Curiosare
nell'economia della nostra provincia, per individuare le isole d'i un'imprenditorialità
avanzata, conversare con alcuni protagonisti di questa nuova realtà
ci ha permesso di cogliere alcuni elementi di novità e di dinamismo
in un tessuto economico apparentemente statico.
Gli interlocutori di questa seconda parte del nostro lavoro sono figure,
per certi versi, inedite.
Dopo esperienze di studio e di lavoro realizzate altrove, tornati nella
loro terra d'origine, divenuta terra di elezione, innestano con il loro
modo di produrre i primi germogli di una nuova coscienza imprenditoriale.
Hanno scelto di operare in una terra ancora ricca di colori e di segni,
non del tutto omologata da clientele e assistenzialismo. La sua marginalità
geografica e i costi che questa comporta (vuoti politico-istituzionali,
carenze infrastrutturali, assenza di una cultura d'impresa) vengono
assunti come una sfida.
Il terziario avanzato in provincia di Lecce è una realtà
recente e ancora quantitativamente limitata. Nel 1986 nasce una sezione
di questo settore nell'Associazione industriale di Lecce. Rappresenta
14 aziende "ancora poche per contare veramente", come dice
l'Ing. Macculi, Presidente di questa sezione, ma sufficienti come segno
di una inversione di tendenza.
Autonomia, responsabilità, flessibilità caratterizzano
questi nuovi soggetti. La comunicazione tra terziario avanzato e settori
tradizionali dell'economia provinciale risulta comunque difficile. Creare
le condizioni per un'integrazione tra innovazione e tessuto produttivo
complessivo è un compito che i soggetti istituzionali, economici
e sociali dovrebbero fare proprio.
SOSEA, Società di Servizi Avanzati - Lecce
La SOSEA, nata
nel 1986, è una società per azioni con capitale sociale
detenuto da azionisti pubblici (Gepi, Iveimer) e privati (Ass. Industriali
e Soges).
Vernaleone Andrea vive a Lecce dove è nato, ha 27 anni. Ha
studiato Giurisprudenza a Bologna, ha lavorato per un anno come Procuratore
legale, ha seguito un master di gestione aziendale a Bologna. E' entrato
in contatto con la SOSEA ed ha deciso di ritornare nel Salento.
La SOSEA è
una società di servizi avanzati. Che tipo di servizi offrite?
La SOSEA è divisa in un'area aziendale privata e in un'area
pubblica. Gli interventi che noi possiamo realizzare, nell'area privata,
riguardano consulenze direzionali, attività gestionale e di
ristrutturazione, progetti ed installazioni industriali, organizzazione
della produzione, elaborazione elettronica di dati, organizzazione
commerciale, formazione, ricerca e selezione di personale qualificato,
difesa dell'ambiente. Per l'area pubblica offriamo programmazione
territoriale, pianificazione a medio e lungo termine, organizzazione
dei servizi interni, riorganizzazione generale, organizzazione contabile-amministrativa,
revisione e certificazione, igiene urbana, finanza, cioè analisi
dei fabbisogni finanziari.
Da dove vengono le maggiori richieste di servizi avanzati?
Le maggiori richieste che vengono dalle aziende private riguardano
interventi nell'area commerciale: ricerca venditori, organizzazione
di reti di vendita, supporto per l'avvio di attività su scala
nazionale, ricerche di mercato. Diamo anche consulenze di tipo tecnico
per quanto riguarda la progettazione di nuovi prodotti. Ovviamente
le richieste rispecchiano, più o meno, la composizione del
territorio.
E il settore turistico, ad esempio?
Col settore turistico non abbiamo ancora lavorato. Ritengo che questo
sia dovuto al fatto che le aziende del settore turistico, da noi,
sono molto giovani, non sentono ancora l'esigenza di gestirsi come
aziende industriali. La nostra attività è rivolta in
gran parte ad aziende del settore abbigliamento, in parte ad aziende
del settore metalmeccanico e anche alimentare. Su Brindisi abbiamo
qualche contatto nel settore della sicurezza e altri contatti, attualmente
in corso, col settore farmaceutico. Su Taranto stiamo lavorando con
dei colorifici.
