§ La Banca Popolare Sud Puglia verso il 1992

La professione bancaria: un nuovo mestiere




Adriana Sgritta
(Responsabile d'Area CEFOR)



Si può affermare che la data più ricorrente, più citata, più strumentalizzata (in positivo e in negativo) in questi ultimi tempi sia il 1992, anno della liberalizzazione valutaria e dell'integrazione dei mercati europei. Del resto, anche nei numeri precedenti di questa rivista, si è data particolare enfasi sia alle prospettive sia alle sfide associate a tale momento.
Da quanto emerso dai quotidiani, dalla stampa specializzata, dalle testimonianze raccolte e nei convegni, si può affermare che quando si parla del 1992, con particolare riferimento al sistema bancario italiano, le opinioni generalmente convergono verso la presente affermazione: le banche non sono ancora pronte per competere alla pari con quelle straniere.
E se si scende nel dettaglio, per individuarne le principali debolezze, si scopre che, con altrettanta convergenza di giudizi, esse attengono ai seguenti tre aspetti:
* L'ORGANIZZAZIONE: poco efficiente e poco flessibile, con bassi livelli di integrazione tra le diverse funzioni centrali e tra queste e le unità periferiche; anche l'informatica, per quanto diffusa, non è ancora adeguatamente impiegata ed utilizzata come strumento manageriale, per quella funzione chiamata "area del supporto alle decisioni".
* La CULTURA MANAGERIALE : ancora ispirata alle logiche del modello "meccanicistico" o "burocratico", che risultano poco funzionali alla risoluzione delle problematiche con cui deve confrontarsi il mondo bancario. Le decisioni sono ancora prerogativa del vertice (troppo limitato numericamente), mentre dovrebbero riguardare e coinvolgere non solo il management in senso lato, ma anche i livelli immediatamente inferiori, almeno per una certa tipologia di decisioni.
* L'ORIENTAMENTO DI IMPRESA NEI CONFRONTI DEL MERCATO: non è stato ancora pienamente realizzato. Manca il reale orientamento al cliente in quanto sono scarsi gli strumenti di marketing (analisi del mercato, piani di marketing, ecc.), i prodotti/servizi non sono creati in funzione delle specifiche esigenze della clientela e vanno migliorati sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Il sistema di distribuzione e di vendita risulta inadeguato sia sul piano quantitativo (numero dei punti di vendita) che su quello organizzativo e gestionale (mancano strumenti per una adeguata gestione delle risorse: umane, economico/finanziarie e di mercato).
In sostanza, il Sistema Bancario Italiano deve realizzare ulteriori e sostanziali progressi per raggiungere i livelli di efficienza e di qualità del servizio oggi necessari per competere con successo sul mercato.
Tuttavia bisogna riconoscere che negli ultimi 10 anni le banche sono cambiate molto, riuscendo a ridurre sempre più il "gap" esistente rispetto ai sistemi più avanzati.
Tale processo di adeguamento si ritiene sia fortemente rallentato dalla "mentalità dell'operatore bancario", che non risulta ancora adeguata alle esigenze del mondo esterno; non si è arricchita di quei contenuti (valori, atteggiamenti, il modo di concepire il lavoro) che più naturalmente si sono consolidati nella cultura imprenditoriale del terziario avanzato. E' difficile rinnovarsi, o meglio, non è possibile realizzare un così profondo cambiamento (come quello sopra descritto) se al proprio "interno" è ancora così diffusa quella "mentalità" (cultura) che appartiene ad un modello superato, che le leggi del mercato stanno dimostrando non essere più vincente.
Tuttavia non basta rinnovare l'organizzazione, introdurre nuove tecnologie, migliorare la confezione dei prodotti e realizzarne di nuovi, per cambiare il modo di operare e migliorare la capacità competitiva di una azienda di servizi come la banca; così come non è sufficiente, per una persona, indossare un nuovo vestito per modificare il proprio comportamento. E' necessario creare una cultura nuova, basato sulla qualità del servizio, sulla naturale predisposizione nel prestare attenzione al mercato e sulla disponibilità/sensibilità ad instaurare positivi rapporti sociali.
Si pensi al comportamento di una banca verso la propria clientela (il dipendente che intrattiene il cliente); tale momento del processo produttivo è estremamente delicato, forse il più importante per una azienda di servizi, la quale può svilupparsi ed affermarsi grazie al livello di gradimento, e quindi di utilizzo, che la clientela esprime e manifesta. Tuttavia la possibilità di controllo e di azione su tale variabile, da parte dell'organizzazione, sono molto scarse, (le più utilizzate sono ad esempio: selezionare e formare attentamente il personale destinato a tale attività). Inoltre è indubbio che la qualità di tale rapporto non è solo determinata dalle conoscenze e dalle capacità tecniche dell'operatore bancario, ma, in particolare, anche dai suoi atteggiamenti, valori, dalle sue motivazioni, dalla sua sensibilità ed emotività e, ancora, dal modo in cui questi vive il proprio agire e dal valore ed il senso che attribuisce al proprio lavoro. Un così specifico ed articolato insieme di elementi, che sottostanno al comportamento delle persone, non è possibile trasferirlo e concettualizzano in un modello a cui tutti possano automaticamente riferirsi; nemmeno attraverso una intensa e prolungata attività formativa.
Per ottenere risultati è necessario che la formazione venga progettata in coerenza con le specificità dell'ambiente, e che questo sia predisposto e dotato di strumenti o meccanismi che favoriscano ed incentivino comportamenti del tipo sopra descritto.
In tale contesto, si tende ad agire non soltanto sul "saper fare" ma specialmente sul "saper essere" dei dipendenti, in modo tale da creare quel meccanismo per cui ciascuno di questi senta propri gli obiettivi che l'azienda si è prefissata, e sappia coerentemente ed autonomamente, nell'ambito dei compiti e delle responsabilità loro assegnate, scegliere le modalità più appropriate per contribuire a conseguirli.
Non a caso molte aziende di credito, in questi ultimi anni, abbandonato l'eccessiva attenzione data alla variabile tecnologica, hanno riscoperto l'importanza degli aspetti sociali della propria organizzazione.
Non prestare attenzione a tali aspetti significa rinunciare alla sfida del mercato, rischiare di rendere vani tutti gli interventi programmati e realizzati al fine di conseguire gli obiettivi di cambiamento prefissati.
E' bene sottolineare ancora che la formazione non è la "bacchetta magica" cui ricorrere per risolvere i problemi aziendali, così come non è corretto pensare alla formazione semplicemente come al tradizionale "corso". Anche questo strumento, in questi ultimi anni, è stato adeguato, sul piano metodologico e della tecnica, per meglio rispondere alle esigenze delle aziende.
A tale riguardo si ritiene utile presentare un caso concreto. Un caso cioè dove sono stati affrontati i problemi su accennati e dove è possibile verificare come la "formazione", se correttamente gestita, possa contribuire a creare le premesse per realizzare un cambiamento del clima, della cultura e della professionalità del personale di una azienda.

