§ Favolerie

L'astronomo




Antonio Errico



…tutti ripetevano
quello che lui aveva raccontato,
ognuno ci metteva
la sua parte
di memoria
e le storie crescevano
diventavano vive


Merak, Sirio, Betelgeuse, Rigel, Regolo, Arturo, e voi Aldebaran, Alcor, Albireo, Algieba, Cassiopea, di questa ora vi voglio testimoni.
Di questa ora vile e disperata come ogni altra ora ormai dei giorni miei sconvolti da non so se una vendetta o un castigo di quel dio che ho cercato nel vostro lucere, nel groviglio dei segni sulle mappe.
A voi chiedo intercessione presso la mente che vi governa e muove.
Voglio per una notte luce agli occhi, per un'altra notte sola luce agli occhi. Mi basterà, un'altra notte sola, e non m'importa che dopo sia l'inferno, che di questa cecità la beffa si rinnovi, o che la mente sprofondi nell'abisso della follia. Non m'importa. Voglio potervi guardare un'altra notte, capire se esistete per un fatto o se per una ragione che è più grande d'ogni possibile pensiero.
Ma se un uomo potrà per un istante penetrare la vostra verità, io devo essere quell'uomo, a questa notte l'istante deve appartenere.
Sono gelidi i muri del palazzo, eppure in questa stanza io rinchiusi il cielo per mille e mille notti. Ma dovevo fermarmi forse sopra il limitare, non andare più in là, guardarvi e basta, senza interrogarvi, accontentarmi della meraviglia dell'apparenza.
Avrei voluto essere un poeta perché potessi stabilire io il senso del vostro esistere. Sarà un poeta forse il vostro dio. Il vostro dio sardi un illusionista e voi siete soltanto un'illusione, un caos perfetto di parole, figure di un immenso desiderio.
Il principio del cielo è una parola che non ha tempo.
Rispondetemi, è questo?
La verità che celate nella luce è una congiuntura di menzogna e fantasia, è la consolazione di un'armonia, un mito, la lunga veglia di un pensiero inquieto che contagia ogni età ed ogni luogo?
E' questo? rispondete.
Cosa dico; che cosa dico. La vostra vita io l'ho misurata, l'ho trasformata in numeri. Esistete. Ma non mi basta più sapere questo. Adesso voglio capire la ragione. Dove comincia il vostro tempo, chi ne decretò il cominciamento?
Dal nulla non venite.
Non ammetto che qualcosa nasca all'improvviso né che all'improvviso si dissolva. Non sarebbe così nemmeno se voi foste puro pensiero.
Quale forza vi ha generato, allora, quale forza vi distruggerà in un soffio del tempo immisurato?
Datemi gli occhi un'altra notte sola.
Non ho mai cercato la felicità, voi lo sapete; ho solo cercato di dare una ragione alla smania tremenda che si chiama scienza.
Un uomo vive sempre per qualcuno. lo ho cancellato tutti, voi soltanto siete state la mia vita e il mio destino.
Ma chi ha deciso del mio esistere, chi ne deciderà la fine a un certo punto? C'è un dio dentro di voi, fuori di voi, dentro di me, intorno a me, che regola il mio respiro e il vostro moto, che mi ferma il cuore, che vi fa scoppiare?
Voi parlate. Lo so che voi parlate. Ho sentito la vostra voce in certe notti.
Ditemi, vi prego, esiste un nodo che lega la mia e la vostra vita?
Se la legge che vi ordina non fosse quella che è, esisterei, dite, esisteremmo?
E qual è il mio significato, qual è il vostro nel tempo e nello spazio, nel disegno dell'universo? Per tutta la mia vita ho creduto solo in ciò che l'uomo può dimostrare. Il Dio immobile, senza principio e fine, è rimasto sempre fuori dalle rotte della mia mente.
Escludo che possa esistere un supremo autore fuori dell'universo.
Credo in un dio che è dentro le cose, che ricrea la loro vita in ogni istante. Voi stesse siete la vostra intelligenza.
