§ Strategia e psicologia del consumo

Il mercato dei beni posizionali




Farouk Heiba, Gianluigi Guido



"Le scelte operate dal consumatore nel mercato o in una transazione di tipo commerciale nel settore posizionale appaiono sempre più attraenti prima che altri consumatori abbiano effettuato la loro scelta"
Fred Hirsch

1. UNA NUOVA TEORIA DEL CONSUMO

1.1 La Tradizionale Teoria delle Preferenze Rivelate. Nell'analisi del comportamento del consumatore, gli economisti hanno assunto per lungo tempo che le preferenze umane, specie quelle di un individuo a cui si presentino opportunità di scambio nella produzione o di consumo, siano stabilite e perciò non soggette a discussione.
Assumendo che il consumatore è razionale nelle sue scelte, essi hanno considerato le sue preferenze come "rivelate" dal suo comportamento ovvero palesate dal suo agire costante in maniera coerente e razionale. Qualsiasi cosa il consumatore avesse scelto, in tale prospettiva, sarebbe stata la migliore opzione possibile stante i suoi gusti, le opportunità di mercato e le circostanze contingenti, altrimenti non sarebbe stata scelta.
Su questa cosiddetta "teoria delle preferenze rivelate", e sulla nozione complementare che le scelte di consumo nel mercato derivano dalla piena conoscenza delle alternative e dalla conseguente selezione di quella che massimizza l'utilità del consumatore, è basata la maggior parte degli studi, delle conclusioni e delle raccomandazioni degli economisti. (1)

1.2 Due limiti. Questo approccio tuttavia sembra essere inadeguato nel rappresentare e spiegare la natura del soddisfacimento del consumatore poiché non considera le basi della psicologia comportamentale che derivano, scientificamente, dall'osservazione del comportamento di individui differenti in situazioni simili e degli stessi individui in differenti situazioni, per scoprire gli elementi comuni, le regolarità e le apparenti contraddizioni di questi comportamenti.
L'approccio tradizionale, infatti, trascura il fatto che i gusti sono altamente variabili, facilmente influenzati dall'esempio, dagli usi, dalle suggestioni e dai consigli, costantemente mutati dall'accumulazione dell'esperienza e modificati dal cambiamento dei prezzi e dalla disponibilità di determinate opportunità piuttosto che altre. Troppi importantissimi comportamenti intenzionali sono ignorati se si considera che il consumatore abbia valori e preferenze sempre uniformi nel tempo. Al contrario, non solo cambiamenti unidirezionali dovrebbero essere riconosciuti, ma anche indietro ed in avanti d'intervalli di anni, mesi, settimane, giorni, e perfino minuti. (2)
Questo approccio neglige anche l'eventualità che le stesse influenze che modificano i nostri gusti possano anche cambiare la nostra attitudine a provare soddisfacimento dalle cose che fanno fronte ai nostri bisogni. Ciò diventa rilevante allorquando si studiano le implicazioni dell'acquisto di beni che possono migliorare il nostro status reddituale relativo, la cui utilità non è determinata strettamente dalle preferenze individuali, ma piuttosto deriva dalle influenze sociali. (3)

1.3 Il superamento della teoria della Sovranità del Consumatore. Fra le ragioni per le quali taluni economisti rifiutano d'investigare le motivazioni dei consumatori c'è il loro credo che ogni consumatore è libero di seguire le sue personali inclinazioni indipendentemente dai gusti degli altri (sempre che l'economia possa assecondare diversi gusti di differenti consumatori tutti nello stesso tempo). Questo concetto, noto come "teoria della sovranità del consumatore", dovrebbe però esser considerato come una grossolana semplificazione, specialmente nella nostra epoca di produzione di massa. In realtà, la libertà di acquistare beni o servizi, e di decidere cosa comprare ed in quale quantità, non dev'essere confusa con la sovranità del consumatore che permane nella misura in cui la sua scelta influenza la specie e la quantità dei beni e servizi prodotti.
In una società opulenta ci sono milioni di consumatori: dovremmo considerarli "sovrani" tutti nello stesso modo? Una risposta convenzionalmente positiva ignorerebbe il processo con cui gli individui sviluppano i loro gusti, un processo che è intellegibile solo combinando la tradizionale concezione economica delle limitazioni al processo di massimizzazione dell'utilità derivata con l'influenza relativa sul mercato delle determinanti psicologiche del consumatore.

1.4 Plutocrazia e Legge della Piazza. Nel 1976, Tibor Scitovsky fu uno dei primi a notare che "il mercato", in questo modo, "è simile a un meccanismo elettorale in cui i dollari spesi dai consumatori sono contati come voti". (4)
Poiché il potere di voto del consumatore cresce con denaro che spende, una società libero-capitalista diventerebbe una "plutocrazia", dominata dai ricchi, dove l'influenza di ciascun consumatore sulla produzione dipende dal denaro speso. Ma una società consumista produce anche l'eccezione a questa regola: l'economia di scala. Per abbassare i costi di produzione, il venditore deve allargare il suo mercato ai meno abbienti a seguita del loro grande numero, e poiché i desideri delle masse sono primitivi le risultanti economie di scala discriminerebbero contro i gusti più sofisticati abbassando il livello del gusto medio.
In una moderna economia, perciò, la plutocrazia si combina con "la legge della piazza" che spinge la produzione verso quei beni sulla cui desiderabilità tutti concordano.
"Uno degli scopi maggiori della pubblicità", conclude Scitovsky, "è di promuovere tale accordo". (5)

2. L'APPROCCIO DELLA PSICOLOGIA COMPORTAMENTALE

2.1 Beni Primari e beni di Lusso. Il cuore del problema giace nello studio del comportamento economico delle masse dopo che la popolazione abbia soddisfatto i suoi primari bisogni biologici, quali il sostentamento, il cibo, la casa, il vestiario, ecc. Nel classificare la varietà di beni e servizi che ci circondano, l'approccio della psicologia comportamentale consente di avere più informazioni che attraverso la metodologia tradizionale. La più semplice classificazione riguarda due categorie di prodotti:
1. Beni primari, ovvero quei prodotti la cui domanda non cresce al crescere del reddito del consumatore (o cresce a ritmo decrescente);
2. beni di lusso, ovvero quei prodotti la cui domanda cresce al crescere del reddito del consumatore (o cresce a ritmo crescente).
Questa distinzione sembra corrispondere alla separazione nota in psicologia tra i bisogni fisiologici e tutti gli altri bisogni, stabilendo peraltro una gerarchia tra le due categorie. (6) Questa divisione ha pure una valenza economica poiché implica che l'elasticità della domanda al reddito è minore di uno per i beni primari (domanda inelastica) ed uguale o maggiore di uno per i beni di lusso (domanda elastica).

