§ Arbitraggio e ristrutturazione del debito

La gestione finanziaria del passivo d'impresa




Gianluigi Guido



Nei precedenti articoli abbiamo fornito la descrizione del meccanismo del basic interest rate swap ed esaminato le caratteristiche delle controparti d'un contratto di questo tipo. A fronte delle motivazioni per cui una banca, una società finanziaria o industriale possono ritenere vantaggioso effettuare un'operazione di swap del tassi d'interesse, vi è tutta una serie di potenziali applicazioni esperibili dal management finanziario per manovrare l'attivo ed il passivo di bilancio secondo le proprie preferenze. Fondamentalmente, è però possibile ricondurre le applicazioni consuete a due moventi principali e cioè:
a) l'arbitraggio; e
b) la ristrutturazione del debito
che andremo ora ad analizzare, lasciando infine uno spazio per l'esame d'una tendenza emergente relativa all'anticipato smobilizzo degli interest rate swaps posti in essere.
L'arbitraggio: ogni qualvolta società di rating difforme ottengono differenziali diversi nell'ambito del tasso fisso e del tasso variabile, si creano i presupposti per un arbitraggio, il cui margine di guadagno viene, generalmente, suddiviso fra le parti in funzione della loro forza contrattuale. La maggiore forza - guida virtualmente dietro ogni coupon swap è una dominante imperfezione di mercato esistente dovunque e relativa al differenziale del premio al rischio (differential risk premium) inerente rispettivamente al mercato del credito a tasso variabile e fisso. Per questa anomalia il mercato a tasso variabile generalmente richiede un premio più basso per il rischio di credito rispetto al mercato a tasso fisso. In entrambi i mercati, a tasso fisso o variabile, un mutuatario con una capacità creditizia più bassa deve pagare un "quality spread" maggiore rispetto a quello di un mutuatario con un'altra capacità creditizia. Ciò non significa, però, che i "quality spreads" nel mercato a lungo termine a tasso fisso siano uguali a quelli nel mercato a breve termine a tasso variabile. Come risulta da una tabella aggiornata al settembre '85 del Federal Reserve Bulletin i "quality spreads medi" fra società AAA - rated e BAA - rated nel mercato ufficiale delle obbligazioni a tasso fisso erano 2.33% nell'82, 1.51% nell'83, 1.48% nell'84 e 1.31% nell'85. I "quality spreads medi" nel mercato a tasso variabile erano stati, negli stessi anni, intorno allo 0.5%. E' possibile illustrare graficamente i quality spreads differenziali nei mercati a tasso fisso e variabile:


Come si osserva dalla figura, il quality spread è più stretto nel mercato a tasso fisso. Questa differenza è il risultato del fatto che gli investitori in obbligazioni a termine domandano un crescente premio al rischio per un rischio di credito correlato al loro protratto impegno di finanziamento a tasso fisso. Al contrario anche i debitori più deboli possono indebitarsi a tasso variabile con le banche con un premio al rischio di poco-superiore rispetto ai debitori di prima qualità. Forse la continua rivalutazione degli interessi da pagare, la più stretta sorveglianza da parte del mutuante o il suo desiderio di attività a tasso variabile contribuiscono ad una maggiore tolleranza per il rischio di credito rispetto ai mutuanti a tasso fisso. Ad ogni modo è questa imperfezione di mercato che può essere sfruttata attraverso i coupon swaps.
