§ 1992: quali frontiere

Per il mercato europeo intesa pubblico-privato




FRANCESCO COSSIGA



Lo sviluppo economico, esaminato da un punto di vista che si innalzi oltre i confini nazionali, tende ormai con sempre maggiore chiarezza a mostrare l'emergere di grandi concentrazioni produttive, capaci di aggregare e promuovere le risorse scientifiche, tecnologiche e finanziarie necessarie sia per operare con successo nei mercati dei prodotti maturi, sia soprattutto per affermarsi nei mercati maggiormente caratterizzati dall'innovazione. li nostro Paese ha già saputo in passato confrontarsi con la prima grande sfida di un rapido ed efficace inserimento del suo sistema economico nell'articolata e complessa dinamica delle economie mondiali più avanzate.
Abbiamo saputo mostrare infatti una tenace volontà di crescere e correggere i nostri squilibri; abbiamo coraggiosamente aderito alle grandi scelte innovative compiute dall'Occidente nel dopoguerra, dagli Accordi di Bretton Woods fino al Trattato di Roma, contribuendo anzi in maniera determinante ad immaginarle e ad attuarle; abbiamo mosso senza esitazione verso la liberalizzazione del mercato dei beni e raggiunto un grado elevato di apertura reale della nostra economia verso l'estero.
Avanzando, con coraggio e con determinazione pari a quelli sinora manifestati, verso le nuove tappe di questo processo, l'Italia dovrò considerare sempre più essenziale e prioritario il suo armonioso integrarsi nella comunità internazionale. E dovrò soprattutto ricordare che sta lavorando, in coerenza con una delle scelte fondamentali della sua stessa politica internazionale, per il raggiungimento nel 1992 dell'importante traguardo rappresentato dalla completa integrazione comunitaria, attraverso l'attuazione del Mercato Unico Europeo.
La prospettiva della realizzazione di un mercato interno nei Paesi della Comunità, che conduce alla creazione di un grande territorio europeo senza frontiere, dischiude da un lato rilevanti potenzialità di crescita del reddito e dell'occupazione. Nel contempo, essa impone peraltro uno sforzo senza precedenti di adeguamento e di innovazione alle imprese, alle istituzioni bancarie e *finanziarie, alle stesse strutture governative che curano, a livello centrale e locale, il funzionamento del mercati e la conduzione delle politiche economiche.
Dovremo lavorare, dovremo crescere, dovremo pensare, su una scala diversa e più ampia, di respiro europeo e mondiale; dovremo ampliare e diversificare le stesse scelte dell'individuo nelle sue varie attivitá di imprenditore, di consumatore, di lavoratore, di risparmiatore, e di studioso. E' questa quindi una sfida che richiederà un impegno e uno sforzo fors'anche maggiore di quelli che richiese l'istituzione del Mercato Comune, ed è una sfida che dovrò vederci pronti ad affrontare con strumenti adeguati e con la coscienza tranquilla i nuovi, stimolanti traguardi posti da questa svolta fondamentale che si profila sulla strada ancora lunga e difficile verso l'unità dell'Europa.
A tale riguardo possiamo osservare, con fiducia e con soddisfazione, che da parte del sistema delle imprese tali esigenze sono state già pienamente avvertite e che è stata riservata la dovuta attenzione alla ricerca di forme di integrazione economica che consentano di competere alla pari nel contesto internazionale. Ciò soprattutto in quei settori che costituiscono la frontiera dello sviluppo economico futuro. E' significativo che al bisogno di razionalizzare e potenziare il nostro sistema economico si sia cominciato a rispondere anche con iniziative che vedono la combinazione, attuata in varie forme, dell'iniziativa privata e della responsabilità pubblica. Queste forme di incontro e di integrazione tra pubblico e privato riguardano i settori economici più diversi; interessano infatti gli interventi infrastrutturali per le grandi reti di comunicazione e di scambio, il recupero delle grandi aree urbane, lo sviluppo delle telecomunicazioni e dell'elettronica, la creazione di società miste per la promozione delle economie locali.