Conoscete Tecnopolis?
Sì, abbiamo dei contatti con Tecnopolis. E' una organizzazione
molto tecnica. Noi comunque per l'acquisizione di know how ci rivolgiamo
alla Soges di Torino. Verso Tecnopolis c'è tutta la buona volontà
perché i contatti si intensifichino. Noi svolgiamo gran parte
della nostra attività nel campo della formazione professionale.
A Tecnopolis opera la SPEGEA, grossa società di formazione,
che ha una ottima immagine. Lavoriamo su ambiti diversi e, soprattutto,
su target diversi. L'interesse di tutti è che il mercato dei
servizi reali, attualmente in fase di avvio, possa svilupparsi.
Avete dei contatti con la Cittadella dei Nuovi Materiali di Mesagne?
Abbiamo avuto dei contatti, sempre attraverso l'Associazione degli
Industriali.
Come vi aggiornate?
Il nostro principale fornitore di know how è il gruppo Soges
di Torino. Personalmente vado a Torino con una certa frequenza. I
servizi che noi forniamo sono dei servizi guidati dall'esperienza.
Il vostro personale è locale?
Sì, è di Lecce. Da noi ancora però non ci sono
molti consulenti e soprattutto non c'è la possibilità
di avere un'organizzazione, un numero di componenti tale da fornire
un pacchetto di servizi ampio.
Sta cambiando qualcosa nel Salento, i servizi di terziario avanzato
sono una esigenza oppure no?
C'è una discrepanza tra l'offerta e la domanda: la domanda
di servizi è del tutto informe. Di fatto non sono molti gli
imprenditori disposti ad investire capitale (perché non è
altro che una forma di investimento) in una ricerca di mercato, cioè
in un pacco di carta, che è il modo più volgare per
definire la ricerca di mercato. A fronte di una teorica domanda di
servizi, quando noi andiamo in azienda e vogliamo definire il nostro
lavoro, il discorso diventa molto difficile. Non si ha percezione
di quali siano i parametri di mercato. il costo della consulenza al
Nord si aggira intorno ad 1.500.000 lire a giornata lavorativa del
consulente; noi siamo notevolmente al di sotto di questo livello,
eppure abbiamo difficoltà a vendere i nostri servizi perché
le aziende li ritengono costosi. Non c'è la mentalità
per questo tipo di investimento: investire in un servizio probabilmente...
appare meno redditizio.
Secondo la nostra esperienza e secondo le più recenti indagini,
c'è una parte dell'imprenditoria, soprattutto piccola e media,
che lamenta la mancanza di occasioni formative, una mancanza di cultura
sia generale sia tecnica.
Noi siamo qui per questo, la nostra presenza sul territorio come Sosea
è abbastanza pubblicizzata, siamo in contatto con molte aziende,
con le Associazioni industriali e con piccoli imprenditori. Ci sono
altre aziende di servizi in provincia di Lecce, con una buona professionalità
e ci sono occasioni formative. Ad esempio, noi abbiamo svolto un programma
promozionale di corsi di formazione professionale che dava la possibilità
di realizzare corsi di formazione aziendale con contributo dell'80%
a fondo perduto del Fondo Sociale Europeo. Abbiamo scritto a più
di 100 aziende, siamo entrati in contatto con una trentina, abbiamo
concretizzato per quest'anno quattro corsi di formazione professionale.
Alle aziende abbiamo scritto lettere, ci siamo andati, le aziende
dovevano dire: "Sì, regalatemi il corso di formazione",
non dovevano dire: "Sì, investo". Ma siccome si tratta
di pagare il 20% del corso di formazione, allora, subito, le resistenze:
"Devo portare gli operai fuori dalla produzione, tenerli fuori
per tutta la durata del corso ... ".
