§ Prospettive & tendenze

Verso un nuovo ordine monetario?




Carlo Azeglio Ciampi



Dal fatidico agosto 1971 il mondo è vissuto in quello che un tempo era chiamato un "non sistema": un accordo fondato sull'unica regola che ogni Paese mantenesse in ordine la propria economia e lasciasse alla "magia del mercato" di badare alle relazioni economiche e monetarie fra le nazioni.
La cooperazione internazionale ha da allora in poi assunto forme più blande rispetto al passato, limitandosi per lo più a intervenire ad hoc nel contesto di esercizi di "governo delle crisi". i tradizionali centri di coordinamento furono man mano rimpiazzati da intese non istituzionali, come il G-7. Ma la cooperazione nel G-7 è fallita nel tentativo di estendere il coordinamento fra le nazioni dall'area valutaria alle politiche monetarie, di bilancio e strutturali.
Il problema è quale tipo di accordi monetari internazionali occorrono per affrontare efficacemente i problemi cruciali che l'economia mondiale ha oggi davanti a sé. Fra questi problemi i più importanti sembrano essere i seguenti: come ottenere una crescita mondiale sostenibile e non inflazionistica? Come assicurare un adeguato equilibrio fra politiche di aggiustamento e offerta di liquidità su scala globale, cosicché si possa puntare a ottenere insieme la stabilità dei mercati valutari e finanziari e una crescita adeguata, specie nei Paesi in via di sviluppo? Come fornire quell'ambiente monetario stabile che è necessario per il successo del processo di riforma in corso nelle economie un tempo centralmente pianificate? Sono certo che molti concorderebbero sulle specifiche misure necessarie al conseguimento di ciascuno degli obiettivi che ho appena elencato. Tuttavia, nel tentativo di raggiungere quei traguardi, corriamo il rischio di trascurare sia il contesto generale in cui le misure sono adottate, sia le interrelazioni fra queste stesse misure. Se mi è consentito un parallelo artistico, tendiamo a comportarci come i pittori prima di Giotto: ci curiamo poco della prospettiva e non diamo importanza alla relazione che lega il primo piano della nostra opera con lo sfondo.
Alcune precondizioni dovranno essere rispettate per raggiungere accordi monetari internazionali più strutturati. Anzitutto, dopo aver ratificato il Trattato di Maastricht, i Paesi europei dovranno rivolgere la loro attenzione al miglioramento del sistema monetario internazionale. Dopo aver consolidato ciò che diventerà il suo assetto interno, la Comunità dovrà dedicarsi ad attuare una politica estera che abbia lo scopo di gestire la propria presenza in un mondo che è sempre più tripolare. In secondo luogo, gli Stati Uniti e il Giappone dovranno seriamente riesaminare la necessità di assumere un atteggiamento più benevolo verso metodi formali di cooperazione monetaria internazionale. Queste due nazioni dovranno prendere coscienza dei vantaggi impliciti nell'accettazione di vincoli esterni alle loro azioni di politica economica, quando si voglia assicurare la compatibilità di tali azioni a livello mondiale.
Terzo, dobbiamo rimettere il sistema degli scambi commerciali internazionali su quei binari che hanno consentito il più prolungato periodo di crescita della storia mondiale. Infatti, se la stabilità monetaria promuove la crescita, è vero anche l'opposto: la crescita promuove la stabilità monetaria.
Se si vorranno rispettare queste precondizioni, la cooperazione monetaria internazionale dovrà muoversi lungo le linee-guida che furono abbozzate da Rinaldo Ossola in un articolo pubblicato nei Princeton Essays del luglio 1971. Prevedendo un mondo formato da tre grandi aree economiche, gravitanti rispettivamente attorno agli Stati Uniti, al Giappone e alla Cee, Ossola intuì che le relazioni monetarie all'interno di ciascuna area avrebbero dovuto essere regolate da rapporti di cambio relativamente fissi, mentre tassi di cambio flessibili sarebbero stati adottati nei rapporti fra le tre aree. Ossola era consapevole del fatto che per funzionare bene un tal sistema monetario richiede una struttura di cooperazione ben organizzata. Per lui era ovvio che questo ruolo dovesse essere giocato dal Fondo monetario internazionale.
Dopo oltre vent'anni, questa tesi continua a costituire una sfida intellettuale e una fonte costante di idee e di stimoli, mentre siamo impegnati a raggiungere un sistema monetario internazionale più efficiente per la crescita e la stabilità monetaria dell'economia mondiale.


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