Possiamo fare un esempio di arbitraggio assumendo che:
1) un'impresa BAA-rated possa indebitarsi presso le banche ad un tasso variabile uguale al tasso T-Bili (dei Buoni del Tesoro americano) più lo 0.5%; mentre un'impresa mutuataria AAA-rated possa indebitarsi ad un tasso variabile uguale al T-Bili più lo 0.25%;
2) nel mercato delle obbligazioni, il quality spread tra le due imprese sia dell'1.5% per un'obbligazione a 5 anni: l'impresa AAA-rated pagherebbe un tasso fisso dell'11.5% mentre l'impresa BAA-rated pagherebbe un tasso fisso del 13%;
3) il mercato a tasso fisso delle obbligazioni richiederebbe perciò un quality spread dell'1.25% maggiore del mercato del credito a breve. Sarebbe infatti:
(13 - 0.5)% - (11.5 - 0.25)% = 12.5% -11.25% = 1.25%
Sulla base di questi presupposti, le 2 imprese mutuatarie possono concludere un interest rated swap e trarre i benefici economici che risultano dai risparmi nei costi dei loro indebitamenti. lo swap in questione potrebbe essere questo:


L'impresa AAA-rated emette un prestito obbligazionario di 100 milioni di dollari all'11.5% ed entra in coupon swap in cui le viene pagato il 12% in cambio del pagamento del tasso T-Bili a 6 mesi. Il costo netto per l'impresa AAA-rated èdato dalla differenza tra il tasso semestrale T-Bili meno lo 0.5% (12%-1.5%), che rappresenta un risparmio dello 0.75% nel credito a tasso variabile richiesto. Infatti l'impresa AAA-rated sta ottenendo un credito a 5 anni al tasso T-Bili meno lo 0.5% invece di dover pagare lo 0.25% sopra il T-Bili (come da noi assunto nella la ipotesi).
L'impresa BAA-rated prende in prestito a tasso variabile al tasso T-Bili più lo 0.5% ed entra in un coupon swap in cui paga il tasso fisso del 12% e riceve il tasso T-Bili. Così il costo netto per interessi fissi per tale impresa è dello 0.5%. Infatti l'impresa BAA-rated sta ottenendo un credito a 5 anni al tasso fisso del 12.5% (12% pagato all'impresa AAA-rated più lo 0.5% di costo d'arbitraggio sul finanziamento a tasso variabile) invece di pagare un tasso fisso del 13% (da noi assunto nella 2a ipotesi). Il risparmio dell'1.25% diviso fra le 2 imprese rappresenta il differenziale di quality spread (cioè l'opportunità d'arbitraggio) tra i due mercati.
La ristrutturazione del debito: poiché lo swap dei tassi d'interesse permette al debitore di passare dal tasso fisso al tasso variabile e viceversa, esso costituisce un mezzo per modificare la struttura del debito. Alla base della decisione di ristrutturazione possono stare motivazioni differenti, compendiabili in 3 obiettivi che andremo ad analizzare separatamente:
a) ricerca deIl'indebitamento ottimale;
b) diverse previsioni sull'andamento dei tassi d'interesse;
c) tendenza ad evitare il cosiddetto "mismatching".
a) In un primo luogo vi può essere la necessità di raggiungere una proporzione ritenuta ottimale fra debito a tasso fisso e debito a tasso variabile allo scopo di diversificare il rischio o, per esprimersi diversamente, per minimizzare il costo atteso del capitale di terzi. Per esempio, il mix esistente potrebbe non essere ottimale poiché è formato da troppe passività con alto tasso fisso. Per ovviare a questo i managers finanziari potrebbero emettere passività a tasso variabile ed utilizzare i proventi per ricomprare il proprio debito a tasso fisso: così facendo i costi di transazione associati col finanziamento potrebbero essere, come spesso accade, maggiori del costo d'un interest rate swap.
Inoltre, il mercato potrebbe porre altre limitazioni che ostacolerebbero l'impresa nel suo rifinanziamento delle attività, mentre un coupon swap permetterebbe la conversione senza che l'impresa debba comparire direttamente sul mercato.
Gli interest rate swaps trovano anche applicazione in molti casi in cui viene assunto temporaneamente un finanziamento a breve termine volto a coprire attività quali leveraged lease transactions, leveraged buy-outs, operazioni di lease-back, ecc., nella prospettiva di effettuare un debito a tasso fisso per convertire il finanziamento in una forma più duratura.
b) Il coupon swap può consentire di soddisfare esigenze di ristrutturazione del debito che nascono da previsioni differenti sull'andamento dei tassi d'interesse. La previsione di tassi calanti induce a tentare di passare dal tasso fisso al tasso variabile; e viceversa, nel caso di opposta previsione. Ovviamente questa possibilità esiste nel medio termine, dovendosi ritenere teorica l'eventualità che le previsioni sull'andamento dei tassi da parte di operatori professionali siano divergenti.