E', questa, la situazione di mercato.
Lecce non è stata investita da un massiccio intervento pubblico,
come Brindisi e Taranto.
Sono del parere che innanzitutto nei confronti della provincia di
Brindisi e di Taranto il discorso dei grandi insediamenti industriali
e dell'indotto è praticamente fallito, si è dimostrato
un discorso di politica piuttosto fallimentare. L'Italsider a Taranto,
la Montedison non hanno creato un grande indotto, hanno modificato
negativamente l'identità del territorio. La provincia di Lecce
non avendo subito questi interventi di politica industriale (la Fiat
Allis ha una caratterizzazione diversa) si sta muovendo moltissimo,
è in evoluzione, è in una situazione decisamente migliore
rispetto a Brindisi. Le aziende ci sono; sono aziende giovani. Secondo
me, il problema fondamentale è legato da un lato alla giovane
età delle aziende, alla inesperienza e dall'altro al fatto
di dover subire tutti gli svantaggi legati al decentramento geografico.
Sì, il problema delle infrastrutture.
Le infrastrutture mancano, su questo siamo d'accordo, ma c'è
anche un problema di mentalità imprenditoriale. Sono tutti
fattori che rendono difficile lo sviluppo dei servizi, che però
si stanno sviluppando. Noi stiamo lavorando molto bene. Non penso
che si possa pretendere molto di più di quello che si sta realizzando
adesso. Noi lavoriamo con criteri che hanno come presupposto una cultura
imprenditoriale radicata, di rilevanti proporzioni...
Che nel Salento non c'è...
Non c'è, però ci sono molti imprenditori che sono disposti
ad investire in consulenza; la massa ancora no...
Avete rapporti con l'Università?
No, un po' con l'Università di Bari: adesso siamo in contatto
con la Facoltà di Ingegneria per la realizzazione di un convegno.
E l'attività delle Camere di Commercio, dello Iasm, del Formez?
L'attività di questi enti non è altro che l'unificazione
delle richieste che provengono dalle aziende. Nell'ipotesi in cui
30 imprenditori facciano richiesta alla Camera di Commercio di un
corso di formazione o di un determinato servizio, sarebbe strano che
questa non si attivasse per farlo. Occorre però spingere per
ottenere determinati risultati, bisogna muoversi.
Gli imprenditori lamentano anche il ruolo poco costruttivo degli amministratori
e dei politici. L'imprenditore salentino è solo o no?
Non è solo di fatto. L'imprenditore salentino ha molte più
difficoltà di un imprenditore del Centro-Nord, su questo non
ci sono dubbi. Ha però la possibilità, gli strumenti
per soddisfare buona parte delle esigenze. Deve comunque attivarsi,
deve decidere di cambiare la propria mentalità. D'altra parte,
c'è tutta la legislazione sui finanziamenti pubblici, di assistenza
alle imprese, che ha portato notevoli risultati: ci sono aziende che
con la legge 64 sono nate, si sono ingrandite, sviluppate; noi invece,
con la legge 64, non siamo riusciti a fare ancora niente. C'è
un articolo della legge 64, l'art. 17, che riguarda i servizi reali,
che consentirebbe di fornire servizi reali con il contributo del 75%.
Pare che nessuno sia riuscito ancora ad ottenere alcunché.
i tempi sono lunghissimi, sono indefiniti, sono state presentate le
domande da più di due anni e nessuno è riuscito ancora
a vedere una lira per questo tipo di servizi. C'è questo massiccio
intervento di finanziamenti che in alcune ipotesi porta dei risultati
concreti, però porta anche a comprimere la mentalità
imprenditoriale: l'imprenditore spesso è imprenditore non con
i soldi propri, è imprenditore con i soldi pubblici. Invece,
magari, è in grado di farli fruttare, però non ha la
mentalità dell'imprenditore che rischia il proprio capitale.
