§ Obbiettivi e ipotesi

Nuovi modelli di democrazia industriale




Franco Reviglio



Lo sviluppo del nostro sistema economico ha davanti a sé tre grandi sfide per gli anni '90. La capacità di affrontarle e di vincerle dipenderà dalla qualità delle relazioni industriali che realizzeremo.
La prima grande sfida, di natura macroeconomica, riguarda la competitività. Negli anni passati, la "ricetta" di politica economica italiana ha assicurato la competitività al sistema economico italiano, nonostante il differenziale di inflazione e costo del lavoro con gli altri Paesi, mediante trasferimenti alle imprese, soprattutto nella forma della fiscalizzazione degli oneri sociali, finanziata con le entrate ricavate con il fiscal drag. Aumentando così i margini delle imprese, sono stati annullati i differenziali di costo del lavoro e di inflazione. Nella stessa direzione ha giocato favorevolmente la flessibilità del cambio. Com'è noto, la ricetta degli anni '80 non funzionerà più negli anni '90, sia perché le fasi future del piano Delors importano una disciplina crescente al tasso di cambio, impedendo svalutazioni competitive, sia perché la fiscalizzazione degli oneri sociali finanziata con il fiscal drag non è più praticabile dopo l'accordo governo-sindacati, che ha annullato il drenaggio fiscale automatico.
La seconda grande sfida riguarda la protezione dell'ambiente. Il degrado ambientale, oltre a costituire un grave danno in sé, per noi e per le generazioni future, comincia ad avere un impatto negativo immediato su molte attività economiche. Il caso delle alghe nell'Adriatico, che ha colpito direttamente circa 1000 aziende turistiche con oltre 10.000 miliardi di fatturato, in buona parte proveniente dall'estero, è emblematico.
Molti Paesi stanno sviluppando una politica assai incisiva, come gli Stati Uniti con il nuovo Clean Air Act, che prevede un drastico abbattimento delle emissioni inquinanti. In Italia molto, troppo è ancora da fare. Occorre un grande salto culturale per ritrovare il riequilibrio tra le forze del mercato e la correzione che la conservazione dell'ambiente richiede Bisogna definire, insieme a regole certe, importanti decisioni strategiche sulla specializzazione e sulla localizzazione degli impianti.
Queste indecisioni sono destinate ad avere un impatto diretto sullo sviluppo e sull'occupazione e possono causare tensioni sociali e paralisi delle decisioni se vengono gestite unilateralmente. La terza grande sfida da vincere è l'inefficienza dei servizi, soprattutto di quelli prodotti dall'operatore pubblico, che rappresentano ormai oltre un quarto del prodotto nazionale. La soluzione di questo problema negli ultimi anni è diventata ancora più urgente per la tendenza al crescente utilizzo del terziario da parte delle imprese. Poiché i servizi sono sempre più Integrati con l'industria, la loro inefficienza in termini di costo e di qualità è il vero tallone d'Achille della nostra competitività.
Le tre sfide richiedono un nuovo modello di relazioni industriali, attento non solo più, come nel passato, alle politiche salariali, del fisco e degli oneri sociali, ma al governo del cambiamento. In assenza di flessibilità dei cambi e di margini di manovra nella fiscalizzazione, vi sono maggiori vincoli alle politiche tradizionali, se non si vuole ingenerare una perdita di competitività, e quindi minore crescita e minore occupazione. D'altro canto, poiché nella competitività del sistema Italia influisce gravemente l'inefficienza dei servizi pubblici, occorre un grande sforzo delle parti sociali per governare i problemi tecnici e contrattuali legati al processo di riorganizzazione ormai urgente di produzione di servizi pubblici. Alle tre sfide occorre in conclusione rispondere con un nuovo modello di democrazia industriale, capace di sostituire quello vecchio in cui ogni parte perseguiva solo il proprio interesse. Le tre grandi sfide che dovremo affrontare sono in gran parte nuove. Ad esse non si può rispondere limitandosi a gestire le politiche del salario e della distribuzione del reddito. Alle imprese e al sindacato è offerto una grande occasione per partecipare da protagonisti e con senso di responsabilità al processo di cambiamento e di sviluppo del Paese.

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