§ Dieci anni in rivista

L'inedito




Maurizio Nocera, Antonio Verri



Elenco dei corrispondenti

precedenti numeri
mario agrimi, michela ambrogetti, martin andrade, susana degoy, lino angiuli, georges astalos, biagio balistreri, vittorio bàlsebre, ferenc baranyi, massimo barbaro, bianca di giovanni, giorgio bàrberi squarotti, giovanni bernardini, filippo bettini, piero bigongiari, rino bizzarro, ennio bonea, bruno brancher, e. a. buongiorno, caffè greco, antonio verri, domenico cara, nicola carducci, luciano caruso, hernán castellano girón, anna maria cenerini, rolando certa, fernando cezzi, gaetano chiappini, emilio coco, cosimo l. colazzo
salvatore colazzo, lucio conversano, maria corti, antonino cremona, vittorino curci, gianni custodero, rolando d'alonzo, sergio d'amaro, ercole ugo d'andrea, claude darbellay, aldo de jaco, francisco delgado, michele dell'aquila, pino dentico, luciano de rosa, cesare de santis, francesco saverio dodaro, antonio donno, rina durante

questo numero
antonio errico, vittore fiore, luigi fontanella, antonio frugis, john fuller, v.s. gaudio, franco gelli, andrea genovese, daniele giancane, anselmo gonçalves, massimo grillandi, annarita guaitoli, antonio iaccarino, flavio ineschi, giovanni invitto, lucette e roger-louis junod, piero lacaita, franco lala, franco latino, aurelio leo, dino levante, horia liman, roberto linzalone, mario lunetta, romano luperini, oreste macrí, leonardo mancino, lionello mandorino, massimo manera, piero manni, angelo manuali

ANTONIO ERRICO

Da Sannicola (biglietto ms.) s.d.

Caro Antonio,
dunque: S. Cesario tace. Vedremo il da farsi o il non da farsi.
"Nuovo Spazio": devo lavorare ai libri? Non sono d'accordo su "Un mese di libri in Puglia"; ci limitiamo e rischiamo di non saper che fare in qualche numero. lo farei meglio Libri in Puglia o Libri dalla Puglia.
Pensaci. L libri che escono dal nostro amico Manni dobbiamo recensirli (lui su l'immaginazione i Quaderni li ha fatti), o no? lo so che per te è indifferente ma Refolo che dice? Ultima cosa: entro quanto devo consegnare la rubrica? Fatemi sapere il tutto al più presto. Come stai col romanzo e con le feste pagane di fuochi ad Adelfia? Il 18 novembre devo consegnare quei due libri dell'Università (+ tre giorni di proroga). Allora, Pensionante esce adesso o a dicembre? Ciao
Antonio


Da Sannicola (biglietto ms.) s.d.

Carissimo Antonio,
non ho potuto fare niente. Scusami. Anche per il fatto che ho "rallentato" la rivista. Prometto che la prossima volta sarà più buono e m'impegnerà seriamente. Mi farà sentire anche per sapere della rivista. Gigi Scorrano torna da Pompei sabato (la sera c'è la presentazione dell'Inferno a Maglie). Il saggio sulla letteratura canadese non mi sembra opportuno nel Banco. Ciao
Antonio
P.S. Per la prossima volta ti prometto 3 recensioni.


Da Sannicola (lettera ms.) s.d.

Caro Antonio,
dunque, per quel libro su Toma non ti preoccupare. Non si fa. Pensa a lavorare alla tua cosa. Quando riceverai questa lettera avrai probabilmente già ricevuto La Betissa. (Buona).
Alcuni favori da chiederti:
1) un numero di Sudpuglia dove c'è il tuo pezzo su Totò.
2) Il libro di Totò che mi hai promesso.
3) L'indirizzo di Consolo, sul quale devo cominciare a lavorare. (Puoi lasciarli in istituto?).
Ancora un parere: ho in mente di curare un volumetto di racconti per bambini (racconti d'autore, fra cui tu, De
Jaco, Giancane et alii), che siano racconti per bambini grandi e per grandi bambini. Secondo te Refolo sarebbe disposto a stamparlo? Comunque ci sentiremo. Stai bene, saluti a Licia. Ciao
Antonio Errico
[Ansioso e passionale istigatore del nostro "Pane sotto la neve". Autore di un "quaderno" del Pensionante (su Fernando Manno) e di... affettuose "litigiose" continue proposte]

VITTORE FIORE


Da Bari (lettera ms.) 31.12.1979

Caro Verri,
alla fine ci conosceremo! Ho ricevuto solo un numero di Caffè Greco, quello di novembre, Che vuole per febbraio? Come sarà articolato il nuovo numero? Ha un programma preciso? Continuerà a vivere la rivista? Mi scriva e mi scusi il ritardo con cui le rispondo: il fascicolo si era infilato fra una montagna di carte.
Buon anno e buon lavoro, e mi ricordi a Cucugliato e alla Macculi. Cordialmente suo
Vittore Fiore
[Ci ha sempre identificati come gallipolini, suo luogo di memoria e di poesia. Incontri e abbracci nella Fiera del Levante, nella redazione di Delta (noi gli scrivevamo cartoline dalla Gallipoli storica), qualche promessa di lavoro in comune. Autore di "Ai neoteroi del Pensionante", apparsa su la Gazzetta del Mezzogiorno il 31-8-1983 e pubblicata sul numero di ottobre-dicembre del Pensionante dello stesso anno. Il barese più salentino ed europeo]

LUIGI FONTANELLA


Da New York (lettera ms., carta intestata: Gradiva) 15.III.1984

Caro Verri,
ho ricevuto (con incredibile ritardo, forse perché mancava la stampigliatura VIA AEREA) la sua cartolina/comunicazione sul nuovo assetto e recapito del Pensionante de' S..
La ringrazio dell'invito. Vorrei mandarle un mio breve testo narrativo che rappresenta o fa parte di un "lavoro in corso" che si concretizzerà in un volume di narrativa. Prima di mandarle il testo aspetto per correttezza un suo cenno di consenso. Le accludo, con questa mia, un depliant di GRADIVA, la rivista internazionale di letteratura che mi accingo a varare e a cui mi auguro lei vorrà abbonarsi.
Luigi Fontanella


Da New York (lettera ms., carta intestata: Stony Brook, State University) 12.III.1985

Caro Verri,
ti sono molto grato del n. 1 della tua rivista, che ho letto con piacere e attenzione. Mi sembra, nel Complesso, ben fatta. Poche le mie osservazioni critiche: va ridotta la sezione dedicata alla poesia, anche perchè molti dei testi pubblicati erano (sono) insignificanti. Va invece rimpolpata la sezione saggi che non dovrebbero essere esclusivamente rivolti alla cultura pugliese. Possibile che non si riesca ad andare oltre i confini di "pro domo mea"? (?). Molto buone, in generale, le altre sezioni cui darei ancor più mordente e ampiezza di respiro.
Fammi sapere in cosa ti posso essere utile in tal senso. Grazie della pubblicità a Gradiva che ti prego continuare pubblicando il trafiletto che qui ti accludo. Nel prossimo fascicolo, in corso di stampa, troverai la pubblicità al Pensionante.
Una curiosità finale: c'è un mio caro collega di dipartimento che corrisponde con un Antonio Verri, docente universitario a Lecce. E' un tuo omonimo? Siete la stessa persona? Parenti? In attesa di una tua abbiti il saluto caro di
Luigi F.


Da New York (lettera ms., carta intestata: Gradiva) 4.11.85

Caro Antonio Verri,
ti ringrazio del P. de' S. (2-3). Trovo la rivista molto migliorata, più consistente negli apporti teorici e qualitativamente valida nei testi. Entro l'anno ti manderà qualcosa dagli USA (qualche testo, con la mia traduzione, di un paio d'autori americani riconosciuti). Intanto ti accludo due miei inediti che, se riterrai opportuno, potrai pubblicare nel prossimo fascicolo.
Grazie della pubblicità a Gradiva che ovviamente ricambieremo. la nostra rivista ha subito qualche ritardo (per ragioni non imputabili al sottoscritto) e così uscirà con un numero doppio fra dicembre '85-gennaio '86.
Teniamoci in contatto + effettivo e costruttivo. Rispondimi. Un amichevole saluto e un augurio di buon lavoro dal tuo
Luigi Fontanella


Da New York (lettera ms., carta intestata: Gradiva) 20.11.1986

Caro Antonio Verri,
ti ringrazio delle notizie che mi dai e passo il depliant delle VS pubblicazioni alla nostra bibliotecaria per l'acquisto (non sono però indicati i prezzi: potresti farceli sapere a giro di posta?).
Ti faccio mandare un'altra copia di Gradiva. Anzi te l'accludo io stesso qui. Tu intanto prendi nota, per cortesia, del mio nuovo recapito italiano dove trascorro circa 5 mesi ogni anno (da metà dicembre a fine gennaio e da metà maggio a fine agosto): Un saluto affettuoso
Luigi Fontanella


Da New York (lettera ms., carta intestata: Stony Brook, State University) 19.XI.1987

Caro Verri,
ti ringrazio della lettera e de La Betissa: a tale proposito vorrei chiederti una piccola cortesia: sarebbe possibile ricevere anche il I volumetto (le prose inedite di Vittorio Bodini)? Te ne sarei davvero molto grato. Il libro in questione può essere spedito anche al mio recapito italiano visto che fra non molto trascorrerà più di un anno costò per motivi di studio ( ... ). Grazie di cuore. Leggerà e mi occuperà come posso di quanto mi hai gentilmente inviato. M'informerà inoltre presso la ns biblioteca cosa è avvenuto dell'ordine che feci. E la tua rivista? Mi mandi l'ultimo fascicolo al mio recapito italiano? Perché non facciamo un n. monografico (su?)? Saluti cari
Luigi Fontanella


Da New York (biglietto ms., carta intestata: Gradiva) s.d.

Caro Antonio Verri,
grazie della lettera e per quanto mi dici del mio racconto. Ti mando Gradiva. Vedi, se puoi/vuoi, di parlarne da qualche parte. Credo che lo meriti e lo meritino tutti quegl'intellettuali it. che operano all'estero per l'Italia. Ciao
Luigi Fontanella

ANTONIO FRUGIS


Da Bari (lettera ms.) 14 dicembre 1987

Caro Signor Verri,
le sono vivamente grato per il ricordo e per le sue belle parole. Quanto ai miei interessi attuali, la salute permettendolo, li rivolgo a Proust senza trascurare il leopardi giacché mi pare di ravvisare in entrambi, al di là delle differenze, tanti aspetti della loro personalità in comune, vedi le leopardiane ricordanze e le souvenir, che secondo Maurice Scève è "l'âme de ma pensée".
Con piacere apprendo che sta per dedicarsi al Vanini. Come non guardare all'eroico non conformista, come non interessarsi all'illustre conterraneo!
Spero che mi vorrà comunicare qualche briciola delle sue ricerche su tale autore che rimane quanto mai attuale e vivo.La immagino nel suo Salento e la invidio. Altro che venire a Bari, in questa "immondice"!
Ho letto con vivo interesse alcune pagine della bella rivista Sudpuglia che ella, molto immeritatamente, mi fa pervenire. In verità è una rivista fitta di scritti di autori che fanno onore al Salento e la rendono uno strumento culturale di grande livello. Ho la sfrontatezza di parlarne mentre dovrei vergognarmi per non avere ancora ringraziato la direzione. Spero però di riparare, anche se con ingiustificato ritardo, quanto prima. Va da sé che gli articoli di lei letti mi sono piaciuti molto.
Mi farò piacere se venendo a Bari potrà rivederla e salutarla... Cordiali saluti
Antonio Frugis
[Un francesista coltissimo e rigorosissimo, arrivato fino a Taurisano, dietro al profumo eretico del filosofo salentino Giulio Cesare Vanini]

