Alle sue spalle,
tutto un repertorio di immagini e di fonti tematiche; ma, entro quell'esperienza
e quella cultura, qualcosa di intrinsecamente diverso. Questo, in sintesi,
la collocazione di Mino Delle Site nello storia del Futurismo. Nel senso
che ciascuna immagine di oggi si pone subito in relazione con quelle
di un tempo: quasi o ricostruire i segni, i moduli, le espressioni di
una difesa fedeltà; a saggiare la validità dei pretesti
di pitturo; a riscontrare, nella loro continuità, la continuità
dell'ispirazione; a misurare i caratteri più autentici delle
modificazioni operate dal tempo. Ciascuna immagine, quindi, è
il riflesso di se stessa nello specchio del tempo; e assai più
che il "ritorno" di un tema, è il ribaltamento di quel
tema attraverso il diaframma del tempo, verificato sul metro della pittura,
giacché Delle Site è convinto, ed anche qui gioca un'eco
del suo mondo interno e fantastico, che non esiste per il lavoro del
pittore una giustificazione neppure Ideologica se non è realizzato
in puri termini di pittura.
Il dato dello stile della sua opera, della sua immutata e sempre nuova
energia, della sua straordinaria lucidità, è in una consapevolezza
che affonda in un clima storico e artistico intensamente vissuto, in
una temperie che fu "rivoluzionaria", a sua volta all'origine
di altre "rivoluzioni"; ma che in realtà risorge puntualmente,
ogni volta intensa e distesa. Accumulo miracoloso di equilibri, parallelo
visivo dell'adesione del pittore alla fantasia precorritrice e alla
realtà raggiunta: tra il simbolo e l'accadimento; tra la sintesi
complessiva e il dettaglio espressivo della sua materia pittorica; tra
la struttura creativa e gli spazi cromatici, nel suo segno; tra realtà
e mistero, infine, nella qualità e nella quantità della
sua fantasia. C'è, infatti, nelle tele di Delle Site, una intenzione,
una volontà di riscatto proprio dalla realtà. E però
il segno non si dissocia mai da un impegno storico, condiviso in tante
immagini che offre con energetica vitalità. Lo spazio e i suoi
elementi indicativi, dinamici, si connettono strettamente alle vicende
dell'uomo; non solo o non tanto come controcanto narrativo, ma come
paesaggio di tensione, come controspinta spaziale che accelera e contrae
in sé anche il battito del tempo. E il pittore diventa testimone.
La partitura rigorosa dei suoi dipinti, sempre sostenuti dalle strutture
disegnative che condizionano in qualche modo il colore, (ma è
un colore che assume possibilità liberatorie, di alternative
disponibilità), gli consente di scattare in eccezioni vivide,
in campiture trasparenti ed esatte, le quali sono spesso, del quadro,
il nucleo centrale, dal quale la luce si diffonde sulla superficie,
e attorno a cui tutti gli altri elementi si organizzano, realizzando
l'unità compositiva, che in questo modo si costituisce, di momento
in momento, per innesti, addizioni, interferenze, ellissi, fughe extra-gravitazionali
rivolte einsteiniane, secondo un procedimento calcolato e sottile, e
affascinante anche in questi nostri tempi di scarsa meraviglia, di fantasia
e di meditazione. Così, nitore della visione e maturità
operativa acquistano vigore (e credibilità storica) col farsi
stesso dell'opera; e controllano e guidano la fantasia al suo compimento
felice di ordine e di chiarezza planetaria.

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