Il 1993?
Il discorso è molto diverso in ragione dei settori. Ad esempio,
nel settore abbigliamento le aziende si stanno muovendo. i piccoli
laboratori che attualmente lavorano hanno una manodopera che costa
molto poco, la loro forza è legata a questo. Quando anche da
noi le aziende inizieranno a far confezionare i blue jeans non più
a Lecce ma in Marocco o nei Paesi del Nord Africa, dove la manodopera
costa ancora meno, quando a Lecce si comincerà ad applicare
il contratto collettivo, come si applica ormai quasi dappertutto,
queste aziende non potranno più contare su una manodopera a
basso costo, ma dovranno puntare sulla capacità di offrire
una qualità di un certo livello. Il settore dove ci saranno
maggiore ripercussioni sardi il bancario.
Il 1993... Effettivamente non è facile fare delle previsioni,
però pensare ad una radicale trasformazione mi sembra piuttosto
azzardato.
STUDIORIONE - Servizi integrati per la comunicazione visiva - Maglie.
Luigi Orione Amato
vive a Maglie. E' nato a Cursi, ha 36 anni. E' sposato ed ha tre figlie.
E' laureato al Dams di Bologna, ha conseguito il diploma di Statistica
a Roma.
L'hobby della fotografia e della grafica lo hanno portato all'attuale
attività: la sua azienda nasce nel 1980, è una ditta
individuale con un organico di 10 dipendenti, più 10 collaboratori
esterni.
Studi Orione servizi
integrati per la comunicazione visiva: in che cosa consiste il vostro
lavoro?
Noi facciamo tutto quello che riguarda la comunicazione visiva per
l'immagine di un'azienda, dal marchio a quello che può essere
un catalogo, un dépliant, o a quello che visivamente un'azienda
vuole trasmettere.
Che tipo di mercato?
Noi abbiamo un mercato nazionale. E' stato un impegno, una scelta,
è stato quello che abbiamo costruito negli anni. Per una realtà
come la nostra bisogna arrivare a Pesaro. Noi allestiamo, per esempio,
in studio, delle grandi ambientazioni per poi realizzare dei cataloghi.
Lavoriamo soprattutto per l'industria, anche media e grossa. Abbiamo
due sezioni: lo studio pubblicitario e il reparto fotografico che
si integra con quello grafico. Lavoriamo così da dieci anni.
In un'azienda come questa l'innovazione è la struttura stessa?
Cinque anni fa, quando abbiamo fatto questo impianto, era il terzo
in Italia, oggi sarà il decimo, vuoi dire che è tempo
di rinnovarlo. Il personale è sia di fuori che locale, ma tutti
hanno fatto esperienza fuori. Abbiamo quattro persone al reparto fotografico
(un fotografo, un aiuto, un assistente ed un attrezzista), quattro
persone al reparto grafico, due all'amministrazione. Ora stiamo rivoluzionando
il reparto grafico, stiamo cercando alcuni quadri intermedi ma, pur
facendo delle buone offerte, non riusciamo a trovarli. Rispondono
agli annunci da Milano, ma quando parli di Lecce...
Quindi se ci fossero comunicazioni più veloci questi problemi...
Sì, nel senso che queste persone potrebbero dire: lavoro quattro
giorni alla settimana e poi vado. infatti una delle nostre ultime
offerte era di quattro giorni lavorativi alla settimana, quattro milioni
al mese e quattro viaggi aerei, più alloggio. Nonostante questo,
però...
Ci sono delle scuole di grafica a Roma, Torino, Milano; qui no, al
Sud niente...
Sì, a Roma, Milano, Torino, Firenze. Abbiamo avuto delle persone
che sono uscite dalla scuola di Lecce, "L'Istituto per il restauro,
la grafica e la fotografia", nulla di veramente qualificato.
