§ Fratelli d'Italia?

L'Italia federale sconfitta nel 1848




Giovanni Spadolini



Fu un quesito che mi tormentò fin da ragazzo.
Perché Risorgimento? Come poteva risorgere nell'800 uno Stato italiano unitario che non era mai esistito? Fiorentino, capivo il perché del termine "Rinascimento". La cultura classica presa a modello, imitata e rivissuta nei suoi archetipi fondamentali. A Firenze, perfino, l'Accademia neoplatonica. Un passato che risorgeva, una storia - quella della cultura greco-romana - che veniva assunta a simbolo di una stagione della vita italiana ed europea.
Ma perché quella parola, "Risorgimento", che già irrompeva negli anni Trenta e Quaranta dell'altro secolo? Ero lettore di Machiavelli, ma non potevo scambiare Cesare Borgia per il protagonista dell'unificazione. Né nei secoli precedenti Arduino d'Ivrea o il Veltro dantesco. In realtà risorgeva non lo Stato italiano, che non era mai nato, ma un'idea dell'Italia, dell'Italia come comunità di lingua e di cultura, con piena coscienza di se stessa, fiorita dopo l'avvento del volgare e con il contributo decisivo di Dante.
L'Italia nazione, come la sognò per primo Giuseppe Mazzini, è figlia di quell'idea ("L'amor patrio di Dante" è non a caso il primo saggio che il giovanissimo avvocato genovese indirizzò, alla metà degli Anni Venti, all'"Antologia" di Vieusseux che non poté pubblicarlo per l'intervento occhiuto della censura). Non è un filone che si ricolleghi a un primato di razza o di stirpe, motivo che fu del tutto estraneo al nostro Risorgimento (come qualunque razzismo è stato estraneo alla storia italiana). E' un principio civile e morale, quello che differenzia la rinascita italiana dalla rinascita nazionale tedesca, e rende il Risorgimento un "quid novum" nella storia europea.
Le dominazioni straniere della penisola, dopo la fine del '400, non avevano annullato i lineamenti di quella civiltà e cultura italiana che si era mantenuta nella letteratura, innalzata nella scienza, conservata nelle arti: il risveglio illuministico del secolo XVIII si innestò direttamente sul filone dei Comuni e delle democrazie medioevali, cioè sul filone di quell'Italia che aveva avuto un ruolo decisivo in Europa fra il '200 e il '300. E il Risorgimento ci permise anche di risolvere il problema che aveva ostacolato o ritardato l'unificazione della penisola, quello della sopravvivenza del potere temporale dei papi (in cui Machiavelli aveva visto l'ostacolo maggiore al sogno del suo "Principe"). La libertà religiosa permetteva di sostituire, e in meglio, le garanzie ormai incerte e precarie del temporalismo ecclesiastico.
Si riparla da qualche tempo di Italia federale. Ma l'Italia federale ci fu e fu sconfitta esattamente il 29 aprile 1848. Il federalismo coincise col neoguelfismo, la più grande febbre del popolo italiano nell'800: il sogno di una confederazione di Stati indipendenti e sovrani, col papa presidente. E il pontefice Pio IX manderà le sue truppe a combattere sui piani lombardi, accanto ai soldati di Carlo Alberto, ai toscani e ai napoletani per qualche settimana.
Finché la minaccia dì scisma dei cattolici austriaci e tedeschi fermerà la mano del pontefice del "benedite Gran Dio l'Italia" e trasformerà il papa liberale e illuminato nel protettore della "Civiltà cattolica" e del "Sillabo".
Le piccole patrie, con la loro civiltà, con la loro storia e le loro differenziazioni, sono sopravvissute tutte nella nazione italiana. Il "localismo" non è stato mai contrapposto al patriottismo (altro sarebbe il discorso delle deviazioni nazionaliste della nostra storia). I dialetti sono sopravvissuti nell'unità di una lingua nazionale, che si è formata dopo l'unificazione grazie alla scuola pubblica e alla leva militare (e i cinque anni di capitale Firenze furono, sotto questo profilo, decisivi). Non a caso l'Italia è il solo Paese in cui il moto nazionale proceda di pari passo col moto europeo, in cui la nazione -mazzinianamente intesa - si fonda con l'umanità. Nel 1831 Mazzini fonda la "Giovane Italia", nel 1834 la "Giovane Europa". E noi siamo federalisti per l'Europa proprio perché siamo unitari per la "piccola patria" italiana.

Banca Popolare Pugliese
Tutti i diritti riservati © 2000