2.2.Influenze sociali. Sfortunatamente, la linea divisoria tra beni primari e di lusso non è oggettiva ed immutabile, poiché non esistono standards psicologici per definire un bene primario, e questo per almeno due ragioni:
- Quello che è un bene primario per un individuo potrebbe non esserlo per un altro: così, la domanda di sigarette d'un fumatore è inelastica, ma dovremmo considerare le sigarette un bene primario?
- Quello che è un bene primario in un determinato posto o in una certa età potrebbe non esserlo in altre situazioni: così, avere la stanza da bagno in casa è considerato una necessità, nell'odierna società americana, anche per i poveri, ma non ancora in molti paesi dell'Africa. Alla stessa stregua, avere un'assicurazione sulla vita è un bisogno che si avverte maggiormente nell'età adulta che non in gioventù. (7)
Il risultato di queste considerazioni è l'impossibilità a distinguere i prodotti relativamente all'elasticità/inelasticità della loro domanda da parte dei consumatori: la separazione tra beni primari e voluttuari è sempre mutante poiché socialmente determinata. Essa cambia in ragione dei* diversi individui che consumano, delle differenti società in cui vivono, e dei diversi momenti della loro vita.

2.3 Benessere e Piacere. In una società opulenta come quella americana, si può supporre che tutti i basilari bisogni biologici siano soddisfatti. Questo è un buon punto di partenza per indagare sulla domanda di benessere o di piacere da parte dei consumatori.
Il benessere dev'essere inteso come sollievo al disagio o alla privazione: benessere è avere da mangiare a sufficienza, riposare quanto si vuole, appartenere a un gruppo (8), ecc. Il piacere, al contrario, è un bene positivo: esso implica la ricerca della bellezza, del sapere, dell'eccellenza, e così via. Questa fondamentale distinzione, già proposta un secolo fa da Sir Ralph Hawtrey (9), possiede un notevole impatto sul comportamento del consumatore poiché permette di discernere tra il sollievo alla privazione (che è un desiderio saziabile) e la ricerca del piacere (che apparentemente è insaziabile). (10)
Il benessere, come sollievo alla privazione, è saziabile perché il desiderio di evitare disagi fisici finisce quando questi terminano, ed i disagi finiscono quando il bisogno biologico che li determina viene soddisfatto.
Al contrario, il desiderio di piacere sembra insaziabile perché c'è sempre un livello più alto da raggiungere, fondamentalmente sotto lo stimolo del bisogno di novità. (11)
Per fare un esempio conclusivo: se le circostanze esterne restano invariate, la stessa combinazione di beni e servizi non viene costantemente scelta dal consumatore (ciò che invece sarebbe alla base del test di razionalità degli economisti tradizionali). Viene cercata invece la novità per il puro desiderio della stessa.

2.4 Un'importante eccezione. C'è comunque un'importante eccezione al concetto di soddisfacimento derivato dal benessere. Viene dalla nostra tendenza a considerare scontate le buone cose della vita e a diventare dipendenti da esse.
In altre parole, l'uomo tende a formare delle abitudini (come il consumo giornaliero di carne, i cambi settimanali delle lenzuola, le frequenti telefonate interurbane, i periodici controlli medici, ecc.) e nota queste sue attitudini nel momento in cui è forzato a farne a meno.
Questo ragionamento suggerisce che il livello di consumo di ciascuno di noi ha effetto sulla nostra soddisfazione attuale. (12) Le cose che ciascuno gode e gode ripetitivamente tendono a diventare meno godibili con la ripetizione, tuttavia spesso le si continua a cercare perché il loro periodico godimento le fa diventare una necessità della quale non si può fare a meno. (13)
Esse diventano un agio, nel senso che il loro farne a meno è avvertito come disagio. Quest'importante eccezione assume anche un significato sociale quando ci si confronta col consumo che implica uno status, una condizione sociale. Quando il livello medio di spesa della gente cresce in una società consumistica, ciascun individuo ne paga il prezzo. La similitudine sta nel fatto che se l'individuo può affrontare queste spese, tale prezzo è in moneta; se non può affrontarle, il prezzo è in disagio sociale. (14)

3. IL MERCATO DEI BENI POSIZIONALI

3.1 La crescita in una Società Opulenta. Un aspetto strutturale del consumo in una società ad alto tenore di vita è che quando aumenta il livello medio di spesa, una quota crescente di consumo assume un carattere sociale quanto individuale. Ciò significa che il soddisfacimento che i consumatori traggono dai beni e servizi dipende in misura crescente non solo dal loro consumo personale ma anche dal consumo degli altri.
Per capire questo concetto, si possono illustrare due casi agli antipodi: il soddisfacimento che deriva ad un uomo affamato dal consumo di un pasto abbondante non è intaccato da quanto altre persone stanno mangiando; all'altro estremo, l'aria che si respira in una metropoli è un prodotto sociale poiché la qualità dell'aria che ciascun cittadino respira dipende interamente dal comportamento d'ogni altro cittadino nei riguardi dell'inquinamento atmosferico.
In altri termini, la crescita in una società ad alto tenore di vita cambia il modo di ottenere soddisfacimento attraverso l'atto di consumo: il valore della mia istruzione scolastica dipende non solo dal livello che ho raggiunto, ma anche dal livello raggiunto dall'individuo che mi precede nella ricerca del lavoro. Ancora, il soddisfacimento che mi deriva dall'uso di un'automobile o di un cottage in montagna dipende dalle condizioni in cui gli altri consumatori sono in grado di effettuare il loro consumo.