Tutti i soggetti da noi intervistati hanno lamentato le carenze di
infrastrutture, oltre che l'impegno poco costruttivo della classe
politica.
Il partner che manca è la classe politica.
Tutti si sono lamentati di questo, però qualcuno dice che se
gli imprenditori salentini volessero veramente qualcosa potrebbero
riuscire ad ottenerlo e che se la ferrovia non si fa, evidentemente
è perché c'è anche una non volontà della
parte economica. E' una provocazione o ... ?
Una cosa è certo: si subiscono degli oneri maggiori, ad esempio,
l'abbonamento a determinate aziende di trasporto che fanno servizi
più o meno celeri. Un collo celere Lecce-Firenze a mezzo ferrovia
per noi significa quattro giorni, questo è un dato di fatto.
L'altro dato di fatto, per quanto mi riguarda, è molto semplice:
se uno ci crede la cosa la fa. E' dall'80 che io sono in ballo e ballo,
e bene o male quello che abbiamo realizzato, lo abbiamo fatto senza
avere alle spalle tutte queste problematiche, che però è
anche giusto che si risolvano, perché altrimenti abbiamo soltanto
disservizi e costi superiori.
Allora è vero che abbiamo un'imprenditoria, non solo nel Salento,
che non si preoccupa?
L'assurdo della nostra realtà è che se verrà
fatta la seconda linea Lecce-Bari, verrà fatta solo perché
si sta interessando il vescovo di Lecce. Possiamo allora renderci
conto a che livello sono sia la realtà politica sia quella
economica. Non si tiene alcun conto delle lamentele degli imprenditori,
c'è stata addirittura la soppressione di alcune reti ferroviarie.
Allora cosa si fa, ci mettiamo sulla strada ferrata e diciamo: -A
noi serve! Però quando il vescovo dice: -No, serve perché,
a livello umano e sociale, serve la seconda rete...
Quello in cui credo moltissimo in questi ultimi tempi è l'imprenditoria
giovanile.
Ti riferisci a qualche realtà in particolare?
Di realtà ce ne sono tante, stanno sorgendo. A Castrignano
c'è un'impresa del settore tessile sorta con la legge n. 44
da parte di ragazzi che ad un certo punto hanno detto: - forse bisogna
muoversi.
Il Salento è una terra di frontiera verso l'Oriente?
E' una carta non molto giocata: noi possiamo andare in Grecia, in
Jugoslavia, in Albania. Quello che è facile per la Lombardia
e per l'Emilia, cioè arrivare in Austria, Francia, Germania,
e Svizzera, per noi dovrebbe esserlo dall'altra parte.
AtIantide?
Lavoriamo in settori diversi. Spada lavora nel design, crea oggetti.
Noi puntiamo sul prodotto finito, cerchiamo il progetto, elaboriamo
le immagini di un'azienda.
A differenza di loro, non abbiamo legami politici. Noi lavoriamo per
le aziende. lui spesso e volentieri per gli Enti pubblici.
Con il '93 potreste avere anche voi rapporti con l'estero?
A noi interessa che le aziende vadano all'estero.
Come vi aggiornate?
Ci sono degli incontri con dei colleghi a livello nazionale.
Con l'associazione degli Industriali avete rapporti?
Di amicizia.
Si parla improvvisamente di criminalità organizzata, come se
prima non esistesse. Lecce non ha avuto un'industrializzazione forzata,
non è una provincia povera: da dove nasce questa delinquenza?
Nel triangolo Cursi-Castrignano-Bagnolo la delinquenza è arrivata
col soggiorno obbligato. La delinquenza, anche su un terreno pulito,
è come un'erba infestante.
Tecnopolis?
Una cattedrale nel deserto. A mio avviso I problema è riuscire
a capire come i miliardi che arrivano per la ricerca possano essere
trasferiti sul territorio.
Le prospettive del mercato futuro?
