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Una cultura che cambia
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Letteratura araba Tradizione e ricerca |
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Abdellatif
Laabi
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La
risonanza della letteratura araba nel mondo non è sempre stata
proporzionata all'importanza e all'originalità di una tradizione
letteraria millenaria e, al tempo stesso, presente nella storia più
immediata. L'immagine che ancora oggi prevale di questa letteratura
è quella di una sfera riservata a eruditi e "innamorati",
a diverso titolo, del mondo arabo. Più raramente accade, anche
se le si riconosce un passato prestigioso, che sia percepita come facente
parte del panorama letterario contemporaneo, del campo della scrittura
cui riferirsi al presente.
Iniziative recenti (come il programma Unesco di traduzione di opere letterarie) può contribuire moltissimo a ristabilire il dialogo. Far conoscere le letterature nazionali nelle lingue più diffuse è forse uno dei sistemi più sicuri per collegare tra loro aree culturali diverse e proiettare visioni particolari del mondo a livello dell'intera umanità. Per quanto riguarda la letteratura e il pensiero arabi, le realizzazioni dell'Unesco sono state indubbiamente modeste, almeno dal punto di vista quantitativo. Il numero di opere tradotte dall'arabo in francese, inglese, tedesco e spagnolo, dall'avvio del programma ai primi anni '50, non supera la quarantina. Si può tuttavia constatare che lo sforzo è stato incentrato da un lato su opere monumentali di questa letteratura, e, dall'altro, che questo sforzo è sensibilmente aumentato alla fine degli anni '70. D'altro canto, se all'inizio questa attività si è imperniata essenzialmente sul patrimonio classico e sui capolavori riconosciuti della letteratura araba, essa si è in seguito diversificata e si è estesa alla letteratura moderna e persino a quella d'avanguardia. Così, il catalogo della Collezione Unesco di opere rappresentative offre una significativa panoramica della letteratura araba. Un panorama prima di tutto geografico, con i Viaggi di Ibn Battuta (1),o la Configurazione della terra, di Ibn Hauqal (2). Queste relazioni di viaggio, lungi dall'essere opere tecniche, fanno parte, nella tradizione araba, di un genere letterario particolare, quello della rihIa (itinerario, percorso), nel quale l'esploratore ostenta la sua cultura letteraria, storica e filosofica. Quindi, un panorama storico con il Discorso sulla storia universale (al-Muqaddima), di Ibn KhaIdun (3), opera fondamentale, la cui importanza per il pensiero storico e sociologico contemporaneo non è ancora stata valutata appieno sulle due rive del Mediterraneo. Muqaddima, opera di portata universale, ha offerto nel contesto arabo e maghrebino un primo contributo per la rilettura della storia grazie a una metodologia appropriata. Un panorama interiore, se così si può dire, con le opere filosofiche di Al-Farabi (4), Ibn Rushd (Averroè) (5), Ibn Sina (Avicenna) (6) e Al-Ghazali (7), pensatori formatisi sulla filosofia greca, uomini delle grandi sintesi, che hanno fatto del secoli detti del "miracolo arabo" un'epoca "del lumi", il cui splendore è durato fino al Rinascimento occidentale. Infine, un panorama umano, con le opere propriamente letterarie, il cui gioiello, per l'epoca classica, è incontestabilmente il Libro degli avari, di Al-Gahiz (8), un La Bruyere arabo, ancor più faceto, dalla cultura enciclopedica, che perì (non è una battuta) sotto la valanga di libri di cui era colma la sua biblioteca. Con Al-Gahiz assistiamo alla nascita della prosa araba, che acquisisce così patente di nobiltà, di fronte al prestigio della poesia, genere dominante nella letteratura araba fin dai suoi inizi. In questo senso si possono anche apprezzare le Maqamat (Sedute), di Al-Hariri (9), tradotte in tedesco, una specie di racconto in cui si possono ritrovare certi elementi del genere romanzo, molto considerato in epoca classica, ma trascurato dagli scrittori arabi contemporanei. Tuttavia, questa letteratura, per quanto prestigiosa, non dovrebbe occultare lo sviluppo originale della letteratura araba dall'inizio del secolo. In primo luogo, sviluppo di nuovi generi, principalmente il romanzo. Quindi, sviluppo della poesia, che si sta progressivamente liberando dei limiti della qacida, poema la cui struttura obbedisce a regole immutabili. Il romanzo arabo, che ha solo una cinquantina d'anni, è forse il genere in cui il cambiamento è più percepibile. Infatti costituisce per lo scrittore arabo un continente ancora inesplorato. A questo proposito, non ci si dovrebbe fermare alla traduzione (già fatta) di opere di scrittori come Tawfiq al Hakim (10), Yusuf Idris (11) e Taha Hussein (12), ma abbracciare anche la produzione più recente di autori come Maguit Mahfuz e Tayeb Salih, che merita di essere conosciuta, ad esempio, come quella del giganti del romanzo latinoamericano. Lacune analoghe si notano nel campo della poesia pre-islamica e classica araba. Tuttavia dobbiamo congratularci per l'interesse accordato alla poesia moderna, con la traduzione di opere di Adonis (13), Badr Chaker As-Sayyab (14) e Mahmud Darwish (15), pionieri di una poesia araba radicata nel proprio patrimonio culturale, ma aperta alla ricerca poetica contemporanea.
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