§ Favolerie

Il buffone senza re




Antonio Errico



Che taccia il buffone, che taccia, la regina è assai triste stasera, che la sera non passa leggera se oltre il. tempo s'attarda la caccia. E il suo re non ritorna. E non torna un pensiero che a lei sia gradito, un risveglio che illumini il viso tanto stanco d'attendere.
- Attendere? e che cosa attendete regina? io posso tacere per sempre, se volete io posso tacere. Ma io faccio il buffone e il buffone deve riuscire a strapparvi un sorriso quando l'ansia vi assale, vi stringe nel suo morso. Un sorriso, regina.
Attendete. Sono inutili ore. Sono ore rubate alla vita. Oh, lasciatevi libero il cuore. La notte è vicina, vicina.
Una notte dev'essere piena di bei sogni. Voi cosa sognate? un incontro, castelli più grandi, il passato, il futuro? Sognate?
Oppure passano scure le notti nella vostra mente, regina, silenziose, deserte di voci, di ricordi?
Non mi rispondete. Non potete, lo so, non potete dare conto dei sogni a un buffone.
Ma al re che aspettate, signora, confessate quei sogni che fate?
Aspettate aspettate. Aspettate che ritorni o non torni mai più?
Lunga vita al re mio signore, lunga vita a voi dolce regina.
E se il re non tornasse, signora, che fareste?
Dico solo per celia, lo sapete, soltanto per celia.
Vedete, già state ridendo. Ridete. Io faccio il buffone. Tirillu tirilla tiritela tirillu tirilla tirillu.
- Il re ritornerà. Appariranno con i destrieri sopra la collina, e dietro i cani ansanti. Appariranno forse dentro la nebbia una mattina o nella luce della quasi sera.
E qui sarà di nuovo festa, ancora balli fino a notte fonda, ricorderemo queste ore come si ricorda un sonno inquieto.
Ritorneranno coi mantelli sporchi, avranno forse polvere sul viso, ma gli occhi avranno lo stesso sorriso che avevano ieri quando son partiti.
E' così, è così, mia regina. Avete visto che serve il buffone?
Vi ricorda che avete un amore, vi distrae per un po' da un dolore. Dite ieri partirono; ieri quando è stato? a volte ieri è lontano lontano, è un giorno distante una vita dal giorno nel quale viviamo. Perché i giorni passano sempre tutti uguali, immobili, senza differenza tra un giorno e un altro.
Sembra che siano cavalieri alla giostra, riconosci la loro armatura, ma non vedi il volto che hanno, non ne senti mai l'urlo o il sospiro.
E se il re non tornasse, signora? Non sia mai, tornerà, son sicuro.
Ma voi, dite, volete che torni, lo volete davvero? O vorreste che un altro apparisse sopra quella collina una sera, o a mattina.
Ecco, siate sincera, senza dirlo, mia bella regina. Mia regina con gli occhi di perla, coi capelli colore dell'oro, bella più di ogni altra creatura.
Non vi turbino queste mie ciance, gli sproloqui del vostro buffone.
Tirillu tirilla tiritela tirillu tirilla tirillu.
- Che puoi saperne tu, che puoi saper dell'alba che si aspetta, del respiro che si trattiene quando in lontananza si ode un abbaiare di levrieri.
Il re ritornerà. Mai nessun altro può prendere il suo posto accanto a me.
Aspetto, aspetterò che all'improvviso come una primavera mi ritorni a scaldarmi tra le braccia.
Che puoi sapere tu?
- Certo che nulla, che nulla. Un buffone cosa sa? Ma, regina, improvviso.
Voglio solo vedervi un sorriso su quel volto di luna.
Chiedo venia se ho osato, e se oso rammentarvi però di qualcosa che io so e che voi non sapete, non potete sapere, madonna.
Ché più nobili e gravi pensieri vi provano il cuore in quest'ora.
Questa cosa, sinora: voi siete per volere di Dio regina, e io sono, per vostro desire, il buffone.
Lode a Dio per il suo volere, lode a voi, stupenda regina, per l'onore che mi concedete.
Che dicevo? quel che non sapete, vi dicevo, è ,il grande dolore che nascondo a ogni smorfia. del viso; non sapete di quanto scordare mi comporti un vostro sorriso, del mentire a me stesso ogni sera, dell'angoscia di un guitto.
Tirillu tirilla tirillu.
Ora basta, non voglio annoiarvi con le chiacchiere d'un vecchio buffone. Tornerà il mio re e al balcone torneranno le rose.
Dite, adesso, che cosa racconto questa sera, mia bella regina: preferite Isotta e Tristano, o Artù o Rinaldo? O volete un lai che umilmente ho inventato per farvi allietare?
Sentite sentite.