L'esperienza della Banca Sud Puglia

1. Il contesto di riferimento
Nel 1987, la Banca Popolare Sud Puglia, pur avendo negli anni precedenti prestato particolare attenzione alla formazione di tutto il proprio personale, si è resa conto che quanto fatto non era sufficiente a difendere le posizioni e l'immagine conquistate nel mercato in cui operava.
Era necessario reagire per combattere la sempre più agguerrita e diffusa concorrenza e per affrontare, con una più adeguata solidità e professionalità, le sfide che, nello scenario economico finanziario, si andavano delineando (vedi tab. 1)


Particolare preoccupazione destavano sia le numerose aperture di nuovi sportelli (nella provincia di Lecce degli 8 nuovi sportelli assegnati ben 7 erano di altre banche che si insediavano proprio nelle piazze servite dalla B.P.S.P.) sia il rilevante aumento della raccolta indiretta che, rispetto ai poco consistenti valori degli anni precedenti, nell'87 aveva già raggiunto il 38% della raccolta diretta.
Il personale rappresentava senz'altro una delle prime variabili su cui intervenire, sia per presidiare e consolidare i rapporti già avviati con la clientela, sia per svilupparsi nel mercato. Pertanto, la B.P.S.P. si è rivolta alla società di consulenza della Categoria (il Centro di Formazione del personale delle Banche Popolari), per impostare un intervento formativo da destinare a tutto il personale operante nell'area commerciale.