3.2 La scarsità sociale. Considerata a se stante, la domanda individuale per un'educazione scolastica superiore, per un'auto, per una seconda casa in montagna, può essere intesa come una scelta genuina di ogni individuo che cerchi di migliorare la propria posizione.
Ma il soddisfacimento di queste preferenze individuali altera esso stesso la situazione che gli altri consumatori affrontano cercando di soddisfare gli stessi bisogni, perché nel mercato di questi prodotti d'alto valore, le cui opportunità e risorse sono limitate per natura, la lotta per diventare membro d'una élite fa sì che il guadagno di uno sia la perdita d'un altro. Questo concetto esprime l'idea di "scarsità sociale": le cose buone della vita sono limitate non solo da vincoli fisici nella produzione delle stesse (che ne causano la "scarsità materiale"), ma anche da vincoli sociali al loro utilizzo. Questi vincoli sociali al consumo derivano dall'incapacità dell'ambiente sociale ad allargare il loro utilizzo senza deteriorare la qualità del prodotto. (15)

3.3 L'Economia materiale e l'Economia Posizionale. Dalle precedenti considerazioni, consegue che, per certi beni o servizi da cui i consumatori traggono utilità, si possono distinguere due cause limitative alla loro offerta:
1. Scarsità Materiale, che considera la scarsità fisica assoluta dal lato della produzione. Questa fu la materia classica di studio di molti economisti: da David Ricardo (sulle conseguenze delle limitate risorse della terra coltivabile) (16) a Thomas Maltus (sulla scarsità delle materie prime naturali al crescere della popolazione). (17) E' pure al centro dell'attuale movimento ecologista, che enfatizza il problema dei limiti fisici allo sviluppo.
2. Scarsità Sociale, che considera quei beni che sono limitati in assoluto nell'offerta da fattori sociali come la popolazione e lo spazio fisico in modo tale che un dato ammontare di loro utilizzo porta minore soddisfacimento al consumatore. In altri termini, parte del soddisfacimento che si trae da questi beni deriva dalla loro scarsità in quanto tale. Le limitazioni sociali derivano da motivazioni psicologiche di vario tipo (l'orgoglio, l'emulazione, l'invidia, ecc.), così che l'essere davanti agli altri è ciò stesso una fonte di soddisfazione: il possesso di questi beni, in determinati tempi e particolari condizioni, diventa indice -o simbolo - d'un determinato status. (18)
I beni soggetti alla limitazione derivante dalla scarsità sociale formano, perciò, un'altra economia, parallela a quella dei beni strettamente materiali, che merita uno studio particolare: l'economia dei beni posizionali.

3.4 I Beni Posizionali. I "beni posizionali", nel concetto sviluppato da Fred Hirsch nel 1976, sono quei beni che, in una società ad alto tenore di vita, i consumatori cercano di acquistare allo scopo di migliorare il proprio status reddituale relativo. (19)
Status relativo, non già assoluto. I vantaggi che ne conseguono, infatti, derivano dal trovarsi in cima alla piramide rispetto agli altri, cioè possedere un superiore status. Per esempio, posso comprare un'auto sportiva per migliorare il mio status reddituale assoluto, ma il mio status reddituale migliorerò solo quando altri individui non si possono permettere l'acquisto di quei l'automobile. Ne consegue che il valore d'un prodotto che solo pochi possono avere è incommensurabilmente maggiore di quando quel prodotto è disponibile per la maggioranza dei consumatori. (20)
In questo senso, l'utilità -o il vantaggio - che deriva dai beni posizionali non è strettamente determinata dalle preferenze individuali particolari, ma piuttosto viene determinata socialmente. E, in una società consumistica, tali beni diventano sempre più ambiti man mano che i bisogni fondamentali sono soddisfatti. (21)

3.5 Stare in Punta di Piedi. Le opportunità per l'acquisto di beni posizionali, sebbene si possano presentare di volta in volta a ciascuno, non danno uguali possibilità per tutti, poiché la loro offerta difficilmente può essere accresciuta, quand'anche ciò sia possibile. Ciò che ciascuno può ottenere in teoria, in pratica tutti quanti non possono. Per fare un paio di esempi estremi, solo una persona può essere il possessore del diamante Grand Mogol, oppure solo una persona può essere a capo d'una grande multinazionale, sebbene una moltitudine aspiri a quelle posizioni.(22) Un altro esempio riguarda la distribuzione del reddito. Se la felicità di due persone dipende dall'avere l'una più reddito dell'altra, alla fine una di loro dev'essere per forza infelice. In altri termini, mentre la concorrenza può essere una forma produttiva d'attività economica che porta a una sorta d'equilibrio, l'emulazione è distruttiva ed ha natura disequilibratrice.
In conclusione, la domanda di beni posizionali d'ognuno è soddisfatta solo quando la domanda d'un altro non lo è. E' come dire che uno può ottenere un avanzamento economico solo se gli altri rimangono al livello più basso, altrimenti "se tutti stanno in punta di piedi, nessuno vede meglio". (23)

3.6 Nessun Vincitore. Data la staticità del settore posizionale, più intensa è la caccia ai beni posizionali, più problematica diventa per tutti la caccia.
Se ciascuno tenta di guadagnare una posizione superiore, tutti possono peggiorare la propria. La prima persona che sta in punta di piedi riesce a vedere meglio, ma se lo fanno tutti ci si ritrova nella stessa posizione, tranne che per quelli che ce la fanno a stare sulle punte.
Questo non è solo un gioco a somma zero dove qualcuno perde quello che altri vince, ma diventa in realtà un gioco a risultato negativo, dove tutti perdono nella lotta. Si può fare l'esempio del livello di istruzione posseduto per illustrare come, nello sforzo per ottenere una posizione d'élite, nessuno ci guadagna. Oggi, poiché una laurea è richiesta per occupare un posto che prima era coperto da un diplomato, ognuno deve lavorare di più per mantenere la stessa posizione relativa.
Gli individui, ricercando un avanzamento nel mercato del lavoro, non si accorgono che le opportunità aperte a ciascuno separatamente non sono aperte a tutti nel complesso; perciò gli individui, come gruppo unitario di consumatori, ottengono un prodotto che non hanno mai richiesto, un risultato che può comportare un potenziale spreco sociale.
I consumatori presi individualmente trovano accesso, attraverso i meccanismi di mercato, ai beni e servizi socialmente scarsi in relazione al loro reddito reale relativo non, invece, assoluto (il fattore determinante è la posizione dell'individuo nella distribuzione del potere d'acquisto). In tal modo la battaglia per la distribuzione ritorna, acuita invece che alleviata, dal processo dinamico di crescita.

