, da tener pronto per la ripresa
in campo nazionale dell'arte napoletana, quando l'Italia - e ciò
non potrà tardare - ritornerà alla sua indipendenza. Di
questo passo ci troveremo tutti nelle condizioni di dover ricominciare
daccapo... per farci conoscere fuori, mentre altrove gli artisti avranno
avuto il tempo ed il modo di riprendere in mano le leve di comando della
critica, dell'organizzazione, ecc. Il nostro ambiente artistico s'è
frantumato, né i monconi della risorta Promotrice e del neo-Ordine
dei pittori e scultori potranno risolvere il duro problema della rivalutazione
dell'arte napoletana. Ne saranno impediti da questo falso concetto della
democrazia che va affermandosi tra gli artisti, in virtù del
quale nessuno è disposto a riconoscere i maggiori diritti di
chi, per forza d'ingegno e di lavoro, ha conquistato un gradino più
in alto nella scala dei valori. E allora bisogna dare un addio alle
iniziative basate sulla collettività, e sbrigarsela da soli.
Per fortuna non mi manca né la volontà né il coraggio
di affrontare la prova.- Intanto decido di tenere una mostra personale
nella Galleria Forti, insieme con Viti. Voglio ripresentarmi al pubblico
di Napoli con la migliore produzione. Sarà una bella risposta
alle chiacchiere di certa gente!
Questo agitarsi di artisti smaniosi di pubblicità è tanto
fastidioso! ... Discussioni, riunioni, ordini del giorno, manovre di
corridoio: che noia!
Tanto ho bell'e capito che l'Associazione finirà nel nulla, come
è solito ,accadere a Napoli...
Mi si dice che Paolo Ricci parla e sparla di me, invocando sanzioni
epuratrici. Che sia un'idea fissa, la sua?
Notte è di nuovo in vena di confidenze. Mi fa la storia del tentativo
di scalata al mio posto all'Accademia. Egli mi avrebbe addirittura difeso
le spalle... Chi ci capisce è bravo! Però mi par di leggere
nei suoi occhi la malizia del doppio gioco. è un debole.
Ho conosciuto un sergente americano, Mathes, addetto alla commissione
alleata della scuola, dalla quale dipendiamo. Me l'ha presentato il
provveditore Scaglione, un giorno che questi è venuto in gita
a Pozzuoli con altri amici. Sembra un bravo giovane e paria bene l'italiano.
Ha l'aria di conoscermi di nome e diventiamo subito amici, fino a darci
del tu. Gratta gratta, scopro che non ero ignoto al suo ufficio, al
quale erano pervenute le solite denunzie anonime (Sindacato, nomina
senza concorso all'Accademia, ecc.). Debbono avere un animo davvero
basso, questi signori che si rivolgono agli stranieri per colpire un
collega! Mathes però mi assicura che all'ufficio era risultato
essere io buon artista e galantuomo. Doloroso però doversi sentir
grati ad ex-nemici, per questa difesa disinteressata contro la malignità
di così indegni italiani... l'animo si riempie di amarezza. Esistono
dunque davvero degli esseri senza dignità, capaci di sacrificare
ogni senso di onore ad improvvisate passioni politiche?
Ad onta di tutto, fermenta in me una evoluzione spirituale che mentre
mi accosta ogni giorno di più al senso esatto della parola democrazia,
mi fa capire anche come siano sulla strada falsa certi fascisti al rovescio,
che si atteggiano a custodi delle virtù politiche e morali della
nostra povera nazione. E' un processo del tutto interiore, il mio, al
quale ripugnano le esibizioni clamorose di certuni che non sanno sottrarsi
al piacere di dar conto delle proprie crisi, dato che davvero ne abbiano.
Oggi so finalmente che cos'è democrazia. In fondo, per me, reduce
della prima guerra mondiale, i due anni che precedettero il fascismo
non furono davvero scuola sufficiente in tal senso...
Se Dio vuole, l'anno scolastico è finito!
Luglio. - Ricci passa all'attacco. Parlando nella Voce della dittatura
artistica del fascismo (alla quale però volentieri egli si era
sottomesso partecipando regolarmente alle mostre del Sindacato) mette
il mio nome accanto a quello dei mediocri Maraini, Oppo, ecc.! Povero
Ciardo, eri tale personaggio... e non lo sapevi neanche, contentandoti
di insegnare disegno in una scuoletta di Pozzuoli fino al 1940! Eri
un pezzo grosso, anche senza essere né consigliere nazionale
né vice presidente dell'E 42, soltanto perché facevi parte
del direttorio del Sindacato Nazionale, come tanti altri dei quali Ricci
non si occupa. Strano però che il decreto di epurazione non riguardi
certe storie sindacali. Che ne pensa Ricci? Ma certo egli avrebbe la
risposta pronta: per avere incarichi del genere durante il fascismo
bisognava essere graditi, ecc. Vero anche questo. Ma si potrebbe però
ancora obiettare che io ero gradito appunto perché nulla vi era
da dire sul mio conto, né come artista né come uomo. A
meno che non si voglia affermare che Maraini fosse un prepotente settario
e come tale circondato da gente della stessa risma. Ma chi non sa in
Italia che Maraini aveva un temperamento conciliante? Chi non ricorda
che spesso lo attaccavano appunto perché voleva mantenersi imparziale
nella mischia artistica e che il suo sindacato era chiamato il Sindacato
dei sorrisi? Non è così, amici antifascisti di Bagutta,
a Milano, che mi avete sempre onorato della vostra stima?
Brancaccio e Diana Luise mi mandano a Castellammare per sistemare le
loro faccende amorose con la famiglia di lei! una nuova esperienza che
si aggiunge a tante altre...
Meno male! Tutto è andato bene. I due colombi sono felici...
Settembre. - Dopo l'onesta parentesi estiva gaglianese, durante la quale
ho lavorato molto, ritorno all'aria viziata della città.
A scuola la solita pesantezza morale. Continuano le insinuazioni maligne.
Il presidente Vosa mi proteggerebbe più del necessario, secondo
le voci messe in giro dalle solite malelingue, e sarebbe il mio sostegno
più efficace nella faccenda delle sanzioni epurative che si continua
ad invocare contro di me, Notte ed altri. Ciò mi addolora e mi
costringe ad allontanarmi dall'amico.
Il pittore Filosa, buon uomo e vecchia conoscenza, mi vorrebbe nell'Ordine
dei pittori e scultori che egli ha fondato con altri. S'illude di governare
gli artisti senza dover pestare loro i calli. Si accorgerà a
sue spese che è impossibile! E' molto legato a Notte, perché
aspira ad avere un posto nell'Accademia. Notte -che pure stima ben poche
persone tra gli artisti, dati i suoi presupposti cezanniani - mostra
di gradire molto la sua compagnia. Che voglia servirsene per rientrare
nel Partito Comunista, del quale Filosa è personaggio di una
certa importanza? Può darsi.
Certo gli attacchi che muovono a Notte, anche sulla stampa, per il saccheggio
dell'Accademia sono antipatici ed ingiustificati. Non mi meraviglio
quindi che egli cerchi di difendersi seguendo la strada politica. Ma
trattandosi di addebiti di ordine morale, non sarebbe meglio interessare
la giustizia? Naturalmente non credo che Notte abbia altra responsabilità
all'infuori della sua ben nota leggerezza e della mancanza di qualsiasi
senso pratico.
26 novembre. - Oggi sposano a Castellammare Brancaccio e Diana Luise,
in una chiesetta appollaiata su di una collina. Poca gente, cerimonia
sobria. Diana non è per niente emozionata. Al contrario di lui
che non riesce a nascondere i suoi sentimenti. lo e Sandirocco siamo
testimoni della sposa. Dopo la funzione, viene servito un sostanzioso
buffet nella sacrestia. Sandirocco s'ingozza di tutto, oltre il credibile.
lo seguo ad una ... ruota!
Subito dopo, gli sposi se la squagliano in macchina, diretti a Sorrento.
Buona fortuna !
L'amico dott. Lovero, comunista, mi fa sapere che sarebbe contento che
io m'iscrivessi all'ordine dei pittori. Forse gliene avrà parlato
Filosa, che è anche suo amico. Non sono contrario, ma desidero
che prima venga chiarita la mia posizione scolastica.
Notte, ancora in vena di confidenze, mi fa la storia delle sue traversie,
quando rimase solo a dover combattere contro ogni difficoltà
per lo sgombero dell'Accademia che doveva essere occupata dagli americani.
Effettivamente egli non deve aver avuto alcuna colpa nello scempio e
nelle manomissioni dell'arredamento e del materiale. Intanto si continuo
a chiamarlo in ballo. Si tratta dei suoi soliti nemici, i quali vorrebbero
colpirlo per vecchi rancori accumulati durante la gestione presidenziale
Bottacchiari. Ma l'avv. Vosa tiene duro e lo sostiene.
6 dicembre. - S. Nicola. Vado a Cappelle per un pranzo campagnolo a
casa del canonico Costigliola, del quale ricorre l'onomastico. Presenti
il provveditore Scaglione, Moschetti, Testaj, Peppe di Spiezio ed il
sergente americano Mathes, quello della commissione della scuola. Buon
umore e cordialità. Si beve più del necessario. Scaglione
fa un brindisi e ci commuove tutti, richiamandoci alla durissima realtà
della nazione sconfitta e calpestata dagli stranieri. Ma perché
l'ha fatto? Abbiamo tanto bisogno di non pensare, almeno per qualche
ora... Ci solleva lo spirito il discorsetto dell'americano, il quale,
nell'euforia della sbornia incipiente, mescola il sacro col profano,
la lingua italiana con lo slang del suo paese...
Al ritorno Mathes da fastidio alle ragazze, secondo la moda americana,
scandalizzando la comitiva e la buona gente di campagna. Come avviene
che un professore universitario, quale si vuole sia Mathes, perda nella
sbornia ogni senso della sua personalità, fino a poter essere
scambiato per un cow boy? Certo è un fenomeno molto diffuso tra
i militari americani, che andrebbe studiato.