Tutto questo può essere chiarito con un esempio: supponiamo che la società Alfa abbia emesso titoli al tasso fisso dell'11% e della durata di 3 anni. Qualora si verificasse un incremento di 2 punti percentuali nei tassi di mercato, la posizione della suddetta società risulterebbe particolarmente avvantaggiata in quanto essa possiede il diritto - ora molto ambito - di pagare un interesse ben al di sotto dei tassi prevalenti sul mercato. In questo caso la società Alfa potrebbe concludere uno swap d'interesse con un'altra società Beta che cede in cambio un servizio del debito a tasso variabile, ma è disposta a versare ad Alfa un certo premio liquido (tale, però, da non intaccare la sua convenienza). Supponiamo ora che Alfa organizzi un secondo swap con cui scambia l'interesse variabile con una nuova obbligazione al tasso fisso del 13.05% ma con durata 7 anni. Se è vero che questo nuovo tasso è più alto, non bisogna dimenticare che la società Alfa, oltre ad incassare una certa somma liquida da Beta, è riuscita a più che raddoppiare la durata del proprio debito: il costo totale dell'operazione può aggirarsi sul 12% in un momento in cui i fondi per 7 anni sono magari disponibili a costi più alti di un punto percentuale.
Un altro esempio su come abbassare il costo da interessi attraverso un coupon swap quando i tassi d'interesse sono soggetti a forti oscillazioni ci porta ad esaminare un importante sviluppo del mercato del coupon swaps e cioè: "contratti d'opzione sui fixed-floating interest rate swaps". L'option contract on fixed floating coupon swap è un accordo concluso oggi per un interest rate swap da effettuare ad una data futura a condizioni predeterminate.
Il tasso fisso da applicare allo swap è stabilito in riferimento al rendimento sul mercato secondario d'un certo titolo definito a priori (per esempio 80 punti base in più rispetto al rendimento d'una US Treasury bond di cedola pari all'11.75% che matura nel gennaio 1991). Il tasso variabile può essere indicizzato al LIBOR o a qualche altro parametro (Prime Rate, T-Bili, ecc.). Il proprietario dell'opzione avrà il diritto di esercitarla chiedendo al venditore dell'opzione di concludere un coupon swap in cui il tasso fisso è stabilito in relazione al rendimento del titolo di stato di riferimento (nel nostro esempio 80 punti base al di sopra) alla data in cui l'opzione è esercitata. Due tipi di opzione si sono diffusi abbastanza recentemente: una timing option (in cui si può decidere la data d'esercizio, ma si è obbligati a farla valere entro un determinato lasso di tempo); e una true option (in cui si può far spirare il tempo d'esercizio anche senza esercitare l'opzione).
Va anche ricordato che una società volendo fissare il costo del suo debito a tasso variabile, può usare il mercato a termine invece d'un interest rate swap. In entrambi questi strumenti finanziari il prezzo è stabilito dalla relazione tra i tassi d'interesse fissi a medio-lungo termine ed i tassi variabili a breve. Infatti nei financial futures, la differenza tra il prezzo a pronti e a termine di un credito a medio termine a tasso fisso è funzione dei tassi d'interesse per il periodo del contratto a termine. Nessun dubbio che alcuni grossi operatori nel mercato del coupon swaps usino i financial futures come uno degli strumenti con cui coprire il rischio da interessi implicito in tali posizioni, però i financial futures, data la foro standardizzazione, garantiscono solo una generica approssimazione d'un vero meccanismo capace di fissare il tasso, sia per la scarsezza delle scadenze e delle durate disponibili che per la loro dipendenza nel prezzo dai tassi d'interesse a breve nel mercato interno statunitense.