4. LE ASPETTATIVE FRUSTRATE

4.1 Tre Meccanismi Base. I beni posizionali sono dunque limitati per loro natura: sebbene i consumatori individualmente aspirano a possederli, tale aspirazione è destinata a fallire per la società nel suo complesso.
Ci sono principalmente tre meccanismi base con cui la domanda reale in eccesso viene filtrata sino ad adattarsi alla limitata offerta di beni posizionali:
1) l'Asta, che è il classico processo di aggiustamento del prezzo;
2) il Deterioramento, che riduce la "qualità" dei prodotti così come è percepita dai consumatori;
3) la Scrematura, che accresce le risorse necessarie per ottenere i particolari prodotti.
Un potenziale spreco sociale è associato a due di questi tre meccanismi con cui la domanda si adatta alla limitata offerta di beni posizionali: precisamente, il deterioramento e la scrematura che evita il deterioramento. Per di più, questi tre processi disturbano l'armonia delle aspettative e del prodotto finale da cui dipende I' economia di mercato.
Per queste ragioni, è opportuno illustrare separatamente il modo in cui operano questi tre processi, utilizzando per semplicità gli esempi già proposti da Fred Hirsch.

4.2 L'Asta: il caso dei Possedimenti Terrieri. Un cottage in montagna o una casa al mare costituiscono oggi il simbolo del professionista di successo della media borghesia. Sebbene solo una piccola parte delle attuali proprietà include dei possedimenti terrieri, la domanda di queste case è comunque legata al valore del terreno indipendentemente, come è ovvio, dalle sue possibilità di sfruttamento agricolo.
Quando sempre più persone raggiungono quel livello di vita che permette loro di considerare l'acquisto d'un bel terreno per una seconda casa, il costo di questa proprietà è spinto in alto dal crescere della domanda. I desideri dei nuovi ricchi sono contrastati non solo dall'effettiva scarsità di terra nei posti di villeggiatura al mare o in montagna (scarsità materiale), ma anche dall'inflazione causata dagli sforzi degli altri, volti ad ottenere tale terra per se stessi (scarsità sociale).
In tale concorrenza posizionale, quelli ch'erano già ricchi hanno un vantaggio. Se la domanda di beni posizionali sale, ma non la loro offerta, il prezzo relativo deve salire. In tal modo, il reddito reale delle persone, quale effettivo potere d'acquisto di ordinari beni e servizi, tende a crescere nei periodi di sviluppo economico, ma in termini di potere d'acquisto di beni posizionali rimane invariato.
Sulle attività posizionali già possedute, quelli ch'erano già ricchi ci guadagnano, lucrando la rivalutazione di quei beni e questo differenziale rende ancora più difficile ai nuovi ricchi salire la scala della ricchezza relativa. Questo processo ha l'effetto di deludere le aspettative dei nuovi ricchi, i quali s'accorgono di non potere ottenere ciò che s'immaginavano, poiché quello che individualmente ciascuno potrebbe avere, tutti non possono (nonostante le promesse del libero mercato).

4.3 Il Deterioramento: il caso delle Abitazioni in Periferia. La periferia è un perimetro di terra nei dintorni d'una città, che deriva i suoi vantaggi dall'essere in quella posizione socio-geografica: la vicinanza alla città favorisce il godimento di certe facilitazioni urbane, quali l'accesso ai posti di lavoro, ai divertimenti e all'ambiente culturale; la prossimità alla campagna procura, per converso, i benefici dell'aria pura, dei terreni a buon prezzo, e del facile accesso agli spazi aperti. Rispetto alla metropoli, abitare in una periferia con queste caratteristiche qualitative può essere considerato un bene posizionale, limitato in assoluto nella disponibilità dal contesto delle condizioni ed influenze circostanti. Quando una famiglia va ad abitare in periferia, si cerca di scappare dalla congestione e dal deterioramento della città. Quando diecimila famiglie vanno ad abitare in periferia, la periferia diventa essa stessa congestionata e comincia a deteriorarsi, perdendo quel suo carattere di bene posizionale. (24) In questo caso, le scelte individuali, fatte separatamente, senza prendere in considerazione le interazioni fra ciascuna delle stesse, producono un risultato sociale distruttivo per l'assenza i coordinazione. (25)

4.4 La Scrematura: il caso dei Posti di Comando. Nella maggioranza dei posti di lavoro c'è sempre una organizzazione gerarchica: i managers hanno segretarie, i professori hanno assistenti, gli elettricisti hanno aiutanti, e così via. Poiché, per ragioni di efficiente amministrazione, le gerarchie organizzative sono a forma piramidale, il numero delle posizioni disponibili ai livelli più alti è limitato in una certa proporzione dal numero dei posti sottostanti. In questo senso, i posti di comando possono essere considerati come beni posizionali, limitati in assoluto nella loro disponibilità dalle influenze strutturali. (26)
Poiché la crescita economica aumenta le risorse che possono essere rese disponibili per l'istruzione e l'addestramento, la forza lavorativa nel suo complesso diventa meglio equipaggiata per occupare posti di responsabilità. Quando l'educazione cresce ad un ritmo maggiore rispetto al numero dei posti di lavoro che richiedono il possesso di istruzione superiore, diventa sempre più difficile (o, in termini economici, costoso) ottenere un impiego ad alto livello.
In questa prospettiva, quando un largo numero di persone si diploma o si laurea, ottiene dei titoli che non garantiscono più il facile ottenimento d'un lavoro per il quale tali credenziali presumibilmente abilitano. (27) L'istruzione, che un tempo garantiva status ed occupazione, ora getta il laureato nel labirinto della ricerca d'un posto di lavoro. Per di più gli studenti devono ugualmente prendere questi pezzi di carta, pur deteriorati, poiché sanno che, senza di questi, la competizione diventa ancor più svantaggiosa. L'istruzione solitamente associata ad aspetti meritori (28), produce in una società consumista commensurabili sprechi sociali: maggior istruzione per tutti lascia ciascuno allo stesso posto. (29)