Ma di questo voglio avere la certezza, voglio la verità senza alcun dubbio. Il buio si fa sempre più profondo. All'alba le domande finiranno. Ridatemi gli occhi. Fatemi vedere la verità un istante, quanto dura il bagliore di un ultimo pensiero, e poi dannatemi a pene eterne, se potete, maledite la mia anima, rinchiudetela nel corpo del più immondo degli insetti.
L'anima. Da quanto tempo non mi affiorava sulle labbra questa parola. L'anima. L'ho pensata come si pensa a qualcosa di meraviglioso, come si pensa una favola, un fantasma, come quando da bambino mi lasciavo coprire dal sonno immaginando un angelo che mi dormiva accanto. L'anima. Avrei voluto crederci davvero. Sarebbe stata più facile ogni cosa.
Ma che uomo è l'uomo che da bambino non ha scacciato il suo angelo, una sera?
Non so se il mio sia stato io a scacciarlo o se fu lui a fuggire spaventato. Non so dire. Ma da quella sera non ebbi più timore né rispetto per tutto quello che non mi spiegavo.
Non accettai mai di contraddirmi, accettai soltanto il dubbio, la domanda, il dubbio che cresceva, la domanda che mi spossava, il dubbio che mi dava una lucida vertigine.
E ogni giorno fu una sfida al cielo, allo spazio sconfinato.
Non è facile chiedere a una stella la sua ragione, voi capite.
Non è facile quando uno si impone di ignorare qualsiasi voce parli dentro di sé e vuole una risposta solo da ciò che vede.
Ma non vi vedo più.
All'alba manca poco.
Se non è bastata una vita intera, forse può bastarmi solo un'ora, un attimo di sfrenata volontà.
Ridatemi gli occhi e costringerò lo spazio in un punto solo e un'idea soltanto racchiuderà tutte le idee e si concluderò qualsiasi inconclutezza
e il tempo in una vibrazione sommerà ogni tempo.
Nulla è impossibile a un pensiero disperato.
Forse in principio eravate solo un punto infuocato dentro il vuoto. Poi la vostra unità si frantumò e i frammenti coprirono quel vuoto e l'infinito desolato diventò un sistema di orbite e volute che un ritmo incessante regola e comanda.
Ma qual è l'energia che ha creato il ritmo, che organizza il movimento, la velocità, che crea le forme, che crea le relazioni?
Lo so che esiste: dove si nasconde, in quale buco profondo, in quale scheggia, in quale raggio, dove si nasconde?
0 tutto è solo un turbine insensato? o èinsensato questo mio cercare il senso di un mistero senza senso?
Ridatemi gli occhi, manca poco all'alba.
E se fosse vero che le cause del cielo non si indagano ma si venerano soltanto?
Ma quale venerazione, quale preghiera è più forte di questa mia ossessione?
Non ho altro da dire e poi non c'è motivo di parlare ancora.
Voi non intendete le parole degli uomini. Nessun filo ci lega.
Il mio destino non dipende da voi.
In qualsiasi istante posso decidere della mia vita. Voi no.
La vostra vita appartiene al caso o a un ordine che non conoscete.
Siete esistenza che non ha pensiero, forme inutili, insensibili.
Perdonatemi. Non credo a ciò che dico. Ridatemi gli occhi, vi scongiuro.
Siete voi la mente che crea ogni pensiero, l'origine e il destino di ogni creatura, la perfezione e il disordine del mondo, l'alito della vita. Siete voi che stabilite il tempo, il dolore la morte la follia.
Io non ho più tempo.
Qualsiasi cosa accada di me, devo sapere, adesso.
Non ho più tempo.
Dove siete dove siete luminosi oscuri corpi illuminati abissi deserti silenziosi altezze maledette dove siete Betelgeuse Rigel; un solo istante di luce agii occhi; a cosa è valsa tutta questa vita a cosa questo supplicarvi cosa devo darvi ancora oltre a quello che vi ho dato.
Adesso sia silenzio, sia silenzio.
Il mio respiro non alimenti l'universo. L'universo ha paura del silenzio.
Io non esisto più, sono silenzio.
Siate silenzio anche voi che rimanete, siate silenzio e nessuna di loro vivrò in eterno.


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