§ Giorgio Primiceri: una pagina leggendaria

Ritratto di un precursore




Raffaele Caroli Casavola
Presidente Banca Popolare Sud Puglia



L'aver accolto l'invito che ho avuto il privilegio di indirizzare a Voi Signori, costituisce di per sè l'omaggio più premuroso e memore che si potesse rendere a Giorgio Primiceri.
Vi esprimo pertanto la riconoscenza della Sua Famiglia, quella della Banca e dell'Ordine dei Dottori Commercialisti di Lecce che ha condiviso con noi questa iniziativa, e la mia personale.
Ringrazio sentitamente, anche per il patrocinio che hanno voluto accordare, il Sindaco di Matino, Carmelo Russo, l'Amministrazione Comunale presente e passata, la Provincia di Lecce - e più segnatamente il suo Presidente Rosario Giorgio Costa che si è prodigato attivamente per la realizzazione di quest'opera nonchè Salvatore Leone De Castris, Presidente della Camera di Commercio.
Un elogio allo scultore Vito D'Elia e al progettista del monumento, Ettore De Luca.
Dare testimonianza della figura di un grande banchiere quale fu Giorgio Primiceri non è compito agevole e spero di essere all'altezza dell'onore concessomi e dell'onere affidatomi.
Ricordo ancora il senso di calore che mi pervase entrando per la prima volta nel Suo studio, qui a Matino, molti anni fa, sensazione forse dovuta all'ambiente, forse ai beni mobili in noce che arredavano la stanza, ma sicuramente suscitata dal fatto che mi avvicinavo a Lui.
Era alla Sua scrivania. Dietro al Suo capo una immagine sacra. Il sole di luglio, penetrando dalla finestra, illuminava il Suo volto dalla fronte alta; i capelli chiari mescolati di bianco, gli occhi vividi e penetranti, lo sguardo acuto. Mi venne incontro con il Suo incedere leggero e l'abbraccio che ci scambiammo fu l'inizio di una intesa e di una amicizia che non hanno avuto confini.
Mi parlò della Banca, mi disse dei Suoi figli, accennò ai Suoi affanni. Mi accorsi subito che i Suoi sguardi, i Suoi gesti, i Suoi silenzi erano più eloquenti delle Sue parole.
Così cominciai a conoscerlo.
Di ingegno vivissimo, aveva un impeto generoso, una grande ricchezza interiore e la capacità di stabilire quel contatto profondamente umano nel quale riusciva a coinvolgere i Suoi interlocutori e ne prendeva a cuore i loro problemi come se fosse spinto da una sorta di missione.
In una Sua divagazione poetica, "Ritratto di un uomo fortunato", pubblicata nel 1984, ebbe a scrivere: "la vita ho concepito soprattutto come un servizio e lietamente ho visto che servire significa anche amare ... I'. E fu l'amore il filo ideale a cui legò la Sua esistenza, l'amore per la famiglia, per il lavoro, per il prossimo.
Nei momenti difficili riscopriva tutta la sua forza d'animo, il suo carattere volitivo, la Sua vena di uomo geniale ed ogni problema trovava soluzione, la più giusta possibile.
Era prodigo di consigli che Gli maturavano non soltanto dall'esperienza vissuta, ma dall'incessante gioco di un'appuntita intuizione che andava dritta nel segno. Il senso della concretezza non lo abbandonò mai e giammai perdette la visione realistica delle cose. Né fu mai prigioniero del proprio ruolo, ma consapevole che ogni ruolo, anche del massimo livello, deve conciliarsi con la vita di tutti i giorni, con i suoi pro ed i suoi contro.
Chi di Voi come me lo ha conosciuto più da vicino, sia come uomo di banca che come Sindaco ed Amministratore di questo Comune, sa che Egli amava il confronto; l'eventuale contrasto, che non sfociava mai in conflitto, si poneva come stimolo per la ricerca di un comune approdo. Non era certo aduso ai compromessi, ma oggettivamente fu un termine di conciliazione, un punto di incontro. Nel suo ambiente costituiva una presenza vigile e rassicurante, come quella di chi ha vissuto le più coraggiose avventure, ma ha conservato indenne la sua originaria umanità; ponte naturale, tramite indiscusso tra modi diversi di interpretare una realtà in continuo divenire.
Costantemente preso dall'ansia di dedizione ad ogni dovere, percepì le esigenze del nuovo e lavorò per innestarlo su quanto di meglio ci fosse dell'antico. Promosse il progredire dell'uomo verso una concezione più consona ai tempi, aiutandolo nel graduale raggiungimento di quote più alte.
Nei miei pensieri rivolti a Lui, mi sono chiesto, talvolta, se fosse mai possibile scrivere la storia di una istituzione, di una impresa, di una iniziativa di vasto respiro, rapportandola all'attività intellettuale, professionale e tecnica di un uomo. La risposta che ho dato a me stesso è che si può e la lunga vicenda di Giorgio Primiceri ne è testimonianza tangibile. La traiettoria della sua vita si intreccia e si identifica con quella della Banca in tutti i passaggi e le svolte che hanno caratterizzato nel tempo l'evoluzione economica e territoriale di questa nostra Istituzione.
Appena ventitreenne, Giorgio Primiceri, laureatosi a pieni voti alla "Bocconi", è Direttore del Consorzio Agrario di Matino, nucleo originario di quello che, nel volgere delle generazioni, sarà di volta in volta Banca Agricola di Matino, Banca Agricola Popolare di Matino e Lecce ed infine Banca Popolare Sud Puglia.