4.5 Le Aspettative Deluse. Storicamente, la concorrenza per le buone cose della vita è stata positiva (basti pensare alla "mano invisibile" di Adam Smith), perché tale processo ha prodotto un maggior numero di questi beni per i consumatori. Ma le cose che la gente realmente apprezza - la villa al mare, un Rembrandt alla parete, una laurea a Wharton - sono beni posizionali, inerentemente limitati nell'offerta.
Il benessere apparentemente sembra renderli disponibili a sempre più gente, ma poiché lo scopo della competizione divento la "posizione", questa può essere ottenuta solo da pochi a discapito della maggioranza. (30)
In conseguenza, quando cresce il livello di ricchezza sociale, l'armonia delle aspettative diventa più disturbata, generando frustrazione e delusione, come si può ben vedere nel recente sviluppo delle economie moderne. (31)

5. EFFETTI DELLA COMPETIZIONE POSIZIONALE

5.1 Cambiamenti Qualitativi nella Vita. La battaglia per l'acquisizione di quote più grandi di beni posizionali rende le persone troppo attente al denaro.
L'eccessiva preoccupazione del guadagno può essere spiegata in termini strettamente economici: la competizione posizionale non solo produce sprechi sociali nel settore commerciale, ma toglie pure risorse da quelle attività che rimangono fuori dal mercato, come i contatti sociali ed il tempo libero. (32)
Quando gli individui passano sempre più tempo a lavorare, a consumare, e a combattere la concorrenza posizionale, arrivano a considerare l'amicizia come un consumo di tempo e perciò come un Costo. (33) Sempre più frequentemente i contatti sociali, il relax e il gioco diventano beni costosi a causa del crescente dispendio di tempo dovuto al processo stesso del consumo (34). Quando cresce la produzione di beni materiali, mentre il tempo per utilizzarli rimane invariato, quest'ultimo diventa in termini economici più scarso in relazione ai beni stessi. (35) Da qui la spinta a fare più cose nello stesso tempo: l'immagine di Staffan Linder dell'uomo moderno che si ritrova a "bere un caffè brasiliano, fumare un sigaro olandese, sorseggiare un cognac francese, leggere il New York Times, ascoltare un Concerto Brandenburghese e intrattenere la moglie svedese, tutto nello stesso tempo, con diversi gradi di successo". (36)

5.2 L'influenza della Pubblicità. La pressione della concorrenza posizionale in una economia di mercato corrode la socialità nella misura in cui incoraggia il rafforzamento degli egoistici obiettivi individuali. La ragione sta nel fatto che l'indole egoistica può essere sfruttato efficacemente per supportare le vendite commerciali delle imprese. Le imprese, per vendere, sono spinte a incentivare coloro che hanno potere di spesa a comprare prodotti per se stessi. La pubblicità contiene una serie ininterrotta d'inviti ed imperativi rivolti all'individuo per badare a se stesso e alla sua famiglia: in tal modo l'interesse egoistico diventa la norma sociale.
Le stesse motivazioni stanno pure alla base dei consumatori di Ralph Nader: l'individuo è spinto a massimizzare il valore del denaro speso per sé. L'approccio riguarda l'individuo come consumatore che vuole trarre il maggior vantaggio dal denaro speso, non come cittadino interessato al bene collettivo.
I periodici, e la stampa in generale che si rivolge al consumatore, prestano una crescente attenzione all'amministrazione delle finanze personali, inclusi i consigli per evitare la tassazione: pienamente razionale su basi individualistiche, ma scoraggiante in termini di sentimenti di mutua socialità.

5.3 Una Moralità Sociale. Il principio dell'interesse egoistico, così centrale nell'ordine economico capitalistico, è incompleto come strumento sociale d'organizzazione: il perseguimento di obiettivi economici privati, ed essenzialmente individualistici, richiede il sostegno d'una moralità sociale. (37)
Nel momento storico attuale, la ricchezza mondiale è iniquamente spartita e la differenza tra ricchi e poveri diventa sempre maggiore: il ruolo della spesa pubblica e della tassazione dovrebbe, allora, essere quello di rendere meno attraente la prospettiva di un alto reddito per rompere la stretta relazione esistente tra ricchezza e status. (38)
La nostra possibilità di preservare la libertà di ciascuno potrebbe dipendere da una soluzione collettiva; una soluzione, però, entro la quale l'individuo stesso sviluppi un'appropriata etica sociale.


