§ Il corsivo

E adesso pover'uomo?




Milla Pastorino



Spiace dirlo, ma per gli uomini soffia un brutto vento. La lettura dei giornali (non parliamo di radio e televisione che possono indurre i più fragili a gesti inconsulti) annuncia un futuro piuttosto inquietante.
L'argomento principe è (come dubitarne?) il sesso. E così scopriamo che a Londra vanno a ruba le riviste "hard" con grandi nudi maschili dedicate alle donne; che sono in aumento i "porno shop" dedicati all'erotismo femminile e che, ahinoi, stanno avendo grande fortuna i locali dove atletici spogliarellisti, a suon di musica e di sterline, si trasformano in "oggetti del desiderio". Il giornale inglese For women comunica che riceve moltissime lettere di incoraggiamento (a pubblicare foto di "uomini oggetto') e che sono in buona parte lettere di donne un po' avanti con gli anni. No comment.
Ancora dai giornali: pare che in Spagna abbia grande successo l'esperimento di un carcere dove uomini e donne stanno insieme dietro le sbarre. Dice la signora Mercedes Jabardo, direttrice degli Istituti di pena, che il sesso non è un problema. Lo conferma il vice direttore, uomo, Jesus Sanchez. Chissà che cosa ne pensano i detenuti. Sappiamo di carcerati che vivono la lontananza dalla moglie come l'unico dato positivo della detenzione.
Ancora sesso: è provato che il famoso "amante francese" è assai inferiore alla sua fama e, attenzione, la notizia non viene da una associazione femminista, ma dall'autorevole Agenzia per gli studi sull'AIDS. Pare dunque che, fra i 20 e i 40 anni, l'uomo francese faccia l'amore non più di due volte la settimana, e che il rapporto abbia una durata che non supera i dieci minuti. Quarant'anni fa dal famoso rapporto Kinsey dati analoghi erano emersi per quanto riguarda gli americani, che i francesi hanno sempre considerato poco affidabili per quanto riguarda le, prestazioni sessuali. E invece le donne francesi fra i 20 e i 29 anni hanno dichiarato che tocca a loro prendere l'iniziativa. Senza di che la statistica crollerebbe ulteriormente.
Egli italiani? Un settimanale femminile ha fatto fare nel 1987 un sondaggio sulla sessualità, chiedendo fra l'altro se l'uomo italiano fosse da considerare un buon amante. Voto medio: sette. Stesso voto oggi, ma in aumento le donne che prendono l'iniziativa (più del 10%) mentre diminuiscono del 5% gli uomini che fanno il primo passo. Non solo: rispetto al sondaggio del 1987, sono triplicate le donne convinte di far l'amore meglio del loro partner. La sessuologa Iole Baldaro Verde, docente di teorie della personalità all'Università di Genova, in una intervista al settimanale Marie Claire afferma che i maschi sono sessualmente in crisi. "Per generazioni - dice - hanno continuato a credere che far l'amore volesse dire semplicemente avere un'erezione seguita dal loro piacere, senza pensare al soddisfacimento delle loro signore". Tuttavia Iole Baldaro Verde ritiene che gli uomini stiano cambiando e che stiano finalmente imparando a fare l'amore.
Sull'onda di queste novità, una dirigente d'azienda americana ha lanciato anatema contro i maschi razzisti della storia: da Aristotele a Lutero a Barry Goldwater. Non è stato infatti Martin Lutero a dire che le bambine camminano prima dei maschietti perché l'erba cattiva cresce più in fretta? Vi risparmio tutte le altre citazioni, salvo una. Quella di Paulus Julius Moebius secondo il quale la legge dovrebbe tener conto della "deficienza mentale e fisiologica delle donne". Così è stato; se è vero che il governatore dell'Illinois ha firmato una delle più severe leggi americane contro le molestie sessuali, che prevede fino a cinque anni di carcere e impedisce ai giudici di rilasciare su cauzione le persone indiziate.
Seguendo il filo di questo discorso, verrebbe da dire che grande considerazione hanno mostrato i nostri parlamentari nei confronti delle donne: infatti sono circa quindici anni che la legge contro la violenza sessuale viaggia fra Camera e Senato senza mai arrivare all'approvazione.
Però un conto è far l'amore, bene o male, per iniziativa di lui o per audacia di lei. Un altro conto è procreare. Pare proprio che siamo al crollo della fertilità maschile, dimezzata dagli anni Quaranta ad oggi. In cinquant'anni il numero degli spermatozoi nel maschio normale sarebbe diminuito del 40-50%, e per essere fertile un uomo deve produrne almeno 100 milioni al giorno.