JOHN FULLER


Da Oxford (biglietto ms. intestato: "Magdalen College") 1987

Thank You very much for sending me La Betissa. My italian is non-existent, but l've enjoyed dipping into it, & remembering Yverdon.
l've had a quiet year this year - no poetry festivals, just writing a novel in Wales & picking mushrooms. With best wishes
John Fuller
[Esponente di spicco della nuova poesia inglese "dal verso lungo". Da Yverdon con curiosità letterarie e promesse di scambi]

V.S. GAUDIO


Da Trebisacce (lettera datt.) 15 febbraio 1984

Caro Verri:
se il "Pensionante" è morto è perché non gli è stato possibile prolungare l'intervallo di vita medio.
D'altronde, quali mezzi aveva per poter prolungare la sopravvivenza massima? Rimuovere la ghiandola pineale? Oppure utilizzare gli antiossidanti per neutralizzare i radicali liveri?
Verri, quanto acido pantotenico (principale costituente della pappa reale) o dimetil-amino-etanolo gli dava periodicamente?
O, forse, mio caro, non gli ha fatto perseguire una dieta ipocalorica. Oppure, non adottava certe misure imposte dalla scuola americana: non fumare, non essere troppo ansioso, insomma dare tempo al tempo evitando accelerazioni e spinte. Suvvìa, confessi: 'sto Pensionante accelerava un po' troppo nelle curve del tempo...
Tanti auguri e un caro saluto

VUESSEGAUDIO


Da Trebisacce (lettera datt., carta intestata: UH) 8 marzo 1985

caro Antonio Verri:
come va? Hai ricevuto i primi due volumetti di "UH", della collana "Scrittura & Poesia", che ti ho spedito verso settembre ('84)? Li metti sul banco del Pensionante? Vuoi un altro oggetto d'amore? Fammi sapere: sono anch'io un "omino curioso".
Ti saluto caramente augurandoti tante belle cose.
VUESSEGAUDIO

FRANCO GELLI


Da Lecce (lettera datt., "unita lettera anomala: Mail Art") 13 gennaio 1984

Caro Antonio
Una lettera affidata alla posta priva di francobollo è anomala, una missiva della quale puoi supporne i termini contenuti.
Se fortunatamente o fortuitamente ti viene recapitata TASSATA è significante di un lapsus che riconduce allo stato (d'animo) dell'emittente al quale ti puoi negare per ovviare disagio per chi "rivela" e per chi rileva.
Ritengo nel rispetto della rabbia umana che occorra stabilire distanze da una tale missiva non affrancata: temeraria ed altrettanto muta. Proprietà intima e privata di uno scrivente che ha dimenticato il meglio: il francobollo, e non penso per provocazione, ma causa di lapsus. Se la "resa" del pensionante non ti è comprensibile, le motivazioni al momento sono un tuo limite, insieme ad una personale volontà di occultamento come progetto di spiazzamento. Ma poi perché deve essere a tutti i costi capito, a volte è fatale. Leggevo... Franco Cuomo... che trova arrogante la pretesa di chi vuole capire tutto... pretendere di capire dovrebbe essere una silenziosa e travagliata ispirazione individuale sorretta da una profonda umiltà... non l'URLO... continua Cuomo, se il discorso è dell'artista lascia all'artista la libertà di esprimersi come crede. Se l'artista, poi non è degno di te a maggior ragione. La resa "caro amico" è nella libertà che mi compete. Buon lavoro: non ti curar di lor se ti riesce.
Franco
[in realtà la lettera che Franco Gelli ci rispedì indietro, senza aprirla e come operazione Mail Art, era una lettera-provocazione bruttissima che non rispecchiava la stima che avevamo, e abbiamo, del "numero due del Movimento Genetico"]


ANDREA GENOVESE

Da Lyon (lettera ms.) le 10.10.1985

Caro Verri,
ho avuto qualche tempo fa il tuo primo nuovo Pensionante, molto ben fatto. Purtroppo i miei molti fastidi e la malattia di mia moglie mi hanno frastornato, e ho dimenticato di scriverti per complimentarmi per la bella rivista - anche se non vedo traccia del saggio che Astalos mi aveva annunciato sulla mia poesia. lo in verità non so neanche che libri miei ti ho mandato e se li hai letti - tieni comunque presente che io qui passo per uno dei migliori scrittori francesi della regione Rhône-Alpes; quanto alla mia poesia italiana, essa tira per conto suo incurante del giudizio di "servi di furfanti e maestri di servi", che è la definizione pubblica che io ho sempre data dei nostri letterati. Ma queste sono vecchie cose polemiche, di cui non è detto che tu sia al corrente. A ogni buon conto, se credi utile una mia collaborazione alla rivista (traduzioni, testi miei, ecc.) fammelo sapere. Caramente
Andrea Genovese


Da Lyon (lettera ms.) 16.11.1985

Carissimo,
grazie per la cartolina, ma io ho avuto il solo primo numero di Pensionante (spero di ricevere gli altri) e mi è sembrata una buonissima cosa. lo sono la "redazione" lionese di Prometeo (...), fattela inviare in cambio se non la ricevi, e se vuoi tu stesso puoi considerarmi tra i tuoi "corrispondenti" - da Lyon (dove faccio parte della redazione di due riviste).
Ti mando a parte Nugae, il mio ultimo libro di poesie italiane e Paladin de France, il mio più importante libro francese - qui ti accludo due recensioni italiane a questi libri (Georges è un pasticcione, con sempre un gran casino di cose per la testa; è anche una persona carissima e inimpiazzabile) e la testimonianza del mio essere "scrittore francese" accreditato. Pungitopo sta per pubblicare un mio romanzo, mentre cose mie o intorno al mio lavoro usciranno di nuovo più regolarmente su Uomini e Libri. Ti mando un mio inedito, ma se tu mi fai conoscere scadenze della rivista, ed hai eventuali richieste di traduzioni, fammelo sapere. Tanti auguri per la rivista e a presto
Andrea Genovese


Da Lyon (lettera ms.) le 7 aôut 1986

Carissimo,
il mio silenzio, lungo, lo avrai già capito, viene dai tanti problemi che mi assillano. Ti basti dire che mia moglie è stata operata una seconda volta pochi giorni fa e che da marzo è di nuovo sotto chemioterapia. Grazie per il PdS Pagano. lo possiedo ancora il numero 7 e il numero 5 1985. Mi piacerebbe avere quelli che mi mancano, chissà, un giorno, non riuscirà a fare un forum delle riviste italiane, come speravo!
Io stavo comunque per scriverti. E per proporti una piccola antologia di poesie di Jean Rousselot (da me tradotto), il poeta francese che io stimo di più, (l'ho già presentato l'anno scorso su Uomini e Libri) e di cui preparo un'Antologia sperando di trovare l'editore italiano.
Scrivimi, se ti va, te lo mando e insieme una piccola antologia - o in italiano o in francese come preferisci di mie poesie (tieni presente che a ottobre uscirà la mia terza raccolta francese, un volume di 200 pagine). Non so se hai chiesto a Pungitopo i miei quattro libri pubblicati (ultimo, a maggio, una raccolta di poesie in siciliano). Me ne accerterò, perché sto partendo per Messina, una volata di pochi giorni, perché anche mia madre è stata operata non molto tempo fa.
Conoscevo il tipo che si occupava di Yverdon. In ogni caso escludo di poterci andare: il 3 settembre comincia la scuola, e non posso lasciare mia moglie sola con il bambino (per ora è dai suoi). Se credi di poter fare una digressione da Yverdon a Lyon, avvertimi in tempo. Prendi noto del mio nuovo indirizzo. In ogni caso scrivimi, se Rousselot e io ti andiamo bene insieme. Ciao, auguri
Andrea Genovese


Da Lyon (lettera ms.) le 23 aôut 1986

Carissimo,
eccoti il malloppo. Rousselot vale la pena di pubblicarlo tutto. Tieni da conto che io preparo una vasta antologia della sua opera, e dovrà andare a caccia di un editore. Vedo che la tua attività di Centro è notevole. Se un giorno decidi di farmi invitare per parlare del mio lavoro e con lettura di poesia trilingue (come faccio in Francia), il tuo pubblico, siine certo, con me non si annoierà. Tante care cose. A presto
Andrea Genovese
P.S. Ho scritto a Pungitopo. Ma tu telefona a Lucio Falcone, digli che parlerai sulla rivista.


Da Lyon (lettera ms.) le 25.09.1986

Carissimo Verri,
spero tu abbia ricevuto il mio malloppo con le mie poesie e quelle di Rousselot. Dovresti apportare tre correzioni al testo di Rousselot. Ne L'albero unico verso secondo la parola viticcio va mutata in granfia, mentre al quarto verso, per rendere più esplicito il concetto del poeta "spingendo coi gomito" dovrebbe diventare "dando gomitate".
Nel poemetto Da così... invece tra la terza e la quarta riga "l'alberello" non va. Sostituisci con "mazzo di fiori", perché il poeta mi spiega che gli operai lasciano un mazzo di fiori, una volta costruito il tetto della casa.
Hai ricevuto o no i libri da Pungitopo? Ti prego di sollecitarli in caso contrario (...). Il mio libro francese, di cui vedi un abbozzo della copertina, uscirà presto, e una serie di manifestazioni e di letture, Università compresa, su di me si svolgeranno a Lione fine novembre.Caramente
Andrea Genovese


Da Lyon (lettera ms.) li, 14.09.88

Carissimo Verri,
ti sono grato di avere sempre un pensiero per me. lo perdo terreno ogni giorno di più con l'Italia; e i miei molti problemi materiali mi obbligano a concentrare al massimo le mie energie qui in Francia.
Disgraziatamente, l'esperienza della rivista italo-francese, che doveva assicurarmi un salario tranquillizzante e una tribuna per me e gli amici, si è presto conclusa. Il tipo era un po' pazzo. Avevo letto la tua Betissa, con molto piacere e ti seguo regolarmente in Sudpuglia (grazie di farmela inviare).
L'unica soddisfazione per me è attualmente il teatro: una mia "pièce" in francese verrà messa in scena da un teatro lyonese nel mese di marzo 1989. Altre potrebbero essere prese in seria considerazione. E tu? cosa fai? Vieni da queste parti? Vai in Svizzera? Fammi sapere. Ti abbraccio
Andrea G.
P.S.: una poesia per Diritto alla pace

DANIELE GIANCANE


Da Bari (lettera ms., carta intestata: "Università degli Studi") s.d.