2. Il progetto di formazione 1987-88
Trattandosi di un progetto di formazione, finalizzato a produrre concreti e specifici risultati ed a migliorare la capacità competitiva dell'azienda sul mercato, è stato costituito un comitato (che rispondeva direttamente alla Direzione Generale), composto dai responsabili delle Aree: Affari, Personale, Organizzazione-EDP. Al comitato è stato affidato il compito di supportare i consulenti nelle fasi progettuali e di coordinamento degli interventi, in modo da garantire il massimo livello possibile di personalizzazione.

2.1 Le linee guida
I criteri base scelti per la progettazione degli interventi formativi sono stati i seguenti:
* la formazione non doveva essere solo un costo per l'azienda, ma produrre risultati quantificabili (anche economici);
* il processo formativo non doveva esaurirsi nei momenti d'aula, ma proseguire anche in assenza dei docenti, sul posto di lavoro, secondo la tecnica della formazione/intervento sul campo, dove l'esperienza operativa, l'applicazione concreta di quanto rappresentano il vero e proprio momento di apprendimento e di crescita professionale.
* la progettazione di alcune fasi doveva essere effettuata quasi in tempo reale, coerentemente sia con i processi ed i tempi di apprendimento dei partecipanti sia con i bisogni specifici degli stessi, rilevati e registrati durante ed a conclusione delle attività previste;
* si dovevano trasmettere ai partecipanti non tanto le tradizionali metodologie di vendita, basate su sperimentate tecniche di "persuasione" del cliente, ma piuttosto quei modelli comportamentali che rispondono ai principi di una azienda "marketing oriented", dove la soddisfazione del cliente è il vero obiettivo, ed i prodotti rappresentano solo uno degli strumenti attraverso i quali conseguire tale risultato.

2.2 Gli obiettivi
Il progetto è stato finalizzato al raggiungimento dei seguenti risultati:
* valorizzare ed arricchire le capacità e le esperienze professionali di tutto il personale direttivo;
* arricchire di nuovi e specifici lavori la "cultura" aziendale;
* trasferire al personale di contatto con la clientela conoscenze e tecniche adeguate e coerenti con gli specifici obiettivi dell'azienda;
realizzare esperienze concrete sul campo mettendo in pratica tecniche ed utilizzando strumenti di lavoro che, pur rispondendo a criteri e principi manageriali moderni, si adattassero alle specificità ed alle caratteristiche culturali dell'organizzazione e dell'ambiente socio-economico esterno.

2.3 Le fasi
Complessivamente, nell'arco di 10 mesi (ottobre'87 - luglio'88), sono stati coinvolti 234 dipendenti su 399 in organico (vedi tab. 2).

 

Dopo una riunione generale con tutto il personale direttivo della banca, dove il Presidente, il Direttore Generale ed i consulenti hanno rispettivamente presentato le volontà, gli obiettivi dell'azienda e l'articolazione del progetto, si è dato ovvio agli interventi previsti (vedi tab. 3), articolati nelle seguenti 4 fasi:
1^ Fase: Omogeneizzazione della cultura manageriale e tecnico-professionale del personale (sia impiegatizio che direttivo);
2^ Fase: Sviluppo delle professionalità dei dipendenti, coerentemente con il livello e la collocazione organizzativa degli stessi;
3^ Fase: Realizzazione di una concreta esperienza operativa, che ha visto coinvolti tutti i dipendenti operanti nell'area commerciale (filiali); in particolare tale fase è consistita nella organizzazione e realizzazione di tutte le fasi di una Campagna di vendita;
4^ fase: Verifica dei risultati conseguiti sul piano formativo, operativo e sul clima interno.

3. I risultati
In genere la formazione, specialmente quella finalizzata a modificare i comportamenti delle persone, produce risultati solo dopo un certo periodo di tempo.
Tuttavia, come si è già detto, questo progetto doveva consentire all'azienda una immediata valutazione degli investimenti fatti. A tale scopo sono stati individuati alcuni indicatori che fornissero i dati, non necessariamente quantitativi, ma anche qualitativi, tramite la registrazione di fatti e comportamenti.

3.1 Gli indicatori
Gli indicatori prescelti sono stati i seguenti:
a) i risultati conseguiti nella campagna di vendita, nella quale si dovevano mettere in pratico le tecniche e gli strumenti acquisiti in aula (criterio numerico);
b) il clima interno e le modalità di interazione tra i capi dell'area commerciale, tra questi e le funzioni centrali dell'azienda, tra gli stessi ed i rispettivi collaboratori di filiale; (criterio qualitativo);
c) il livello qualitativo ed il grado di utilizzabilità degli specifici strumenti di marketing, progettati e realizzati in aula (criterio qualitativo e di efficacia operativa).