Oggi gli sperimentatori ne trovano al massimo 30 milioni. Le regioni più in crisi pare siano la Liguria, il Piemonte e la Lombardia. Le cause andrebbero ricercate nei fattori ambientali dei Paesi industrializzati, in particolare negli anticrittogamici, negli estrogeni con cui sono trattate le carni e nell'elettricità statica dei grossi agglomerati urbani. I rimedi? Non sono molti, e quello che sembra prevalere dà un brutto colpo all'immagine del maschio vincente. Infatti la scienza ha ormai ampiamente dimostrato che si può fare a meno di lui, o almeno della sua prestazione attiva. Trovato uno spermatozoo sano, si impianta nell'ovulo e il gioco è fatto... così almeno si dice.
Navvilitevi, maschi italiani e stranieri. sono anche buone notizie. Per esempio è in aumento la paternità in età avanzata. Ricordate il cantante Gino Paoli, padre per la quarta volta a 58 anni? Bene, gli scienziati dicono che questo dipende da una maggiore accettazione della sessualità, che induce anche ad accettare la visita di un andrologo quando qualcosa non va. Anche se la visita allo specialista è spesso sollecitata dalla moglie. La quale moglie sta realizzando per conto suo il sogno di Faust: il traguardo è per lei sempre più lontano, si avvicina ai cento anni. E se al momento del concepimento la speranza di vita è favorevole all'uomo (115 anni contro 100) superati i 75 anni resta 100 per la donna, ma si riduce a 50 per l'uomo.
Pare quindi accertato che il superlavoro fa male, visto che, soprattutto nel settore industriale, il grande lavoratore è per definizione l'uomo.
Un ministro tedesco (donna) dichiarò che ogni pomeriggio alle quattro sarebbe tornata a casa per stare con i suoi figli, e che a suo avviso otto ore di lavoro erano più che sufficienti. A meno che - disse - non si vogliano tirare le cose in lungo per non tornare a casa, come fanno gli uomini. Quando il ministro donna fece queste dichiarazioni anche in Italia si scatenò il dibattito. Anzi, si riscatenò, perché già la proposta di un gruppo di parlamentari del precedente Parlamento, fra le prime le deputate del PDS, avevano lanciato l'idea dei tempi delle donne, idea che vi riassumo. Se la società fosse regolata, nei suoi ritmi, sui tempi delle donne che debbono occuparsi anche delle cure, cioè della casa, dei figli, dei vecchi, dei malati, anche gli uomini vivrebbero meglio. Forse non ha avuto torto Massimo D'Alema quando ha detto che il superlavoro rende stupidi.
E adesso, pover'uomo? Adesso gli stanno tagliando parecchia erba sotto i piedi. Il sinodo dei vescovi anglicani ha accettato che anche le donne possano diventare sacerdoti. Il ministro italiano alla Difesa ha accolto l'idea di far entrare le donne nell'esercito... Inoltre le donne non vogliono sentir parlare della ipotetica rinuncia ad avere l'ultima parola in fatto di interruzione di gravidanza, e Lynn Yeakel, candidata democratica, ha trionfato in USA alle primarie contro un candidato che fu tra gli inquisitori di Anita Hill. Come ricorderete, Anita Hill, professoressa americana, accusò il giudice Clarence Thomas di molestie sessuali, ma dopo accesi dibattiti, anche televisivi, vinse il giudice che fu confermato alla Corte Suprema. In questa occasione la spaccatura ci fu anche fra le donne, che in parte non hanno appoggiato Anita Hill. Ma non sarà questa vittoria, né le piccole mille vittorie che gli uomini dalle mani lunghe mettono ogni giorno all'attivo della loro galanteria a salvare l'immagine, sempre meno accettata, dell'uomo-lupo.
E anche se la Corte d'Appello di Roma ha assolto un ex marito che aveva violentato la moglie sostenendo che violentare l'ex moglie non èstupro, tutti sappiamo che le cose stanno cambiando. Non nel senso dell'invettiva di Betty Friedan, veterana delle femministe americane, contro un senatore che aveva difeso il giudice Thomas: "Un'altra donna vi batterà". Ma nel senso di una maniera diversa di vivere i rapporti fra uomo e donna, cancellando duemila anni di discriminazione e non dimenticando che ogni soggetto umiliato, come umiliate sono state le donne per migliaia di anni, fa una certa fatica a dimenticare.

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