§ Obiettivo professionalitą

La formazione: cuore del Sistema bancario




Silvio De Sario



La Formazione è stata oggetto di una ricerca che, analizzando statisticamente i dati acquisiti, ha mosso i suoi primi passi agli inizi del corrente anno. La curiosità di conoscere il problema "formazione", intesa come propulsore fondamentale e qualificante del sistema bancario, è stata la molla che ha permesso, unitamente al processo di razionalizzazione della curiosità iniziale, di avere una visione prospettica sul tema in questione, attraverso un'indagine obiettiva e rigorosa in un contesto lavorativo non sempre facile e non sempre elastico.
Pertanto, all'inizio di questo lavoro, sono stati elaborati due tipi di questionario: il primo, indirizzato ai responsabili del settore formazione, per riscontrare in che maniera fosse stata e fosse gestita la formazione professionale da parte delle aziende di credito; il secondo, inviato ai dipendenti degli istituti di credito, per verificare come e quanto essa fosse stata e fosse fruita dalla massa dei lavoratori dei vari istituti, con lo scopo di conoscere come la politica aziendale, nel settore della formazione professionale, viene recepita e giudicata dal dipendente e, inoltre, quali sono le sue aspirazioni, le sue necessità, le motivazioni generali della sua attività lavorativa. Ne è scaturito un "sistema" di risposte che ha richiesto, oltre all'ausilio dell'elaboratore, una riflessione organica sul materiale a disposizione. Con l'intenzione, così, di far luce sullo spazio e sulle energie che, negli anni passati, le aziende di credito hanno dedicato al settore della formazione professionale, ed in questa visione storica è scaturita la sua proiezione negli anni futuri: non, tuttavia, come una esigenza meramente teorica, ma quale "domanda" non rinviabile degli stessi lavoratori.
La Formazione, inserita nell'ottica della Banca del Duemila, si è trasformata dal punto di vista tecnologico e organizzativo. Ha contribuito a modificare il rapporto banca-clientela, in virtù di un sempre più accentuato intuitus personae, in un rapporto di fiducia e di affidamento che è stato, è e sarà l'anima di ogni sistema bancario.
La Formazione sarà l'indispensabile supporto nello scenario della banca del XXI secolo e degli istituti di credito che già oggi tendono al cambiamento: da intermediatori del credito a prestatori di servizi. In un mondo bancario quotidianamente proteso verso innovazioni di ogni tipo, in vista anche dell'appuntamento del 1993, appare imprescindibile la necessità di continui corsi di formazione, con il chiaro fine di aumentare la professionalità degli utenti. L'innovazione è così sinonimo di un nuovo modo di operare, di pensare, di essere.
La casa del denaro (la Banca) si inserisce sempre più nel pianeta Italia, considerato nei suoi diversi satelliti come un vero e proprio "malato". Ad esso sono state fatte varie diagnosi dai più autorevoli "dottori" e "specialisti". Le carenze specifiche (minor numero di sportelli bancari rispetto agli altri Paesi industrializzati, minor reddito pro-capite) e quelle più generali (disoccupazione, tasso di inflazione, questione meridionale, ecc.) possono essere risolte, se non del tutto almeno in parte, con una "medicina" che ciascuno, nel proprio raggio di azione, ha la facoltà di poter utilizzare a condizione che vi sia la dovuta volontà nel rendere attuativi i piani che si evidenziano solo a parole, nell'elargire fondi che spesso rimangono inutilizzati. Questa "medicina" è la formazione: attraverso l'apprendimento avviene il vero cambiamento in ogni ramo dello scibile.
Obiettivo, dunque, di questa "ANALISI STATISTICA DELLA FORMAZIONE NELLE AZIENDE DI CREDITO" è semplicemente quello di fornire una voce, si spera chiara ed il più possibile precisa, ad un gigante che, nel nostro sistema bancario, si è espresso non molte volte e non sempre con convinzione nel passato. La ricerca ha avuto, dal momento embrionale alla definitiva stesura, l'intento di non essere una mera elencazione di conoscenze e di competenze, bensì di poter informare il lettore con notizie sempre riconducibili alla realtà di tutti i giorni. Quest'ultima, per ciò che concerne il tema in questione, si avvale anche del C.C.N.L. 23/11/90 che, sottoscritto da Assicredito e dalle maggiori sigle sindacali che operano nel settore, agli articoli 130, 131 e 133 (5° comma), si occupa di addestramento e di formazione.