Note
1) La teoria delle "preferenze rivelate" (elaborato da P.A. Samuelson), basandosi sulle informazioni relative alle scelte effettuate dal consumatore in situazioni di differenti livelli di prezzi e redditi, permette di trascurare la misurazione dell'utilità (cioè della capacità d'un bene di soddisfare determinati bisogni) e la preparazione delle curve d'indifferenza tradizionalmente usate nell'analisi delle scelte di consumo. Tuttavia tale metodo trova un serio limite nell'assumere come presupposto la coerenza delle preferenze nelle diverse situazioni di livello dei prezzi e del reddito.
Uno studio che sintetizza la nozione di utilità e la sua indiretta misurabilità attraverso quest'approccio è stato presentato recentemente da Arie Kapteyn: "Utility and Economics", Economist, vol. 133, n. 1, 1985, pag. 1-20. In questo modello economico, il comportamento individuale viene determinato unicamente dalle proprie preferenze rappresentate in una funzione ordinale d'utilità con dei limiti. Ciononostante, questo metodo, per l'ipotesi di base di coerenza delle scelte non può essere utilizzato in un'analisi sociologica del consumo.
2) Che individui in evidente possesso delle loro facoltà conoscendo peraltro a cosa vadano incontro, cerchino razionalmente di prevenire, forzare o alterare loro propri successivi comportamenti, è un fenomeno che non si presta facilmente ad essere inquadrato in un'analisi delle decisioni razionali, preferenze rivelate ed ottimizzazione nel tempo. Come questo fenomeno di auto-frustrazione possa essere studiato in un modello teorico è il tema centrale di Thomas C. Shelling: "Self-Command in Practice, in Policy and in the Theory of Rational Choice", American Economic Review, vol. 74, n. 2, maggio 1984, pag. 1 - 11.
3) Come vedremo nel prosieguo, una eventualità del genere può essere illustrata con l'esempio dell'acquisto d'una costosa automobile sportiva che noi compriamo per sottolineare il nostro status sociale, la cui utilità derivata (cioè il cui potere di soddisfare un nostro bisogno) diminuisce se tutti quanti nel vicinato hanno un'automobile simile a quella.
4) Tibor Scitovsky: "The Joyles Economy an Inquiry into Human Satisfaction and Consumer Dissatisfaction", New York - Oxford University Press, 1976, pag. 8-9.
5) Per produrre in maniera efficiente, la pubblicità deve convincere i consumatori che i loro bisogni saranno soddisfatti attraverso l'acquisto del prodotto. James U. McNeal e Stephan H. McDaniel in "Analysis of Need Appeals in Television Advertising" (Journal of the Academy of Marketing Science, vol. 12, n. 1-2, Winter/Spring 1984, pag. 170-190) analizzano più di 400 spot pubblicitari per 9 maggiori categorie di prodotti di largo consumo, classificati secondo le scale di valori usate da Murray (1930) e Maslow (1970). Secondo quest'ultima classificazione, i bisogni a cui si fa maggiormente appello sono:
1. il bisogno d'amore e di appartenenza ad un gruppo;
2. il bisogno fisiologico di benessere; e
3. il bisogno di stima,
Gli spot contenevano stimoli a soddisfare più d'uno di questi bisogni, seppure senza una apparente costante nella combinazione dei bisogni da soddisfare. I risultati della ricerca neppure confermavano l'idea che particolari stimoli indotti fossero maggiormente prevalenti in un determinato settore industriale piuttosto che in un altro.
6) Molti pensano che i beni primari hanno o dovrebbero avere la priorità sui beni di lusso, e che solo quando il bisogno di beni primari sia soddisfatto possa essere affrontato il bisogno di beni di lusso.
Joseph M. Sirgy in "A Quality-Of-Life Theory Derived from Maslow's Developmental Perspective: "Quality" is Related to Progressive Satisfaction of a Hierarchy of Needs, Lower Order and Higher" (American Journal of Economies and Sociology, vol. 45, n. 3, luglio 1986, pag. 329-342) sostiene che gli individui delle società evolute sono principalmente occupati a soddisfare bisogni che sono in alto nella gerarchia dei valori (ovvero secondari), mentre i membri delle società meno evolute sono principalmente impegnati a soddisfare bisogni primari, cioè in basso nella gerarchia dei valori.
La qualità della vita (QOL) viene così definita in termini di soddisfacimento gerarchico di bisogni della maggioranza della gente facente parte ad una determinata società: più alti nella gerarchia sono i bisogni che la maggioranza tende a soddisfare, maggiore è la QOL di quella società.
7) Cfr. Fabian Linden: "The S 800 Billion Market", American Demographics, vol. 8, n. 2, febbraio 1986, pag. 4-6. Per le moderne scoperte medico-scientifiche, l'uomo moderno può aspettarsi di vivere più a lungo che agli inizi del secolo. Cinquantenni ed ultra-cinquantenni rappresentavano già nel 1986 il 26% della popolazione (contro il 13% dell'inizio del secolo), offrendo pertanto un considerevole mercato: stante il loro numero e le loro possibilità economiche, essi sono l'obiettivo delle aziende per la vendita di beni e servizi voluttuari e prodotti d'alta qualità.
8) Il benessere che deriva dall'appartenenza ad un gruppo è una necessità biologica nel senso letterale della parola e questo bisogno spesso spinge l'individuo ad agire come la maggioranza degli individui di quel gruppo.
9) Ralph G. Hawtrey: "The Economic Problem", Londra, Longmana e Green, 1925, pag. 109-192.
10) Ralph G. Hawtrey stesso, in "The Need for Faith" (discorso presidenziale alla Royal Economic Society, Economic Journal, vol. 56, 1946, pag. 361), aveva raggiunto le stesse conclusioni: "la protezione data dai vestiti è privilegio esclusivo di chi l'indossa. Ma quando non si è soddisfatti della sola protezione che essi danno (...) si ricercano abiti piacevoli alla vista".
Il piacere è seduttivo: pensare al paradosso de "l'appetito vien mangiando". Quando si mangia, il bisogno di cibo declina, e ci si dovrebbe aspettare una diminuzione dell'appetito. In realtà, di solito accade il contrario: il piacere di mangiare rinforza il nostro desiderio di cibo, bilanciando la riduzione del bisogno biologico dovuta alla sazietà.