Ciao, Antonio,
ti invio Oltre la parafrasi: per una didattica della poesia. E' stato stampato solo su di una dispensa universitaria per gli studenti del corso di letteratura per l'infanzia dell'Università di Bari, quindi non è circolato affatto. Credo che questo saggio meriti di essere conosciuto di più e la rivista che stai fondando sarà un mezzo efficace in tal senso.
Sono 20 pagine (137-157); l'ideale sarebbe pubblicarlo tutto perché, come leggerai, si tratta di un discorso unitario. Se però non è possibile, faremo qualche taglio. Ciao, a presto
Daniele


Da Bari (lettera ms., carta intestata come la prec.) 20.9.1985

Ciao Antonio,
sono Daniele. Ti invio queste 5 pesetas di stelle, antologia della nuova poesia spagnola curata da me e da Anna Santoliquido, con traduzioni di Emilio Coco. Spero che ti piacerà. Vedi se ne puoi fare menzione su "Pensionante de' Saraceni". Grazie. Ciao, buon lavoro e soprattutto buona salute, che è la prima cosa, a presto
Daniele

ANSELMO G0NÇALVES


Da Vitòria (Brasile) (lettera datt.) 1.7.1985

Dilecto signore Antonio Verri,
Hà ricibido molto contenti più bel i notavele PENSIONANTE DE' SARACENI, con nostri poemas CONFRONTI,
PERCORSO, enviadas hà algum tempi ao poeta Martin Andrade.
Junto del rivisti, una particolare E CONTI CORRENTE POSTALE. In questo caso necessito espicazione mas chiara a idea di texto.
Esempio: O que remunerare i quanti, in dolare americano.
Qui torni presto il resposti.
Otra cosa: informari per obsequio, direzione di MARTIN ANDRADE in Buenos Aires. Gratia per tutti
Anselmo GonçaIves
P.S. - anexo, 2 poemas (sonetis) in portuguese, para Carta Internazionale, si merecer aprovazione Da Vitòria (lettera datt., nel frattempo Gonçalves spediva manifesti e cartoline e qualunque cosa riguardasse il suo Paese) 20 agosto 1986 Prezado Verri: Abbiamo ricivutu com emozzione manisfesta, "Pensionante", come uno "foto" de tutti corpo e alma di Pagnao, questa lettera, testemunha dhi el mio contento per monográfice d'álti valori storico per literature i arti dell'Itália.
Voi giorno inderizzari lettere par Teresinka Pereira in USA, perche, presto, lo spidirá sue parte, ampliando o materiali parlando de sue lavoro i della tendenza de sue testi poetique, ai qualli hà merito è emozzione persuasive, secondo mio entendere.
All finale, ritorni i parle alla signora Junual, i all Horia, che vui piu bene. I folgaria, uno giorno, trovarto all nostros amicea in questo vie del mondo, par une parole in portuguese o in poesie, o idioma centrale della emozzione univerzali i rifugio della spiritu.
Mia colaborazione, ecco, ti vá spedito. Cordiale salute
Anselmo Gonçalves


Da Vitòria (lettera datt.) 21 luglio 1987

Caro VERRI,
E' com enorme tristeza e sentimentos, que venho comunicar o infausto acontecimento ocorrido no dia 29 de Junho de 1987.
Falo do meu querido pai e poeta Anselmo Gonçalves, que passou 27 dias internado na Associação dos Funcionàrios Públicos do Espírito Santo (A.F.P.E.S.) no Centro de Tratamento Intensivo (C.T.I.).
Apòs esses 27 dias, Anselmo (meu pai), se recuperando' maravilhosamente bem, foi para o quarto dos recuperados, onde per mais duas semanas, recebue alta.
Ele foi para casa numa sexta feira. Ao chegar domingo da mesma semana, meu pai passou muito mal e foi internado novamente' no mesmo Hospital, só que dessa vez, na Unidade de Tratamento Intensivo (U.T.I.).
Ele passou o resto de domingo, e até às 14:00hs de segunda feira sendo medicado. Mas não aguentou falecendo por infarto do miocárdio agravado pela diabetes melitus.
Peço escusas por só agora está lhe mandando esta comunicação. Espero que compreenda nosso atordoamento. Cordialmente
Anselmo Gonçalves Junior Filho do Poeta
[Un poeta-Funzionario di Prefettura brasiliana, amico di Martin; ha spedito di tutto, una volta anche 50 dollari, ma a noi... arrivò la sola busta. Un biglietto per collaborazione, con libri, anche dalla Teresinka Pereira]

MASSIMO GRILLANDI


Da Roma (lettera ms.) 31.7.1985

Caro Direttore,
vedo la tua bella rivista e mi complimento con te. Ti invio due mie poesie, che sarei lieto tu pubblicassi con un certo risalto. Grazie! A presto, e un caro saluto dal tuo,
Massimo Grillandi
Fiacche. Mai pubblicate

ANNARITA GUAITOLI


Da Roma (lettera ms.) 9.4.1987

Caro Antonio,
avrei voluto venire a Lecce e trovare così l'occasione per parlare con te. Purtroppo per gravi motivi familiari il viaggio non è più possibile: ti scrivo, allora, per chiederti qualche informazione circa il destino della rivista.
Vivrà? Sarai ancora tu a dirigerla? con quale progetto? Sono, poi, ancora presso di voi alcune poesie di amici poeti romani in cui credo e che ho spedito a Refolo: perché non sono stati pubblicati? cosa ne sarà di quei versi gentili? Inoltre: ho conosciuto qui a Roma un serio studioso di estetica e appassionato di letteratura che sta pubblicando dei saggi su diverse riviste: mi sembra particolarmente interessante una traduzione di un racconto della Woolf del tutto inedito per l'Italia (8 cartelle circa). Come da accordi antichi, insomma, continuo ad avanzare proposte. Ahimé, forse senza destinatario. Sempre con tutta la mia simpatia e la preghiera di una risposta sollecita.
AnnaRita


Da Roma (biglietto ms.) 16.5.1987

Caro Antonio,
sono naturalmente d'accordo per la pubblicazione degli scritti in tuo possesso sul foglio-rivista da te consigliato. Di cui, naturalmente, mi piacerebbe sapere qualcosa di più. Ti invio, quindi, anche il breve ma delizioso racconto della Woolf tradotto da Francesco Martino.A sentirci presto per te,
Idrusa
[Personaggio legato ad una serata a Roma, all'hostaria dell'Aquila, con Accrocca, De Jaco, Argiroffi, ecc. Eravamo a Roma a cercare librerie per Pensionante].

ANTONIO IACCARINO


Da Napoli (lettera ms.) 29.9.1987

Caro Verri,
ti ricambio con piacere il tu e ti ringrazio di quanto hai fatto per me, consentendomi di vedere presto pubblicati i miei lavori in Sudpuglia. Spero di vederli quanto prima e di riceverne qualche copia da poter utilizzare.
Ma questa occasione mi è gradita, soprattutto per dirti quanto ho apprezzato la Betissa, tanto che ne è sortita una riflessione che spero ti giunga gradita.
Finalmente leggo del nuovo, tra tanta letteratura di maniera e tanto epigonismo mascherato.
Il libro è coinvolgente ed intrigante e ti colpisce e ti avvolge fin dall'inizio. Mi piace l'ironia con cui tocchi i temi eterni della vita e della sopravvivenza, facendo sempre credere che non siamo sopravvissuti e non soffriamo per vivere. Grazie a nome di quanti cercano, spesso nel silenzio, il nuovo. Complimenti vivissimi ed auguri di buon lavoro. In attesa di un tuo riscontro, ti saluto e ti abbraccio
Antonio Iaccarino

FLAVIO INESCHI


Da Padova (lettera ms.) 14.III.1983

Antonio,
ecco un elenco di modifiche e correzioni necessarie al lavoro. la modifica più importante riguarda il titolo: "Identità Grìka in terra d'Otranto" mi sembra il più indicato tra i molti che mi sono sforzato di coniare.
Per di più, ritengo abbia una maggiore potenzialità di interesse divulgativo che non un titolo "scientistico".
Ora mi rivolgo alle tue sapienti mani affinché la pubblicazione si realizzi il più presto possibile. Io sicuramente verrà a Lecce quando lo riterrai opportuno (o lo riterrà l'editore).
Per il momento non posso che salutarti inviandoti i saluti miei e di Eugenio Rosselli, quello del Cabaret Alessandro Volta. Allora arrivederci a presto
flavio
P.S. Periodi brevi ma precisi!!! ovviamente periodi grammaticali ciao


Da Caorle (lettera ms.) 3 ottobre 1983
Carissimo Antonio
più di un mese fa ti assicurai l'invio di qualche cartella tale da riuscire a dissipare almeno alcuni tra i punti più nebulosi e ostici di Identità Grica. Come potrai accorgertene è stata una promessa vana, infatti non sono riuscito ad altro che a confondere maggiormente le idee e a formulare ulteriori asserzioni tali da far sorgere nuove e complesse problematiche. Mi chiedo se, in futuro, riuscirà mai ad acquisire una priorità di linguaggio comprensibile soprattutto ai famosi "non addetti ai lavori" dubbio questo sortomi anche in seguito alla recente rilettura di Foucault: intellettuali e potere del sapere! Mah.
In compenso, a parte questi artificiosi problemi, sto assaporando questi formidabili giorni di tiepido sole e aria pulita che mi chiudono qualsiasi spiraglio di prospettiva operativa. In altre parole non sto facendo un cavolo di niente, se non godermi questo mare turchese e rosa come da molto non si vedeva.
Ho ricevuto l'ultimo numero di Pensionante e immediatamente mi sono accinto al tuo scritto affondando amaramente nell'armonia di un linguaggio a me incomprensibile. Ma non desisto.
Nel frattempo aspetto di ricevere altre tue cose, come tu non dovrai aspettartene di mie: è l'ombra di Pavese che mi schiaccia e tutto quello che vorrei dire lo ritrovo già bell'e pronto nelle sue poche ma pregnanti righe. Come fare a districarsi dall'ammirato estasi che mi ha sorpreso e incatenato? Per ora ti porgo solo un affezionato saluto, contando di sentirti presto
flavio


Da Caorle (lettera ms.) 13 ottobre 1983

Caro Antonio,
anzitutto devo esprimere soddisfazione per la lettera di Sobrero: poche righe e molto personali, in cui dichiara di avere molto gradito il libro e di averlo trovato interessante sia per l'aggiornamento, sia per l'impostazione del materiale; infine si augura di potermi incontrare presto. Francamente, te lo dissi per telefono, non riesco a immaginare motivi a questo incontro che vadano al di là di un semplice scambio di opinioni assolutamente teoriche. In passato, infatti, io avanzai alcune richieste concrete allo stesso Sobrero: richieste che furono immediatamente bocciate per motivi istituzionali, non certo per la sua cattiva volontà. Realisticamente oggi non vedo come le cose possano essere mutate. Comunque staremo a vedere.
La mia situazione attuale è piuttosto disastrosa sia praticamente sia emotivamente, ragion per cui mi è piuttosto difficile poter organizzare cose e idee. Di certo c'è un seminario di una settimana al ministero degli esteri nel mese di dicembre: non so ancora le date. In linea di massima potrei essere a Lecce immediatamente prima o dopo il seminario, sostanze permettendo.
In tal caso avrà cura di avvertirti immediatamente.
In seguito non so proprio cosa farà: mi manca un lavoro e mi deprime l'idea di poter fare qualcosa di sostitutiva quanto inutile ai miei interessi. Per ora, avrai certamente capito, mi è impossibile azzardare niente di più, perciò non mancherà di inviarti uno scritto più in là, con la speranza di aver ristabilito quella parvenza di equilibrio che oggi mi manca molto.
Con molta amicizia
flavio
Le variazioni allo scritto che hai ricevuto sono: pag. 5, nota 4, riga 6, sostituire: collaborazione da parte di... con: cooperazione con ...pag. 6, nota 5, righe 7-8, sostituire: sull'eccessiva frammentarietà... con: sulla frammentazione... Ciao, a presto e un caro saluto ai tuoi.