Noi siamo già in un buon mercato, ogni giorno apriamo mercati
nuovi in funzione del fatto che offriamo prodotti buoni.
L'immagine è particolarmente importante per quanto riguarda
il turismo. Che committenza avete in questo senso?
Nessuna. Vai a parlare di dépliant, che significa soldi, alle
imprese turistiche, hanno una stagione che si restringe a venti, trenta
giorni. Il settore del turismo come concetto di imprenditoria, come
mentalità, è ancora più indietro dell'impresa
normale; nel settore del turismo le imprese sono ancora molto giovani,
a conduzione familiare. Ci sono aziende che sono ancora quelle di
venti anni fa, addirittura quasi con gli stessi menu, con la stessa
offerta di servizi.
Da due o tre anni a questa parte c'è qualche realtà
nuova, ma sono casi sporadici. Dalle Marche in su il turismo è
inteso come impresa, qui invece è per vocazione geografica.
Stanno a Otranto, stanno a Leuca e devono avere il ristorante, la
pizzeria.
Rapporti con le banche, problemi di credito?
Sono loro che hanno problemi con noi.
Per te essere al Nord o al Sud sarebbe lo stesso?
No, avremmo delle infrastrutture migliori, non avremmo il problema
che per una modella dobbiamo rivolgerci a Milano o per le fotolito
a Firenze o a Bologna. E' l'altra faccia della medaglia, è
quello che a noi serve come servizio e che dobbiamo invece acquisire
poi fuori.
COMPUTEK s.r.l. - Lecce
Amministratore
unico Carlo Macculi - Ingegnere Carlo Macculi vive a Lecce. E' nato
a Nociglia. Ha 40 anni, è sposato, ha due figli.
Si è laureato in Ingegneria con una tesi sui microprocessori,
la prima in Italia, al Politecnico di Torino. Ha lavorato nel campo
della ricerca per quanto riguarda l'applicazione di microprocessori
e successivamente nel campo della automazione di processo. In collaborazione
con alcune società americane ha compiuto l'esperienza più
determinante come lavoro: il trasferimento delle tecnologie della
microelettronica.
Attualmente è Presidente dell'Istituto per l'Economia del Salento.
Da quattro anni è Presidente della Sezione di Terziario Avanzato
della Provincia di Lecce.
Che tipo di servizi
offre Computek?
Computek offre servizi innovativi nel campo dell'elettronica e dell'informatica,
soprattutto in quello della progettazione.
Che differenza c'è tra servizi avanzati e servizi innovativi?
I servizi avanzati sono tecnologie mature, già consolidate,
pronte per la commercializzazione; innovazione non sempre significa
tecnologie già consolidate e provate. Innovazione quindi nel
senso di sperimentazione, di nuove soluzioni. Lo scorso anno abbiamo
fatto dei brevetti mondiali su macchine non ancora immesse sul mercato.
Nel Salento quali sono le realtà di questo tipo più
significative?
Che abbiano le stesse caratteristiche nostre non ce ne sono. Ci sono
altre società nel campo dell'informatica, esistono delle società
che si occupano di servizi reali alle imprese, che spaziano dalla
formazione al marketing, alla consulenza di formazione professionale.
Sul territorio quindi l'offerta di servizi reali rispetto alla domanda...
Sicuramente ci sono aziende che fanno questo tipo di servizi, ma il
rapporto tra potenzialità di mercato e offerta, onestamente,
non è un campo di mia competenza.
Un giudizio da Presidente sulla Sezione di Terziario Avanzato della
Provincia di Lecce.
E' una Sezione che sta cercando di darsi un'identità, di cambiare
i ruoli dell'Amministrazione. Per noi, a differenza del settore manifatturiero,
il fatto di incontrarsi non è dovuto ad una spinta sindacale,
è un nuovo modo di incontrarsi per affrontare e risolvere i
problemi. Certo, le nostre aziende sono di dimensioni limitate, per
contare sul mercato bisogna essere di più e più forti.
