§ Opinioni

L'accelerazione della storia




Giuseppe Galasso



La storia non procede, come si sa, secondo le scadenze del calendario. Il succedersi degli anni' non si misura per essa col metro del 31 dicembre o del primo gennaio. Anche quel termine temporale che impressiona tanto la fantasia e la sensibilità degli uomini -un secolo! - ha ben poco significato per la storia. I secoli cominciano e finiscono, dal punto di visto storico, in qualsiasi anno, e sono ben lontani dall'avere il ragionevole e, per noi, comodo costume della durata fissa di cento anni.
Il nostro secolo, il secolo ventesimo, ad esempio, si può ragionevolmente ritenere che sia cominciato, parlando storicamente, con la prima guerra mondiale, ossia quando secondo il calendario esso avrebbe dovuto già contare una quindicina di anni. E che esso finisca nell'anno 2000 è, per ora, soltanto una legittima, ma puramente convenzionale aspettativa, impostaci dalle nostre abitudini di calcolo del tempo.
Bisogna tuttavia ammettere che il nostro secolo, almeno finora, un'abitudine piuttosto costante sembra averla tenuta. A rifletterci, esso ha infatti registrato ogni dieci anni una svolta fondamentale. La sequenza è impressionante: 1919, ritorno alla pace, inizio dei ruggenti Anni Venti, comunismo in Russia, fascismo in Italia; 1929, crisi economica mondiale, nazismo e stalinismo, imperialismo giapponese, sfida fra totalitarismo e democrazia; 1939, secondo guerra mondiale, ascesa degli Usa e dell'Urss a superpotenze, eclissi europea e giapponese; 1949, guerra fredda, ricostruzione post-bellica e vari miracoli economici; 1959, Nuova Frontiera, Concilio Vaticano, decolonizzazione, inizio della società opulenta; 1969, inizio del riflusso, crisi del sistema comunista nell'Unione Sovietica, papato di Giovanni Paolo li, riaffermazione del primato mondiale degli Stati Uniti.
Sono appena alcune indicazioni, che ne tralasciano tante altre di non minore importanza da altri punti di vista. E resta inteso che anche per le date decennali che abbiamo indicato si tratta di riferimenti da accompagnarsi sempre con un "più o meno", per quanto riguarda la puntualità della ricorrenza dell'anno col 9, che abbiamo l'impressione di vedere come così significativo. Di quel che poi è cominciato nel 1989 è appena il caso di accennare, tanto vistosi, clamorosi, repentini, incalzanti sono stati gli avvenimenti ai quali stiamo assistendo, e che davvero fanno pensare all'inizio di un nuovo periodo della storia mondiale.
E diciamo bene "mondiale", perché mai come in questo secolo l'unità e l'interdipendenza della storia degli uomini in qualsiasi parte del mondo essi vivano e agiscano sono apparse così evidenti e totali. Ci sono voluti quattro o cinque secoli perché arrivassimo a una mondialità così piena.
Oggi possiamo dire che siamo davvero allo stadio del villaggio globale. Anche perché noi ci siamo riferiti solo alla storia politica ed economica; ma nello stesso tempo si è pure svolta una storia scientifica e tecnica di non minore, anzi spesso di maggior rilievo, che ha cambiato la vita degli uomini in modi non meno decisivi e totali di quanto ha fatto la politica. la diffusione degli strumenti di trasmissione e di comunicazione in tempo reale è solo il simbolo di mutamenti che riguardano ormai addirittura la nostra stessa costituzione biologica e il nostro ordine genetico.
Previsioni per gli anni '90? le faccia chi ne ha il coraggio dinanzi ad una accelerazione della storia come quella alla quale stiamo assistendo, in particolare, dagli ultimi mesi dell'89. Era un anno cominciato con le celebrazioni del bicentenario della Rivoluzione francese e che sembrava dovesse avere in esse il proprio avvenimentochiave.
E' sopravvenuta, invece, disattesa, una rivoluzione; anzi una serie di rivoluzioni a catena che hanno dato alle stesse celebrazioni del 1789 un senso del tutto diverso.
Ci si era chiesti se la Rivoluzione francese fosse stata opportuna o meno, se essa avesse davvero il valore epocale di grande epopea liberatrice e progressista che la tradizione le attribuiva, se avesse messo capo alla libertà e alla democrazia o al terrore e al totalitarismo, e così via.
Ciò a cui stiamo assistendo da una risposta drastica: in tutta l'Europa orientale si rivendicano né più né meno che le cose messe due secoli fa all'ordine del giorno della storia europea dalla Rivoluzione francese.
Addirittura ne è promotrice determinante la Chiesa di Roma, che due secoli fa era sull'altro lato delle barricate ed oggi è, invece, una delle maggiori forze di liberazione in Europa e in altre parti del mondo.
Lasciamo stare, perciò, le previsioni e stiamo ai fatti, che sono già così degni di riflessione. Traiamone soltanto l'augurio che le menti e i cuori degli uomini siano nel prossimo futuro all'altezza di eventi così seri e grandiosi. Ce n'è, specialmente in Italia, assoluto bisogno.

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