c) Un terzo fattore che può indurre a ristrutturare il debito è la tendenza ad evitare il cosiddetto "mismatching" nel pagamento degli interessi, cioè una situazione in cui a fronte di un attivo principalmente a tasso fisso vi sia un passivo principalmente a tasso variabile, o viceversa. In questo senso i coupon swaps sarebbero di particolare utilità per quelle società finanziarie o di leasing il cui attivo è prevalentemente a tasso fisso, in cui l'esigenza di far coincidere la struttura dell'attivo e quella del passivo (nell'ottica d'un margine di intermediazione positivo) si scontri con le difficoltà a reperire fondi a tasso fisso. Oppure, come accade per molte banche locali statunitensi, per minimizzare il rischio derivante da un attivo composto principalmente da prestiti a tasso fisso con scadenze piuttosto lunghe (come ipoteche e crediti rateali al consumo) ed un passivo con scadenze piuttosto corte e riprezzato frequentemente (che annoveri depositi a risparmio o certificati di deposito a tasso variabile).
Sul fronte opposto delle situazioni di bilancio, ugualmente i coupon swaps assicurerebbero un meccanismo vantaggioso per ridurre "balance-sheet gaps" (nonché il rischio da interessi) ed evitare il mismatching. Tale situazione è riscontrabile presso alcune istituzioni finanziarie europee (ed era la situazione di molte banche italiane all'inizio degli anni '70) con attivo relativamente a breve e passivo a tassi vincolati per lunghi periodi. L'esempio più tipico è dato dall'U.S. Student Loans Marketing Association, una società con decine di miliardi di dollari di fatturato, che effettua prestiti agevolati a tasso variabile agli studenti e i cui fondi vengono raccolti attraverso emissioni obbligazionarie a tasso fisso: per evitare il rischio proveniente da fluttuazioni nei tassi d'interesse il suo management effettua periodicamente ingenti operazioni di swap per rendere coerente la struttura del passivo con quella dell'attivo.
Un risultato analogo a quello ottenibile con la gestione delle passività attraverso un coupon swap riguarda la gestione degli strumenti di credito tenuti nel portafoglio delle attività degli investitori: si tratta di "swaps degli interessi attivi" (o "asset swaps").
Si può fare l'esempio d'una compagnia d'assicurazione statunitense che acquistò nella metà dell'83 certificati di deposito a tasso variabile. Essa però preferiva avere attività a tasso fisso, dove i cash flows avrebbero maggiormente coinciso con gli esborsi previsti e dove i proventi a tasso fisso avrebbero potuto essere ricollocati per produrre i rendimenti stabiliti per gli assicurati sulla vita. A tal fine la compagnia d'assicurazione scambiò, tramite asset swap il rendimento variabile del CD con un creditore più debole, un'impresa BBB-rated. L'esame del profilo del rischio, che in questo esempio è di notevole importanza, dimostra che non vi fu un aggravamento dello stesso: innanzitutto il rischio del capitale rimaneva quello relativo all'emittente del CD (in questo caso una banca), giacché né] coupon swap il capitale sottostante non viene scambiato. Restava l'unico rischio, per la compagnia assicurativa, relativo alla probabilità che l'impresa BBB-rated non fosse in grado di effettuare i pagamenti degli interessi a tasso fisso (anche se il livello del rischio attiene alla sola ed in uscita). Questo rischio è, in realtà, un rischio legato differenza tra flussi d'interessi in entrata ai costi - opportunità, cioè il rischio che la compagnia debbo reinvestire il suo capitale ad un tasso fisso più basso, ma questo rischio correlato al tasso di reinvestimento tende ad operare in favore della compagnia d'assicurazione del nostro esempio. Infatti, se i tassi d'interesse fossero scesi e i tassi di rendimento per i reinvestimenti si fossero abbassati (uno scenario molto probabile in un periodo di crescita economica), l'impresa BBB-rated avrebbe avuto minime possibilità di fallire o di essere inadempiente. Ugualmente, se i tassi fossero saliti dopo una crescita economica, ogni probabile perdita da rischio di reinvestimento sarebbe stata nulla rispetto alla probabilità di fallimento che, allo stesso tempo, sarebbe divenuta più grande per l'impresa BBB-rated. Ne consegue che gli asset coupon swaps permettono alle parti di ottenere le caratteristiche del flusso d'interesse che preferiscono, a tassi che sono mutualmente vantaggiosi e senza rischio aggiuntivo per l'investimento. Come è facile intuire, essi inoltre possono fornire un'adeguato copertura del rischio da interesse senza ricorrere a compravendita di obbligazioni, di interest rate futures, o di put options su interest rate futures.