GIOVANNI INVITTO


Da Lecce (lettera ms., carta intestata "segni e comprensione") 5. X. 1987

Caro Antonio,
ho ricevuto e letto la tua Betissa. Non ti nascondo le difficoltà superate per le allusioni esoteriche. Ritengo, però, che sia un'opera nuova, che non può rimanere unica. Si tratta di esperienza /esperimento che coincide con una stagione della tua vita. Non avrai seguaci né imitatori. Tutto è troppo tuo. E' poesia. Tuo
Giovanni Invitto

LUCETTE E ROGER-LOUIS JUNOD


Da Neuchâtel (lettera datt.) le 24 mai 1987

Cher Antonio Verri,
Voici pourquoi nous vous remercions aujourd'hui seulement de vos Lettres écrites d'Yverdon à votre ami Aldo: la revue "Sudpuglia" que vous avez eu la gentillesse de nous adresser il y a cinq mois a été classée sans que ni Lucette ni moi ne l'ayons examinée. La semaine dernière, en faisant de l'ordre dans nos bibliothèques, Lucette l'a retrouvée, ouverte, et... quelle heureuse surprise d'y découvrir vos Lettres! Sans doute vous êtes-vous demandé pourquoi nous ne vous remercions pas; vous connaissez maintenant l'explication de notre silence.
Parmi tous les poètes présents aux Rencontres poétiques del 1986, vous étiez le seul à prendre continuellement des notes sur vos carnets. Nous sentions que rien ne vous échappait et que vous vouliez aider votre mémoire à tout retrouver. Mais nous étions loin de nous douter que chaque jour, à l'hôtel, vous preniez la peine de rédiger pour Aldo ce compte-rendu des journées et des soirées (des nuits aussi) passées en notre compagnie.
Vos lettres sont pour nous un témoignage très précieux dont vous remercions chaleureusement de nous avoir fait cadeau. Ces Rencontres que nous avons organisées au prix de beaucoup de travail et avec tant d'enthousiasme, comme c'est intéressant pour nous de les voir d'un autre point de vue que le nôtre, à travers vos yeux et jugées selon les références de votre culture méridionale. Il en va de même quand on publie un livre, poésie ou roman: on ne comprend pleinement ce qu'on a écrit, et même ce qu'on a "voulu" faire, que lorsque des lecteurs nous disent ce qu'ils y ont trouvé. Une oeuvre n'existe que lorsqu'elle est lue; une manifestation comme nos Rencontres ne prend son sens que dans la manière subjective dont elle est vécue par ceux qui y ont partecipé. Voilà pourquoi votre "regard" sur les Rencontres est important et instructif pour nous.
D'autre part, vos disgressions, vos réflexions sur la Puglia chère à votre coeur ("quella... che ha Otranto come capitale ma che si distende tranquilla fino a Leuca") nous en apprennent beaucoup sur vous et sur votre conception de la vie et de la poésie. Quel plaisir de retrouver "lo splendido Salvatore Toma"" dans l'étude qui fait suite à vos lettres d'Yverdon! - Veuillez dire à Aldo Bello que j'ai lu avec beaucoup d'attention son article liminaire "Vuoti a rendere", si plein d'enseignements sur le Sud et ses vrais problèmes.
Déjà, nous commençons à préparer les Rencontres de 1988, qui auront lieu en partie à Yverdon et en partie à Neuchâtel.
Nous ne savons pas quand nous aurons l'occasion de descendere à nouveau dans le Sud de l'Italie, mais croyez bien que nous vous ferons signe si ce plaisir nous est accordé et que nous ne manquerons pas d'aller vous saluer. En attendant, Lucette et moi vous adressons, cher Antonio Verri, notre plus amical message.
Roger-Louis Junod


Da Neuchâtel (lettera datt., carta intestata: Rencontres poétiques intemationales) le 8 février 1988

Cher Ami,
Votre lettre nous est bien parvenue, et je m'empresse d'y répondre. Comme vous nous le demandez, je me permets de vous adresser pour les Rencontres poétiques internationales en Suisse romande, en hommage à Salvatore Toma, une page de Vers une autre demeure, texte de circostance, qui, je l'espère, pourrait convenir.
Nous ne connaissions pas Salvatore Toma, mais nous ne pouvons que nous incliner devant vous qui avez perdu un ami. Rien n'est plus injuste que la mort, surtout lorsqu'elle frappe un être jeune, mais sachons rester magnanimes.
Veuillez trouver, cher Ami, l'expression de notre vive amitié.
Lucette Junod

PIERO LACAITA


Da Manduria (lettera ms.) 5.5.1981

Caro Verri,
ho letto il tuo articolo-intervista su il Quotidiano. E' fatto bene. Però avresti potuto non citare Congedo e per l'Università di Lecce sei stato spietato. La faccenda della "mortadella" io la pronunciai per le case distributrici che sono commercianti e che vendono i libri come se fossero prodotti insaccati.
Congedo mi ha telefonato, irritatissimo, e non ha torto. E' stato da parte tua imprudente averlo citato, si poteva alludere senza esplicita citazione, non ti pare?
Non appena avrai finito la esposizione-vendita dei volumi fatti vivo. Ti saluto
Piero Lacaita
[Ci rendiamo conto che dovevamo anche denunciare l'operato... troppo imprenditoriale di Pierone Lacaita. Forse qualche poeta ha ancora soldi da dare per acquisto libri!]

FRANCO LALA


Da Lecce (biglietto ms.) 23.11.1985

Caro Verri,
ti ringrazio per avermi inviato Tempo liberato di Provenzano e Tra il meraviglioso e il quotidiano di Errico. Il primo mi è parso un poemetto agile e fantasioso: forse il verso è troppo frammentario: una cadenza meno rotta avrebbe contribuito all'organicità del tutto. il secondo libro è certo condotto con impegno e precisione filologica; un altro è il discorso su Manno, spirito contraddittorio e, in sostanza, autore di un solo volume.
Non posso promettere di impegnarmi in recensioni; tale lavoro comincia veramente a stancarmi e io debbo "tirare i remi in barca" dopo una fatica ultra-quarantennale! E poi ci sono i miei lavori di saggistica, che mi assorbono totalmente. Sto lavorando, ad es., ad una biografia di Bodini (già composti i primi due capitoli).
Colgo l'occasione per salutarti cordialmente. Auguri per la tua attività editoriale. Auguri anche per il prossimo Natale
Francesco Lala


Da Lecce (lettera ms.) 7.2.1986

Caro Verri,
ti invio il saggio su Pagano. Vi è pure la fotocopia del racconto tratto da Due per cieci venti, con una mia noticina che andrebbe in corsivo (la nota, s'intende).
Occorre però, per correttezza, che tu chieda l'autorizzazione a riprodurre alla Signora Marcella Pagano, moglie di Vittorio. li telefono è intestato ancora a Vittorio stesso; se però ti autorizza per iscritto è meglio.
Occorre poi che tu mi invii le bozze che desidero correggere personalmente. Ti ringrazio per il fastidio dell'invio. Tuo
Francesco Lala


Da Lecce (biglietto ms.) 26.7.1987

Caro Verri,
ho trovato nella cassetta delle lettere i libri di Panareo, Laporta e Buongiorno. Ho letto tutto con interesse e ti ringrazio per i graditi omaggi. Vorrei recensire almeno il povero nostro Enzo, o forse anche gli altri, e farà di tutto per farlo, anche se sono per ora un po' stanco per avere scritto una biografia di Bodini della quale ho steso tre capitoli (i primi due forse li hai visti su "Sudpuglia" e "Sallentum", il terzo è in attesa per "Studi Salentini"), per cui mi è necessario un periodo di riposo.
Verso agosto mi sento sempre un po' più fresco e per allora mi auguro di scrivere un po'. Ti sarai accorto che la mia recensione al tuo Pane sotto la neve, già pubblicata nel settembre '86 su Oggi e Domani (te ne inviai fotocopia), è riapparsa in Sallentum '86. Ti ringrazio di nuovo e ti farà sapere qualcosa in merito.
Cari saluti
Francesco Lala


Da Lecce (lettera datt.) 23 ottobre 1987

Caro Verri,
1 ) mi scuso per non essere stato nella possibilità di venire a "Claravoce", il quartetto di clarinetti: il 21 ero in treno, di ritorno da Roma. Avrei avuto piacere di ascoltare la musica, di cui sono abbastanza amante, e di incontrare te.
2) Ti ringrazio per i due ultimi libri, di Giannuzzi e di Liman. Ho letto il primo. E' un lavoro interessante per le capacità inventive che contiene. La sintassi e il linguaggio scoppiettano di girandole multicolori che sono frutto di sbrigliata fantasia. Certo vi è anche ironia e pensosità, distacco da emblemi comuni e consunti, nonché da civiltà meccanizzate e invivibili. Si tratta forse di una protesta non priva di allegra spensieratezza, l'allegra malinconia bodiniana. Forse non mancheranno lettori che lo considereranno un pugno in faccia per qualche difficoltà interpretativa, ma ciò non accadrà per i lettori provveduti.
3) Sono in fase di lettura della Foire aux jeunes filles, verso la metà del libro. Ho studiato francese al ginnasio e un poco ancora all'università, coltivandolo poi appena, ma, con il vocabolario accanto, me la sto sbrigando egregiamente. Naturalmente ciò richiede tempo. E' per me un'occasione di ripasso molto utile per rinfrescare la lingua francese. Il romanzo è bello, riposante e richiama un mondo felice, fatto di cose semplici e primitive. Il linguaggio dello scrittore è scorrevole e arioso: debbo vedere sulla collezione de Il Pensionante gli altri lavori di questo scrittore. Per cominciare, ho riletto dal n. 1 del gennaio '85 il Dialogue songeur e la nota introduttiva.
La Foire mi spingerebbe a scriverne, ma credo che mi si parerebbero davanti difficoltà. Tu sai che dalle tante riviste letterarie di qualche anno addietro, Pensionante, Contributi, Sallentum, Studi Salentini ecc. ecc. non resta che il ricordo. Non vi sono più riviste letterarie, caro Verri! E' un segno di questi tempi. Si vedono rovine. Solo Sudpuglia pubblica quasi puntualmente, ma rifugge tassativamente, come sai anche tu che sei uno dei più assidui collaboratori, dalle recensioni. La rivista, destinata ad un pubblico vario, logicamente richiede pezzi fortemente leggibili e non per cerchie culturali. Sono veramente dolente di questa situazione, specie io che passo soprattutto per recensore. Voglimi scusare, perciò. Pensi che Sallentum forse l'unica (che pure esce annualmente) sia disponibile per un autore lontano, essa che stenta ad accogliere recensioni di un romano o di un calabrese? Sallentum è e Salento rimane.
Ti ho forse annoiato, ma credimi sempre il tuo
Francesco Lala

FRANCO LATINO


Da Roma (lettera ms.) febbraio 1986

Carissimo Antonio,
eccoti, come d'accordo, il mio scritto. Più o meno omogeneo - non è uno stralcio, come mi suggeriva Valli - esclusivamente destinato alla tua rivista.
Ti invio la fotocopia perché è più chiara; l'originale, con qualche collage, è in ogni caso a tua disposizione.
Cordialità
Franco Latino


Da Roma (lettera ms.) aprile 1987

Gentilissimo,
non è un silenzio "pericoloso" il mio! Ritengo, soltanto, che uno scrittore debba pur scrivere, e seriamente.
Complimenti per il "Corriere Internazionale", abbastanza ricco e pieno di voci autorevoli. E' inutile dirti che "i testi-poesia" è la sezione che più prediligo, perché coraggiosa e divulgativa. Visto che la rivista si stampa in Italia potresti anche ospitare qualche ottimo poeta -traduttore.
Se un appunto va fatto, esso è rivolto, più che al giornale, al suo direttore; o meglio, alla sua "mania riempitiva" (v. quaderno Pagano). Qualche pagina in meno e qualche "no", con garbo detto agli amici, non può che ripagare dell'amore alla poesia.
Ti rimetto alcune foto-copie di "Uomini e Libri" con l'omaggio per Caraion. Come vedi, i milanesi lo hanno, persino, voluto in copertina. (Estrema sensibilità, come sempre, di Mario Miccinesi e Fiora Vincenti). Ho già inviato alcune copie a Horia Liman a Neuchâtel, pregando altresì la redazione di inviare gli originali. A presto!
Franco
P.S. Delle traduzioni da Caraion, come del testo, fanne l'uso che vuoi. Non ci sono vincoli editoriali.