Quante sono le aziende iscritte?
Quattordici.
Tomando alla Computek, che tipo di aggiornamento fate?
Il nostro è un aggiornamento diretto da parte dei fornitori,
sono informazioni di prima mano legate a corsi di aggiornamento del
fornitore sulle nuove tecnologie.
Chi è che si rivolge a voi, chi sono i vostri maggiori clienti?
I settori tradizionalmente più vicini a noi sono il metalmeccanico
e il settore dell'abbigliamento; oggi ci stiamo attivando per il settore
calzaturiero perché è molto presente sulla zona.
Un giudizio sull'imprenditorialità locale.
La nostra impressione è quella che nasce all'interno dell'Associazione
Industriali. Il problema dell'Europa e del '93 è un problema
abbastanza sentito. Stiamo cercando di valutare gli aspetti che possono
coinvolgere questo appuntamento, non tanto per le nostre aziende del
terziario innovativo, che sono ancora aziende dimensionate al massimo
per un mercato nazionale: abbiamo purtroppo l'80% del nostro fatturato
che va al Nord Italia. Noi non stiamo guardando all'Europa come mercato,
sono i nostri clienti che sono interessati a queste problematiche,
che sono clienti manifatturieri. Da parte nostra c'è un messaggio
molto chiaro, che è quello della qualità.
Gli imprenditori salentini, soprattutto i piccoli imprenditori, denunciano
una sensazione di malessere, di solitudine, una mancanza di cultura,
di occasioni formative, di strutture che aiutino l'impresa.
L'imprenditore salentino è solo perché quella salentina
è una imprenditoria di prima generazione, non c'è una
tradizione, non può non essere così. L'imprenditore,
se vuole acquisire nuova cultura, deve uscire dal proprio habitat
e provare a confrontarsi con altre imprese, non può fare altrimenti.
L'ideologia imprenditoria e, non solo salentina, direi meridionale
in generale, non cerca il confronto, che è fondamentale per
fare cultura, per crescere.
Tutti gli imprenditori da noi intervistati hanno lamentato il ruolo
poco costruttivo della classe politica.
Avendo una utenza privata, la classe politica ci tocca di riflesso.
Secondo me, i politici sono abituati ad essere attorniati da persone
con una mentalità che è tipica di una tradizione imprenditoriale
del mattone e guardano scarsamente a quelle che possono essere le
nuove strade. Ce n'è una fondamentale che li abbiamo invitati
a cogliere e che non hanno saputo cogliere: il grosso problema del
decentramento geografico del Salento. A parte il trasporto delle merci,
noi come settore abbiamo la risposta e ad alcuni clienti la stiamo
dando: solo con il mezzo telematico si possono accorciare le distanze.
O questo messaggio è raccolto e l'ente pubblico che gestisce
la rete telefonica mette il terminale in condizioni di operare o,
ancora una volta, siamo danneggiati.
Conosce il Nuovo Piano di Sviluppo Regionale?
Non nei dettagli, so per aver letto alcuni articoli, non ho valutato
i progetti nella loro specificità.
Un problema di cui si parla sempre più spesso è quello
della criminalità organizzata nel Salento...
L'area salentina risente in questo momento di quelle che sono le condizioni
storiche, la caduta di tensione dell'occupazione costringe una grossa
fetta di giovani e meno giovani che non hanno opportunità di
lavoro e che sono facilmente attirati (data la necessità di
denaro che la nostra società dei consumi ci impone) a fare
delle scelte obbligate. Quello della criminalità organizzata
è un problema comune, io credo sia una strada che prenderà
il Paese intero perché, purtroppo, il giro d'affari che hanno
questi signori dal traffico di stupefacenti, o di altro, è
di gran lunga maggiore del giro d'affari dell'industria nazionale.
E' una fonte di guadagno bella e buona, qui sono i grandi numeri che
giocano.