Paolo Ricci avrebbe affermato, secondo l'amico De Filippis, che per
lui vedere o non vedere la mia prossima mostra è lo stesso, perché
l'articolo stroncatorio è già pronto... Ciò è
grave. Se nel passato avessi fatto a lui la decima parte di quanto Ricci
va perpetrando contro di me, avrei già perduto il posto di insegnante
e senza pensione per giunta! Guai se dovessi giudicare il comunismo
da questo suo cattivo servitore.
Passo il Natale a Gagliano. Mia madre mi sembra molto giù e questo
mi preoccupa. I segni dello scompenso cardiaco sono sempre più
evidenti.
1945
5 gennaio. - Inaugurazione
della personale da Forti. Molta folla, molta cordialità, vendite
numerose. Ricci è venuto ed ha passato in rivista i quadri in
meno di un minuto, senza fermarsi. Invece ha accentuato la sua cordialità
verso l'altro espositore, Eugenio Viti.
Il critico del Risorgimento, Gino Doria, s'è molto congratulato
con me. Mi ha fatto capire che scriverà bene della mostra, per
quanto qualche suo amico lo avesse pregato... di fare il contrario.
Infatti il pezzo per me è ottimo. Questa prova di onestà
non sarà mai dimenticata. Benissimo anche gli altri giornali.
Ed ecco, a chiusura della mostra, la critica di Ricci sulla Voce. Ma
la sua non è una critica, è una aggressione. Perfino alcuni
suoi compagni di fede, come il dott. Lovero, ne sono urtati. Tuttavia
mi sarei atteso, dai miei amici artisti, una maggiore solidarietà.
Tutti hanno deplorato, ma sotto voce... Come sono lontani i tempi quando
mi si raccomandavano per la Biennale di Venezia! Ma ciò è
normale. E' veramente amico colui che nell'intimo non gode dei guai
dell'amico. Chi lo ha scritto? E' una durissima verità, dalla
quale per conto mio posso escludere si e no quattro o cinque persone...
Aprile. - la guerra precipita verso la fine. Tedeschi e repubblichini
scappano su tutti i fronti. L'Italia del Nord è in fiamme. Mussolini
è catturato mentre tentava di passare il confine e fucilato dai
partigiani. La medesima sorte è toccata a molti gerarchi. Finis
coronat opus!
- La Germania chiede la resa. il ponte dell'alta Italia è crollato,
sotto la pressione degli alleati e dei partigiani. Pattuglie americane
entrano a Trieste, dove già i soldati jugoslavi del capo-partigiano
Tito avevano messo il piede. Che avvenga qualche complicazione politica
lassù? Si parla di esplorazioni slave, di rettifiche di territori,
ecc. Speriamo che nel disastro della sconfitta non venga coinvolta anche
l'italianissima città!
In alta Italia continuano le esecuzioni dei fascisti repubblicani. Si
parla di cifre paurose. Speriamo che siano esagerazioni.
8 maggio- Resa ufficiale della Germania agli alleati. Alleati anglosassoni
e russi fanno a chi arriva prima ad occupare la maggior parte del territorio
tedesco. Forse sarà proprio sul suolo germanico che si giocherà
la partita per la prossima guerra tra oriente e occidente. Già
si profilano i primi screzi. La Francia occupa la Rhur. Napoli è
in festa. Gli americani si abbandonano a carnevalesche manifestazioni
di gioia. Sbornie incredibili, sparatorie, chiasso.
- Dopo il primo respiro di sollievo per la fine di quest'incubo che
durava da quattro anni, ci si domanda quale sarà il nostro destino.
Gli Jugoslavi chiedono Trieste e la Dalmazia. E' veramente triste che
le scarse reazioni, per lo più di giovani, dell'opinione pubblica
italiana vengano criticate e considerate residue manifestazioni di uno
spirito nazionalistico di marca mussoliniana! Purtroppo la sconfitta
è nell'anima della nazione, più che nella rovina dei suoi
beni.
A Napoli dura vivissima l'impressione per la fine di Mussolini. Molti
si commuovono e perfino piangono... E' gente che non afferra la logica
fatale di certi avvenimenti apparentemente crudeli e si abbandona ad
una emotività del tutto superficiale. Sfugge a certuni il senso
della storia.
10 maggio - A Gagliano per una grave crisi di mia madre. Per fortuna
trovo che la cara ammalata va meglio. Però declina sempre di
più. Ritorno a Napoli, preoccupatissimo. Che sarebbe di me se
mi venisse meno questa sola certezza della vita?
Intanto Paolo Ricci si interessa ancora di me, per la faccenda del posto
all'Accademia che, secondo lui, dovrebbe essere dato a Crisconio. Sempre
nel suo giornale, la Voce, scrive ancora che io avrei influenzato l'arte
del giovane pittore Ferrara, che espone in questi giorni da Forti, guastandolo!
Vedi un po'... Se questo accanimento di Ricci non è persecuzione,
che sarà mai?!
Verso la fine di giugno nuova crisi di mia madre e nuovo allarme. Però
la vecchia quercia si riprende ancora. Ma fino a quando potrà
resistere al male?
Mi turbano anche i pasticci di mio nipote Dino, che è in rotta
con la famiglia. E' militare e si trova ad Agnano. Però non si
fa più vedere. Che voglia romperla anche con me?
Luglio - Contro voglia debbo accettare di far parte della Commissione
per la maturità artistica. Che noia! Pensare che volevo scapparmene
da Napoli per riposare corpo e spirito laggiù, tra i miei onestissimi
ulivi...
Proprio verso la fine delle mie fatiche di commissario, mi arriva da
Roma una notificazione del Ministero con la quale mi s'informa che sono
stato sottoposto a giudizio di epurazione, per aver fatto parte nel
1937 del direttorio del Fascio di Pozzuoli!! Niente altro. Ecco dunque,
a scorno dei malevoli, cadere tutte le accuse alle quali ero stato fatto
segno dai miei avversari, da oltre un anno.
Fu l'avv. Guardascione, allora, ad includermi nel suo direttorio senza
dirmi nulla. Lo appresi dal Mattino e me ne dolsi con lui. Vorrà
oggi confermarmelo per iscritto? Se, come penso, è uomo d'onore
lo farà. Vedremo.
Guardascione, sia pure un po' contrariato, mi rilascia una dichiarazione
con la quale egli conferma la faccenda del direttorio. Meno male, vi
sono ancora degli onesti!
Pare che Notte si sia lagnato per la sua esclusione dalla maturità
artistica! Sembra incredibile...
Agosto - Finalmente a Gagliano.
Che pena vedere mia madre inchiodata notte e giorno su di una poltrona!
Non è più lei. E' dimagrita ed il viso è la maschera
della sofferenza. Mi sembra distante, come distaccata da noi. Le sue
notti senza sonno sono spaventevoli. Né so capire come faccia
mia sorella Giovanna a resistere anch'essa alla mancanza completa del
sonno. L'ammalata ha fiducia soltanto in lei e ciò impegna Giovanna
per 24 ore su 24! ! Spesso mamma ha delle amnesie. Altre volte, dopo
un breve sonno agitato, non distingue il giorno dalla notte. Sono brutti
segni. Gli edemi alle gambe sono mostruosi. Mai è stata così.
Tuttavia ha ancora qualche momento di buon umore. Sul viso del buon
dott. Vergari leggo il dubbio ed anche mio fratello, che con Giovanna
fa miracoli per alleviare le sofferenze dell'ammalata, è di umore
nero. lo mi avvilisco, ma non sono di nessun aiuto. Mi spaventa constatare
che mammà, contro il solito, non sollecita più la mia
compagnia, lei che non sapeva stare un minuto senza chiedere di me.
E' sempre nervosa ed occupata dalle sue sofferenze: la materia prende
il sopravvento sullo spirito. Perciò siamo ormai alla fine. Ma
non voglio ancora crederlo...
In questo stato d'animo mi lascia indifferente la comunicazione ministeriale
con la quale mi si dichiara prosciolto da ogni addebito politico. Ci
vuole ben altro per restituire al mio spirito la serenità.
Settembre - Ritorno a Napoli contro voglia, ma il pensiero è
sempre laggiù.
Sembra che sia prossimo un provvedimento col quale verrebbero annullate
le nomine senza concorso nelle scuole artistiche e nelle Accademie.
Da Napoli e da altri centri si fanno pressioni in tale senso. E' proprio
la rivolta... dei fessi; molto pericolosa data la maggioranza degli
artisti mediocri i quali, vedendo in noi degli usurpatori, vogliono
a qualunque costo farci metter fuori dall'insegnamento artistico. Anche
alcuni giovani, molti dei quali ex nostri alunni, muovono un attacco
contro i senza concorso chiedendo il nostro allontanamento. la Voce
(leggi Paolo Ricci) commenta con un acidissimo corsivo. Curiosa questa
gioventù che pretenderebbe di arrivare di colpo, senza passare
per la strada maestra di una lunga disciplina di lavoro. Evidentemente
però questa gente non è nata per l'arte.
Tutto ciò mi stomaca e mi fa amare sempre di più l'isolamento...
Ottobre - Rinunzio all'incarico di rappresentare nell'Italia meridionale
il Congresso Democratico degli artisti che si terrà a Roma prossimamente.
Non voglio dare altra esca agli avversari. Desidero soltanto essere
lasciato in pace.
Però non posso non rilevare, con compiacimento, come fuori di
Napoli io sia sempre stimato e ben visto. Anche prima gli incarichi
mi venivano così, senza che chiedessi nulla a nessuno, in omaggio
forse al mio temperamento obiettivo. è colpa mia se possiedo
le virtù dei mediocri?!
20 settembre - Da vari giorni la corrispondenza con mio fratello è
quotidiana. Mammà peggiora. Mi metto sul piede di partenza.
30 settembre - Vieni, telegrafa mio fratello. Parto.