3.2. Analisi e descrizione dei risultati
Indicatore a): I risultati di vendita.
Quest'area di risultato è stato senz'altro la più significativa, visto che ha fornito, quali elementi di valutazione dati i dati di tipo numerico (il numero di prodotti venduti).
- L'obiettivo stabilito dall'azienda era quello di collocare sul mercato 250.000 unità di un prodotto, nell'arco di due mesi.
- Tutti i capi delle singole Agenzie sono stati suddivisi in gruppi (Aree), i quali si sono assegnati una quota parte dell'obiettivo da raggiungere.
- Dopo solo un mese l'obiettivo era già stato raggiunto e, a conclusione dei due mesi stabiliti, ampiamente superato.
Indicatore
b): "Il clima interno e le modalità di interazione" tra le persone. In quest'area i risultati sono stati soddisfacenti. Si è rilevato in generale:
- Un miglioramento del senso di appartenenza all'azienda.
- Una capacità di esprimere positivi comportamenti competitivi sia individuali sia di gruppo.
- Motivazioni all'apprendimento ed allo sviluppo professionale.
- Spirito di sacrificio, capacità di impegno, messi in atto senza particolari forme di incentivazione.
Per quanto riguarda le "modalità di interazione" tra le persone, si è avuto modo di rilevare:
- un miglioramento dei rapporti tra i capi dell'area Commerciale, sia sul piano interpersonale che di gruppo;
- atteggiamenti verso i collaboratori maggiormente partecipativi;
- atteggiamenti verso la struttura centrale dell'azienda ispirati alla disponibilità ed al confronto costruttivo attraverso l'analisi di fatti e problemi reali più che su opinioni e sensazioni personali.
Indicatore
c): "Strumenti di Marketing"
Gli strumenti realizzati in aula hanno consentito al personale di contatto con la clientela di presentare meglio i prodotti offerti dalla banca e, quindi, realizzare il servizio reso alla clientela. In tal modo è stato inoltre possibile rispettare e concretare l'obiettivo predeterminato all'atto della progettazione degli interventi formativi; trasmettere alcune tecniche per realizzare un concreto "orientamento al cliente", dove il vero risultato da conseguire è la soddisfazione del cliente che, nel contatto con la banca, deve aver ben presente non solo i benefici, ma anche le condizioni commerciali dell'operazione commissionata o del servizio ricevuto.

4. Conclusioni
A questo punto si ritiene opportuno menzionare tutti quegli aspetti che hanno contribuito al conseguimento dei risultati su evidenziati. Essi possono essere così elencati:
- La chiara ed esplicita volontà del vertice aziendale che, in prima persona, ha voluto seguire le varie fasi del progetto e testimoniare, con la sua presenza e nei momenti ufficiali, l'interesse sia per l'intera iniziativa sia per i risultati che da quest'ultima sarebbero scaturiti.
- La presenza, la disponibilità e l'impegno espressi dai componenti il comitato di progettazione interno, (in particolare del responsabile dell'area Affari), che hanno seguito e, in qualche caso, partecipato direttamente a tutte le fasi del progetto.
- Le metodologie di formazione utilizzate, che hanno premiato maggiormente la pratica rispetto alla teoria, l'esperienza concreta rispetto ai modelli concettuali, i fatti rispetto alle parole, l'orientamento al cliente rispetto al generico orientamento al mercato, il partire dalle reali esperienze e capacità degli uomini, piuttosto che la realizzazione di teorici o ideali modelli operativi.
- Il forte senso di appartenenza e l'attaccamento all'azienda di tutto il personale, che non solo ha capito l'importanza del progetto, ma ha saputo anche rispondere con il giusto impegno e fiducia a quanto gli è stato richiesto dal punto di vista professionale.
- Il buon rapporto che la B.P.S.P. aveva ed ha con la clientela.
A tal riguardo si può dire che in un certo senso il vero risultato dell'iniziativa è da attribuirsi ai clienti ed ai soci della Banca, verso la quale hanno dimostrato fiducia e stima.
Proprio in base a questa fiducia, alla stima e a tali testimonianze, una Azienda può trovare la forza e la costanza di impegnarsi per migliorare e per accrescere la propria capacità produttiva, che, per una banca popolare, è rappresentata dal servizio reso alla propria clientela.


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