All'attività consorziale Egli imprime immediatamente una dinamica accentuata. Sono i tempi delle ricorrenti crisi economiche e sociali che colpiscono l'Italia ed il Mezzogiorno in particolare; i tempi delle coltivazioni estensive e delle difficoltà nei collegamenti con i grandi sbocchi di mercato - e quindi nella collocazione dei prodotti agricoli -nell'occupazione, nella creazione di imprese; sono i giorni del crollo di numerosi altri Consorzi e persino di alcune banche cooperative e casse rurali sorte in diverse aree della nostra regione, a riprova che le dichiarazioni d'intenti e la buona volontà da sole non bastano a superare le crisi e che invece l'operatività a tutto campo, la conquista dei mercati e la ricerca di aggregazioni sono alla base di futuri sviluppi. Si può dire, insomma, che è un problema essenzialmente di uomini e della loro capacità di adattamento alle mutevoli condizioni economiche e sociali, ed in un certo senso anche del coraggio di mettersi al passo con i nuovi tempi.
Giorgio Primiceri ha e rivela con immediatezza queste doti; le mette a disposizione della sua gente, si impegna con spirito di dedizione e con determinata volontà costruttiva. I frutti saranno raccolti il giorno in cui le leggi sanciranno la scomparsa, per assorbimento, dei Consorzi Agrari Comunali.
Nasce così la Banca Agricola a compimento del progetto dei soci fondatori. E' il nuovo punto di partenza per l'attività creditizia con finalità e funzione di servizio mutualistico e sociale.
Con saggezza e professionalità Giorgio Primiceri guida gli affari della Banca sulle rotte parallele del risparmio e dell'impiego e risponde alle richieste di crescita civile instituendo una serie di agenzie nei centri agricoli ed artigiani delle terre del Capo. in direzione Nord della nostra provincia Egli si rivolgerà in seguito, quando le radici dell'antica arca di intervento si saranno ben consolidate.
E il salto di qualità avviene con l'incorporazione di una consorella più piccola, avente sede in Lecce, ed allora gli sportelli della Banca trovano espansione anche nel Capoluogo con la nuova denominazione di Banca Agricola Popolare di Matino e Lecce.
Per Matino è una data storica.
Dopo una lunghissima militanza in qualità di Direttore Generale, Giorgio Primiceri viene nominato Presidente della Banca e nel 1982 realizza la fusione con altra Popolare della provincia di Brindisi. Nascerà così la 'Sud Puglia" e si allargheranno notevolmente gli orizzonti verso il centro propulsore dell'attività finanziaria della regione.
Cinquanta anni di professione identificano una vita in sé ma si esprimono altresì nella lezione di comportamento, nella vocazione all'intrapresa, nella lucida azione tonificante dell'economia locale, nell'intelligente tutela del risparmiatore. Anche in tal senso la storia della Banca trova in questo protagonista uno dei fondamentali punti di riferimento, il personaggio-chiave che continua a progettare ed a puntare su altri e più grandi obiettivi. La Banca cambia col mutare del paesaggio economico e sociale, ma restano inalterati i principi di fondo: aristocrazia del lavoro, preminenza dell'uomo, privilegio del risparmio, senso del servizio, sensibilità ai problemi del territorio. Solo in questo modo si poteva costruire nel corso degli anni un'opera non effimera ma degna delle risorse intellettuali ed imprenditoriali dei salentini.
L'avventura terrena di Giorgio Primiceri si avvia pian piano alla sua conclusione.
Al volger della vita Egli giunge con rassegnazione, confortato dalla sua fede religiosa, certo di aver adempiuto ai suoi doveri di uomo, di cristiano, di cittadino. Lascerà gli affanni del mondo nel luglio 1986, segnando il passaggio con una serena impronta francescana.
Lo ricordiamo, oggi, qui, tutti insieme, per quello che ha rappresentato nella storia della nostra "piccola patria" e per il contributo all'economia che Egli ancorò alla tradizione civile e sociale della nostra terra. Lo ricordiamo per l'impegno che profuse con abnegazione e senso del dovere, per l'instancabile opera di precursore che consentì al nostro Istituto di perseguire in ogni tempo soluzioni innovative, precise coordinate nell'operare, e di avere una voce autorevole tra le iniziative analoghe sorte nel tempo.
Noi siamo oggi quel che Egli voleva che fossimo, l'espressione del lavoro della comunità, la manifestazione visibile dell'intelligenza collettiva, la proiezione della libera iniziativa. Perciò rendiamo omaggio a Lui, all'idea che guida ancora la nostra azione professionale, alla sua memoria viva in quanti onorano il lavoro come simbolo della nobiltà umana. E lo facciamo erigendo il suo busto in questa piazza che è già intitolata al suo nome, di fronte alla sede sociale della Banca che fu la sua creatura prediletta.
Lasciamo alle generazioni che sono ed a quelle che verranno il segno della nostra riconoscenza e del nostro affetto profondo verso un uomo che, con grande fervore e passione e nel credo di inviolabili principi, visse ed agì per il bene del nostro territorio.
Consegniamo a tutti il suo esempio, la sua limpida creatività, il suo silenzioso sacrificio. Noi tutti abbiamo l'orgoglio di aver lavorato affianco a Lui, l'orgoglio di averne assecondato l'iniziativa, la visione anticipatrice, il gusto del servire, le energie spese per il benessere degli altri.
I conterranei devono molto all'Uomo illustre che oggi onoriamo. Noi della Banca, che pure gli dobbiamo tanto, saremo sempre fedeli al suo insegnamento ed Egli sarà sempre presente in noi come Amico, come Maestro, come Guida, immutabile al passare del tempo ed alla nebbia del ricordo.


Banca Popolare Pugliese
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