Da qui ha origine il termine tecnico degli psicologi: la "sindrome da noccioline" o "mini-dipendenza" (vedere in proposito J.C. Flugel, "L'Appetit Vient en Mangeant: Some Reflections on the Self-Sustaining Tendencies", British Journal of Psychology, n. 38, 1948, pag. 171-190).
11) la novità è il vero ingrediente dell'umana soddisfazione. Come la parola stessa comporta, la novità sta in ciò che è nuovo ed inaspettato. Un difficile pezzo musicale è nuovo a molti orecchi poiché nuovi suoi aspetti possono essere notati in ogni sua esecuzione. Perciò varie esecuzioni dello stesso pezzo presentano qualche novità perché non sono identiche' e così via. Naturalmente, la novità deve avere una valenza positiva: anche un vaso di fiori che ci cada in testa da una finestra del terzo piano è una novità. Non certo buona, però…
12) Ciò significa che i gusti cambiano ed è difficile che una teoria del consumo possa catturarli ed inserirli in una funzione d'utilità. La teoria tradizionale potrebbe utilizzare una funzione che considerasse i precedenti livelli di consumo, che sarebbe, nel primo periodo di vita del consumatore: UP=U (C, C, ..., CP).
In questo caso, comunque, l'origine ed il significato della "novità" nel consumo non verrebbero considerati.
13) L'esempio ovvio è la dipendenza dalle droghe, ma questo modello teorico spiega molti altri fenomeni come, ad esempio, l'innamoramento. R. L. Solomon e J.D. Corbit in "An Opponent-Process Theory of Motivation: I. Temporal Dynamics of Affect (Psycological Review, vol. 81, 1974, pag. 124) chiamano la reazione iniziale all'amore: stato A. Essa è caratterizzata da un piacevole stato di eccitazione, frequenti stimoli sessuali. "Quando gli innamorati... sono separati, essi si sentono soli, tristi e depressi". Questo effetto successivo, lo chiamano: stato B. Tibor Scitovsky ("The Joyless Economy", pag. 127) nota che: "Molti sentimenti di dolore o piacere sembrano essere seguiti dall'effetto contrario: il dolore da un confortevole sentimento di sollievo, il piacere dà uno spiacevole sentimento di delusione e di vuoto. Quando lo stimolo è ripetuto, il suo effetto iniziale sembra scemare, mentre il suo effetto successivo diventa più forte e duraturo".
14) Si può fare l'esempio di un premio destinato a dare soddisfazione a chi lo riceve, che causa anche dispiacere a quanti, non ricevendolo, si considerassero più meritevoli dello stesso. Per loro, il ricevere lo stesso premio, poniamo, un anno dopo, darebbe più un sollievo da un disagio che un sentimento di piacere.
15) Più specificata mente, il limite è imposto dal soddisfacimento che dipende non dal consumo isolato del prodotto ma dalle circostanti condizioni d'utilizzo.
16) David Ricardo: "The Principle of Political Economy and Taxatione" (1978), in Pietro Sraffa: "Works of David Ricardo", vol. 1, Cambridge, Cambridge University Press, 1962.
17) Thomas Maltus: "An Essay on Population" (1798), London, Deut. 1914 e 1960.
18) La scarsità sociale può pure combinarsi con la scarsità fisica. Per esempio, un quadro di Rembrandt, o un particolare paesaggio naturale, che sono scarsi per natura, possono trarre parte della loro attrazione dal fatto di essere i soli nel loro genere. Pertanto il loro valore cresce relativamente alla loro scarsità sociale.
19) Fred Hirsch: "Social Limits to Growth", Cambridge Mass., Harvard University Press, 1976. Un libro brillante.
20) Il problema, comunque, è più ampio, poiché molte delle cose che hanno valore nella nostra società hanno carattere gerarchico.
21) E' stato per lungo tempo ritenuto che, quando l'aumento della produttività del lavoro rende possibile la stessa produzione totale con meno manodopera, i lavoratori in eccesso possano sempre trovare un'occupazione altrove, poiché la popolazione che serba l'impiego spenderà di più per il suo maggiore reddito, e questa accresciuta spesa finirà per spingere la domanda reale in maniera tale da causare un reimpiego dei lavoratori nella produzione dei beni addizionali domandati.
Alla base di questa teoria c'è l'assunto che la domanda dei consumatori sia insaziabile, che essi vogliano comprare sempre più beni e servizi a prescindere da ciò che già posseggono. Quest'ipotesi, tuttavia, può non esser vera in una società moderna. I ricchi attualmente spendono somme crescenti non tanto per acquistare altri beni della stessa natura di quelli giù posseduti, quanto piuttosto per acquisire una maggiore quota di beni eccezionali, il cui possesso simbolizzi il proprio superiore status. Come si rileva in Tibor Scitovsky: "Growth in the Affluent Society" (Lloyds Bank Review - U.K., n. 163, gennaio 1987, pag. 1-14), più avanzata è un'economia e più ampia è la quota dei beni posizionali nella suo spesa totale, maggiore è l'effetto che una crescita nella produttività del lavoro produrrà deprimendo l'occupazione ed alzando i prezzi ed i costi dei beni posizionali.
22) La scarsità assoluta nelle opportunità di consumo fu oggetto d'una riflessione di Philip H. Wicksteed in "The Common Sen of Political Economy", pubblicato nel 1910.
Wicksteed citava ad esempio l'incoraggiamento che Napoleone soleva fare ai suoi soldati dicendo che nella sacca di ciascuno c'erano i gradi di maresciallo, ma era ovvio che sarebbe stato impossibile per "ciascun" soldato assurgere a quella posizione: "poiché l'esistenza di un maresciallo implica la (contemporanea, N.d.t.) esistenza d'un novero di soldati che non sono marescialli". Allo stesso modo, certe forme di ricchezza non possono essere universalizzate: "Se tutti non possono essere marescialli, nemmeno tutti possono appartenere alla classe sociale di quelli che hanno servitori". Philiph Wicksteed: "The Common Sen of Political Economy" (1910), Londra, Routledge e Kegan Paul, 1933, II, pag. 657.
23) Fred Hirsch: "Social Limits to Growth", pag. 5.
24) Questa anomalia economica fu notata dapprima nel caso del turismo di massa da E. J. Mishan in "The Cost of Economic Growth" (Londra, Staple Press, 1967). I turisti, che vogliano ritrovare quelle bellezze naturali che l'afflusso della massa tende a degradare, si trasferiscono in nuovi posti: dalla Costa Azzurra alla Costa Brava, al Marocco, e così via in periodiche cicliche ondate.
