Diversitą e reciproca accoglienza




Giulio Cesare Federici S. I.



Mi è stato chiesto di portare il mio modesto contributo alla riflessione sul tema attuale e scottante del rapporto Nord-Sud in Italia, che ha conosciuto e sta tuttora conoscendo momenti di particolare tensione col moltiplicarsi delle "leghe" che stanno accentuando l'incomprensione da una parte e dall'altra. Nel frattempo, sulla stampa Italiana e anche su questa Rivista, sono usciti articoli e contributi vari, che mettono in luce le diverse sfumature sul tema Nord-Sud.
Dal punto di vista cristiano, sono usciti, tra gli altri, due articoli su "Avvenire" del 26.9.89 (uno dell'Arcivescovo di Lecce, mons. Ruppi, l'altro espressione di un documento dell'episcopato calabrese), molto sereni ed equilibrati. Infine, recentemente è uscito l'atteso documento unitario di tutto l'Episcopato italiano, datato 18 ottobre di quest'anno. Quello che si poteva dire da un punto di vista cristiano ed ecclesiale praticamente è stato detto.
Tuttavia, senza nessuna pretesa di dire cose originali, penso che possa esser utile riferire qualche riflessione che condivido, ma di cui sono debitore a qualche giovane del Nord che ha espresso il suo parere dopo aver passato qualche tempo immerso nella realtà, naturalmente limitata, del Sud.
Mi sembra particolarmente importante e significativo cogliere l'espressione di giovani generazioni.
1) Da un punto di vista profondamente umano e più specificamente cristiano certe intolleranze fortemente polemiche non dovrebbero esistere.
- siamo tutti figli di Dio;
- abbiamo tutti uguale dignità umana;
- abbiamo un patrimonio culturale e fondamentale comune, essere per certi aspetti diversi non significa essere migliori o peggiori.
2) Però... il problema Nord-Sud esiste. Di fronte a questa realtà occorre assumere qualche atteggiamento:
- in primo luogo evitare di darlo fatalisticamente per scontato e inevitabile,
- occorre coglierne obiettivamente, per quanto possibile, le motivazioni;
- fare ogni sforzo per superarlo;
- e, per questo scopo, sottolineare, anche in questo campo, piuttosto ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci distingue.
3) Il problema dell'accoglienza non a senso unico ma in tutti e due i sensi.
- la gente del Nord fa fatica spesso ad accogliere la gente del Sud e la giudica negativamente, almeno in parte, in maniera aprioristica e ingiusta;
- la gente del Sud a sua volta si sente giudicata e reagisce con un senso di chiusura nei confronti della gente del Nord e assume un atteggiamento polemico e aggressivo. Questi atteggiamenti sono in genere emotivi, istintuali, irrazionali.
4) Quali i motivi, non delle differenze di cui parleremo tra poco, ma delle reazioni essenzialmente emotive che abbiamo, brevemente, accennato? Si tratta ordinariamente di pregiudizi, della massificazione di tali pregiudizi, della fossilizzazione in quelli, perché quando si arriva a realizzare un contatto umano, diretto, aperto, sincero, tali pregiudizi per lo più scompaiono, come moltissime persone possono attestare.
5) Riconosciuta la parte da attribuire a certe reazioni emotive e istintuali, occorre riconoscere, senza generalizzazioni e schematismi rigidi, che tra la gente del Nord e del Sud esistono accentuazioni diverse riguardo a certi valori.
La gente del Nord è portata a sottolineare certi valori:
- l'organizzazione del tempo
- l'efficienza
- la praticità
- la rapidità nel lavoro
- la capacita di tradurre l'efficienza in guadagno.
E si potrebbe seguitare a sottolineare questi valori, legati in generale all'efficienza e allo
sfruttamento del valore tempo. La gente del Sud è portata a sottolineare altri valori:
- l'accoglienza
- la generosità
- un rapporto umano più ricco
E anche in questo campo si potrebbe arricchire l'elenco, sottolineando i valori umani a preferenza di quelli più propriamente organizzativi.
6) Dal punto di vista psicologico, delle qualità personali:
- la gente del Nord sembra dotata di una maggiore dose di volontà;
- la gente del Sud sembra dotata di un coefficiente intellettivo più alto.
La diversa sensibilità a questi o a quei valori e la diversa accentuazione delle qualità volitive o intellettive influiscono naturalmente sul diverso modo di rapportarsi con gli altri, con le cose, con le situazioni e, accentuatamente, con l'uso del tempo.
La gente del Nord è portata al rigore nella puntualità, nell'uso rapido e produttivo del tempo; la gente del Sud dà al tempo un valore relativo.
7) Motivi delle differenze: è un'analisi abbastanza semplice per certi aspetti, molto più complessa per altri.
Più evidenti sono i motivi ambientali, psicologici e climatici. La graduatoria dei valori influisce in maniera determinante sui comportamenti. La persona che mette in primo piano il valore dell'accoglienza, della cordialità nel rapporto umano, inevitabilmente privilegerà questi valori all'efficienza, la praticità, il rendimento economico del fattore tempo, e viceversa.
Non trascurabile il fattore climatico: un clima più dolce o addirittura tiepido o caldo impone naturalmente un ritmo più lento nell'attività esterna, mentre un clima freddo facilita un'attività più intensa.
Volendo completare e sviluppare le motivazioni delle differenze effettivamente esistenti tra la gente del Nord e la gente del Sud, si potrebbero ulteriormente approfondire le motivazioni delle differenze
- storiche
- culturali
- politiche ambientali
- climatiche
- psicologiche
- economiche
8) Nel paragrafo secondo di queste note schematiche, offerte più alla riflessione che alla semplice lettura, dicevamo che occorre, umanamente e cristianamente, fare ogni sforzo per superare le difficoltà di comprensione e di accettazione vicendevole di fatto esistenti tra Nord e Sud. I motivi per superare le difficoltà di vicendevole accoglienza mi sembra che possano essere individuati nella direzione che tento di Indicare:
- non considerare cosa scontata, ma rievocarla e valorizzarla, l'uguaglianza di valore della persona umana pur tra le differenze;
- esplicare in modi diversi valori fondamentalmente comuni porta a una maggiore ricchezza;
- la collaborazione tra persone diverse porta a una possibilità maggiore di realizzazione, a una maggiore varietà di proposte, alla scoperta di soluzioni nuove;
- arrivati ormai a una collaborazione, sotto tanti punti di vista, a livello non solo europeo, ma planetario, è semplicemente assurdo, oltre che segno di immaturità umana - da parte degli uni e degli altri -, fermarsi ancora a questo genere di non accoglienza reciproca.

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