Da Roma (lettera ms.) 5 giugno 1987

Caro Antonio,
ti allego copia della splendida lettera di Horia Liman che ho trovato rientrando.
Ho solo scritto quel che sentivo, con verità; non tutto quello che il vecchio rumeno mi dice, esponendomi alla lusinga. A presto!
Franco
P.S. Ti allega, anche, copia della lettera a Fiora Vincenti e a Mario Mic cinesi.
[Caraion preparato per Pensionante e... dirottato su Uomini e libri, Liman che aspetta sempre una sua lettera, un volume su Pagano pronto da Tempo. Anche fine traduttore e saggista. Buon poeta].

AURELIO LEO


Da Tuglie (lettera ms.) 10 novembre 1983

Caro Antonio,
era da tempo che desideravo darti mie notizie, ma un po' per inedia, un po' perché di notizie vere e proprie non ne avevo da darti, ho sempre rimandato.
Non è che ora ne abbia di notizie da darti, ma come è nel tuo costume sei tu a darmele, ed io colgo l'occasione non solo per ringraziarti ma anche per felicitarmi con te.
Ieri Antonio Errico mi ha dato i due volumi della collana "Il Pensionante" ed ho notato che, al di lei del contenuto dei due volumi che è profondamente interessante, sono tipograficamente ottimi, e sono certo che troveranno il posto che spetta loro nella cultura contemporanea del nostro Salento; ti auguro pertanto che tu possa continuare in questo tuo sforzo semplicemente encomiabile, anche se ciò ti costa tanto, sotto ogni aspetto. Uno di questi giorni mi sento con Gigi Scorrano e gli propongo di organizzare un incontro pubblico con te e presentare il tuo volume e sono certo che Gigi sarà contento di farlo.
La scorso settimana nella sede del Provveditorato ho incontrato Piero Manni e mi ha fornito notizie sul Pensionante dei Saraceni e mi ha detto anche della sua intenzione di impegnarsi a dirigere lui il foglio per il prossimo anno; e questa per me è stata una buona notizia, perché mi dispiaceva un po' che venisse a mancare una presenza culturale come è stata quella del Pensionante, che è pur servita a qualcosa.
Di me ho da dirti ben poco. Mi sono mancati gli spunti e gli stimoli per lavorare, quindi in questi ultimi tempi ho fatto ben poco. Spero di poter fare di più in un prossimo futuro. A scuola sto lavorando a ritmo ridotto, e questo mi crea qualche preoccupazione. Anche con Angelo mi vedo raramente, ma spero di andare a trovarlo domattina, visto che sarà a Lecce perché convocato dal Provveditore.
Mi piacerebbe avere tue notizie e prometto che in seguito mi farà vivo più frequentemente. Saluta da parte mia Licia ed arrivederci (sentirci) a presto. Ciao
Elio

DINO LEVANTE


Da Novoli (lettera ms.), carta intestato: Bibliotheca Minima) 9. XII. 1985

Carissimo Antonio,
speravi di meravigliarmi con la tua lettera del 1° dicembre, invece non ci sei riuscito. Riprovaci un'altra volta, con qualche altro scritto mio. lo sapevo infatti che quell'indice non sarebbe stato mai pubblicato da te. Non ti dispiacere, ora, rimandami (o riportami) quel materiale. Ci ho sudato sopra - anche se con piacere - e vorrei ugualmente utilizzarlo su qualche altra rivista più "salentina" della tua. Lo so che non ti dispiacerò, anzi.
Per ciò che riguarda l'indice di "Pensionante-foglio" ci stavo già lavorando e penso che posso darti il tutto a fine gennaio o al max a febbraio. Come hai notato ho organizzato la Bibl. Minima di cui ti parlavo. Non è un granché ma con le tue edizioni sarà senza dubbio meno-Minima. Le aspetto (forse così ti potrà perdonare?).
Per andare a trovare Don Grazio aspettiamo i primi 99. di gennaio, sarà più libero. Poi mi devi spiegare perché con un foglio di 2 facciate, per scrivermi, ne hai usata una sola: non hai altro da dirmi o sei uno sciupone di preziosa carta? tuo devotissimo servo
Dino L.

HORIA LIMAN


Da Nyon, Svizzera (lettera datt.: per Liman si è scelto solo dalle lettere in italiano) gennaio 1986

Caro amico Verri,
Che bel regalo di Capo d'Anno il tuo "Fabbricante di Armonia". Ti ringrazio infinitamente e ti auguro il successo che merita.
In quanto a "L'Archangelus Gabriella", da quel che ne capisco, Eleandro Micrelpiz è un notevole poeta. Il suo libro mi suggerisce un'idea. Una casa editrice parigina prevede la pubblicazione di uno dei miei libri di poesie, della stessa dimensione che quello di Micrelpiz. Sarebbe forse interessante fare una coedizione franco-italiana, con traduzione nelle due lingue (come "Acqua Mater" di Giorgio). Qual'è la tua opinione?
l'aspetto con premura e fiducia.
Nella mia ultima lettera ti chiedevo due esemplari N° 1. Inoltre, aspetto 10-15 esemplari dei N° 4-5, per poter mandarli a qualche personalità letteraria svizzera. Quest'ultimo numero della rivista è molto interessante. Spero di riceverlo prossimamente.
Domani scriverà la prossima corrispondenza per Ginevra. Di nuovo ti auguro un anno di salute e di successo.
H. Liman


Da Neuchâtel (lettera ms.) 30.III.1986

Caro Verri,
Ho bene ricevuto le tue due ultime lettere come pure le foto di W.P. Grazie mille. Mi piace la tua prontezza.
Invece, l'editore non mi sembra quasi frettoloso. Avrei dovuto mandare il numero 4/5 almeno alla Signora W.P. e, per l'articolo su Andri Peer, alla Lia Rumantocha, Uniun da scriptuors rumanitschs, Gazeta romantscha, l'Union des écrivains tessinois (Unione di scrittori di lingua italiana) e alla Fondazione Pro Helvetia, senza parlare d'alcune riviste e cenacoli letterari, per far conoscere "P. de' S." nei circoli più larghi. E peccato che non ho ricevuto la rivista.
Aspetto anche con grande interesse il numero dedicato a Pagano, conosciuto in Svizzera. Cambio di città? Per ragioni di... vita.
Fra poco. Con la mia profonda simpatia. Ciao Antonio
Horia


Da Neuchâtel (lettera ms.) 11. IV. 1986

Caro Verri,
il tuo editore mi ha mandato 20 esemplari del numero 4/5. Erano veramente bene venuti, perché dal mio stabilimento a Neuchâtel ho molto allargato il mio circolo dei amici di "Pensionante", in una regione culturalmente interessantissima.
Dunque, il 17.IV, sarà a La Chaux-de-Fonds (la città natale di Blaise Cendrars e Le Corbusier) dove ho organizzato una riunione collettiva con tutti i fattori culturali sulla nostra rivista. Poi vado a fare un "ritratto" di la Chaux-de-Fonds, come quello su W.P., eventualmente per il numero di settembre.
Un minuto: l'editore continua a mandarmi la rivista all'indirizzo di Nyon. Potresti dargli il nuovo indirizzo? Spero che stai bene. Aspetto il numero 6. E ti bacio amichevolmente. Ciao
H. Liman


Da Neuchâtel (lettera cela.) 21. IV. 1986

Caro Verri,
come lo sai già, il 17.IV sono andato a La Chaux-de-Fonds, città d'un grande ragionamento culturale, col solo teatro permanente di Svizzera romanda, una mirabile rivista litteraria, dei musei importanti, come il museo internazionale dell'orologeria, una società di pittori, scultori, architetti, la Società degli scrittori del cantone di Neuchâtel e del Jura e con la partecipazione della Direzione culturale della città, ho organizzato una riunione con circa 50 delle più importanti personalità culturali, bene conosciute in tutta la Svizzera.
Si ha molto parlato (tutto il giorno) di "P. de' S.", che avevo mandato loro precedentemente, e si sono fatti degli apprezzamenti molto favorevoli sulla nostra rivista, che comincia ad avere in Svizzera un'udienza di più in più grande (i 20 esemplari dei n. 4/5 mi hanno molto aiutato).
Ti propongo: un ciclo di tre articoli su La Chaux-de-Fonds, questa città in pieno effervescenza. E, se sei d'accordo, chiederà la collaborazione di alcuni scrittori interessanti. Rispondimi d'urgenza. Migliori pensieri. Ciao
Horia Liman


Da Neuchâtel (lettera ms.) 12.V. 1986

Caro Verri,
la tua ultima lettera mi ha in una volta affliggesso e rallegrato. Affliggesso perché lasci la direzione della rivista; e eri la sua anima! Rallegrato pure perché resterai con noi, i tuoi amici, "stranieri" ma vicinissimi a te. Ebbene, molto bene. Io. Faccio un grosso lavoro qui, per legare il nostro "Pensionante" alla coscienza del più grande numero possibile di scrittori e d'artisti (ohimè, devo fare numerose foto perché non ho abbastanza esemplari). Sono divenuto un vero ambasciatore di "P. de' S." - e se trascuro i miei progetti litterari, ho la gioia di vedere che la rivista penetra di più in più nei circoli sempre più larghi.
In questo contesto, ho due buone notizie ad annunciarti. Ti manderà un poema del poeta Jeanneret, uno dei più rappresentativi di Svizzera, e uno di Lucette Junod.
Ho parlato di te alla Signora Junod, presidente della commissione che organizza gli Incontri poetici Internazionali di Yverdon e ti manderà un invitazione per questi Incontri dove, dall'11 al 15 settembre, ci saranno alcune decine di poeti di 1,4 paesi. Occorre che le rispondessi prestissimo accettando di parteciparci. Sarebbe una buona occasione per noi di fare infine conoscenza "in diretto". Spero anche che gli Incontri terminati, resterai da me qualche giorno (Neuchâtel è vicino a Yverdon, ed è una bella città). Hai ragione: ho bene fatto di lasciare Nyon. Almeno per la dimensione culturale completamente
diversa. Aspetto la tua risposta e ti bacio
Horia


Da Neuchâtel (lettera ms.) 8. VIII. 1986

Caro Antonio,
ho tutto ricevuto (eccettuato l'ultimo numero che l'editore non mi ha mai mandato).
La signora Junod ha fatto tradurre il tuo poema. Le ho anche dato il testo tradotto dal tuo amico.
Sceglierà la migliore traduzione. Ella ti ringrazia per i libri mandati e tutto il resto.
Le ho proposto di organizzare nel "Hall des Rencontres" un'esposizione di libri e riviste letterarie. Ha accettato questa suggestione. Sarebbe dunque una buon'idea di prendere più numeri di nostra "P." per allargare la sua cognizione tra i partecipanti. Ti aspetto con impazienza
Horia
Ho ottenuto la collaborazione di Lossier, uno dei più importanti poeti svizzeri. Principio settembre ho un appuntamento con un altro poeta insigne, Vahé Godel, del quale chiederà la sua collaborazione.
Cosa hai fatto per Caraion? (E morire la settimana passata di cancro).
Un articolo sulla sua vita, e il libro che ti ho mandato, sarebbe una buona cosa per "P.". Ciao
Horia


Da Neuchâtel (lettera ms.) 20.VIII. 1986

Caro Antonio,
grazie per il tuo messaggio, per Caraion, e per l'interessantissimo catalogo del Centro. Ti mando il programma d'Yverdon pubblicato dalla "Tribune de Genève". Contiene: un'esposizione dei libri dei poeti invitati, di riviste e di documenti, come pure delle letture in pubblico delle opere dei partecipanti.
Dunque, come te l'ho già detto, l'editore sarebbe interessato di darti il più che possa fare per quest'esposizione: libri, riviste, documenti sulla vostra attività.
In quanto a te, avrai il tuo poema di cui - ne sono sicuro - il successo è affermato.
Affrettati di scrivermi quando arriverai: il giorno e l'ora. Verrà ad accoglierti a Yverdon.
Ho ricevuto il poema di Lossier e fatto una presentazione della suo opera. Fino al tuo arrivo, scriverà il primo articolo su La Chaux-de-Fonds. Mi piacerebbe fare qualcosa d'interessante. Fra poco. Ciao
Horia