2 ottobre - Alla stazione di Lecce lo scultore Giurgola, vecchio e buon
amico, mi attende con una macchina, che ha noleggiato in seguito ad
un telegramma di mio fratello, il quale lo ha pregato di farmi proseguire
a qualunque costo...
Le due ore di viaggio nella notte scura e piovosa sono un vero incubo.
Farò in tempo? Alle 22 sono a casa. Mio fratello mi viene incontro
piangente. Mi si gela il sangue. Ma è viva ancora! Almeno questo
mi è stato concesso...
Quale cambiamento! E' come trasfigurata dalle sofferenze, non è
più che un povero essere dolorante, lei così forte e resistente
al male. Da una settimana non tocca cibo.
Mi sente ma non mi vede. Mi chiama, e dalle sue labbra esce un soffio:
Vincenzo, Vincenzo mio! Niente al mondo avrebbe potuto compensarmi della
perdita di quest'attimo sublime. Ho sentito la presenza di Dio in quello
sguardo.
3 ottobre - La fine si approssima. Una crisi si sussegue all'altra.
A tratti l'ammalata si riprende, ma per soffrire ancora. Com'è
difficile morire, in certi casi. La morte è ormai in mezzo a
noi, con la sua presenza imponderabile.
A mezzanotte il polso si ritira lentamente. Il respiro si abbrevia raddolcendosi.
Su quella maschera tormentata scende come un velo, che a mano a mano
distende i tratti del volto. Come per un miracolo vedo il caro viso
ricomporsi nella serenità di un riposo che non avrà fine.
Da almeno venti anni non era più stato così. Sono le 2
del mattino del 4 ottobre. Con Lei se n'è andata anche la mia
giovinezza. Tutto il paese è presente ai funerali. Contadini
induriti nel lavoro piangono come ragazzi.
Novembre - Ritorno a Napoli. Durante la mia assenza, il vecchio Guardascione,
pittore mediocre, ha attaccato, senza far nomi, me ed altri colleghi
dell'Accademia sull'Azione. Ma a questo maestro del doppio gioco, leccapiatti
delle federazioni fasciste, organizzatore di presepi per i dopolavoro,
bisogna dare una lezione. Nel 1935, scrivendo della Quadriennale, egli
si esprimeva ben diversamente su di noi, ed osannava pacchianamente
a Mussolini. Facciamo una scelta dei punti salienti della sua prosa
e li inseriamo in una lettera firmata da 17 artisti che mandiamo al
"Paese". L'impressione a Napoli è enorme. Tutti ci
danno ragione.
- Vado preparando una mostra personale a Bari. Alcuni amici di laggiù
mi hanno premurato ed io ho aderito volentieri.
Dicembre - Buona accoglienza a Bari e buon successo di critiche e di
vendite. Marina e De Robertis mi fanno ottima compagnia. Bravi ragazzi.
- Con Brancaccio stabilisco di tenere una mostra a Roma, nell'anno prossimo,
nella Galleria del Secolo. E' necessario riprendere i contatti, fuori
di Napoli, con la critica e con gli artisti. Gli assenti hanno sempre
torto e tante cose sono cambiate dal 1943! Chi sa come ci verrà?
- Mi preoccupa il silenzio di mio nipote. Non so più dove sia.
Natale, a Gagliano. La casa è muta e triste. In un angolo è
ancora quella poltrona. Non la posso guardare. Un lievissimo odore di
canfora ristagna sempre nell'aria!
1946
Ai primi di gennaio
ritorno a Napoli.
Muore il povero Crisconio. Sparisce con lui un buon pittore ed una simpatica
figura di artista. E pensare che avevano tentato di metterci di contro,
per la questione della scuola...
Finalmente scopro che mio nipote è ad Agnano, da dove non si
era mai mosso. E una strafottenza imperdonabile!
Quando c'incontriamo, lo investo duramente. Si difende mettendo avanti
le controversie familiari e l'avversione della matrigna. Dice di non
voler tornare più a casa. Naturalmente c'è anche di mezzo
una ragazza. lo costringo a scrivere al padre. E' docile, ma sotto l'apparente
remissività del giovine sento che c'è un programma già
fatto.
Ho saputo che per colmo di sciagura la ragazza è incinta. Lui
vuoi riparare. Ma come farà a mangiare? Suo padre, che ha saputo
tutto, fulmina e minaccia. Vorrebbe imporsi al figlio, ma da lontano.
Così mi dice il fratello. Egli scusa mio cognato, del quale descrive
le non buone condizioni di salute.
Cerco di trattare con la madre della ragazza. Tutto inutile, ed è
giusto. Quella gente non può che pretendere il matrimonio. Tento
anche di convincere mio cognato a consentire che i giovani sposino,
salvo a far allontanare Dino da Napoli fino al conseguimento della laurea.
Niente, non ne vuoi sapere. E allora basta così. lo non posso
fare più nulla. Ma ne sono addolorato.
Nel febbraio il signor ministro Arangio Ruiz mette fuori il famoso decreto
di annullamento delle nomine dei senza concorso nelle Scuole d'arte
e nelle Accademie. lo vengo restituito alle Scuole medie. Ciò
mi turba e mi offende. Dopo di aver dato conto di me per tutta una vita,
ecco che mi si passa nel rango dei profittatori del cessato regime.
Né mi consola sapere che la medesima sorte è toccata ad
altri 200 artisti. Però non è possibile che un giorno,
quando le passioni politiche si saranno attenuate, non si ritorni sul
grave ed ingiusto provvedimento...
Inutile dire che tutti coloro che non vi sono interessati, plaudono
al decreto di Arangio Ruiz. E' il solito fenomeno della cattiveria gratuita,
che coglie ogni occasione per manifestare il suo livore.
In questa penosa condizione di spirito mi riesce difficile lavorare
come vorrei. Intanto avanzano le due mostre personali di Napoli (Galleria
Forti con l'amico Russo) e Roma (Galleria del Secolo, con Brancaccio).
Anche il movimento sempre più fastidioso dei partiti, che affilano
le armi per le prossime elezioni amministrative e per il referendum
istituzionale, opprime e distrae. E' un vero carnevale! Parole e programmi
altisonanti rompono i timpani anche di chi vorrebbe tenersi estraneo
al carosello elettorale.
Giannini, il quale da tempo aveva assunto una posizione tra il Catone
e il Capitan Fracassa, col suo giornale l'Uomo qualunque pieno di maleparole,
passa all'organizzazione di un partito. Questo, a mio parere, manca
di idee e di programmi. Riflette solo il disagio e lo scoraggiamento
di chi vorrebbe che le cose in Italia andassero meglio. Troppo poco.
Specie perché presume, il nuovo partito, di opporsi ai comunismo,
che indubbiamente guadagna terreno nelle masse, promettendo quei benefici
che allo stato attuale nessun governo potrebbe realizzare, anche con
la migliore buona volontà.
Si teme che l'enorme numero di iscritti all'Uomo qualunque possa, ad
un certo momento, far deviare Giannini verso avventure pericolose. lo
credo invece che Giannini non abbia davvero la stoffa del capo, né
tanto meno del dittatore. Ma che se ne fora poi di questo congegno che
da un momento all'altro si è trovato nelle mani?
Marzo - le elezioni si svolgono nella massima calma.
27 marzo - Inaugurazione della personale da Forti. Moltissimi intervenuti,
ottime accoglienze. le vendite vanno a rilento perché il mercato
artistico è stanco. la critica è molto favorevole. Paolo
Ricci, dopo avere stroncato Russo, mio compagno di mostra, scrive che
espone anche Ciardo! l'ambiente trova che questa è una vittoria
della mia pittura...
Aprile - Lavoro intensamente per la mostra di Roma.
Aumenta il lavorio dei partiti per il referendum istituzionale.
La monarchia difficilmente si salverà. Da tre anni i Savoia non
ne imbroccano una. Quaggiù però hanno un forte seguito.
lo sono indifferente. La forma repubblicana sarebbe comunque la più
logica. Resta a vedersi se sia opportuno il momento, per il cambiamento
di rotta.
2 maggio - Roma - Inaugurazione della personale alla Galleria del Secolo.
Molto pubblico e molti artisti di tutte le tendenze. La mia pittura
sembra interessare anche quelli di punta. La critica è buono.
Anche Brancaccio va bene. Vendite pochissime. Ciò dipende dal
fatto che in questo momento la capitale è in piena campagna elettorale,
con comizi, dimostrazioni, incidenti, ecc.
9 maggio - Vittorio Emanuele III abdica e parte per l'Egitto. Troppo
tardi ormai. Anche a Napoli grande fervore elettorale, ma anche grande
tolleranza nei cittadini di opposte ideologie.
1 giugno - Umberto II lancia un proclama agli italiani. Forse era meglio
tacere.
2 giugno - Giornata caldissima. Gran folla alle sezioni elettorali e
calma assoluta. Me ne vado in campagna a dipingere. Nel pomeriggio i
monarchici di via Cavallerizza sono in grandi faccende. Li osservo dalla
finestra dello studio. Sembrano soddisfatti.
4 giugno - Prime notizie. Prevalenza democristiana e monarchica. Ma
non si possono far previsioni. Il Nord sarà certo per la repubblica
anche perché il popolo, in genere, si attende chi sa che cosa
da un cambiamento di rotta.
5 giugno - Al Nord la prevalenza è repubblicana. A Napoli è
impressionante il successo dell'Uomo Qualunque. Confermata la maggioranza
monarchica nella Campania.
6 giugno - Fermento a Napoli per le notizie dei referendum, sempre più
favorevoli alla soluzione repubblicana. I monarchici se la prendono
col clero, che avrebbe fatto il ... doppio gioco! Ma se si tratta di
elezioni e votazioni democratiche, perché non rispettare le decisioni
della maggioranza?!
Purtroppo ieri sera si sono avuti gravi incidenti a Capodimonte, un
morto e vari feriti.
Lionello Venturi, che in questo momento è magna pars in Italia
nelle faccende dell'arte, ha organizzato una mostra di Arte Italiana
a Londra. Nessun napoletano invitato. Anche in arte il Nord va contro
il Sud, come in politica...
