§ Processi al Risorgimento

Disunità morale




Salvatore Valitutti



Chi scrive ritiene che in questa nostra Italia, nata dal Risorgimento, anche il diritto del giornalista Messori a pensare e a dire pubblicamente quello che ha detto al Meeting di Rimini di CI vada tutelato quanto più si deve dubitare che questo suo diritto di dire tutto quello che pensa, quale che fossero i suoi bersagli, sarebbe stato da lui pienamente esercitabile nell'Italia necessariamente autoritaria che egli predilige e difende.
Se il giornalista Messori non fosse stato freneticamente applaudito dalla platea del Meeting e l'autorevole cardinale Palazzini non avesse sposato con entusiasmo le sue tesi, l'episodio sarebbe stato insignificante, tanto è ovvio il diritto dello scrittore a manifestare il suo pensiero sul Risorgimento, anche per rinnegarlo. Qualcuno ha individuato non infondatamente nel frenetico applauso dell'uditorio la prova del decadimento della nostra scuola, che in primo luogo non educa i suoi alunni a desiderare di apprendere la nostra storia nazionale. La requisitoria di Messori contro il Risorgimento è assurta a questione politica per quegli applausi e per quella solidarietà. Ma sotto questo aspetto bisogna essere grati all'oratore di essersi sfogato. Se in ambienti autorevoli e in una parte della gioventù circolano i suoi stessi pensieri e ideali, è bene che egli li abbia esposti, sottoponendoli alla valutazione della pubblica opinione. Gli errori nascosti sono assai più perniciosi di quelli resi noti anche se baldanzosamente. Il momento socratico del sapere che nasce dal bisogno di conoscere quello che è nascosto per una più compiuta visione della realtà si fa valere anche in questa circostanza. In primo luogo è inesatto storicamente che sia stato il costituendo nuovo Stato unitario italiano a non volersi conciliare con la Chiesa. Cavour, anche nel suo ultimo discorso parlamentare pronunciato nel Parlamento Subalpino nell'aprile 1861, postulò, invocò e offrii la conciliazione con la Chiesa. La lotta che si accese e s'inasprì fu la lotta per il potere temporale, la cui soppressione era indispensabile per la formazione dello Stato unitario. Il principale errore di Messori è quello di non avere preso in nessuna considerazione la premessa storica del Risorgimento politico, consistente nella formazione dell'unità linguistico-culturale della nazione italiana, che ad un certo punto maturò la coscienza del bisogno di unificarsi in Stato indipendente e sovrano.
La contrapposizione tra il Risorgimento possibile, quello che si realizzò, e il Risorgimento desiderabile, secondo Messori, come unità che si sarebbe dovuta basare sul cattolicesimo della Controriforma è riduttiva della stessa realtà del cattolicesimo italiano. Il cattolicesimo italiano è assai più ricco di quello prediletto da Messori. Per fare un solo esempio, i due grandi spiriti cattolici, Dante e Manzoni, non trovano posto nell'Italia prediletta da Messori. Dante fu condannato a morte e soffri il duro e lungo esilio per sfuggire alla sentenza per aver combattuto le ingerenze della Chiesa imposte dalla difesa del SU( potere temporale nella società italiana. In quanto a Manzoni, egli fu troppo risorgimentista per essere ammesso nel ristretto recinto dell'Italia auspicata da Messori.
Noi stiamo inserendoci sempre più in Europa. Il Risorgimento fu il primo indispensabile passo sulla strada dell'europeizzazione dell'Italia. L'Italia nell'età della Controriforma vivacchiò come provincia fino agli albori del Risorgimento. In sostanza, Messori suggerisce che il nostro Paese torni ad essere una provincia e perciò non può non incontrarsi e non abbracciarsi con il capo delle Leghe localistiche, che chi scrive non sottovaIuta, ma delle quali individua le cause più prossime in mancamenti e deviazioni dell'azione dello Stato da cui sono nate.
Messori ha evocato il processo di Norimberga che avrebbe dovuto giudicare i padri del. Risorgimento, Cavour, Mazzini, Garibaldi, Vittorio Emanuele II, anziché monumentarli nelle nostre piazze. Questo non è un'offesa al Risorgimento, ma un'offesa alla verità del processo di Norimberga e alle vittime alle quali si volle rendere giustizia, celebrandolo. Fu allora definita una nuova figura di delitti, chiamati delitti contro l'umanità, realmente e crudelmente commessi dai capi nazisti, come dimostrarono le efferatezze e i drammi dell'Olocausto.
Mack Smith è uno storico inglese che si è specializzato come studioso del nostro Risorgimento. I suoi numerosi scritti si distinguono per l'impegno posto nel giudicare anche i mancamenti degli artefici del nostro Risorgimento e persino i delitti che sono inevitabili anche nelle guerre che si combattono per i più alti ideali. Egli si è pronunciato anche su quello che si è detto a Rimini, definendo provocatorio il discorso di Messori e aggiungendo che le polemiche politiche a volte perdono di vista la storia, a cui non si possono fare processi perché il passato va innanzitutto compreso. La continua attitudine degli italiani a rimettere in discussione il Risorgimento dimostra che se l'unità fisica è stata raggiunta, ancora manca l'unità morale della nazione. Chi scrive resta convinto, per le considerazioni su esposte, che l'episodio di Rimini possa offrire stimoli ad ulteriori passi avanti nella conquista dell'unità morale degli italiani.

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