Da Neuchâtel (lettera ms.) 16.X. 1986

Caro Antonio,
ti ringrazio della tua lettera che mi ha rassicurato (cominciavo a credere che ti era successo qualcosa di dispiacevole). Ti ringrazio anche delle tue lusinghe e stima concernendo il mio frammento di romanzo. In quanto all'editore... senza relazioni, non si può essere pubblicato. E' come la parola di Dante: "Lasciate ogni speranza...".
Sono io che ho dato il tuo indirizzo a Valentina Caraion e mi rallegro di sapere che hai ricevuto i libri.
Vahé Godel ha scritto un poema molto interessante per noi e, alla mia domanda, resterà inedito. E dunque esclusivo! Ho scritto la sua presentazione bio-bibliografica e avrai l'insieme, fra alcuni giorni, coll'articolo su "l'Alliance culturelle romande" e il suo interessantissimo quaderno sui musei (Vahé Godel voglio che si scrisse sotto la sua fotografia il nome dell'autore, suo figlio. Vedrai ciò che ho scritto) (dunque: per numero 1: La fète des poètes con poemi di Jeanneret, Junod e Godel più l'articolo su Cahier de l'Alliance - musei. Lasciamo Chappaz per numero 2 (mi dispiace ingannare dello spazio).
Mia moglie è stata molto commossa dalla tua attenzione e ti ringrazia, col rammarico che tu non sia rimasto alcuni giorni a casa nostra.
Jean-Jacques lavora bene a scuola. Spera vederti tra poco a Lecce. Per il momento si prepara... finanziariamente. Ti baciamo tutti. Buoni auguri a tua moglie. Ciao
Horia


Da Neuchâtel (lettera ms.) 7.1.1987

Carissimo Antonio,
ti ringrazio per il tuo messaggio così caloroso del primo gennaio '87. Spero che quest'anno sardi illuminato per te, tua famiglia, come pure il nostro "Corriere". A proposito: avrei bisogno di parecchi esemplari (per Signora Weber-Perret, Godel, Lossier, Junod, Jeanneret, qualche rivista francese e svizzera, alcuni collaboratori futuri come gli scrittori di lingua italiana del Ticino).
Ti ho mandato "La sciolta" ["La foire ... "] e Dracula. Due osservazioni importanti: non ho altri esemplari, dunque occorre che faccia attenzione; se la "Sciolta" è pubblicata, mi piacerebbe fare io stesso le correzioni delle bozze, per evitare le colpe di tipografia. In quanto a Dracula, ti prego di rendermelo più presto possibile, quando avrai soddisfatto la tua curiosità. Come l'ho detto, ho solo quest'esemplare.
Per i due libri, ti spedisco anche i sinopsis che faciliteranno le "notizie utili". Il resto lo trovi nella bibliografia del n. 1 / 1985.
Una buona notizia: sembra che l'antologia dei poeti rumeni in occidente che ho fatta per il PEN Club sardi pubblicata quest'anno.
La novella di cui ti ho parlato nella mia ultima lettera, prende delle proporzioni inaspettate. Sardi probabilmente un piccolo romanzo. L'azione ha luogo a Roma, Ginevra e altrove. Ma l'ho lasciata un po' per il momento perché studio l'opera pubblicata e inedita di Monique Saint-Helier, il Proust svizzero evocato nel n° 2/3 del 1985. Sarà il mio prossimo articolo per il n° 2 del "Corriere", con Chappaz.
Adesso basta!
Jean-Jacques e mia moglie ti salutano bene. Ti bacio


Da Neuchâtel (lettera ms.) 5.IV.1987

Carissimo Antonio,
la tua lettera del 30 marzo mi ha profondamente rattristato. Immagino il tuo stato di spirito. Eri il padre di quest'ammirabile rivista, l'hai formata, con amore, le hai dato il tuo cuore ardente e all'improvviso scompare.
E' molto doloroso perdere il suo "bambino".
lo stesso non posso farmi a quest'idea. E mi domando se non c'è qualcuno per finanziare la rivista.
Qua, i "sponsor" aiutano le riviste letterarie a mantenersi in vita (banche, industriali, commercianti). Delle
persone che fanno questo per pulire la loro coscienza, non sempre pura, persone che mettono la loro pubblicità in queste pubblicazioni, e che talvolta amano la letteratura. Hai provato a metterti in contatto con loro? Hai esaminato tutte le soluzioni? Occorre che "C.I." esista! Non devi capitolare. Ti affermo che qui la rivista gode di prestigio, e sono sicuro che altrove anche. Bisogna scuotere la coscienza di quelli che sono pieni di denaro. Coraggio, caro Antonio! Buone cose a te e a tua moglie. Ciao
Horia


Da Neuchâtel (lettera ms.) 15.6.1987

Carissimo Antonio,
sono afflesso di darti tante preoccupazioni a causa del mio romanzo. Ti ringrazio molto per gli sforzi che fai per assicurare la sua pubblicazione in buone condizioni. Evidentemente capisci che con le pagine per "si stampi" mi occorrono anche la correzione che ti avevo spedita, per fare il confronto. E li avrai presto.
Ho sentito con gran rammarico la morte di Salvatore Toma. Un tale talento che scompare così giovane! Crudele destino!
Franco Latino ha fatto un mirabile lavoro su Caraion. Gli ho mandato una bella lettera di ringrazi e di appreciazioni sul valore della sua realizzazione. Te l'ha detto forse.
In quanto alla domanda concernendo l'acquisizione di una parte ce "La foire " da una banca svizzera, quella possibilità non esiste qui.
Ho pensato a mandare degli esemplari a degli editori, colla speranza di trovare qualcuno che potrebbe assumere questo lavoro, senza domandare i miei diritti d'autore. Sarebbe dunque più facile, ma occorre pensare di più.
Ti voglio un buon soggiorno a Barcellona e gran successi per tutto ciò che tenterai. Jean-Jacques ti scriverà per mettersi d'accordo con te sulla data e il suo arrivo a Lecce.
Salutazioni e baci da tutti
Horia


Da Neuchâtel (lettera ms.) 1. X. 1987

Carissimo Antonio,
ho bene ricevuto i tuoi pacchi e lettere in ottimo stato, e ti ringrazio per tutti i tuoi sforzi. Anche per il regalo di cartapesta che ci piace molto. Se potessi mandare ancora cento esemplari, tutto sarebbe perfetto. Ti spiego. Devo spedire 6-8 esemplari al giuri del Premio Femina, uno dei più importanti di Francia, per il concorso dell'anno prossimo. Anche dieci esemplari al Centro Culturale svizzero di Parigi. Avrà forse una emissione alla Radio Svizzera, dove devo mandare sei esemplari (si sta per leggere un frammento del romanzo).
E ho una lista intera di editori, sperando che qualcuno riprenda la pubblicazione e la diffusione nei paesi di lingua francese.
Ci sono anche le riviste e i giornali svizzeri e francesi. Non devi affrettarti. Me li mandi quando hai tempo libero. Poi, non ti disturberà mai più.
In quanto allo studio di Carducci, l'ho mandato a Pro Ticino Centrale con gli argomenti che avevo. Sfortunatamente non io sono ottimista. Non ci sono riviste ma proverà a cercarne altre. Mi piacerebbe tanto aiutarti! Fra poco con migliori notizie. Saluti a tua madre, moglie e te. Ciao
Horia


Da Neuchâtel (lettera ms.) X. 1987

Carissimo Tonio,
grazie mille della tua lettera così amichevole e della lettera spedita che veniva da Leo Schurmann, direttore generale della Radio e Televisione Svizzera (il quale ha perso il mio indirizzo).
Mi scrive: "La ringrazio di avermi spedito La foire pubblicato nel segno di una tripla alleanza culturale euro-latina. Il carattere fascinante di quest'opera e la sua felicità di scrittura è certamente di natura a arricchire lo spazio litterario francese".
Un critico litterario d'Australia che era segretario di Jules Romains mi scrive: "Lei è un romanziere di profondo spirito creatore. Sono sicuro che La foire la consacrerà gerarchicamente tra i grandi scrittori e mi congratulo con Lei per quest'ammirabile riuscita che merita un successo rilucente".
In quanto al Premio Femina, non è per quest'anno. lo voglio parteciparci perché un premio può facilitare il lancio del libro (e dunque offrire la possibilità di trovare un'editore francese e coprire una parte delle tue spese).
Dici: Forse parteciperemo anche ad un Premio in Italia. Ho pensato ad una traduzione fatta da Franco Latino, ma non mi ha scritto e io non oso fargli la domanda.
Aspetto gli esemplari e ti voglio buona fortuna con tutto quello che intraprenderai. Saluti a fu famiglia da mia moglie, J. J. e io stesso. Ciao caro amico
Horia


Da Neuchâtel (lettera ms.) 17.XI. 1987

Carissimo Antonio,
la storia che ti mando ha quasi sessanta pagine. Era troppo lunga. Ho fatto un grande sforzo per raccocciarla. Sono malato, obbligato, di lavorare al massimo due ore al giorno per tutto un mese. Scusa per il ritardo.
Ho ricevuto il tuo pacco e te ne ringrazio. Ma me ne occorrerebbero ancora parecchi esemplari al più presto possibile. Da una parte, ho cominciato la "battaglia" degli editori. Dall'altra, mi si chiede il libro, perché più la gente lo legge più altre persone (scrittori) s'interessano. Il giornale di Neuchâtel mi ha chiesto un intervento e quello della radio sarà il 18.138. Ci sardi un incontro organizzato dall'associazione vaudese degli scrittori (Losanna), con scrittori e pubblico, come te l'ho detto, ancora una buon'occasione di collocare il libro.
Devi scusarmi di molestarti, mi fa molta pena, ma è interesse nostro.
Il ventinove ottobre ti ho mandato un pacco. L'hai ricevuto? Spero che tutto vada bene a Caprarica per tutta la famiglia. Ciao Tonio
Horia
P.S. Mi piacerebbe fare le correzioni del testo per Sudpuglia. Sarebbe possibile?
P.S.2. Mille grazie per tutto!
H.