7 giugno - Tumulti popolari e dimostrazioni di monarchici, in seguito
all'esito del referendum, ormai del tutto favorevole alla soluzione
repubblicana. Il mio cortile è in agitazione. La polizia presidia
il giardino. Meglio andarsene in campagna a dipingere...
8 giugno - Ma quando se ne andrà il Re? Se partisse, tutto finirebbe
nel migliore dei modi. A Napoli lo dimenticherebbero facilmente.
10 giugno - I monarchici di via Cavallerizza raccolgono firme per una
mozione con la quale si chiede la separazione... dal Nord! Addirittura...
11 giugno - Ancora tumulti ed incidenti in una dimostrazione monarchica.
Ma perché il Re non se ne va?
12 giugno - Gravissimo conflitto ieri sera a via Medina, tra monarchici
e forza pubblica e tentativo di assalto alla sede comunista. Sette morti
e molti feriti. La città stamani è immusonita. Autoblinde
corrono per le strade, con carabinieri armati di tutto punto. Intanto
per oggi è indetto un corteo repubblicano! Ma che davvero si
voglia la guerra civile? Per fortuna all'ultimo momento la manifestazione
viene proibita.
13 Giugno - La signora Lovero, comunista, mi racconta la brutta avventura
dell'altro ieri. Si trovava nella sede del suo partito al momento del
tentativo di assalto...
Il Re, invece di andarsene, tergiversa e polemizza col governo. Colpa
della suprema magistratura dello Stato, la quale, mentre parla di maggioranza
repubblicana, fa delle riserve sulla validità dei referendum.
Ma può mai un Re rimanere sul trono senza il consenso di tutto
il popolo, oggi specialmente? Intanto le incertezze della magistratura
fomentano le voci di imbrogli elettorali.
14 giugno - Grossa novità. Re Umberto è partito improvvisamente
ieri, in aereo, diretto a Lisbona, pare all'insaputa dello stesso governo.
Ha lanciato un proclama nel quale accusa il governo di aver compiuto
un colpo di Stato! Gesto deplorevole. Ma Napoli adesso è calma.
Passato il Santo... passata la festa! Benedetti napoletani...
Nel mio cortile monarchico tutto è silenzio. Solo i patiti rimpiangono
ancora il Re, compresa donna Concetta la portiera.
Sempre alla ricerca di un posto per Dino. Ho buone speranze per una
sistemazione come istitutore presso il convitto dell'Albergo dei poveri.
Speriamo.
17 giugno - Lavoro sempre. Tutto è quieto. Nel cortile nessun
monarchico; vedo soltanto i soliti angeli custodi! ...
18 giugno - Si attende la proclamazione ufficiale del risultato del
referendum. Speriamo che non si riaccendano le passioni... per ora quiete
assoluta.
Stasera la radio ha comunicato l'esito ufficiale del referendum. La
consacrazione definitiva del nuovo regime istituzionale è scivolata
liscia, quasi in sordina. Meglio così.
21 giugno - Nulla di nuovo. Una certa aria di distensione anche per
i propositi conciliativi del governo, raddolcisce gli umori. E forse
c'è anche della stanchezza in giro, oltre la preoccupazione per
le gravose condizioni di pace che vanno delineandosi all'orizzonte.
Il Congresso delle arti è stato rimandato ad ottobre!
Dino non si fa vedere da oltre una settimana. Purché non sia
ammalato di nuovo.
Ieri sera mons. Cafaro voleva assolutamente portarmi a Bagnoli per farmi
partecipare ad un intimo trattenimento familiare in onore di un candidato
alla Costituente, risultato eletto nella lista democristiana. Ho rifiutato.
Queste cose non mi piacciono, specialmente in questi momenti...
Peppe di Spiezio mi racconta la sua avventura: sorpreso dalla polizia,
con altri, in una bisca clandestina a Pozzuoli, sospettato inoltre di...
neo-fascismo! Per fortuna tutto è finito in una bolla di sapone.
Intanto ha vinto 1/2 milione alla roulette!! ...
22 giugno - Il decreto di amnistia politica è stato accolto molto
bene, salvo le solite riserve dei soliti incontentabili. E' stato un
gesto umano che avrà buone ripercussioni. Tutti sentiamo il bisogno
di essere più cordiali e sereni verso i nostri simili, specialmente
oggi che i famosi quattro ministri degli esteri (Francia, Russia, Inghilterra,
America) vanno manipolando la nostra cosiddetta pace!
23 giugno - Invitato da Gino Doria vado a I l'inaugurazione della mostra
del ritratto a S. Martino. Opere interessanti, specie quelle olandesi
poco note. Causa mi dice che Paolo Ricci (ancora!) ha dato del fesso
a Peirce, per avere questi scritto quasi bene della mia mostra di Roma
sull'Unità che è l'organo maggiore del suo partito. Naturalmente
anche gli altri critici che si sono regolati nella stessa maniera, come
Guzzi, Biancale, Tridenti, Maselli, Bellonzi, ecc., saranno per lui
della povera gente...
Lavoro intensamente, sempre nella zona flegrea. Adesso sono più
libero e posso dedicare alla pittura quasi tutta la giornata.
Stamane è sposata Floretta. Le ho fatto da testimone. Vestita
da sposa somigliava a Turandot, con quel taglio degli occhi alla cinese.
25 giugno - Oggi apertura della Costituente. Napoli non se ne dà
per inteso...
26 giugno - Sostituisco Brancaccio nel giudizio della licenza di pittura
all'Accademia. C'è anche Viti. Sono quattro candidati e tutti
su per giù sullo stesso piano di mediocrità. Ma Notte
dice che hanno fatto tanto progresso, e quindi li assolviamo. Dei resto
non sarà un pezzo di carta a farli dipingere meglio o peggio...
Oggi è venuto Dino. E' sempre a spasso, sballottato da una promessa
all'altra...
28 giugno - I grandi assegnano il Colle di Tenda alla Francia e il Dodecanneso
alla Grecia!
29 giugno - Vado a pranzo da Pietro (mio cugino) dato che oggi è
il suo onomastico.
Napoli apprende con entusiasmo l'elezione da parte della Costituente
di De Nicola a Presidente provvisorio della Repubblica.
30 giugno - Vado a Pomigliano d'Arco, ospite del dott. Romana, dalla
finestra della cui abitazione riproduco una veduta che regalerò
all'amico. Caldo orribile. Stasera a mezzanotte vi sarà l'esperimento
della bomba atomica nell'altro emisfero. L'America ha destinato questa
volta come bersaglio un'intera flotta! Si teme che le ripercussioni
dello scoppio possano determinare qualche ira di Dio, addirittura la...
fine del mondo. La gente è preoccupata e, avvicinandosi l'ora,
corre perfino ai ricoveri...
1 luglio - Non è accaduto nulla! Dalle prime notizie si desume
che la flotta -bersaglio - non ha subito danni gravi. In altri termini
i risultati sarebbero stati modesti. Si attendono i particolari. Intanto
i famosi 4 grandi stanno decidendo la sorte di Trieste. Forse la città
sarà internazionalizzata, ed il retroterra l'avrebbe la Yugoslavia.
E' morta la moglie dell'amico Testaj. Me ne dispiace. Bella donna e
di appena 40 anni...
De Nicola, Presidente della Repubblica, s'insedia a Roma. I monarchici
di qui brontolano ancora ma in fondo pensano che la scelta di un uomo
del Sud sia stata un omaggio al sentimento politico della maggioranza
dell'Italia Meridionale.
3 luglio - Stamani disordini a Pozzuoli. Reduci e disoccupati hanno
impedito il funzionamento della ferrovia Cumana. Grande apparato di
forza pubblica, con autoblinde ed altri gingilli del genere. Ad un certo
punto carabinieri e polizia, premuti dai dimostranti, hanno sparato
in aria. Bisogna però dire che il contegno della folla non era
né aggressivo né violento. A mezzogiorno i treni possono
partire per Napoli. Però non è ancora finito tutto.
L'agitazione dei disoccupati e reduci continua e si estende a Bagnoli,
Castellammare e Napoli. Effettivamente questa povera gente non può
più andare avanti e ciò contrasta stranamente col bizantinismo
delle discussioni dei partiti, i quali non si mettono ancora d'accordo
per la costituzione del nuovo governo! Nel frattempo i 4 grandi continuano
a manipolare il nostro trattato di pace, massacrandoci con le cifre
iperboliche delle riparazioni...
La Gazzetta Ufficiale pubblica l'elenco definitivo dei confidenti dell'Ovra.
Ancora Assante! Questa volta accanto al nome, qualifica
professionale, ecc., è riportato anche lo pseudonimo usato dal
confidente. Come va ciò? Certo si resta perplessi dinanzi a tali
precisazioni. Me ne dispiace assai perché non ritenevo Assante
di quella risma...
Notte è avvilito. Le sue condizioni finanziarie aggravate dalla
presenza in casa della figlia incinta sono penose ed egli me ne parla
scoraggiato. Gli prometto di fargli vendere qualche quadro. Interesso
l'amico Calvanese, al quale riesco a far acquistare il mio ritratto
dipinto da Notte l'anno scorso, ed esposto nella sua personale da Forti.
Ma perché poi debbo essere così fesso? Non sarà
mancanza di carattere questa facilità di dimenticare i torti
ricevuti?
5 luglio - Sostituisco Brancaccio all'Accademia nel giudizio delle prove
di scenografia. Il caldo mi toglie la voglia di lavorare.
6 luglio - Esami di storia dell'arte al Liceo di Pozzuoli. Incredibile
ignoranza dei candidati! Uno di questi non ha saputo nemmeno dirmi che
cosa è un monumento equestre! L'ho bocciato...
Stasera pranzo da don Mimì Romano per festeggiare il suo compleanno.
Adunata (dice lui!) alle sette.
Da molti giorni Dino non si fa vivo. Speriamo bene...