La sensazione che si prova, leggendoli, è che il discorso formazione incontra enormi resistenze per entrare nel nostro sistema bancario. Attualmente, pur parlando di formazione continua, gli interventi formativi non sono inseriti in una programmazione formativa: il che è la quasi negazione di una azione seria, efficace e conveniente sia per il bancario sia per l'azienda.
E' bene a questo punto evidenziare che, dei due questionari di cui si parlava all'inizio, il primo è stato sottoposto a 1.000 dipendenti bancari residenti in 54 province di 18 regioni del territorio nazionale; il secondo, a 72 Responsabili della Formazione di altrettanti Istituti di credito. Inoltre, essendo la popolazione degli impiegati bancari al 31/12/1990 intorno ai 320.000 dipendenti, l'indagine in esame doveva essere necessariamente condotta attraverso lo strumento "campione". Fortunatamente, i questionari compilati, nei quali la ripartizione è compiuta con una stratificazione basata sul sesso, rispecchiano "grosso modo" la situazione a livello nazionale (28% donne e 72% uomini): la struttura del campione, pur non fornendo una indicazione altamente rappresentativa della realtà bancaria, ha tuttavia permesso che la sua numerosità fosse sufficiente a dare un quadro prossimo alla succitata realtà, considerato anche il fatto che sono state coperte diverse aree a livello nazionale e sportelli di diversi tipi di istituto.
Volendo passare all'esame solo di alcuni dati ottenuti, si è riscontrata una sorta di compiacimento morale nell'alta percentuale dei dipendenti bancari (63,4%) che dichiara di aver avuto esperienze di formazione professionale. Tuttavia, a questa primaria fase di riflessione, fa seguito un altro dato riferentesi alla mancata adesione a corsi di formazione professionale (36,5%). Prendendo in considerazione altri momenti del questionario rivolto ai dipendenti bancari (titolo di studio, conoscenza di lingue straniere, mansione ricoperta, frequenza ai corsi di formazione professionale, il tipo e/o la denominazione della formazione ricevuta, gli obiettivi, i gestori dei corsi, i sussidi ed i metodi didattici utilizzati, ecc.) si osserva la quasi generale sfiducia di questi ultimi nei confronti della formazione e si traggono una serie di conseguenze: la Formazione ha un'importanza ancora oggi relativa nelle aziende di credito; essa è scarsamente collegata con altri aspetti caratterizzanti l'azienda stessa, quale, ad esempio, la progressione della carriera, quasi per nulla determinata dal riscontro della formazione del personale.
Dispiace, in queste considerazioni finali, notare che ben l'11 % di coloro che hanno risposto alla domanda del questionario non trovi alcun aspetto positivo nell'attuale gestione della formazione; così come non si può ignorare che buona parte dei responsabili della formazione, dopo essersi soffermati sulla varie motivazioni attribuite alla formazione (evoluzione tecnologica, miglioramento del rapporto con la clientela, diversificazione dei servizi, ecc.), con quali sussidi didattici essa viene oggi attuata (documentazione interna, personal computer, videocassette, lucidi, ecc.), chi sono i destinatari della stessa e quali sono i modi per poterla migliorare, ha affermato di affidare, tra le risorse umane con le quali viene attuata la formazione, quasi sistematicamente i corsi di formazione professionale a formatori esterni. Sono questi gli aspetti di un contesto che devono fare riflettere e devono indurre ad una notevole correzione della rotta della formazione nella banca.
E bisogna fare presto. Maiora premunt: il già citato appuntamento del I' gennaio 1993 è, per il mondo bancario italiano, come il passaggio attraverso le forche caudine. Le aziende di credito, dunque, devono arrivarci preparate, con le tecnologie giuste, con le strutture adeguate, ma soprattutto con uomini dotati di maggiore professionalità.
E se si pensa che l'81,5% di coloro ai quali è stato chiesto di motivare la propria partecipazione a corsi di formazione professionale ha risposto di averlo fatto per migliorare la propria preparazione ed acquisire una maggiore professionalità, si può ritenere di poter abbandonare quel certo pessimismo che insorgeva nel leggere alcune percentuali nel lungo iter del lavoro in questione.
In banca, generalmente, si vuole "cambiare" e lo si vuole fare attraverso la strada giusta, quale è quella della formazione: una formazione che, a detta dei protagonisti della ricerca (dipendenti bancari responsabili della formazione), deve essere sottoposta ad una rigorosa revisione, ma che rimane il cardine intorno al quale ruota tutto il sistema bancario.

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