Da Neuchâtel (lettera ms.) 28.3.1988

Carissimo Antonio,
la tua lettera del 6 marzo mi ha molto commosso. Ci ritrovo il vero amico, caloroso, generoso che sei.
Una cosa è chiara: il tuo amico e te siete i miei ospiti dopo gli incontri di Yverdon così a lungo come volete.
Non posso bere a causa della mia malattia ma avrete il migliore vino in buona qualità. Non verrà ad accogliervi a Yverdon perché non voglio vedere i Junod. Ma noi ci telefoneremo.
L'esperienza di Sudpuglia mi dà un'idea: La foire potrebbe essere tradotta in italiano. Così potrai recuperare il costo dell'edizione francese. Ho pensato a Franco Latino come traduttore, ma non capisco perché non mi scrive da lungo. Quale è la tua opinione? Ti mando ancora qualche opinione sul romanzo e quella di E.M. Cioran che è molto preziosa. Aspetto la tua risposta e ti voglio grande salute e successo. Saluti a tutti. Ciao Tonio.
Horia

ROBERTO LINZALONE


Da Matera (cartolina postale ms.) 27.12.1982

Caro Antonio Verri,
ti ringrazio per l'invio delle due copie del "Pensionante de' Saraceni" e per il tuo cortese invito, ma io rifuggo dal semplice criterio di classificazione anagrafica (fra parentesi non mi sento lucano solo perché nato, abitante e residente a Matera). inoltre sono molto lento e meticoloso nella selezione del mio materiale da pubblicare, per cui finisco col farlo raramente, e questo - credimi - per scelta precisa. Dopo che mi sono molto antipaticamente - ma sinceramente - presentato, ti porgo, a parte, il mio libretto "chiù chiù/non c'è chiù". Sperando d'incontrarti ti auguro buon lavoro.
Roberto Linzalone


Da Matera (cartolina ill.) gennaio 1988

Caro Antonio,
auguri per P '88 e per la tua poesia in particolare. Sarei lieto di leggere le mie poesie, e parlarne, con te come "compagno di serata" prossimamente aIl'"Officina Nuova" a Bari (il circolo gestito dal pittore Beppe Labianca). Purtroppo non dovrebbero esserci compensi per l'occasione. Fammi sapere. Intanto ti aspetto a Matera tra i Sassi.
Roberto Linzalone


Da Matera (lettera ms.) 17.2.1988

Caro Antonio,
grazie per l'invito. Ti rispondo con questi versi, sperando di rientrare nei termini del tuo lavoro su Salvatore Toma, che conoscevo di nome e per qualche verso. Ho gradito il tuo pezzo su Toma apparso su "Sudpuglia" (che non ricevo). Sono abbastanza indaffarato per un vecchio programma che forse ora realizzerà. A presto. Appena Beppe Labianca (responsabile della "Officina Nuova" di Bari, via Brigata Bari, 18) mi fissa la data del nostro incontro a due nel suo circolo, tempestivamente te la comunico.
Buon lavoro
Roberto

MARIO LUNETTA


Da Roma (lettera ms.) 11 sett. 1983

Caro Verri,
eccoti il mio intervento sul Sindacato Scrittori.
Ti consiglio di chiedere un contributo anche a Roberto Di Marco, che mi ha recentemente espresso la sua
volontà di riprendere l'attività nel Sindacato. In attesa di sentirti, ti saluto con viva cordialità, tuo
M. Lunetta


Da Roma (lettera ms.) 9.11.1983

Caro Verri,
grazie assai per i due volumi del "Pensionante" - e complimenti sinceri per il tuo. Con altrettanta franchezza, debbo dirti che trovo quello di Toma un po' acerbo. Restiamo in attesa, facendo credito anche alla giovane età dell'autore.
Per quanto riguarda Il pane sotto la neve, il titolo è di una ovvietà che il testo non merita. Sì, perché sia nelle tue cose in versi che in quelle in prosa trovo verve linguistica, umori forti e consapevolezze costruttive.
Auguri, dunque, caro Verri - e buon lavoro dal tuo
Mario Lunetta
[Ci viene da aprire una parentesi sul Sindacato Scrittori. Un impegno o un pretesto? O una comodità? Si poteva' far di più? Il tutto non va riferito solo a Lunetta. Autocritica e ripensamenti anche da parte nostra? E se... Ha forse visto bene Antonio Donna?]

ROMANO LUPERINI


Da Lecce (lettera ms.) 5.2.1983

Caro Verri,
ho qui due poesie di una giovanissima studentessa. Mi sembrano buone e ho pensato che forse potresti pubblicarle.
Ti accludo anche qualche verso che io ho scritto per una persona che non vedevo da tempo e a cui offrirli.
Siccome non mi sento un poeta e neppure un versificatore, qualora tu pensassi di pubblicarli, non mi sentirei di firmarli. Vorrei anzi che nessuno ne sapesse la paternità. Siccome questa persona mi chiama talora, per scherzo, "Herr Magister", lo pseudonimo potrebbe essere questo.
Comunque, se tu, per ragioni di spazio, devi scegliere, tieni presente che io preferisco di gran lunga che siano pubblicate le poesie della giovane studentessa, che si chiama Marisa Marechiaro.
Ti ringrazio. Dovresti mandarmi due o tre copie del tuo giornale di poesia presso la Facoltà di lettere e Filosofia di Siena. Di nuovo grazie.
Romano Luperini


Da Siena (lettera ds. su carta intestata: "Facoltà di Lettere e Filosofia" Siena) 30 aprile 1983

Caro Antonio,
grazie per la lettera e per "Il pensionante", con la poesia di Herr Magister in (eccessivo, temo) risalto. No, non credo di essermi ancora convinto a pubblicare qualcosa. Fammici pensare ancora sù. Piuttosto ti darei un pezzo in prosa di Orio Rossetti, che vinse anni fa il premio Viareggio per l'opera prima. L'ho visto in questi giorni e mi ha dato un raccontino che potrebbe andare bene per il tuo giornale.
lo verrà il 20 maggio a Lecce, e lo porterà con me. Intanto ti saluto caramente.
R. Luperini


Da Siena (lettera ms., carta intestata: Università degli Studi) 15.2.1988

Caro Verri,
conosco troppo poco Salvatore Toma per arrischiarmi a scrivere qualcosa su di lui.
D'altronde ho ricevuto la tua lettera solo ieri e non ho neppure il tempo per documentarmi meglio (ho varie scadenze urgentissime). Mi dispiace proprio. Un saluto cordiale
R. Luperini
[Non teniamo fede alla promessa. Dopo sei anni. Luperini ci scuserà]

ORESTE MACRI'


Da Firenze (lettera ms.) 2 febbraio 1979

Caro amico,
vivamente la ringrazio dell'invito e formulo i più calorosi auguri per il "Caffè Greco". Purtroppo sono impegnato in lavori urgenti e debbo partecipare ad alcuni congressi (due foscoliani). Non ho un minuto di tempo, l'età avanza. D'altra parte, è bene che voi giovani facciate tutto da voi, in modo autonomo e originale, e solo su una base affermata intervengano gli anziani.
Plaudo ad una pagina dedicata a Bodini, interprete del nostro Sud miserabile e sublime. Posso solo autorizzarvi ad estrarre qualche brano della mia Introduzione alle Poesie pubblicate da Mondadori.
Ancora grazie e cordiali saluti
Oreste Macrí


Da Firenze (lettera ms.) 18 novembre 1980

Rivista "Caffè Greco". Gallipoli
Cari amici,
vivamente vi ringrazio del dono del vostro nuovo fascicolo che ho letto con piacere e interesse, lamentando anch'io la confezione esterna cartacea e tipografica, piuttosto difettosa. La linea speri mentale-realistica (in senso lato), che avete intrapresa, mi pare giusta e seria negl'intenti, se non in tutte le manifestazioni della vostra produzione in poesia e in prosa. Qualche provincialismo andrebbe bruciato.
Sarebbe necessaria una integrazione da altre dimensioni ed esperienze della letteratura italiana ed europea.
Vedo con piacere alcuni nomi direttivi ed esemplari, come quelli di Bodini e Pagano, la collaborazione della Durante, la rievocazione e la rielaborazione artistica della storia e geografia della nostra "patria chica". Vi porgo il più cordiale augurio e saluto
Oreste Macrí


Da Firenze (lettera ms.) 4 maggio 1983

Caro amico,
la ringrazio del "Salento domani" compiacendomi del suo zelo in favore di una nuova cultura salentina. Molto brava la De Lorentis, che io ho sempre stimato. Quanto alla Sua lettera del 26 aprile chiarisco - ma non ce ne sarebbe bisogno - che il mio anti-neoavanguardismo non era rivolto direttamente contro "voi", dico "voi" perché lei assume le intese con un "noi". Sulla neoavanguardia ho scritto varie pagine su Realtà del simbolo e nello stesso "Albero". Dall'altra parte il tradizionalismo, provincialismo, ecc., peggio! si combatte su due fronti. la mia polemica non si dirige alla forma espressiva neoavanguardistica in prima istanza, ma allo spirito reazionario e trasformistico di fondo. Nulla da obiettare sul candore e ingenuità del Suo foglio "saraceno", che guardo e leggo con simpatia in cerca di qualche voce emergente fra tanta generosità ospitale. Ma a lungo andare la forma trascina seco ed altrove i contenuti etici, religiosi, politici, donde il ludismo, dilettantismo, coperture, ecc. Curiosi i ritorni storici. Il futurismo arrivò a Lecce dopo 20 anni, entusiasta Bodini 18enne, che poi obliò del tutto tale esperienza.
Dopo 20 anni dal gruppo '63 arriva a Lecce la neoavanguardia, preceduta dalla colonizzazione della poesia visiva. Credo che potrebbe bastare.
Grazie della Sua lettera. le è uscita dal cuore e l'ho letta dietro le parole. Auguri e cordialità.
Oreste Macrí


Da Firenze (lettera ms.) 17 novembre 1983

Caro Verri,
vivamente la ringrazio del dono del Pane sotto la neve. Solo la dedica non mi è piaciuta: "( ) non è davvero una grande cosa". Grandi cose a questo mondo son rare o non ce ne sono. La Sua è una "cosa" notevole, in accordo col boom provinciale-regionale della cultura poetica planetaria. Da varie parti del mondo ricevo libri come il Suo: pastiches plurilinguistici, plurisentimentali, poesia sulla poesia, simbologizzazioni letterarie, familiari amicali, nomadismo e maledizione, il nulla alla fine. Predominante è il linguistico torturato nell'immaginario. Anche lei è sopraffatto da tanta materia-forma, si che molto di rado e a sussulti trapela la Sua verità singolarissima, quell'incomparabile che è la poesia... Poesia da terzo mondo, candida ingenua multipla corrotta, .prodotto d'accelerata e delirante autocolonizzazione subentrata alla colonizzazione manu militari. Grazie ancora, cordialità e auguri
Oreste Macrí


Da Firenze (lettera ms.) 4 agosto 1984

Caro Verri,
vivamente la ringrazio del dono dei due nuovi libri del "pensionante de' saraceni", con i quali degnamente la Sua collana si arricchisce e acquista coerenza di intenti poetici e umani. Plaudo ai disegni di Conversano, e anche di Toma. Mi ha molto impressionato Folstizio di Augieri, estremamente umano attraverso l'infraumano, solidamente costruito, non ludico né sperimentale. 0 meglio, lo sperimentalismo è strumentalizzato, come anche nella sua poesia; per quanto vi desidererei liberati dal manieristico-linguistico.
Spero di rivederla a settembre. Ancora grazie, Auguri e cordialità
Oreste Macrí


Da Firenze (lettera ms.) 11 dicembre 1985

Caro Verri,
vivamente la ringrazio dell'invito al "Pensionante de' Saraceni" mi compiaccio del numero doppio che sardi dedicato a Vittorio Pagano. Anche Valli ed io avevamo preventivato un numero consimile dell'"Albero"; qualche dì dovrà riflettere. Per il numero a Valli, se crede, può riprodurre lo scritto che è uscito sul "Quotidiano" (27 novembre) trattandosi, appunto, di un quotidiano.
L'aspettavo a settembre, ma non si è fatto vivo. La seguo sempre come posso (verso il 730 anno) con interesse e stima. Auguri e cordialità
Oreste Macrí


Da Firenze (lettera ms.) 30 dic. 1985

Caro Verri,
grazie del Fabbricante d'armonia, che subito ho preso a leggere con gusto, ammirato dalle Sue doti di "dramma storico", e proiezione nel contempo del Suo mostruoso demone interiore, linguisticamente scatenato. Forse tutti noi salentini coincidiamo in questa archetipica follia; pensavo a Pagano per quel "grandioso figlio del nulla".
Quanto a Valli, non per giustificarmi, ma ho creduto che valesse la pena una discussione intorno a quel suo libro sulla cultura letteraria salentina, al quale intendevo riferirmi.
Grazie anche del nuovo numero del Pensionante de' Saraceni (troppo generoso, perfino le poesie di Marina) e dell'Archangelus Gabriella che non m'ha molto entusiasmato. Sia bene inteso che mi interessa quasi soltanto l'amico Verri, forse una partita perduta, ma non c'è stato e non c'è scrittore salentino che non corra questo rischio. Bello il disegno sul frontespizio del Suo Galateo. Auguri, buona salute, buon lavoro
Oreste Macrí