7 luglio - Vado a Castellammare. Pranzo da Mormone, il quale salda il
suo dare per acquisto di quadri con cinque chili di pasta i
8 luglio - Continua questo stato di pigrizia che non mi consente di
lavorare. Tutto mi dà fastidio. Sullo spirito inquieto grava
come una cappa di piombo. Le notizie del trattato di pace sono brutte
e intanto a Roma i partiti ancora discutono su programmi, assegnazione
di posti nel nuovo governo, ecc.! Anche da casa notizie non buone (gravami
fiscali eccessivi, ecc.). Quando si vedrà di nuovo un po' di
luce?
Oggi è venuto a trovarmi Adolfo Narciso, il popolare scrittore
napoletano. Aveva l'aria dello stoccatore! Infatti dopo avermi fatto
omaggio, con dedica iperbolica da fare arrossire il meno modesto degli
artisti, del suo libro Napoli col suo manto di sole, mi ha chiesto un
quadretto. Solite storie: necessità familiari, bisogno urgente
di denaro, ecc. Naturalmente non ho creduto ad una sola delle sue moltissime
parole, ma lo stesso gli ho dato un lavoro, raccomandandogli di non
darlo via per nulla. D'altra parte mi piace questo vagabondo della vita,
questa specie di don Chisciotte fuori tempo... l'intervista è
finita... con abbracci e baci !!
Un'altra visita, il dott. Ingrao di Roma, il quale vuole vedere l'ultima
mia produzione. E persona colta e bene addentro ai fatti dell'arte contemporanea.
anche un collezionista e vorrebbe acquistare una tavoletta pugliese.
Preferisce però rimandare a miglior tempo, non avendo - per ora
- disponibilità di denaro.
Ancora De Gasperi non riesce a costituire il governo, data l'intransigenza
dei socialisti e dei comunisti sul programma economico. C'è perfino
in aria la minaccia di una rinunzia di De Gasperi. E allora? E pensare
che mentre a Roma si discute, qui la gente muore di fame.
Oggi, dopo circa una ventina di giorni, noto di nuovo nel cortile degli
assembramenti di monarchici. Dalla sede si sente vociare e gridare.
un'assemblea, mi si dice, del nuovo partito monarchico. Com'è
curioso tutto ciò, ed inutile anche...
E' venuto Dino. Attende sempre il posto.
12 luglio - Vado a trovare il prof. Boeri. Sta molto male. Spesso vaneggia.
Peccato!'
13 luglio - Finalmente De Gasperi vara il nuovo governo. I tre partiti
di massa si sono regolarmente divisi i portafogli. Però Togliatti
è rimasto fuori. Perché? La stampa di destra teme delle
manovre da parte del capo del comunismo italiano. Ma come pesa questa
atmosfera di sospetti! ...
14 luglio - Vado a Baia a dipingere, poi a Torregaveta per un bagno.
Non ho più visto Dino. Che farà?
15 luglio - Esami a Pozzuoli; storia dell'arte alla maturità
classica. Che noia! ... Nel pomeriggio è venuto Dino. la sua
pratica per l'impiego nell'amministrazione di un'opera pia è
a buon punto. Occorre sveltirla e cerco di farlo subito. Speriamo bene!
Ho dipinto una brutta cosa in campagna...
17 luglio - La Costituente inizia i suoi lavori con un pugilato tra
sinistri e destri, per una frase infelice - anche se in parte corrispondente
a verità - del Gen.le Bencivenga! Esami di storia dell'arte a
Pozzuoli. Noia, caldo e fastidio delle raccomandazioni. I candidati
sono sempre più asini e non hanno nemmeno quel minimo di cultura
che dovrebbe consentir loro di, parlare in un passabile italiano...
In Alta Italia scioperi ed occupazione di fabbriche. Come nel 20-22!
Chi ha inventato la storiella della "Storia maestra dei popoli"?...
18 luglio - Sempre esami, caldo e noia...
19 luglio - Stamane senza giornali, non so per quale sciopero. Dino
viene a trovarmi. Forse la sua assunzione potrà essere un fatto
compiuto tra un mese. Naturalmente egli freme d'impazienza. Che almeno
questo suo travaglio lo faccia finalmente diventare uomo... Dalla sua
famiglia più nemmeno un rigo, dopo le belle parole dello zio
paterno. Come se il giovane potesse cibarsi solo di chiacchiere...
Boeri è gravissimo. Da ieri mattina è in coma per una
emorragia cerebrale. penoso vedere come non si veda accanto al suo letto
nessuno dei suoi tanti discepoli. E' assistito dalle cameriere!
21 luglio - Ieri sera è morto Boeri. Stamani vado a vederlo.
Che pena! Nella stanza solo due suore salmodianti e una cameriera in
lacrime... Quanta tristezza...
22 luglio - Stamane non vado al Liceo per gli esami. Alle 10 sono andato
ai funerali di Boeri. Pochissima gente distratta, qualche corona e questo
era tutto! Così è passato nel dimenticatoio un clinico
illustre ed un grande cuore.
23 luglio - Sono assediato dalle raccomandazioni; preti e suore si danno
da fare! Che fastidio... E intanto da giorni e giorni non lavoro più
e ne provo quasi un rimorso. Il fatto è che sono molto stanco
ed ho bisogno di riposo. l'idea che presto andrò a casa mi riesce
sempre più gradita...
25 luglio - Ieri sera alle 23,45 ho inteso alla radio lo scoppio della
quinta bomba atomica, trasmesso da un posto di osservazione situato
a quaranta chilometri dal teatro dell'esperimento. E' stato terribile
e tanto diverso dai soliti rumori della guerra moderna. L'aver voluto
violentare i segreti della natura finirà però per condurre
l'umanità verso il caos. E forse soltanto così si potrà
ricominciare daccapo, in un mondo migliore.
26 luglio - Oggi niente esami. Bagno a Torregaveta e colloquio con Dino.
la sua faccenda si mette bene. Almeno potessi partire con la certezza
che sarà sistemato.
31 luglio - I giornali pubblicano il trattato di pace con l'Italia.
Mostruoso! E le promesse degli alleati?
Luglio - Prima di partire per Gagliano apprendo che finalmente la faccenda
del posto di Dino è sistemata. Meno male...
Passo l'agosto a Leuca. Lavaro poco. Mi turba il pensiero della riconferma
del comando all'Accademia. Se dovesse mancare, dovrei ritornare ad insegnare
nelle scuole medie. Meglio andare in pensione! Pare però che
vi sia in atto un movimento sindacale a proposito del famoso decreto
di annullamento delle nomine del senza concorso. Si vuoi chiedere la
revisione, caso per caso. Sarebbe logico e soprattutto onesto...
Con Brancaccio decido di tenere una mostra personale a Milano da Gianferrari.
In tal senso vado orientando il mio lavoro.
Nel settembre ritorno a Napoli. A scuola nessuna novità. Può
darsi che la riconferma del comando all'Accademia sia una faccenda sottintesa.
Speriamo. Sandirocco è ottimista. Però è sempre
la mia una posizione mortificante. Finché durerà ciò,
in quell'ambiente mi sentirò sempre come un pesce fuor d'acqua!
A fine novembre niente ancora di nuovo. Dunque rimarrò almeno
per quest'anno scolastico. Meglio di niente.
1947
L'anno si inizia
con l'aggravarsi delle condizioni alimentari ed il rialzo di tutti i
prezzi. Agitazioni di disoccupati un po' dovunque. Anche la situazione
internazionale peggiora con l'appesantirsi della tensione tra Russia
ed America e col fallimento delle varie conferenze per la sistemazione
dell'Europa.
Lavoro intensamente per la mostra di Milano.
A scuola nessuna novità. Abbiamo adesso tra noi un piccolo nucleo
di colleghi comunisti: De Val, Giordano e Filosa. Sento dire che anche
Notte si vada orientando di nuovo verso sinistra. Ma quando mai Notte
ha avuto dei principi stabili.
19 marzo - A Milano s'inaugura la mostra personale da Gianferrari. Buone
accoglienze e molti artisti presenti. I baguttiani Morelli, Vellani
Marchi e Steffenini sono sempre cordialissimi. La critica è buona
sotto ogni riguardo e numerose le vendite. Partita vinta anche qui.
Carrieri mi scrive un bell'articolo su Tempo Illustrato. Anche Brancaccio
va bene.
Maggio - Mi si nomina componente del Comitato della prossima Quadriennale,
con Casorati, Guttuso ed altri. Ne sono lusingato. Se accetto però
diranno che sono sempre io a battere le carte dell'arte a Napoli. Ma
un rifiuto potrebbe anche essere male interpretato, dato che prima accettavo
incarichi del genere. E allora, dato che è destino che senza
volerlo debba essere compromesso in faccende del genere, rispondo affermativamente.
Però avrò dei guai...
Da Torino ho l'invito per la Quadriennale piemontese. Anche lassù
si ricordano ancora di me. Mi fa piacere.
La notizia della mia nomina nel Comitato della Quadriennale ed i commenti
sono vari. C'è chi ne ha piacere e chi no. Al solito.
26 maggio - Roma. Laboriose sedute alla Quadriennale. Molta confusione
di idee. Spesso si perdono di vista le linee essenziali della faccenda.
Tra i più costruttivi mi sembrano Guttuso, Casorati e Colacicchi.
Finisco per armonizzare con Guttuso ed ottengo per Napoli ben 30 inviti.
E' un successo, ma non mi salverò lo stesso dalle critiche dei
miei colleghi di qui...
Luglio - Ci siamo! Appena giunti gli inviti della Quadriennale, si è
sollevato il solito chiasso da parte dei non invitati e dagli invitati
ad un'opera sola. Il Vomero -come sempre - è alla testa. Guido
Casciaro mi rimanda indietro l'invito. Lo respingo!
.73 luglio - Com'era da attendersi, Paolo Ricci ha scritto stamani una
nota sulla Voce per deplorare la mia nomina nel Comitato della Quadriennale.
