§ Sistema mondo

Nuovi blocchi economici?




Robert M. Solow
Premio Nobel per l'Economia



L'Europa del 1992, e in particolare quella che verrà dopo, sarà una potenza economica davvero formidabile che potrà contare, fra l'altro, sull'apporto dell'Europa orientale, una volta garantita la sua ripresa. E' probabile, inoltre, che alla richiesta di adesione del Parlamento svedese segua quella degli altri Paesi nordici.
La fedeltà del Giappone ad un libero sistema di scambi internazionali nei due sensi è da tempo ormai oggetto di sospetti. Infatti, è facile ipotizzare la nascita di un blocco regionale del Pacifico sotto la guida nipponica. Un blocco del genere avrebbe nella futura apertura del grande mercato cinese un vantaggio geografico naturale.
L'altro grande blocco regionale è rappresentato dall'America del Nord e dall'America del Sud. Gli accordi di libero scambio raggiunti nel 1989 tra Stati Uniti e Canada sono stati il primo passo in questa direzione. E' troppo presto per sapere quali saranno i vantaggi effettivi dell'accordo di cui sopra; nel frattempo, comunque, il presidente americano ha avviato le trattative per un accordo di libero scambio con il Messico, che, nelle previsioni, sarà assai più difficile da realizzare. Canada e Stati Uniti, estensione territoriale a parte, sono più o meno equiparabili in termini di salari e di redditi.
La posizione del Messico è, ovviamente, del tutto diversa; il che, se da un lato significa che il raggiungimento di un accordo di libero scambio sarà più complesso, comporta, dall'altro lato, vantaggi potenziali maggiori.
Di fronte ad un eventuale successo dell'iniziativa messicana, sarà inevitabile che anche altre grandi economie sudamericane - come Brasile, Argentina, Cile - prendano atto dei vantaggi di un'adesione al blocco così costituito. Ad esse faranno seguito i Paesi più piccoli e, insieme, concorreranno alla formazione del terzo grande blocco regionale. Uno dei fattori principali del disavanzo commerciale degli Stati Uniti è rappresentato dalle eccedenze di esportazioni dei Paesi latino-americani debitori, i quali, in tal modo, riescono a pagare una parte degli interessi, nella speranza di ristabilire la propria credibilità. Quella di questi Paesi è, in tutta evidenza, una condizione innaturale.

La nascita di un'area effettiva di libero scambio potrebbe portare ad una soluzione dell'attuale crisi d'indebitamento e riaprire il flusso dei prestiti dal Nord al Sud dell'America. Il tutto si ridurrebbe in un vantaggio sia per la bilancia commerciale degli Stati Uniti sia per la crescita dei Paesi e dei popoli dell'America latina. Sarebbe, questo, uno scenario completamente diverso. Ogni blocco sufficientemente vasto potrebbe beneficiare delle economie di larga scala. Ognuno con un entroterra potenzialmente in grado di assorbire con profitto l'afflusso di capitali. Certamente, il dinamismo economico ne risulterebbe mortificato, quanto meno un poco. Ma che dire della scena politica internazionale?


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