Si delinea insomma uno scenario profondamente innovativo, nel quale l'elemento pubblico e quello privato modificano in qualche modo, ma non confondono, le loro nature; non costringono a una difficile convivenza logiche divergenti, così come accadde per certi versi nel sistema delle Partecipazioni Statali, ma mirano a integrare entrambe. In tale scenario, l'elemento pubblico e l'elemento privato si attribuiscono rispettivamente quei compiti che ciascuno può meglio e più efficacemente perseguire: l'uno, cioè, la tutela degli interessi generali della collettività, per mezzo di strumenti di indirizzo e di coordinamento generale nell'acquisizione del mezzi e nella scelta degli obiettivi; l'altro, l'ottimizzazione nell'impiego delle risorse e nella qualità del risultati.
A queste nuove opportunità corrisponde naturalmente anche l'esigenza di individuare le necessarie soluzioni normative, riservando a tale complessa tematica un'attenzione consapevole delle conseguenze cui esse danno luogo nei confronti di alcuni essenziali istituti giuridici. Le nuove forme di integrazione tra pubblico e privato modificano infatti taluni degli specifici caratteri dell'uno e dell'altro: la stessa riflessione scientifica ha già individuato il nuovo ruolo che i pubblici poteri vanno assumendo, con un tendenziale abbandono delle mere funzioni di erogazione dei pubblici servizi e con l'assunzione di nuovi, più incisivi compiti di indirizzo, di coordinamento e di programmazione. La maturazione di queste nuove esperienze consentirò non solo di promuovere l'efficienza delle singole imprese, ma soprattutto di immaginare e di realizzare sistemi economici integrati.
In questo sforzo complessivo di adeguamento e di potenziamento, ad un altro essenziale aspetto devono essere dedicate particolare cura e attenzione: la sofisticazione e i contenuti innovativi del nuovi processi produttivi pongono infatti un'urgente domanda di formazione professionale da un lato e di riqualificazione dall'altro. La formazione e la riqualificazione professionale devono anzitutto procedere di pari passo con un contestuale, intenso sviluppo delle attività di ricerca. Investire nella ricerca equivale infatti a investire in risorse umane, a stimolare la maturazione di professionalità proiettate verso il futuro. E' quindi indispensabile accrescere le risorse collettive da destinare alla ricerca, attraverso la creazione e l'attuazione di grandi programmi, in vista anche di promuovere un sempre più incisivo ed efficace coordinamento fra le iniziative delle grandi istituzioni pubbliche e quelle del settore industriale.
Parimenti, per assicurare ai giovani la possibilità di affrontare, con capacità tecniche e manageriali, il processo di trasformazione e di cambiamento del nostro sistema economico, si dovranno costantemente adeguare i percorsi della formazione e della qualificazione professionale, promuovendo una sempre maggiore integrazione fra scuola e impresa-lavoro. In tal modo, si opera per il consolidamento e l'adeguamento del nostro sistema economico in vista del grande traguardo dell'Europa del 1992.
Se anche in questo settore assai vaste appaiono le potenzialità che l'incontro tra iniziativa privata e poteri pubblici può esprimere, è lo stesso mondo del lavoro, sono le forze sociali che possono recare un contributo decisivo, individuando proprio nella formazione e nella qualificazione i nuovi obiettivi, non alternativi ma complementari a quello tradizionale delle conquiste economiche, su cui aggregare la partecipazione e costruire solide basi di rappresentatività. Ed è in base a questo sforzo, uno sforzo che ci ve e tutti impegnati, gente comune e istituzioni, governo e popolo, e che dovrà moltiplicarsi e confluire in quello congiunto di tutte le nostre città, di tutte le nostre capitali, che il nostro Paese sarà posto in grado di comunicare con voce autorevole all'Europa e al mondo la volontà di progredire ancora, con l'intelligenza, la laboriosità, la fantasia, la reciproca solidarietà, respingendo al tempo stesso, nel nome della pace e della vita, con serena e ferma determinazione, ogni forma di violenza e di sopraffazione, di primato della morte.

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