A sentirlo ... avrei addirittura fatto un colpo di mano per riprendere
... il governo delle faccende. artistiche napoletane. E pensare che
non volevo accettare l'incarico!
L'amico dott. Lovero, al quale mi sono rivolto per pregarlo di farmi
pubblicare sulla Voce la risposta a Ricci, ha mostrato il desiderio
di provocare un chiarimento tra noi due. Aderisco mai volentieri, perché,
se mai, dovrebbe essere Ricci a darmi delle spiegazioni sul suo comportamento
nei miei confronti.
14 luglio - C'incontriamo con Ricci. Strana sensazione, tornare a parlare
con lui dopo tanti anni e tante vicende. Ricci dichiara di non aver
avuto mai del malanimo verso di me e nessun fatto personale! Una bella
faccia tosta, in verità, dopo quel po' po' di attacchi a catena,
che rimontano al 1932 o giù di lì!! Con la massima calma
e precisione ribatto ad una ad una le sue osservazioni sull'andamento
delle faccende artistiche napoletane nel passato. Gli consegno la risposta
al suo articolo. Egli assicura che la pubblicherà, dopo di avermi
ringraziato per non essermi rivolto ad altro giornale, come avrei potuto
fare. Ci lasciamo stringendoci la mano. Se egli è stato sincero,
tutto dovrebbe essere finito dopo questo episodio. E sarebbe ora, infatti!
20 luglio - Ricci pubblica la mia risposta al suo attacco, aggiungendo
un commento ... agrodolce.
Prima di partire per la parentesi estiva gaglianese, passo a Ricci l'incarico
di allestire la retrospettiva di Crisconio nella Quadriennale. Per due
ragioni: prima di tutto perché egli è stato sempre un
grande amico ed estimatore del povero artista, e poi per evitare che
al momento opportuno Ricci mi attacchi ancora, per non avere io saputo
valorizzare Crisconio con una buona scelta di opere ... e glielo dico
anche!
All'Accademia lascio le acque un po' torbide. Il Ministero pare non
voglia riconfermare il presidente Vosa, il quale adesso è oggetto
delle antipatie di Notte. E pensare che fu Vosa a ristabilire la posizione
morale di barbone, dopo gli attacchi e le accuse dei suoi nemici. Intanto
sembra che Notte, con l'aiuto di Filosa, abbia ottenuto l'iscrizione
al partito comunista.
Si dice che sia prossimo un decreto ministeriale per la revisione, caso
per caso, delle nostre nomine. Sarebbe giusto e doveroso. Comincio a
preparare la documentazione.
Settembre - Il presidente Vosa è stato sostituito dall'amico
Morisani. Mi dispiace per Vosa, ma sono contento che al suo posto sia
stato chiamato un competente ed un galantuomo. E' indegno però
il modo di procedere del Ministero, che butta via così, come
uno straccio, le persone, dopo di essersene servito nei momenti difficili.
Viene fuori finalmente il famoso decreto della revisione. Meno male!
Notte va dicendo che farà parte della commissione di revisione
dei senza concorso e che ne è lieto per poter fregare me e Brancaccio!
Brancaccio va bene, me lo spiego, perché gli fa la concorrenza
per la cattedra di pittura, alla quale entrambi aspirano, e che entrambi
adesso occupano ... a mezzadria! Ma io che c'entro? Parente - sempre
informatissimo - afferma che Notte mi fa carico di non sostenerlo presso
il nuovo presidente, del quale mi sa buon amico. Ma è una novità
che non mi sono mai impicciato delle faccende dell'Accademia?
26 ottobre - A Roma per portare il pacco dei documenti per la revisione.
Si comincia a parlare della Biennale di Venezia. Segretario ne è
Pallucchini, il quale non è tenero per le tendenze di centro.
I napoletani non avranno certo di che lodarsi di lui. Potrei scrivergli
perché siamo amici. Ma non voglio che pensi ad una intrusione
interessata, e del resto, dopo le recenti esperienze, non me la sento
più di muovere un dito per questa gente che non merita nulla
... A costo di rimetterci anche io!
Ho l'impressione che Morisani voglia sostituire Notte alla direzione
didattica. Figuriamoci le reazioni di barbone, che ci tiene tanto a
quel posto noioso ed antipatico...
Da tempo Giarrizzo non sta bene. Temo si tratti di fatti respiratori.
Però ho l'impressione che non si curi abbastanza.
Novembre - I giornali pubblicano i nomi della Commissione degli inviti
della Biennale di Venezia: Carrà, Casorati, Venturi, Morandi,
Marino Marini, Semeghini, Longhi. Tutta gente durissima. Vedremo adesso
come andrà a finire per Napoli senza un solo rappresentante di
quaggiù!
Giarrizzo peggiora. Adesso è a letto. Si tratta di T.b.c.! Ormai
nemmeno lui ne fa più un mistero. Speriamo bene. l'amico Russo
che lo assiste fraternamente mi dà sempre le notizie dell'ammalato.
Continue agitazioni di piazza e scioperi rendono difficile la vita cittadina.
Strano però come ciò coincida col ribasso di molti generi
alimentari e specialmente della pasta e dell'olio.
Verso la fine del mese ricevo l'invito di Venezia per un'opera. Anche
Brancaccio ha il medesimo modesto trattamento. Però, bene o male,
eccomi di nuovo nel movimento artistico nazionale. Per me in particolare
(dati i precedenti veneziani) l'esclusione sarebbe stata veramente un
fatto grave. Speriamo però che anche altri napoletani abbiano
a ricevere l'invito. Chi mi salverebbe, se no, dalle ire e dalle rinnovate
gelosie?
Vado a visitare Giarrizzo. Mi pare che stia meglio, ma ha pur sempre
l'espressione del malato grave. Mi ha visto con molto piacere.
Tento con prudenza di sondare il terreno per sapere qualche cosa degli
inviti di Venezia. Niente, tutto tace. Poveri noi, se davvero fossimo
soltanto io e Brancaccio i privilegiati ... Del resto sarebbe anche
ingiusto. E pensare che l'ultima Biennale contava ben 18 napoletani
tra gli invitati! Ma allora c'era il solito Ciardo a battere le carte...
Continuano i disordini e le violenze. In Puglia morti e feriti. Che
tristezza! Ma dove si vuole arrivare?
Dicembre - L'affare dei due soli invitati a Venezia è ormai di
dominio pubblico. Il Vomero è furibondo! Non lo era però
quando lassù fioccavano le chiamate della Biennale, per merito
del sottoscritto.
7 dicembre - Paolo Ricci, parlando della mostra di Buono (nostro maestro,
secondo lui!), trova modo di attaccare me e Brancaccio per gli inviti
di Venezia. Brancaccio, non avvezzo a simili offensive, è furioso
e vuole paglia per cento cavalli, come si dice a Napoli. Cerco di calmarlo.
9 dicembre - Brancaccio ha investito a male parole Paolo Ricci, a proposito
dell'articolo del 7 corr.. Ricci si sarebbe difeso fiaccamente. Ma era
opportuno ampliare l'episodio con un incidente clamoroso?
11 dicembre - E' annunziato lo sciopero generale a Roma. Che l'Italia
non debba avere più pace? Chi lavora sul serio, e vede chiaro
nei fatti della vita di oggi, comincia a perdere la fede nell'avvenire
di questa nostra patria sventurata.
12 dicembre - Ricci parlando della Biennale e dei figli prediletti di
Maraini (Ciardo e Brancaccio) fa una filza di nomi, i più disparati
per tendenza e qualità, di artisti che secondo lui avrebbero
dovuto ricevere l'invito. Moltissimi di questi erano invitati nel '42,
quando cioè nella faccenda c'entravo proprio io!
Mi si segnala che la Quadriennale ha ricevuto da Napoli una infinità
di proteste contro di me per la faccenda degli inviti. Vi sono perfino
degli esposti al Ministero della P.I.. Questa è vigliaccheria.
Però la Quadriennale ha risposto a tutti per le rime. E' venuto
il momento di non accettare più incarichi del genere.
1948
Gennaio - L'opinione
pubblica comincia a vedere nelle future elezioni politiche, aprile del
'48, la possibilità di uscire da una situazione di disagio, dovuta
al tiro alla fune, che ormai da anni impegna comunisti e democristiani!
Ma che cosa verrà fuori dalle urne? Già nel campo della
cultura cominciano a precisarsi degli schieramenti ideologici. Uomini
del passato regime, artisti, accademici, vanno lentamente ad ingrossare
le file degli intellettuali di sinistra. Ma che davvero non sia possibile
che la cultura resti fuori della mischia?
10 gennaio - De Val mi parla di un fronte democratico della cultura,
apolitico dice lui, e chiede la mia adesione. Gli rispondo che ho dei
motivi sufficienti per non pensare ad altro che alla pittura ed alla
scuola. Inoltre, dopo tanti attacchi, sarebbe anche mai giudicata una
mia conversione a sinistra. Preferisco conservare l'indipendenza nei
confronti di tutti i partiti.
Gli esclusi della Biennale - già invitati nelle mostre precedenti
mandano a Venezia una lettera di protesta.
Con viva sorpresa ricevo una lettera cordiale del segretario della Biennale
di Venezia, Pallucchini. Questi, che ha ricevuto evidentemente la protesta
dei napoletani, mi prega di metterlo a giorno della situazione artistica
locale e mi invita a fare dei nomi, per il caso di un successivo riesame
da parte della commissione. E una faccenda delicatissima, che ancora
una volta, e senza averne avuto l'intenzione, mi pone a tu per tu con
una pesante responsabilità. Rispondo con la massima obiettività,
senza farne parola a nessuno. Guai se qui si sapesse una cosa simile.
Però vedo con piacere che fuori di Napoli si ha sempre molta
fiducia nel mio discernimento e nella mia onestà.
Giarrizzo sempre a letto. Dovrebbe entrare in sanatorio, ma non si decide.
Febbraio -- la commissione di revisione è formata da Angelini
di Napoli, Corpi, Menzio, per i pittori. Gente a posto, eccettuato Menzio,
il quale non vede bene l'arte napoletana. I lavori cominceranno al più
presto. Almeno questa storia sarà finita, una volta per sempre.