Un giudizio sulla Fiat Allis.
La Fiat Allis è un'azienda che non credo dia più di
tanto all'indotto salentino. E' al di fuori del tessuto connettivo.
Lo stesso management Fiat non è a Lecce, dove ci sono degli
stabilimenti di produzione, non ci sono delle scelte strategiche,
non c'è libertà per poter operare e, a quanto a me consta,
anche il settore metalmeccanico ha delle difficoltà a trovare
un filone continuativo di colloquio, di attenzione col territorio.
Tecnopolis?
E' una struttura che nasce come polo per il Mezzogiorno, come centro
di ricerca nel settore delle tecnologie informatiche. Ritengo che
fino all'anno scorso non abbia avuto delle attenzioni sulle piccole
e medie imprese del territorio.
Secondo lei ci potranno essere in futuro maggiori contatti con questa
struttura?
Sicuramente, ci sono delle condizioni perché possa essere seriamente
uno strumento utile per le aziende che vogliono darsi una dimensione
anche europea.
Conosce "Vitesse", una ricerca condotta da Tecnopolis?
E' un lavoro tecnicamente ben articolato. Non so se sia stato raggiunto
l'obiettivo di questo lavoro, perché poi non dipende soltanto
da chi opera.
Che rapporti avete con la Cittadella dei Nuovi Materiali di Mesagne?
Sono un componente del Comitato TecnicoScientifico. Tramite l'Associazione
Industriali e l'istituto per l'Economia del Salento siamo soci, soci
di prima intenzione perché abbiamo permesso la costituzione
del Centro. Avere un centro di ricerca vicino è importante,
può creare cultura, può creare indotto.
Avete rapporti con l'Università?
I rapporti con l'Università non sono molti. Abbiamo definito
una collaborazione tra l'Associazione Industriali e l'Università
per una serie di azioni. Quest'anno in particolare stiamo organizzando,
con l'I.E.S., l'Università di Lecce e altri enti, un seminario
tecnico-scientifico, un corso post-laurea di formazione nel campo
dei nuovi materiali.
In definitiva, con il '93 cambierà qualcosa per il Salento?
Il '93 non cambierò molto nel Salento, né nel resto
del Paese. Il rischio è che vengano risucchiati quegli imprenditori
che fino a ieri hanno prodotto mattoni o pentole o altro in un certo
modo e che continueranno a farlo senza tener conto del fatto che il
mercato si è aperto. l'unica preoccupazione potrà essere
il confronto dei prodotti salentini con quelli provenienti da altri
mercati. L'azione maggiore che si deve fare è sicuramente sulla
qualità.
Capitale Sud del 22-28 maggio scorso annunciava come prossima l'approvazione
da parte del Consiglio dei Ministri dell'accordo di programma per
il Progetto Sud Salento. Si parla di telematica, servizi, formazione,
vuoti istituzionali, carenze infrastrutturali, disegni di formazione,
cultura, ricerca, problemi di coordinamento tra enti, tra soggetti
pubblici e privati: tutto sembra magicamente risolto. Un programma
onnicomprensivo e risolutivo di tutti i mali di cui soffre l'imprenditore
salentino. le aziende di terziario avanzato in provincia di Lecce
ci sono, ma sono punte avanzate, isole.
Il cammino verso il '93 appare costellato da ombre che difficilmente
potranno essere fugate da un progetto così totalizzante e illuministico.
In un'era in cui anche in economia si va per intuizioni, tentativi,
sperimentazioni, il Progetto Sud Salento appare troppo certo, sicuro.
Una sicurezza che desta qualche sospetto. Nel prossimo numero, attraverso
le interviste con alcuni' testimoni privilegiati, manager dell'ILVA,
dell'AGIP, MONTEDISON, i Presidenti dell'Associazione Industriali
di Taranto e di Brindisi, tenteremo un confronto tra la nostra provincia
e le altre città della regione.
(fine seconda
parte)