Era stagione di mandorli in fiore
cercò nel cuore solo tre parole
le disse "tienile in pegno
domani ritornerò". Le strinse le mani.
Torna una voce nel sogno e domanda
la verità, ritorna un'ombra
e bussa piano alle porte grigliate
che tengon rinchiuse memorie tradite.
Ma lei scordò quelle parole
il giorno bruciò come arista le ore
lei sciolse i capelli al vento, la sera
sfogliava le stelle della primavera.
Torna una voce nel sogno e domanda
la verità, ritorna un'ombra

Ma forse il racconto vi rattrista, regina, vi rattrista.
Non pensateci è solo un racconto. Il racconto è una storia insensata, insensata come la vita di chi adesso sta qui a raccontare.
Interrompo, signora, interrompo.
Il re ritornerà. Dentro il cortile s'accenda il fuoco contro i malauguri, contro le streghe e il drago dei pensieri.
Ritornerà con i suoi prodi arcieri.
Il corno suonerà per ambasciata, e finirà questo dolermi il petto, l'affanno passerà, cambierà il cielo che nubi oscure oscurano da ieri. E avrà chiarori, e il sole scioglierà la neve ai rami, quanta neve, quanta neve in un solo giorno cade. Eppure èprimavera.
Il re ritornerà. Un ritornello di cortesia s'intoni al suo ritorno, si appronti un torneamento di cortesi e nobili brigate.
Non restate muti così, ancora, voi di corte. Che. corto sarà il tempo dell'attesa, lungo -poco più di un'ora di desianza. Per che ragione mi guardate incerti, perché mai mostrate noncuranza per quel che dico?
- Conti, madame, donzelli, cavalier lichisati, che fate? la regina ha ragione, allegrezza!, io soltanto qui faccio il buffone.
A me solo mi spetta il diritto di pensare dei tristi pensieri per far rider la nostra regina. Ad ognuno i suoi propri mestieri, miei signori. Io faccio il buffone per volere di Dio, consentite, che magnanimo volle regina la, regina magnanima. Hurrà.
Tirillu tirilla tiritela tirillu tirilla tirillu.
Tornerà il gran re dalla caccia, tornerà con i fidi baroni, tralucente di gloria e baldanza. Si preparino tosto gli onori.
Si imbandisca col vino più fino, con le quaglie, le gru, gli alghironi, ed i musici accordino i liuti, accordino viole e mandole.
Al chierico spetta la lauda. A donzelle gentil la carola.
Siano pronte, dunque, alla danza. Io farò, come sempre, il buffone.
E se il re non tornasse?
Dico cose, signora, sapete, che non stanno né in cielo né in terra, cose buffe d'un goffo buffone, per regale diletto.
Però, se il re non tornasse? Se non fosse che un vostro rimorso, che uno scherzo del vostro pensiero che si mette a fare il buffone?
O se una regina crudele avesse trescato con vecchi nemici e ora il suo sposo giacesse coi fidi ormai morto nel bosco laggiù?
Se tradito l'avesse per noia, disamore, misterioso disegno, o per brama di unire il suo regno con un regno vicino?
Che storie assurde che inventa il buffone, ma che storie, che storie.
Ora dite, stupenda regina, che racconto nel mentre aspettiamo, un favolello o d'Isotta e Tristano o volete Lancillotto e Re Artù?
Dice lo conto, mia signora, che qualche giorno dopo che Gaheris morì avvelenato da un frutto donatogli dalla regina, dice che Mador della Porta, fratello di Gaheris, giunse a corte e saputo del fatto si presentò ad Artù che banchettava e così parlò:
"Re Artù - disse - tu che sei leale come un re dev'essere leale, rendimi giustizia nella tua corte. Ginevra regina vostra sposa ha ucciso mio fratello. Questo è scritto anche sulla tomba.
Se ella vuol negarlo, proverò quel che dico con le armi contro un cavaliere ch'ella sceglierà".
Allora Artù, con molto dolore, fece chiamare la regina. E la regina arrivò. La fronte bassa, pallida in viso, chiese a Mador per qual motivo avesse avuto un cotal pensiero.
Disse allora Mador:
Ma forse il racconto vi rattrista, regina, vi rattrista.
Non pensateci è solo un racconto. Il racconto è una falsa realtà.
E' un gioco, uno spassatempo, l'espediente che tanti buffoni han trovato per vivere. Vivere. O morire un poco di meno.
Che volete che faccia il buffone? Comandate regina, son qui.
- Dimenticanza sia. Dimenticanza d'ogni ricordo impone la mia vita, i giorni son passati sulle dita di tutte e due le mani per tre volte.
E tre son stati i corvi che ho veduto volare per tre volte sul castello, tre nodi ho stretto forte intorno al cuore, per tre ore s'innalzi una preghiera.
Poi per necessità lo scorderemo, così ha deciso il caso e la sventura, il fuoco dell'età delle passioni brucia fin quando brucia, poi diventa gelo.
Poi il tempo passa con le sue stagioni sulla memoria di gioie finite e dona, per pietà, consolazioni, e sana a poco a poco le ferite.
Il re non tornerà. Dimenticanza a voi che foste sudditi io chiedo.
Mi costa, ahi se mi costa!, domandarvi quel che voglio e comando.
A me soltanto dovete d'ora innanzi l'obbedienza fin quando Dio non abbia designato un altro re che regga questo regno.
Un rege che consoli la regina d'aver perduto il re mai più tornato.
Mai più, mai più si nomini il suo nome.
- Il re è morto, scordate il suo nome, mai nessuno rammenti le gesta, la regina è assai triste che resta sola sola senza il suo re.
Il re è morto. Sia gloria ed onori e salute al re che verrà.
Tirillu tirilla tiritela tirillu tirilla tirillu.
Ma per me che ho predetto che il re non sarebbe mai più ritornato, che altro re si sarebbe accostato al vostro fianco, il premio qual è? quale onore, signora e regina, a me spetta?
- S'impicchi il buffone.


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