Continua in Italia il movimento nel campo intellettuale. è ormai
certo che quel tale fronte della cultura è una presa di posizione
dei partiti di sinistra per le prossime elezioni. Però molti
letterati ed artisti ritirano la loro adesione, forse impressionati
dal can can giornalistico. Notevole il caso Manzù e quello di
Ungaretti. Il primo ha smentito, il secondo ha dichiarato che, pur appartenendo
al fronte, voterà per ... i democristiani! In tutta Italia ferve
il lavorio dei partiti per la prossima battaglia. Anche l'estero, e
specialmente l'America e la Russia, si interessa dei casi nostri, dai
quali - dopo l'assorbimento recente della Cecoslovacchia nel sistema
sovietico - sembrano dipendere la pace o la guerra. Intanto l'America
va attuando il piano Marshall, dal quale l'Occidente potrà ricavare
i mezzi per la ripresa economica. Questo piano grandioso si avvia ad
essere un formidabile strumento di propaganda elettorale nelle mani
del governo di De Gasperi. E anche questo è triste.
Marzo - Lo schieramento dei partiti è ormai ultimato. Comunisti
e socialisti nenniani hanno formato il fronte democratico popolare.
L'emblema è la testa di Garibaldi. Molti dicono che la trovata
è abile. Penso invece che gli avversari se ne gioveranno, per
dimostrare che i sinistri si mimetizzano per superare le diffidenze
che di solito destano i simboli dei comunisti. Altri schieramenti decisi
ed importanti, oltre la democrazia cristiano, sono quelli del Socialismo
di Saragat, del Blocco Nazionale (qualunquisti e liberali) e del M.I.S.
(movimento sociale). Quest'ultimo riunisce gli elementi più disparati
con tendenze nazionalistiche: è molto avversato e guardato con
sospetto.
Finalmente la commissione di revisione è stata chiamata a Roma.
Siamo così all'ultimo otto.
La lotta elettorale ha già dato il via ai comizi, ai manifesti
murali, alle pressioni e alle intemperanze. E' una sarabanda di frasi,
male parole, di promesse, speculazioni di ogni specie, lecite ed illecite,
scritte, parlate ed urlate. I muri si rivestono di carta stampata, con
programmi che promettono mari e monti, insulti e controinsulti, botte
e risposte. I protagonisti principali della lotta sono i socialcomunisti
del fronte democratico e la democrazia cristiana. Dalla loro vittoria
dipenderà l'avvenire d'Italia e forse anche del mondo.
Comincia anche la ridda delle previsioni. Dappertutto non si parla d'altro
e lentamente matura nello spirito della collettività un senso
di inquietudine e di attesa. A scuola tutto ciò ha un'eco molto
scialba. In genere nessuno si occupa di politica, salvo due o tre colleghi
comunisti.
La protesta degli ex invitati di Napoli alla Biennale ha sortito il
suo effetto. Pallucchini mi dà notizia della estensione degli
inviti ad altri dieci-dodici artisti di qui. Ancora una volta Ciardo,
il solito Ciardo, ha potuto fare qualcosa per i suoi colleghi. Il bello
è che non posso nemmeno dirlo! Strano però questo modo
di procedere della Biennale, la quale si decide a correggere il proprio
errore solo sotto lo stimolo di una protesta!!
la madonna di Pompei viene a Napoli! Avvenimento grandioso che smuove
e commuove centinaia di migliaia di persone, ma che non manca di produrre
impressione penosa in chi non sa sottrarsi al sospetto fastidioso che
non siano estranee, nell'episodio straordinario, le ragioni elettorali.
Mi si fa però osservare che se la chiesa ha promosso una manifestazione
simile, effettivamente deve sentirsi in pericolo. Sta tutto bene, ma
ne ho fastidio lo stesso. Guai però se la gente, che vedo accorrere
da tutte le parti per assistere al passaggio del quadro miracoloso nelle
strade della città, sapesse quello che mi passa per la mente...
Dappertutto si sente parlare dell'attività del partito del M.S.I.,
il quale lavora sott'acqua, ed anche ormai alla luce del sole. Tra le
cose impossibili che propugna è l'indipendenza dell'Italia dalla
polinca russa e da quella americana. Pensare che nemmeno l'Inghilterra,
che è quello che è, e vincitrice della guerra per giunta,
può sottrarvisi. Ma questo vellichìo del sentimento nazionalistico,
in Italia, ha avuto sempre fortuna. Purtroppo...
Angelini, tornato da Roma, mando a chiamare me e Brancaccio. Vuole comunicarci
di persona l'esito favorevole della nostra revisione. Ne sono lietissimo.
Finisce così un incubo che durava da due anni...
Da Milano mi scrivono invitandomi a far parte, con i grossi calibri
dell'arte di lassù, del consiglio nazionale dell'Associazione
Artisti d'Italia. Ringrazio e rifiuto, proponendo Eugenio Viti. Non
me la sento più di mettere la mia intelligenza al servizio di
gente che non lo merita.
Poco prima di Pasqua la Francia comunica al governo italiano l'accordo
preso con l'America e l'Inghilterra di restituirci Trieste. E una notizia
veramente grossa che, mentre mette in imbarazzo il Fronte Popolare (Tito,
Jugoslavia, ecc.), diventa subito un'arma di propaganda per gli altri
partiti. Ma il Fronte si riprende e parla di bluff elettorale. Intanto
però tutti i buoni italiani si augurano che Trieste ritorni finalmente
alla patria comune e attendono la risposta della Russia, regolarmente
invitata ad accettare la tesi della restituzione.
Scoppia lo scandalo Cippico. Si tratta di un alto prelato, già
vicino alle gerarchie vaticane, il quale si è reso colpevole
di truffe, speculazioni, ecc. Figurarsi i giornali ed i manifesti murali
di sinistra. Mai forse la Chiesa ha dovuto subire una sì brutta
pubblicità. Però, avendo oltrepassato di molto il limite,
la campagna scandalistica del Fronte non ottiene l'effetto voluto. La
battaglia elettorale va assumendo ogni giorno di più una violenza
appassionata.
28 Marzo - Discorso del papa, radiotrasmesso. Tono polemico e fermezza
di propositi. Non manca nemmeno un accenno coraggioso al caso Cippico.
30 Marzo - A Roma per l'inaugurazione della Quadriennale. La mostra
riflette bene il momento attuale. Risse, polemiche e movimento d'avanguardia
(astrattismo) lungo le pareti delle sale di Valle Giulia. Corsa dei
mediocri verso i comodi camuffamenti delle geometrie dipinte e scolpite.
Ciò non durerà. I miei quadri sono nella sala di Tosi.
Non sfigurano. Piacciono a molti, anche a gente ... di parer contrario!
Il critico Maselli dell'Avanti se ne compiace.
Aprile - Dopo una serie d'incidenti tra anglo-americani e sovietici
a Berlino (la Germania è divisa tra i quattro occupanti vincitori
della guerra), si ricomincia a parlare di pace in pericolo, di bombe
atomiche ed altre cose allegre. Intanto si attende sempre la risposta
della Russia per Trieste...
9 aprile - Continua il carnevale elettorale. Ormai sui muri non c'è
più un calmo libero: manifesti dappertutto, monumenti compresi.
I comizi riempiono l'aria degli urli degli altoparlanti piazzati ovunque,
perfino sotto il mantello della statua di Garibaldi alla ferrovia! Ogni
tanto qualche tafferuglio, con intervento finale della celere che mena
botte da orbi, con quei suoi mazzarielli che sono ormai anche troppo
noti! Nel complesso però tutto si svolge meglio di quanto si
prevedeva. Almeno fino adesso.
La radio annunzia che dal 12 al 22 aprile le scuole rimarranno chiuse.
Tanto di guadagnato per il mio lavoro.
Anche i monarchici si danno da fare! Raccolgono adesioni specialmente
in alcuni quartieri popolari. Via Cavallerizza è tutta per loro
... Ho notato che, nel sentimento della gente minuta, ha un gran peso
il lato umano delle vicende dei personaggi reali in esilio. Ciò
risponde all'indole buona di questo popolo, poco amante delle novità
improvvise. Inutile perder tempo a spiegare la logica di certi mutamenti
di istituzioni. A questa gente sfugge il senso della storia, che si
basa sulla sintesi.
10 aprile - Buono mi dice che stasera a piazza Plebiscito 40 mila persone
hanno assistito al comizio del M.S.I. Credo che esageri sul numero.
Però è certo che il movimento va prendendo piede, più
di quanto non creda chi cerca di svalutarlo e abbastanza perché
non rappresenti un punto interrogativo preoccupante. è anche
questa una espressione di estremismo, a sfondo nazionalistico.
11 aprile - Ieri sera Giannini a piazza Plebiscito. Se non che alla
stessa ora anche il M.S.I. aveva convocato i suoi, così che la
piazza era stipata di gente. Giannini, dimenticando che il microfono
era aperto, domandò ad uno dei suoi: Ma tutte queste persone
vengono per me ... o per chi altri? Tutti intesero e commentarono. In
effetti il caso Giannini è stato già scontato, e il divo
è sceso ormai dal piedistallo. Ci voleva ben altra tempra di
capo, per fare di un milione di iscritti raccogliticci un valido strumento
politico!
12 aprile - Stamane grande manifestazione di universitari, per un convegno
indetto per riaffermare l'indipendenza della cultura. Il convegno era
al S. Carlo.
14 aprile - La Russia risponde di no per Trieste. Delusione generale.
15 aprile - Siamo alle battute finali. Ed è bene. Non si può
vivere così. La ridda dei manifesti ha raggiunto un ritmo da
jazz americano. Stamane ne ho visto uno molto grande, appeso alla mano
destra della statua di Dante Alighieri! Era del M.S.I.!
