I giorni dell'Apocalisse




Barbara W. Tuchman



L'inafferrabile nemica non aveva un nome. Chiamata "Morte Nera" soltanto in epoca successiva, nel corso della prima epidemia era detta semplicemente pestilenza o peste. Dall'Oriente giungevano notizie spaventose e fantastiche di straordinarie tempeste e "cortine di fuoco" mescolate a grossa grandine che "uccideva quasi tutti", oppure di una "grande pioggia di fuoco" che inceneriva uomini, animali, pietre, alberi, villaggi e città. Secondo un'altra versione, "tempestose raffiche di vento" levatesi dalle fiamme portavano l'infezione verso l'Europa, "e ora, come qualcuno sospetta, stanno arrivando alla costa marina". Anche gli osservatori più attenti non pensavano a navi e ratti, perché l'idea di un contagio trasmessa attraverso animali o insetti non esisteva.
Si accusava il terremoto di avere sprigionato dalle viscere della terra fumi solforosi e immondi, oppure lo si considerava un sintomo di una lotta titanico di pianeti e oceani, che induceva le acque ad alzarsi e ad evaporare, finché i pesci morivano in massa e contaminavano l'aria. Tutte le spiegazioni avevano un fattore comune, l'avvelenamento dell'aria, i miasmi e le brume fitte e puzzolenti attribuite a ogni sorta di agente naturale o immaginario: dalle acque stagnanti a ostili congiunzioni dei pianeti, dalla mano del Maligno all'ira di Dio.
Il pensiero medico, intrappolato nella teoria degli influssi astrali, ripeteva che l'aria era il veicolo della malattia, ignorando sia le condizioni igieniche sia i portatori visibili. la pista risultava inoltre confusa dalla presenza di due diversi portatori, soprattutto perché la pulce era in grado di sopravvivere e di spostarsi indipendentemente dal ratto per un periodo di un mese e - se era infetta dal bacillo nella sua forma virulenta particolarmente setticemica - poteva attaccare l'uomo senza reinfettarsi col ratto.
Come scrisse da Avignone un anonimo prete fiammingo a un corrispondente di Bruges, il mistero che circondava le modalità del contagio era "il più orribile di tutti gli orrori". Si sapeva di altre epidemie di peste, da quella di Atene (che si ritiene fosse tiro) alla prolungata epidemia del VI secolo d.C., fino al succedersi di sporadiche comparse della malattia nei secoli XII e XIII, che tuttavia non avevano lasciato un bagaglio di conseguenze. Che l'infezione derivava dal contatto coi malati e con le loro case, con le vesti, con i cadaveri, fu notato quasi subito, ma il perché non fu compreso.
Gentile da Foligno, famoso medico di Perugia e professore di medicina all'Università di Bologna, sfiorò l'idea dell'infezione respiratoria quando ipotizzò che la malattia velenosa venisse "comunicata per mezzo dell'aria inspirata ed espirata". Non supponendo l'esistenza di portatori microbici, dovette presumere che l'aria fosse appestata da influssi planetari. Ma i pianeti non potevano spiegare il trasmettersi del contagio. La spasmodica ricerca di una risposta diede origine a teorie quali l'infezione attraverso la vista. La gente si ammalava, scrisse Guy de Chauliac, non solo quando stava con gli appestati ma "perfino se li quardava". Trecento anni dopo, Joshua Bornes, che nel Seicento scrisse una biografia di Edoardo III, poteva affermare che la capacità d'infezione era penetrata nei raggi di luce e "lanciava la morte dagli occhi".
I medici che lottavano con l'evidenza non riuscivano a sfuggire al frasario dell'astrologia, alla quale ritenevano che tutta la fisiologia umana fosse soggetta. Forse per i suoi legami con gli Arabi, la medicina era l'unico aspetto della vita medioevale a non esser modellato dalla dottrina cristiana.
Il clero odiava l'astrologia, ma non poteva rimuoverne l'influenza. Guy de Chauliac, che fu medico di tre papi uno dopo l'altro, praticava la medicina in osservanza dello zodiaco. La sua opera, Chirurgia, il principale trattato dell'epoca, riconosceva l'utilità dell'anestesia ottenuta con succo di oppio, mandragola o cicuta, ma ciò nonostante prescriveva salassi e purganti in base al pianeti e distingueva le malattie croniche da quelle acute in base al fatto che le prime erano governate dal sole e le seconde dalla luna...

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