Quanto detto esaurisce il discorso nelle motivazioni che spingono alla conclusione di un contratto di interest rate swap; tuttavia, negli ultimi anni, gli operatori hanno imparato che vi può essere convenienza anche nel non mantenere sino alla scadenza il contratto di swap stipulato.
Prima che un contratto giunga alla scadenza, una delle controparti può liquidarlo perché ha raggiunto un profitto o perché vuole limitare una perdita. Fondamentalmente possiamo distinguere tre modalità differenti di liquidazione che valuteremo singolarmente:
1°) pagamento di una somma per cassa alla controparte;
2°) effettuazione di un "reverse swap" con la stessa controparte o con altro operatore;
3°) vendita dello swap nel mercato secondario.
1°) Il metodo più semplice per liquidare un coupon swap consiste nell'effettuare un pagamento per cassa che rifletta il valore del contratto. Tuttavia questa tecnica richiede il consenso della controparte e per questo motivo può rivelarsi meno pratica di quanto si possa supporre. le parti cancellano l'accordo di swap col pagamento da parte di colui che recede di una commissione o "fee", che rappresenta, in quel momento, la perdita della controparte ed il guadagno per la parte che recede dall'accordo. Se il contratto contiene un calcolo specifico del guadagno o della perdita di liquidazione (sia attraverso una formula oppure un valore concordato), allora la cancellation fee riflette quel valore calcolato.
2°) Un altro modo per liquidare uno swap è di vendere un "reverse swap" simmetrico (cioè un reverse "mirror" swap) fra le parti, però ai tassi correnti, di modo tale che i pagamenti da effettuare nell'accordo originario siano contro pagamenti da ricevere secondo l'altro accordo di swap. Solo l'ultima differenza tra tasso fisso a base corrente e tasso fisso originario va realmente pagata. Così facendo rimane però il rischio (che può essere minimizzato ma non totalmente eliminato) che i pagamenti relativi ai 2 accordi di swaps possano non essere tali, in talune circostanze, da cancellarsi l'un l'altro. Questo rischio è però solitamente accettato perché una liquidazione diretta attraverso il pagamento d'una commissione potrebbe essere, qualora avvenisse in un'unica soluzione, tassata o dichiarata obbligatoriamente in bilancio. Un reverse mirror swap "stempera" invece il suo guadagno o la sua perdita per tutta la durata dello stesso.
Probabilmente la forma più comune di inversione è di vendere un "reverse swap" simmetrico ad altri operatori di mercato, il che è cosa differente dal vendere uno swap simmetrico alla controparte originaria, giacché non vi sono dei diritti da compensare. Il rischio di credito è raddoppiato, nel senso che la parte che liquida lo swap avrà "comunque", così facendo, una esposizione ulteriore rispetto ad un'altra controparte, a prescindere da come si muovano i tassi.
3°) Infine, una società può vendere un contratto di swap nel mercato secondario. Il mercato considera un interest rate swap concluso tra le parti alla stessa stregua di un titolo a reddito fisso sul mercato secondario: a seconda di come i tassi salgano o scendano, il contratto guadagna o perde valore relativamente ai livelli in cui i nuovi contratti di swap possono essere eseguiti.