Oggi nel pomeriggio, alle 17, comizio di chiusura del fronte popolare
democratico. Oratore Togliatti. l'attesa è grande. C'è
anche chi teme qualche disordine. Sarebbe un peccato sciupare tutto
alla fine. In fondo le cose sono andate molto meglio di quanto non si
prevedesse due mesi fa.
All'Accademia ho saputo che De Val due o tre giorni fa è stato
fermato dalla polizia perché disturbava un comizio. trano! De
Val è stato sempre un uomo equilibrato. Però da quando
s'è iscritto al partito comunista il suo umore è cambiato
parecchio.
Oggi ho consegnato il quadro per la Biennale. Questo invito ad un'opera
sola mi mette nelle condizioni di mandare soltanto un biglietto da visita.
Forse Brancaccio s'è regolato bene astenendosi.
16 aprile - Il comizio di chiusura del fronte democratico popolare è
stato ieri sera molto affollato, anche perché vi hanno partecipato
le province limitrofe. Ad un certo momento due aeroplani l'hanno sorvolato
lasciando cadere dei manifestini di propaganda. Non è stato un
gesto corretto. D'altra parte la correttezza è stata bandita
da tempo, in questa gigantesca ed appassionata battaglia elettorale,
alla quale tutto il mondo si interessa per opposti motivi.
Nel pomeriggio Napoli ha' vissuto delle ore d'incredibile entusiasmo,
per il susseguirsi di tre grandiosi comizi di chiusura: alle 16,30 i
monarchici, alle 19 la Dem. Cristiana con De Gasperi, ed alle 21 il
M.S.I., che ormai è diventato l'argomento di tutti i discorsi,
per la sua veramente straordinaria espansione in questi ultimi giorni
di battaglia elettorale.
Il M.S.I. ha chiuso le sue manifestazioni di propaganda con un corteo
ed una fiaccolata. La folla era strabocchevole. L'entusiasmo ha raggiunto
i limiti massimi della intensità e li ha anche superati, sconfinando
in manifestazioni a carattere assolutamente nostalgico. Il richiamo
al fascismo ed a Mussolini ad un certo punto - a quanto mi dice chi
ha assistito alla parata - ha dato l'impressione che tanti eventi tristi
ed irrevocabili fossero stati dimenticati dalla folla. Tutto ciò
lascia perplessi.
Com'è possibile far rivivere quello che è tramontato sotto
la spinta dei suoi stessi errori? Mi pare un controsenso che può
far presa soltanto sui giovanissimi, anelanti il ritorno di miti che
non hanno conosciuto, se non attraverso le apologie dei propagandisti
di oggi. Per noi, purtroppo delusi da tanti fallimenti, non vi sono
che ceneri e rottami. Un solo desiderio anima ancora lo spirito stanco:
la pace e la tranquillità nel lavoro. Politicamente quelli della
mia generazione non possono essere che degli inutili stracci...
17 aprile - Oggi niente comizi. Tempo piovoso. Tutto invita alla riflessione
ed al raccoglimento, in questa vigilia di eventi eccezionali. Ma sul
volto della gente si legge un'ansiosa preoccupazione. Può darsi
però che sia una impressione sbagliata. Questo cielo grigio non
è fatto per i pensieri lieti...
Continua l'interesse di tutto il mondo per le elezioni italiane.
Da vari giorni non ho alcuna voglia di lavorare. C'è nell'aria
troppa elettricità. Vedremo dopo di riguadagnare il tempo perduto.
18 APRILE - Ci siamo! Stamane le vie della città sono quasi deserte
e silenziose. Calma dappertutto. Il tempo è buono, si può
prevedere che la giornata non vedrà incidenti di sorta. Speriamo
che l'affluenza alle urne sia forte. Almeno così, qualunque possa
essere il risultato, sarà il responso di un'autentica maggioranza.
lo voterò domattina presto.
19 aprile - Dai giornali si apprende che dappertutto in Italia è
regnata la calma. La percentuale dei votanti - più forte nel
Nord - si aggirava ieri sull'80%. Si può supporre che con i ritardatari
di oggi possa salire ancora fino a raggiungere quella del 2 giugno del
'46, circa il 90%.
Si fa strada la preoccupazione per le reazioni che potranno aver luogo
da parte dello schieramento soccombente, mercoledì, quando saranno
resi noti i risultati. E' opinione diffusa che la D. Cristiana beneficerà
del maggior numero di votanti, rispetto alle elezioni amministrative
dell'anno scorso. Ma le urne sono femmine... ! In ogni modo non si può
dire che il popolo in questo momento dimostri uno stato d'animo rivoluzionario.
A Napoli continua la calma più assoluta. Come se il tempo avesse
voluto anch'esso contribuire a spegnere i colori elettorali, dopo le
14 si è messo al brutto, mandando giù - tra tuoni e lampi
- un formidabile acquazzone. Giusto stamani, facendo la fila presso
la mia sezione elettorale a Pozzuoli, sentivo dei contadini che si auguravano
un po' di pioggia. Eccoli accontentati. Domani magari diranno ... che
è stata troppa!
Nella tarda sera vengono annunziati dalla radio i primi risultati delle
elezioni per il Senato. Sembra che la Democrazia Cristiana sia in prevalenza.
20 aprile - Stamane,
col susseguirsi delle notizie, aumenta l'ottimismo circa i risultati
nei confronti dei partiti anticomunisti. I giornali vanno a ruba, capannelli
di tifosi sostano presso i locali che hanno un apparecchio radio. Commenti
a non finire. Si direbbe che a Napoli tutti si compiacciano della sconfitta
del Fronte di Garibaldi. Ma chi può leggere nell'animo di questa
popolazione casi mutevole? E' un fatto però che dappertutto si
sentono frasi sarcastiche e uscite umoristiche all'indirizzo dei frontisti.
Le reazioni sono scarse o addirittura nulle. In effetti pochi se la
prendono calda e in genere l'innata filosofia del popolo partenopeo
finisce per trionfare delle esagerazioni e degli eccessi del settarismo
politico. In fondo, anche il sentimento di quelli del Fronte, ossia
l'aspirazione ad una maggiore giustizia sociale, va rispettato. Penso
quindi che l'eccedere nell'entusiasmo non sia una manifestazione di
civiltà: l'avversario in buona fede merita ogni rispetto. Ma
andatelo a dire a questa gente, che fino a ieri non aveva nemmeno il
coraggio delle proprie opinioni!
Per il loro sapore gustoso e pittoresco, ho tenuto a memoria alcune
uscite spiritose di gente del popolo, sentite qua e là per Napoli,
stamani. Un vecchietto fermo dinanzi ad un manifesto del fronte ornato
dell'immagine di Garibaldi fa un soliloquio amaro ad alta voce: Povero
Garibaldi, che figura E''hanno fatto fare, sti quattro fetienti! E si
allontana scuotendo il capo. A piazza Dante un giovinastro insulta un
ragazzino che vende le sigarette americane: Mò non allucchi cchiù
viva Garibaldi ! Càntaro, a te e a tutti cumpagni... Il ragazzo
tace mortificato. Come se poi il poverino, nel suo atteggiamento politico,
potesse aver portato un minimo di responsabilità o di calcolo!
E del resto questo giovinotto gradasso non dev'essere davvero un bel
campione della democrazia, più o meno ... cristiana! Più
bonario lo spirito di un comunista, il quale, leggendo ad alta voce,
in un giornale di destra, che in Olanda si è pregato per De Gasperi,
ha esclamato a voce alta: Tieni mente ca mò fanno santo puro
a De Gasperi ... Ma veramente dimostrativo della fondamentale saggezza
di questo popolo è un episodio da me registrato nella Cumana,
ieri sera. Un gruppo di comunisti commentava i primi risultati delle
elezioni, sfavorevoli per loro. Alcuni erano perplessi, altri irritati,
altri rassegnati. Ad un tratto un giovane esclamò: Che c'importa
chi sole al potere? Tanto, è inutile, il popolo ormai s'è
svegliato e non lo si può più trascurare! Bravo giovanotto!
Questo è il punto. Il progressismo è in marcia e niente
lo può fermare. Si tratta soltanto di convogliarlo entro i limiti
del giusto e del possibile.
Continuano a pervenire i risultati delle elezioni. Il duello tra Democrazia
Cristiana e Fronte Democratico Popolare volge sempre a favore della
prima. Strano come tutti siano convinti della ineluttabilità
della sconfitta del Fronte di Garibaldi, per quanto ancora i risultati
siano parziali. In città la calma è perfetta. Anche i
primi risultati delle elezioni per la Camera dei Deputati sono favorevoli
ai partiti governativi.
21 aprile - Dalle notizie di stanotte si comprende che la battaglia
ormai è decisa a favore della Democrazia Cristiana, con una significativa
affermazione del Socialismo nazionale saragattiano. Quasi cinque milioni
di voti distaccano la D.C. dal Fronte Popolare. Ormai non potranno più
registrarsi dei cambiamenti sensibili nella situazione. E' curioso osservare
come tutti dimostrino di essere contenti! C'è in giro un'aria
da 25 luglio '43 (caduta del fascismo). Eppure due giorni fa le discussioni
erano molto accese e ovunque si ostentava una cieca fiducia nella vittoria
del proprio partito. Oggi nessuno litiga più e sembra che un
velo democratico cristiano sia sceso sullo spirito del più. O
potenza del fatto compiuto! Ma è cieco chi crede che la vittoria
delle urne possa allontanare la soluzione dei problemi sociali. Il popolo
ha diritto che si tenga fede alle promesse. Se no saranno guai per tutti...
Si parla di manifestazioni che si vorrebbero organizzare per festeggia-re
la vittoria. Pessima idea. Questo non può che rendere più
difficile quella distensione degli animi che ormai è tanto necessaria
in Italia, dopo anni ed anni di errori gravissimi commessi da tutti,
magari in buo-na fede. Pace, serenità, benessere e libertà.
Si lavori per raggiungere questi obiettivi e si sarà reso un
servizio alla patria.. Speriamo bene.
Stamane ho incontrato Assante del Corriere di Napoli.
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