§ Scenari 2000

Ma sui diritti umani l'Onu ha armi spuntate




Jimmy Carter



D'altronde nessuno può contestare che sono i Paesi più ricchi dell'Europa e del Nord America, a cui va aggiunto anche il Giappone, i principali responsabili dell'attuale crisi ecologica mondiale sia direttamente, attraverso l'incontrollato spreco di energia e l'immissione nell'atmosfera di sostanze tossiche, sia indirettamente, quando permettono ad esempio la distruzione delle foreste tropicali ad opera degli agricoltori del Terzo Mondo. In un'epoca che vede il pericolo di un conflitto nucleare in larga misura scongiurato, la crisi ecologica mondiale costituisce la migliore argomentazione a favore di un rigido codice morale avente valore universale.
Karl Otto Apel

La Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui diritti dell'uomo è stata certamente un'occasione unica per intervenire a tutela dei diritti fondamentali della persona umana. Ed è stato il primo vertice mondiale, da venticinque anni, che ha affrontato la questione di un controllo più efficiente sul rispetto di tali diritti.
Una percentuale consistente di individui è sottoposta a forme di violazione dei diritti civili, politici, sociali, economici e culturali. Molti Paesi, in nome di alleanze politiche irrinunciabili, hanno tollerato violazioni atroci.
E può darsi che ci vogliano anni perché alcuni di essi superino la crisi politica ed economica che li travaglia. La massiccia proliferazione degli armamenti ha permesso ai tiranni di soffocare il dissenso e ha contribuito all'aumento delle tensioni civili in non pochi Paesi. Basti dire che sulla scena mondiale oggi sono in corso ben 112 conflitti civili.
Di fronte a tante gravi violazioni, quasi tutte sistematiche, che fanno della questione dei diritti umani un problema immane, la comunità globale ha l'opportunità di creare meccanismi di tutela più efficaci. Nel corso di circa mezzo secolo, le Nazioni Unite hanno elaborato una serie impressionante di principi che trovano espressione in 70 tra patti, convenzioni e trattati.
Se si pensa che per la tutela dei diritti umani viene stanziato meno dell'1 per cento del bilancio complessivo delle Nazioni Unite, ci si rende conto di quanto siano limitati i suoi mezzi.
Le risorse potenziali, umane e materiali che oggi possono essere distolte dalla competizione militare tra le superpotenze per essere destinate a fini più produttivi, sono immense.
Eppure molti Stati membri non di rado si astengono dal versare i contributi previsti. Laddove il bisogno sempre maggiore di affrontare il problema delle violazioni all'interno di un contesto globale esige il sostegno non solo delle Nazioni Unite, e degli Stati membri, ma anche quello di Paesi donatori non aderenti. L'appoggio politico richiede, tra le altre cose, che gli Stati membri ratifichino i patti dell'Onu in materia di diritti fondamentali e ne rispettino le disposizioni. La ratifica, oltre ad incoraggiare l'osservanza da parte del Paese firmatario, aumenta la credibilità del patto stesso come strumento giuridicamente vincolante. Il fatto che il Patto sui diritti economici, sociali e culturali non sia ancora entrato in vigore non depone a favore dell'Onu e mina l'efficacia dei meccanismi messi a punto per la tutela dei diritti dell'uomo.
Ma l'ostacolo insormontabile che si frappone all'azione delle Nazioni Unite è il contesto altamente politicizzato con cui i meccanismi internazionali per la tutela dei diritti umani sono chiamati ad operare. Considerazioni di ordine politico influenzano indebitamente decisioni che riguardano casi di flagrante violazione e fanno sì che l'azione del Consiglio di Sicurezza sia informata a criteri selettivi.
Da molti anni circola la proposta di creare un Alto Commissario dei diritti dell'uomo con il potere di prendere provvedimenti immediati, nei casi di violazione, ovunque e ogni qualvolta questi si verifichino.
Gli aspetti positivi di una figura di questo genere sono numerosi. L'Alto Commissario avrebbe infatti il potere di intervenire tempestivamente al fine di impedire violazioni o di fare accertamenti in materia, di integrare la questione dei diritti umani a tutti i livelli dell'attività svolta dalle Nazioni Unite e di accertare la correttezza delle informazioni inoltrate agli organi competenti sui casi di violazione.
Il mondo ha oggi un'opportunità unica. Malgrado le differenze culturali, la comunità globale deve trovare il modo di accordarsi sui principi fondamentali dei diritti dell'uomo e di avallare l'intervento sistematico delle Nazioni Unite per garantirne il rispetto.


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