§ La notte dell'iguana / L'agonia

Il delirio di volere tutto e subito




Gianni Baget Bozzo



I mali pubblici sono anche mali privati. Forse vi è un'oscura connessione tra il disastro del nostro dibattito politico, tra il malessere delle istituzioni e il malessere spirituale. La violenza sembra diventata quasi fine a se stessa.
In molti delitti, a cominciare da quello del giovane Maso, la violenza sembra non un mezzo, ma un fine. Non era veramente il danaro il motivo dell'omicidio, esso era soltanto una giustificazione. Quello che Maso voleva era esercitare un potere senza limiti sui genitori: e questo potere assoluto è quello di vita e di morte. In concreto, solo quello di morte.
Perché compare questo fascino gratuito della violenza, questa volontà di dimostrare di essere se stessi uccidendo i genitori o facendo uccidere la madre? Qual è il male oscuro della nostra società?
Ci pare che esso consista in questo: la totale incertezza dei futuro. I giorni che abbiamo dinanzi non sono giorni sereni, ma giorni di mali annunziati.
Il voto ecologico francese ci mostra che anche nel Paese più nucleare d'Europa l'allarme è giunto. Il futuro vuoi dire più immigrati, più tensione. Ciò che viene offerta è al massimo la prospettiva di qualche piacere in più: una macchina, un piatto, dei danaro; tutte cose insufficienti a giustificare una vita. I beni debbono allora essere immediati, bruciare il tempo. Essi divengono assoluti e rimangono al tempo stesso desideri vani, desideri che si sanno senza prezzo e senza valore: i loro oggetti sono cose e saranno abbandonate dopo essere state per poco godute. Nessuna generazione ha avuto tanto dal presente e tanto poco dal futuro quanto le presenti: l'abbondanza uccide la speranza.
L'uomo senza futuro che noi siamo può divenire ossessione, volontà di togliere di mezzo un ostacolo al godimento immediato. li bene presente visto come assoluto può generare la purezza dell'odio. Anche l'odio può essere puro.
E la purezza è sempre fascinosa. Perché Maso è divenuto oggetto di approvazione da parte dei suoi giovani coetanei? Perché hanno sentito il fascino della passione pura, che non ha altro fine che se stesso: un odio assoluto e perciò gratuito. Coloro che approvano Maso sono affascinati da questa purezza dell'odio, che li spinge fino in fondo a se stessi. Maso li rappresenta, essi avvertono dentro di loro la medesima possibilità. Maso è andato sino in fondo, loro non hanno osato tanto. Non è un caso se la violenza appare tanto nei nostri schermi: è perché la si sente come propria dimensione che la si gode nel vederla rappresentata. La si sente come parte di sé.
I teleschermi ubbidiscono alla domanda del pubblico, la televisione offre violenza, perché appunto di violenza vi è domanda.
A questo genere di mali non vi sono rimedi. I mali dello spirito non si curano con rimedi conosciuti. Non rimane che attraversarli e sopportarli. E dei resto, che cosa ci rivela il linguaggio che dovrebbe essere il più civile, quello politico, se non anch'esso violenza?
L'odio è tra noi: è nel linguaggio politico, nello "sfascismo", è un collettivo odio di se stessi, dei proprio essere, reale e sociale. Questo messaggio senza motivo si rivolta verso le persone più care.
Non c'è una ricetta per vincere l'odio. Siamo alle radici dello spirito. L'unico modo di lottare contro l'odio è quello di non odiare: il custodire le parole alle volte può custodire il cuore.

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