L'elemento base che rende possibile il mercato secondario negli USA è la volontà delle banche commerciali e d'investimento di agire come protagoniste nelle transazioni di swaps: se una tesoreria vuole vendere il suo swap non deve più aspettare settimane o mesi affinché un intermediario finanziario trovi un partner che abbia le stesse precise ed opposte esigenze: le banche in questione, agendo come market makers, acquistano subito lo swap, effettuando poi delle compravendite tra di loro per coprire la loro esposizione, come farebbero per le loro posizioni in valuta o in obbligazioni.
Non tutti gli operatori sono però d'accordo su questo modo dinamico di gestione delle passività: se per i managers più attivi prevedere come i tassi si comporteranno in futuro e rivedere le decisioni finanziarie non è speculare, per quelli più conservatori è sbagliato trattare gli swaps come centri di profitto poiché è troppo rischioso cercare di anticipare le fluttuazioni dei tassi a breve termine giacché non si possono prevedere i possibili shocks esogeni.
Nonostante i vantaggi che uno swap comporta se confrontato ad una normale emissione obbligazionaria, ci sono degli ostacoli nascosti che spiegano la cautela di alcune società. Una tesoreria che lanciasse un'emissione obbligazionaria non deve preoccuparsi della capacità di credito delle controparti, non così chi effettuasse uno swap. Una ovvia distinzione in uno swap, che è spesso ignorata, è che le obbligazioni tra le parti sono mutuali.
Molti accordi parlano di "assegnazione" di diritti ed abbligazioni, ma dal punto di vista giuridico questo è un nonsense: i diritti sono assegnati, ma le obbligazioni, assunte. Ci si può chiedere allora come è possibile vendere uno swap, che è fonte di "mutuali obbligazioni". Il problema sorge quando la controparte originaria dell'accordo vuole vagliare la capacità di credito del soggetto subentrante alla parte che recede vendendo la sua posizione. Un primo modo per ottenere questo controllo è far sì che la vendita avvenga dopo che l'accordo di swap è concluso, ma prima che esso venga siglato. Per esempio, in un'offerta tramite telex l'offerente potrebbe non solo qualificarsi come controparte, ma tenere per sé l'opzione di trovare un altro soggetto che lo sostituisca nello swap. Potrebbe essere previsto qualche controllo sulla natura e la capacità di credito di quest'altro soggetto a garanzia della controparte.
Un secondo modo è di permettere l'assegnazione, con conseguente svincolo dell'originaria controparte, ad un soggetto incluso in una lista di assegnatari che abbiano il beneplacito della parte rimanente: se il soggetto è nella lista non è richiesto un successivo consenso della controparte. Tuttavia, siccome questo metodo crea dei problemi soprattutto alle banche, che approvano individualmente ciascuna transazione finanziaria, si è proposto di garantire gli swaps a richiesta della controparte. Questa soluzione, lungi dall'essere tale, procura una serie di disagi soprattutto se una delle parti dovesse risultare insolvente. Per questa ragione, le garanzie a catena fra partecipanti ed ex-partecipanti ad un accordo di swap non hanno mai preso parte.
L'unico modo in cui sarebbe ottenibile la libera trasferibilità dei contratti di swap, facilitando la chiusura e l'assicurazione dei crediti sarebbe l'istituzione d'una clearing house per gli swaps, in cui ogni partecipante, vendendo alla stanza di compensazione la propria posizione, possa, attraverso bilanciate operazioni, liquidare la propria posizione. In questo senso stanno lavorando, già da alcuni anni, le maggiori istituzioni finanziarie operanti nei mercato degli swaps, onde definire le caratteristiche di questo prodotto finanziario e renderlo meno vulnerabile agli eccessi di tipo speculativo che avevano afflitto altre forme di finanziamento. Il beneficio che può venire dalla standardizzazione è il consenso del mercato sui dettagli del contratto come, ad esempio, la definizione dei tassi e dei periodi, le basi di calcolo, ecc. ed anche una maggiore sicurezza psicologica per le banche e le società più piccole che tutto si svolga entro canoni formalizzati ed identici per tutti gli operatori. In tal modo, risolvendo il problema cruciale dei diritti e doveri "mutuali", si spianerà definitivamente la strada verso una maggiore commercializzazione.


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