Da Firenze (lettera ms.) 21 giugno 1986

Caro Verri,
vivamente la ringrazio del Pensionante de' Saraceni dedicato a Vittorio Pagano. Un bel numero, organico e criticamente positivo, oltre qualche effusione sentimentale (che, infine, non guasta).
Sia di fondamento e sprone e augurio a un riconoscimento pieno, nazionale e anche europeo, popolare, dell'alta e umana poesia del più sfortunato dei nostri poeti avendo tutto donato di sé. Sto leggendo col rimorso di non aver partecipato (ma non ho potuto ). Spero che l'"Albero" segua questo suo esempio di intelligenza e generosità. Grazie ancora, e il più cordiale saluto
Oreste Macrí


Da Firenze (lettera ms.) 2 novembre 1987

Caro Verri,
ho ricevuto i due "quaderni", rattristato dalla cessione dell'attività del suo Centro Culturale così fervido e vivo.
Ricevetti la sua Betissa, ammirato dal suo immaginario linguistico. Non sono stato bene e non mi sono ancora rimesso. Sia certo delle mia stima. Cordialmente
Oreste Macrì
[L'attenzione di Macrí. Continua. La suo ironia inferiore solo alla sua cultura. In queste riflessioni a braccio Macrí è uno dei personaggi più cari per noi che scriviamo]


Da Firenze (lettera ms.) 7 settembre 1988

Caro Verri,
la cartella estrosa, imprevedibile, saporosa e tangibile, per Salvatore Toma, ce lo restituisce vivo com'era e come sarei per sempre; documento emotivo, ma anche di acute impressioni critiche; il tutto - naturalmente - riflesso e rifranto da un'anima congeniale: di Antonio Verri. la ringrazio di cuore insieme con il suo collaboratore Maurizio Nocera. E grazie della visita, anche da parte di Albertina.
Suo affezionatissimo
Oreste Macrí

LEONARDO MANCINO


Da Valenzano (lettera ms.) 3.3.1981

Carissimo Maurizio,
ho ricevuto "Caffè Greco", l'ho apprezzato, ne ho parlato con l'amica Rina Durante e sono d'accordo circa la collaborazione e l'eventuale aiuto economico.
A parte che apprezzo ciò che state facendo voglio inviarti ora una poesia che gradirei fosse pubblicata sulla rivista nel prossimo numero. Ti ringrazio e ti saluto caramente, arrivederci, tuo
L. Mancino


Da Valenzano (lettera ds.) 4 settembre 1987

Carissimo Antonio,
scusami il ritardo ma l'estate si è messa tra le aspirazioni e il mio libro. Ora, alla ripresa autunnale, il volume continuerà la propria e giusta corsa.
Ciò per dirti che Cappelli mi ha confermato la spedizione di Dichiarazioni, silenzio e giorni a te come ad altri. Non mi hai più fatto sapere nulla circa la recensione di quel tuo amico a QUOTIDIANO. Che se ne è fatto? Oppure anche per te l'estate è stata frenante?
Ovviamente mi aspetto molto anche da te: che tu possa scrivere su Sudpuglia, la rivista bancaria sulla quale ti seguo con affetto.
Fammi sapere e - soprattutto - fatti vedere quando vieni a Bari. Ciao
Leonardo

LIONELLO MANDORINO


Da Collepasso (lettera ms.) 19.11.1986

Caro Antonio,
dopo le tue ultime lettere, una del 31.10 e l'altra del 17.11.1986. Rispondo sulla seconda. Metto da parte la "rabbia" considerandola uno scherzo. Prendo come un fatto molto serio quando mi dici, se mi può essere utile, "un bel po' di amici addetti e no, notano, in quelle due Sale, l'assenza tua, di Toma, di Casciaro". Antonio, escludiamo la mia presenza che non conta in queste Sale Museo, ma mi dispiace, mi sorprende e mi rammarica la non presenza delle opere dei Maestri Gioacchino Toma e di Giuseppe Casciaro. Per Toma mi piace ricordare il giudizio espresso in Arte Moderna di E. Lovagnino, Edizione UTET " ... certo il più delicato fra gli artisti meridionali del suo tempo, uno dei pochi grandi maestri italiani del XIX secolo". Come pure mi piace rievocare su Casciaro, sempre sullo stesso volume II: "... dipingendo paesaggi e marine con pastelli farinosi mostrò all'evidenza i suoi legami col Dalbono, con Michetti e col Mancini pur conservando in una sorta di "arruffio", che può farci sentire la contemporaneità della sua pittura e quella dell'ultimo lombardo, certo tono personale".
Sempre su Toma e poi basta con le citazioni. Mi soffermo sulle parole scritte dal nostro Aldo Vallone in chiusura dell'introduzione al "Ricordi di un Orfano", Ed. Congedo 1973. "Ma infine Napoli ridà fiducia, lavoro, gloria all'oscuro artista di Galatina. E a Napoli rimarrà il Toma per tutta la sua vita. Morì lì, infatti, nel 1891 ". Non voglio giungere né voglio far commento alcuno per ora. Ti attendo a Collepasso, ansioso di avere tra le mani il catalogo della "Permanente". Ti salutano i miei insieme a Cosma Rita che è a Collepasso con il piccolo Francesco Tiziano. Un abbraccio
Lionello

MASSIMO MANERA


Da Bologna (lettera ms.) 2 maggio 1988

Carissimo Antonio,
inizio con l'inviarti i miei "saluti-amici", e quelli di Jenny, a te e a tua moglie.
Purtroppo a Pasqua non ci siamo incontrati - ho avuto un maledetto da fare a causa di alcune ristrutturazioni in corso nella casa materna. Sarei molto contento se ti avessi potuto salutare insieme alla tua "magia" ed ai tuoi portici di fieno - avrei voluto, anche, discutere con te di un mio progetto per la masseria bianca dei nostri sogni, ne parleremo spero questa estate - a Gigi piace - dobbiamo, però, vincere alle elezioni amministrative del 1990: il sogno bianco-mediterraneo della masseria svanirebbe.
Ho letto quello che hai scritto di Gigi, di Sternatia e del facilisco. In poche ore, questo magico mistero mi ha completamente rapito.
Ciò mi ha spinto ad inviarti la presente: per avere un tuo parere su alcune mie informazioni e conseguenti deduzioni.
Un ragazzo che ho incontrato qui a Bologna e che si occupa di mostri mi ha spiegato meglio il "Basilisco". "Rettile favoloso che secondo le credenze medievali dava la morte con lo sguardo" riporta il dizionario Oli Devoto.
Egli - mio amico di cui prima - mi ha parlato di un rettile preistorico - qualcuno dice non ancora estinto lungo più di due metri, che pietrifica con lo sguardo: qualche santo (San Francesco?) lo avrebbe incontrato in Sardegna.
Ma ciò che maggiormente mi interessa farti notare è il fatto che il protettore di Sternatia è San Giorgio: uccisore di un drago. Il Facilisco del nostro stemma e questo santo draghicida sono in correlazione? Cesarino De Santis racconta di un violentissimo uragano nel 1567 a Sternatia il 22 agosti - giorno di San Giorgio: da qui l'esserne diventato il protettore.
"Quando vola [il drago] nei cieli causa bufere che scoperchiano i tetti delle case di città e inondano le campagne" scrive Borges nella voce drago del suo "Libro degli esseri immaginari".
Il cerchio così si chiude. La correlazione potrebbe essere provata. Il Facilisco ha causato l'uragano, San Giorgio ha salvato gli abitanti di Sternatia dal terribile evento.
Facilisco nello stemma e San Giorgio protettore diventano così due facce della stessa realtà.
Facendo un ulteriore passo si può notare come anche la luna di Gigi e San Giorgio sono due momenti strettamente legati: rispettivamente il momento pagano-animistico e quello cristiano della lotta al male-facilisco; e più ancora rappresentano l'eterna dualità tra l'inquietudine dell'uomo di fronte alla vita, ai suoi imprevisti ed ai suoi misteri (Facilisco) ed il bisogno di certezza e di protezione (luna -San Giorgio).
Ma perché proprio il Facilisco nello stemma di Sternatia?
Saluti
da Jenny e da un "Facilischide"
P.S. Gigi Specchia, i suoi quadri e i suoi pennelli non potevano essere descritti diversamente.

PIERO MANNI


Da Lecce (lettera datt., carta intestata: "Centro Culturale Pensionante dei Saraceni") 16 febbraio 1985

Dalla rubrica "abbiamo ricevuto" apprendo che per tutto il 1984 non hai ricevuto "l'immaginazione".
Me ne spiace molto, perché non hai potuto vedere che ho pubblicato una tua poesia, che ho fatto gratuitamente la pubblicità ai tuoi libri e che non s'è persa occasione per citarli.
Probabilmente, hai cambiato indirizzo e ti sei scordato di avvertirmene. Anch'io ora - ma se lo avessi fatto molto prima mi sarei risparmiato qualche dispiacere - ho cambiato indirizzo, numero di telefono e nome, e non ti comunicherà certo quelli nuovi, e ti prego di non chiederli in giro. Come ti prego di non fare di questo mio biglietto ulteriore argomento di pettegolezzi, com'è tuo costume, ma per una volta - semel in vita - di comportarti con dignità e di tenere per te questa definitiva interruzione dei nostri rapporti.
Piero Manni


Da Caprarica di Lecce (minuta di risposta) 26.2.1985

... quattro parole per risponderti, ma solo perché a me piacciono (una goduria incredibile, una leggerezza che purtroppo non puoi provare) le condizioni, le situazioni buffe, non decorose, non dignitose (anche se non ho mai organizzato tombolecciate di sorta ... ).
Credevo di averti insegnato, oltre che a fare un foglio di letteratura, anche ad aver simpatia per i pettegolezzi (di diversa natura i tuoi ... ), a farne magari, senza star lì, dignitoso, a subirli. Niente.
Credevo di averti insegnato che quanto più uno si comporta con dignità tanto più, a volte, è costretto, come hai fatto tu, a cambiar identità e indirizzo e telefono. Credevo... credevo... Macché! E poi, di che natura è la tua dignità?
E quest'eleganza un po' forzata della mia lettera per dirti il mio schifo per cicisbei, epigoni e... sessantottini. Per dirti che in fondo l'ho capito dalla tua lettera che t'è piaciuta la rivista
Antonio Verri

ANGELO MANUALI


Da Foggia (biglietto ms., carta intestata: Edizioni Bastogi) 13.4.1979

Caro Verri,
mi scusi se le rispondo con mesi di ritardo. Sono stato impegnato, come vede, nella creazione di una casa editrice la quale ha rilevato la "Ugo Bastogi" di Livorno e la "Argileto" di Roma. Inoltre ho rilevato anche la rivista "RAPPORTI", per cui non mi sardi facile collaborare con la sua iniziativa, per la quale le faccio i migliori auguri. Cordiali saluti
Angelo Manuali
[Qualche nome di operatore-autore rimasto fuori dal carteggio. Tra gli altri: M. Abbate - M. Bettarini -A. Bodini - N. Cavalera - D. Cascione - C. Fioravante - N. Cavallo - G. Dell'Anna - L. Di Turi - A. Fabbiano - C. Giannuzzi - M. Guzzi - S. Falliero - R. Guido - F. Giannoccaro - A. Zaffarano - M. Marcone - G. Pampallona - G. Rosato - R. Ricchi - E. Rosselli - C. Tedeschi - D. Michailitis - Ungaro - Valla - Vitelli -Violani - Zaniboni. Ricordiamo anche i messaggi di E. Guillevic, i libri; e della moglie L. Albertini. Gli avvisi "mail art" di Gino Gini. E per ora nient'altro]


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