25) In pratica, gli effetti deleteri sulla periferia possono essere controllati in molti modi, specialmente attraverso piani regolatori o ricorrendo semplicemente all'esclusione: la domando eccessiva, dovuta sia alla qualità della vita in periferia sia all'esistenza di piani regolatori che la salvaguardano, può essere contenuta dal prezzo. In tale eventualità, si ricade di nuovo nel caso dell'asta, discusso in precedenza, per bilanciare la domanda in eccesso all'offerta fissa, di beni posizionali.
26) Un lavoro alla testa d'una particolare gerarchia è di solito preferito in termini di appagamento e di status sociale piuttosto che uno in una posizione subordinata. Un'umoristica interpretazione della distinzione esistente tra queste due categorie lavorative fu offerta da Bertrand Russell nel 1935: "Il lavoro è di due tipi: il primo tipo consiste nel cambiare la posizione d'un oggetto sulla (o vicino alla) superficie del globo rispetto alla posizione d'un altro oggetto; il secondo tipo consiste nel dire ad un'altra persona di farlo. Il primo tipo è spiacevole e mai pagato; il secondo è piacevole e ben pagato. Il secondo tipo è capace di innumerevoli varianti: ci sono non solo quelli che danno ordini, ma anche quelli che danno consigli su come dare ordini" (Bertrand Russell: "In Praise of Idleness", in Eric Larrabee e Rolf Meyersohn edit. "Mass Leisure", New York, Free Press, 1958).
27) La domanda crescente per coprire posti d'alto livello può essere bilanciata nella sua limitata disponibilità non solo da questo processo di scrematura, ma anche dal processo di deterioramento giù analizzato: nel mercato, i lavori direttivi potrebbero eventualmente esser pagati di meno, se sufficiente personale diventa in grado di eseguirli (in altre parole, i lavori d'alto livello diventano semplicemente d'un livello più basso).
28) Sull'assunzione che le persone istruite diventano migliori cittadini, più produttivi ed utili alla collettività, l'educazione è stata sempre considerata meritoria. In questo modello, in cui la superiore qualificazione d'un individuo dequalifica i titoli posseduti da un altro, si potrebbe invece concordare con Amartya Sen: "Il merito è una specie di maledizione non solo per come nasce, ma anche per il fatto d'esser trattato come merito"! (Amartya Sen: "On Economic Inequality, Oxford, Claredon Press, 1973, pag. 10.
29) Cfr. Martin Hallis: "Education as a Positional Good", Journal of Philosophy of Education", vol. 16, n. 2, 1982, pag. 235-244.
30) La concorrenza posizionale, come fu notato da Hirsch e Scitovsky, non comporta benefici alla fine per i consumatori o per la società nel suo complesso. Al contrario, tipicamente implica dei costi nascosti che risultano poi in uno spreco sociale. Invero, questi costi, invece d'esser sottratti, vengono "aggiunti" al prodotto nazionale lordo come se costituissero un guadagno. Per esempio: se mi devo muovere ad una periferia più distante dalla città per mantenere la stessa qualità della vita, l'ulteriore benzina che brucia per compiere questi spostamenti e che costituisce un costo extra per me va nel reddito nazionale come guadagno.
Il tempo aggiuntivo speso per gli spostamenti non è contato affatto, sebbene riduca la mia disponibilità di ore lavorative o da dedicare allo svago. In tal modo il prodotto nazionale lordo continua a crescere senza che ci sia un miglioramento reale nella vita del cittadino.
31) Hirsch, nel suo libro "Social Limits to Growth", utilizza la frustrazione della crescita reale derivante dall'impossibilità di espandere l'offerta dei beni posizionali desiderati per spiegare tre attuali fenomeni:
1. la continua pressione per lo sviluppo economico malgrado i deludenti e frustranti risultati;
2. il persistente problema della distribuzione piuttosto che l'interesse verso una maggiore produttività come mezzo per accrescere il benessere sociale; e
3. la tendenza verso la collettivizzazione e il regolamento di aree dove la libertà individuale d'azione era stata storicamente applicata.
32) Varie misurazioni statistiche sono mostrate da Groffrey H. Moore e Janice Neipert Hedges: "Trends in Labor and Leisure", Monthly Labor Review, Febbraio 1971, pag. 11.
33) Per una concisa discussione formale dell'argomento si veda: Robert H. Scott: "Avarice, Altruism, and Second Pary Preferences". Quarterly Journal of Economics, Febbraio 1972, pag. 1- 18.
34) Il risultato è sovente un generale declino della socialità. Lo spirito comunitario, l'amicizia e la vita familiare sono erose. Anche i matrimoni ne soffrono: "L'orgasmo come diritto del consumatore piuttosto che come esperienza eterea" (Fred Hirsch: "Social Limits to Growth", pag. 101).
35) Questo ragionamento può spiegare il costo crescente del personale di servizio, come collaboratori domestici o governanti, ricercati da individui che non dispongono di tempo per svolgere le mansioni domestiche. Poiché i crescenti livelli di vita permettono alla gente che si offre come personale di servizio di seguire le loro preferenze per la scelta di un lavoro diverso, meno demotivante, la remunerazione per questi servizi tende a crescere. Un reddito sufficientemente alto non solo in maniera assoluta ma perfino relativa, che un tempo assicurava un aiuto domestico, oggigiorno fa sì che l'uomo di successo sia costretto a sparecchiare da solo, quando non va peggio.
36) Staffan B. Linder: "The Harried Leisure Class", New York, Columbia University Press, 1970, pag. 79.
37) La religione come forma d'un intimo senso di obbligazione verso gli altri svolge una secolare funzione che diventa sempre più importante quando le leggi del mercato tendono a governare sempre più la nostra vita. I valori normali suggeriscono limiti ai nostri sforzi di massimizzare gli interessi privati.
38) Hirsch, allo scopo di ridurre la posta della distruttiva concorrenza posizionale, suggerisce perfino di abbassare i salari per quei lavori che offrano sia una remunerazione relativamente alta che motivazioni intrinseche.


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